I MODELLI GEOCENTRICI
IL MODELLO DI EUDOSSO Eudosso, allievo di Platone, sviluppò nel IV secolo a.C un primo modello geocentrico complesso il cui fine era rendere conto dei movimenti dei pianeti
Nel modello di Eudosso (IV secolo a. C Nel modello di Eudosso (IV secolo a.C.) i corpi celesti stanno su sfere concentriche rispetto alla Terra, che è considerata immobile al centro dell’Universo. Le sfere sono tutte concentriche e ciascuna di esse all’interno del proprio gruppo ruota intorno a un asse differente. Il corpo celeste relativo ad un gruppo è fissato alla sfera più interna e partecipa alla rotazione di tutte le sfere del gruppo. Purtroppo il modello di Eudosso era alquanto complesso e artificioso.
L’UNIVERSO DI ARISTOTELE Aristotele (384-322 a.C) è stato un filosofo e scienziato greco antico, noto come il "filosofo dell'immanenza". È considerato una delle menti filosofiche più innovative, prolifiche e influenti del mondo antico occidentale
Per Aristotele l’universo era costituito da 55 sfere cristalline concentriche con la Terra. Il modello aristotelico, costituito da sfere fisiche, i cui movimenti reali davano conto dei moti apparenti dei pianeti, fu per tutto il medioevo e fino al XVII secolo il punto di riferimento della concezione dell’universo. Come in tutti gli altri modelli geocentrici, al centro dell’universo aristotelico, si trovava la Terra immobile e unica.
IL MODELLO TOLEMAICO Claudio Tolomeo (178-100 a.C) è considerato uno dei padri della geografia, fu autore di importanti opere scientifiche, la principale delle quali è il trattato astronomico noto come Almagesto.
Il modello Tolemaico rimase universalmente accettato fino alla rivoluzione copernicana. Nel modello di Tolomeo si mantiene la successione delle sfere collegate a ciascun astro, ma ciascuna ruota indipendente dalle altre. I corpi celesti stanno su altre sfere che hanno il loro centro sulle prime. La composizione del moto delle due sfere, l’epiciclo (quella su cui sta il pianeta) e il deferente (quella concentrica con la terra), riproduce il fenomeno del moto retrogrado e rende conto del fatto che i pianeti sono più luminosi (più vicini alla Terra) durante il moto retrogrado.
A cura di Francesco Ponzi