LA VITA FUGGE, ET NON S’ARRESTA UN’HORA La vita fugge, et non s’arresta una hora, et la morte vien dietro a gran giornate, et le cose presenti et le passate mi dànno guerra, et le future anchora; e ’l rimembrare et l’aspettar m’accora, or quinci or quindi, sí che ’n veritate, se non ch’i’ ò di me stesso pietate, i’ sarei già di questi penser’ fòra. Tornami avanti, s’alcun dolce mai ebbe ’l cor tristo; et poi da l’altra parte veggio al mio navigar turbati i vènti; veggio fortuna in porto, et stanco omai il mio nocchier, et rotte arbore et sarte, e i lumi bei che mirar soglio, spenti. Questo componimento è un sonetto di Petrarca , appartenente alla seconda parte del Canzoniere.
PARAFRASI La vita scorre e non si ferma un attimo e la morte la segue a marce forzate e le cose presenti, quelle passate e quelle future mi tormentano e il ricordare e l’aspettare mi angosciano da una parte e dall’altra l’attesta del futuro a tal punto che ho pietà di me stesso e mi sarei già dato alla morte. Mi tornano in mente alcune gioie che provò il mio cuore triste, e dall’altra parte vedo venti turbati alla mia navigazione vedo la tempesta persino nel porto, e ormai stanco il mio pilota, e abbattuti gli alberi e le sartie, e gli occhi belli che ero solito guardare erano spenti.
Figure retoriche ENJEMBMENT vv.3-4;9-10;10-11;12-13 La vita fugge, et non s’arresta una hora, et la morte vien dietro a gran giornate, et le cose presenti et le passate mi dànno guerra, et le future anchora; e ’l rimembrare et l’aspettar m’accora, or quinci or quindi, sí che ’n veritate, se non ch’i’ ò di me stesso pietate, i’ sarei già di questi penser’ fòra. Tornami avanti, s’alcun dolce mai ebbe ’l cor tristo; et poi da l’altra parte veggio al mio navigar turbati i vènti; veggio fortuna in porto, et stanco omai il mio nocchier, et rotte arbore et sarte, e i lumi bei che mirar soglio, spenti ANAFORA vv.11-12 ALLITTERAZIONE vv.3;13 METAFORA: prima parte: si ha la personificazione della morte con la guerra. seconda parte: l'esistenza dell'uomo viene paragonata ad una navigazione.
IL CANZONIERE Il Canzoniere è un'opera in volgare formata da 366 liriche, di cui 263 composte prima della morte di Laura e 103 dopo la morte. Tutta l'opera di Petrarca è caratterizzata da battaglie interiori e dalla centralità dell'idea che l’Io sia limitato, debole nella volontà, sedotto dalle materialità come la ricchezza, la gloria ed i piaceri dell'amore, incastrato in un destino di fragilità dominato fin dalla nascita dalla Morte. L'Uomo, quindi, riconosce come "colpa" gli oggetti dei suoi desideri (la donna, la sensualità e la fama), di qui il conflitto, generato dalla disarmonia tra la moralità della sua vita e l'aspirazione al puro. La lirica del Canzoniere è dedicato a Laura, la donna realmente amata ma che viene rappresentata quasi in dissolvenza, come una apparizione senza corpo, donna- angelo nei confronti della quale il poeta resta estasiato in contemplazione . L‘Io dolente, ripiegato su se stesso, s'interroga, riflette sul tempo, sulla morte e sulla vanità dell‘Uomo e delle cose.
COMMENTO CASSESE FEDERICA ESPOSITO LUCIA La lettura immediata,cioè le emozioni scaturite da questi versi , e l’analisi più precisa del testo mi hanno messo in contatto con la dimensione dolorosa del poeta che vive un presente che sembra esistere solo in funzione di un passato difficile e un futuro incerto . CASSESE FEDERICA ESPOSITO LUCIA Io penso come Petrarca che tutti gli uomini non siano in grado di apprezzare i momenti della propria vita . L’uomo infatti vede scorrere il tempo troppo velocemente per riuscire a comprendere il significato e questo lo rende infelice.