Storia Economica Corso anno accademico (seconda parte)
Storia Economica - Lezione 42 Lezione 4 L’Italia della “Sinistra storica” ( ) Indice Il “trasformismo” Le inchieste: la consapevolezza del ritardo La crisi agraria e il ritorno al protezionismo La “finanza allegra”
Storia Economica - Lezione 43 L’Italia della “Sinistra storica” ( ) Il “trasformismo”
Storia Economica - Lezione 44 Il “trasformismo” La lunga fase deflazionistica, che iniziò a manifestarsi nel 1873, provocò una forte crisi agricola e mise in difficoltà anche quelle poche attività manifatturiere che si erano sviluppate nel nord del Paese. Agricoltori ed industriali cominciarono a chiedere un cambiamento nella politica economica e, in pratica, l’abbandono del liberismo. Ciò finì per determinare un mutamento anche negli equilibri politici parlamentari; nel 1876 la Sinistra di Agostino Depretis sostituì la Destra nel governo del Paese.La lunga fase deflazionistica, che iniziò a manifestarsi nel 1873, provocò una forte crisi agricola e mise in difficoltà anche quelle poche attività manifatturiere che si erano sviluppate nel nord del Paese. Agricoltori ed industriali cominciarono a chiedere un cambiamento nella politica economica e, in pratica, l’abbandono del liberismo. Ciò finì per determinare un mutamento anche negli equilibri politici parlamentari; nel 1876 la Sinistra di Agostino Depretis sostituì la Destra nel governo del Paese.
Storia Economica - Lezione 45 Il “trasformismo” La deflazione I cereali russi e americani, la seta cinese e giapponese cominciarono ad arrivare sui mercati europei a prezzi molto bassi, grazie soprattutto al miglioramento dei trasporti internazionali. Ciò mise in difficoltà i produttori europei e quelli italiani in particolare, i quali iniziarono a chiedere l’innalzamento di barriere doganali a difesa dei mercati interni.I cereali russi e americani, la seta cinese e giapponese cominciarono ad arrivare sui mercati europei a prezzi molto bassi, grazie soprattutto al miglioramento dei trasporti internazionali. Ciò mise in difficoltà i produttori europei e quelli italiani in particolare, i quali iniziarono a chiedere l’innalzamento di barriere doganali a difesa dei mercati interni. La Sinistra al governo La destra, ancora legata a un rigoroso credo liberista, non era più in grado di rappresentare gli interessi dei ceti imprenditoriali emergenti e dei produttori agricoli messi in difficoltà dal ribasso dei prezzi. Nel 1876 il governo del Paese passò così nelle mani di un esponente della Sinistra: Agostino Depretis. La nuova maggioranza era rappresentante dell’aristocrazia terriera del meridione e dei ceti imprenditoriali del nord.La destra, ancora legata a un rigoroso credo liberista, non era più in grado di rappresentare gli interessi dei ceti imprenditoriali emergenti e dei produttori agricoli messi in difficoltà dal ribasso dei prezzi. Nel 1876 il governo del Paese passò così nelle mani di un esponente della Sinistra: Agostino Depretis. La nuova maggioranza era rappresentante dell’aristocrazia terriera del meridione e dei ceti imprenditoriali del nord.
Storia Economica - Lezione 46 Il “trasformismo” Depretis inaugurò una nuova stagione politica priva di rigidità ideologiche. Il suo governo si basava su una maggioranza molto ampia perché in grado di catturare voti da tutti i settori del Parlamento. La politica di Depretis venne perciò definita “trasformismo”, proprio a significare la capacità di adeguare i programmi alle mutevoli istanze parlamentari.Depretis inaugurò una nuova stagione politica priva di rigidità ideologiche. Il suo governo si basava su una maggioranza molto ampia perché in grado di catturare voti da tutti i settori del Parlamento. La politica di Depretis venne perciò definita “trasformismo”, proprio a significare la capacità di adeguare i programmi alle mutevoli istanze parlamentari. I cambiamenti politici La Sinistra si mostrò comunque più sensibile ai problemi sociali e uno dei primi provvedimenti di Depretis fu quello di allargare la base elettorale. Anche la spesa pubblica divenne strumento di consenso e di politica sociale: uno dei primi effetti del cambio di maggioranza fu in fatti quello di riportare in rosso i conti dello Stato.La Sinistra si mostrò comunque più sensibile ai problemi sociali e uno dei primi provvedimenti di Depretis fu quello di allargare la base elettorale. Anche la spesa pubblica divenne strumento di consenso e di politica sociale: uno dei primi effetti del cambio di maggioranza fu in fatti quello di riportare in rosso i conti dello Stato.
Storia Economica - Lezione 47 L’Italia della “Sinistra storica” ( ) Le inchieste: la consapevolezza del ritardo
Storia Economica - Lezione 48 Le inchieste: la consapevolezza del ritardo All’inizio degli anni ’70 del XIX secolo, le forti tensioni sui mercati internazionali resero palese il ritardo del sistema economico italiano. Il Parlamento promosse allora due inchieste di fondamentale importanza che mostrarono l’arretratezza agricola di gran parte del Paese e la debolezza del settore manifatturiero. Ma le inchieste mostrarono anche le grandi disparità esistenti nelle varie regioni e le diverse richieste che, di conseguenza, venivano fatte dai ceti agricoli ed imprenditoriali.All’inizio degli anni ’70 del XIX secolo, le forti tensioni sui mercati internazionali resero palese il ritardo del sistema economico italiano. Il Parlamento promosse allora due inchieste di fondamentale importanza che mostrarono l’arretratezza agricola di gran parte del Paese e la debolezza del settore manifatturiero. Ma le inchieste mostrarono anche le grandi disparità esistenti nelle varie regioni e le diverse richieste che, di conseguenza, venivano fatte dai ceti agricoli ed imprenditoriali.
Storia Economica - Lezione 49 Le inchieste: la consapevolezza del ritardo L’inchiesta agraria Tra il 1872 e il 1885 venne condotta, da una commissione parlamentare presieduta da Stefano Jacini, una grande inchiesta sulle condizioni dell’agricoltura in Italia. Oltre a ribadire la scarsa produttività dell’agricoltura italiana, dovuta ad una insufficiente meccanizzazione, a un uso sporadico di fertilizzanti chimici, a cattive rotazioni, ecc., l’inchiesta sottolineava l’estrema eterogeneità della situazione nel Paese: accanto a regioni dove esisteva ancora il latifondo medioevale e la terra veniva coltivata con strumenti primitivi, vi erano regioni dove si era già affermata la grande azienda capitalistica specializzata.Tra il 1872 e il 1885 venne condotta, da una commissione parlamentare presieduta da Stefano Jacini, una grande inchiesta sulle condizioni dell’agricoltura in Italia. Oltre a ribadire la scarsa produttività dell’agricoltura italiana, dovuta ad una insufficiente meccanizzazione, a un uso sporadico di fertilizzanti chimici, a cattive rotazioni, ecc., l’inchiesta sottolineava l’estrema eterogeneità della situazione nel Paese: accanto a regioni dove esisteva ancora il latifondo medioevale e la terra veniva coltivata con strumenti primitivi, vi erano regioni dove si era già affermata la grande azienda capitalistica specializzata.
Storia Economica - Lezione 410 Le inchieste: la consapevolezza del ritardo L’inchiesta industriale Nel 1874 vennero pubblicati i risultati dell’inchiesta industriale condotta da Luigi Luzzatti e Vittorio Ellena. Anche in questo settore il ritardo italiano era indiscutibile, soprattutto a confronto con il caso tedesco e ancor più con quello inglese. Ma il grande merito di questa inchiesta sta nell’aver dato voce agli industriali italiani, che venivano chiamati a rispondere ai quesiti posti dalla commissione. Sia gli industriali legati ai settori industriali (seta, lana, alimentare, ecc.) sia quelli impegnati in produzioni nuove (siderurgia, cotone, ecc.), chiedevano di introdurre dazi doganali sui prodotti stranieri. L’inchiesta industriale divenne quindi il primo passo verso l’introduzione del protezionismo.Nel 1874 vennero pubblicati i risultati dell’inchiesta industriale condotta da Luigi Luzzatti e Vittorio Ellena. Anche in questo settore il ritardo italiano era indiscutibile, soprattutto a confronto con il caso tedesco e ancor più con quello inglese. Ma il grande merito di questa inchiesta sta nell’aver dato voce agli industriali italiani, che venivano chiamati a rispondere ai quesiti posti dalla commissione. Sia gli industriali legati ai settori industriali (seta, lana, alimentare, ecc.) sia quelli impegnati in produzioni nuove (siderurgia, cotone, ecc.), chiedevano di introdurre dazi doganali sui prodotti stranieri. L’inchiesta industriale divenne quindi il primo passo verso l’introduzione del protezionismo.
Storia Economica - Lezione 411 L’Italia della “Sinistra storica” ( ) La crisi agraria e il ritorno al protezionismo
Storia Economica - Lezione 412 La crisi agraria e il ritorno al protezionismo Il miglioramento dei trasporti unito ai grandi progressi dell’agricoltura americana provocò un brusco calo dei prodotti agricoli e dei cereali in particolare. Gli agricoltori italiani, incapaci di ridurre i costi di produzione, cominciarono a chiedere il ritorno al protezionismo. Ma non erano soltanto i produttori agricoli a domandare l’innalzamento di barriere doganali, erano anche i produttori manifatturieri (tessili e meccanici), ancora poco competitivi nei confronti degli industriali stranieri, che volevano una qualche forma di protezione. La prima tariffa doganale protettiva venne così introdotta nel 1878, per poi venire accentuata negli anni successivi.Il miglioramento dei trasporti unito ai grandi progressi dell’agricoltura americana provocò un brusco calo dei prodotti agricoli e dei cereali in particolare. Gli agricoltori italiani, incapaci di ridurre i costi di produzione, cominciarono a chiedere il ritorno al protezionismo. Ma non erano soltanto i produttori agricoli a domandare l’innalzamento di barriere doganali, erano anche i produttori manifatturieri (tessili e meccanici), ancora poco competitivi nei confronti degli industriali stranieri, che volevano una qualche forma di protezione. La prima tariffa doganale protettiva venne così introdotta nel 1878, per poi venire accentuata negli anni successivi. La crisi agraria Il calo dei prezzi dei prodotti agricoli provocò una grave crisi, che fu particolarmente acuta nella Pianura Padana. In quest’area, infatti, si concen- trava la produzione di cereali. La crisi ebbe alti costi sociali: proprio dalla Pianura Padana (Veneto e Lombardia orientale) partì la prima grande ondata emigratoria diretta verso le Americhe.Il calo dei prezzi dei prodotti agricoli provocò una grave crisi, che fu particolarmente acuta nella Pianura Padana. In quest’area, infatti, si concen- trava la produzione di cereali. La crisi ebbe alti costi sociali: proprio dalla Pianura Padana (Veneto e Lombardia orientale) partì la prima grande ondata emigratoria diretta verso le Americhe.
Storia Economica - Lezione 413 La crisi agraria e il ritorno al protezionismo Il ritorno al protezionismo L’agricoltura era sempre stata il settore principale dell’economia italiana nei primi vent’anni di vita del Regno, la sua crisi spinse perciò la Sinistra, appena salita al governo, ad abbandonare il credo liberista e ad accogliere le istanze che da qualche anno venivano dall’industria. Nel 1878 venne approvata una nuova tariffa doganale, che introduceva una prima forma di protezione, soprattutto per i prodotti industriali. Negli anni successivi il protezionismo venne ulteriormente accentuato ed esteso ad altri prodotti agricoli ed industriali.L’agricoltura era sempre stata il settore principale dell’economia italiana nei primi vent’anni di vita del Regno, la sua crisi spinse perciò la Sinistra, appena salita al governo, ad abbandonare il credo liberista e ad accogliere le istanze che da qualche anno venivano dall’industria. Nel 1878 venne approvata una nuova tariffa doganale, che introduceva una prima forma di protezione, soprattutto per i prodotti industriali. Negli anni successivi il protezionismo venne ulteriormente accentuato ed esteso ad altri prodotti agricoli ed industriali.
Storia Economica - Lezione 414 La crisi agraria e il ritorno al protezionismo Le conseguenze del protezionismo La scelta protezionistica non fu solo italiana, ma fu una tendenza prevalente, a partire dal 1873, in tutta Europa. L’Italia, però, si trovava in una situazione di grande svantaggio rispetto al resto del continente e la decisione di innalzare barriere doganali finì per favorire alcuni settori (cotoniero e siderurgico in particolare), ma penalizzò alcuni settori tradizionali come la seta. Non bisogna inoltre dimenticare i nefasti effetti della guerra commerciale con la Francia per quanto riguarda la produzione di vino, uno dei prodotti più importanti della debole economia del sud.
Storia Economica - Lezione 415 L’Italia della “Sinistra storica” ( ) La “finanza allegra”
Storia Economica - Lezione 416 La “finanza allegra” Il passaggio del governo nazionale dalla Destra alla Sinistra, rappresentò una svolta anche nella gestio- ne della finanza pubblica. La Sinistra si mostrò subi- to meno rigorosa nella politica di bilancio e meno capace di resistere alle molteplici sollecitazioni di interessi particola-ristici. L’eterogenea maggioranza parlamentare venne mantenuta anche grazie a un uso im-proprio della spesa pubblica. Così come le prime avventure coloniali avevano più la funzione di propaganda che una reale convenienza eco-nomica. Questo modo di gestire i conti pubblici venne definito, dall’opposizione di Destra “finanza allegra”Il passaggio del governo nazionale dalla Destra alla Sinistra, rappresentò una svolta anche nella gestio- ne della finanza pubblica. La Sinistra si mostrò subi- to meno rigorosa nella politica di bilancio e meno capace di resistere alle molteplici sollecitazioni di interessi particola-ristici. L’eterogenea maggioranza parlamentare venne mantenuta anche grazie a un uso im-proprio della spesa pubblica. Così come le prime avventure coloniali avevano più la funzione di propaganda che una reale convenienza eco-nomica. Questo modo di gestire i conti pubblici venne definito, dall’opposizione di Destra “finanza allegra” La spesa pubblica La Sinistra rappresentava un coacervo eterogeneo di professionisti, borghesi, industriali. Per tenere unita questa compagine così diversa, Depretis non esitò a cedere alle molteplici richieste dei deputati e dei no- tabili dei vari collegi: l’appoggio al governo era spes- so subordinato alla costruzione di una linea ferrovia- ria o di altre opere pubbliche, indipendentemente dalla loro utilità. Anche il pubblico impiego divenne strumento di consenso, con la conseguenza che la burocrazia si allargò in maniera spesso ingiustificata.La Sinistra rappresentava un coacervo eterogeneo di professionisti, borghesi, industriali. Per tenere unita questa compagine così diversa, Depretis non esitò a cedere alle molteplici richieste dei deputati e dei no- tabili dei vari collegi: l’appoggio al governo era spes- so subordinato alla costruzione di una linea ferrovia- ria o di altre opere pubbliche, indipendentemente dalla loro utilità. Anche il pubblico impiego divenne strumento di consenso, con la conseguenza che la burocrazia si allargò in maniera spesso ingiustificata.
Storia Economica - Lezione 417 La “finanza allegra” L’avventura coloniale L’Italia fu l’ultimo dei Paesi europei ad intraprendere una politica coloniale. La conquista di Massaua avvenne nel Più che giustificazioni di carattere economico, l’avventura coloniale italiana sembrava essere dettata da esigenze d’immagine e dalle pressioni di alcuni ambienti industriali sul governo Depretis. Le successive vicende dimostrarono la sostanziale impreparazione dell’esercito italiano ad un’impresa del genere.L’Italia fu l’ultimo dei Paesi europei ad intraprendere una politica coloniale. La conquista di Massaua avvenne nel Più che giustificazioni di carattere economico, l’avventura coloniale italiana sembrava essere dettata da esigenze d’immagine e dalle pressioni di alcuni ambienti industriali sul governo Depretis. Le successive vicende dimostrarono la sostanziale impreparazione dell’esercito italiano ad un’impresa del genere. La speculazione La Sinistra rappresentava anche i nuovi ceti emergenti, molto interessati alle speculazioni edilizie e agli investimenti finanziari. Le leggi sul risanamento urbano di Roma e Napoli, rappresentarono una formidabile fonte di arricchimento per questo gruppo sociale e per istituti di credito disposti a rischiare in affari che promettevano una facile guadagno. Ma proprio l’inadeguatezza del sistema bancario italiano provocherà dissesti e fallimenti di grande entità.