Edvard Munch nel suo celebre "Il grido" ritrae quest'uomo. In un paesaggio dalle forme fluttuanti, nella pennellata morbida densa di striature, dove le gamme dei colori si richiamano e si compenetrano quasi dissolvendosi, l'autore ritrae in primo piano un uomo senza età, né identità. La deformazione del volto ne acuisce l'espressività, l'angoscia e la solitudine. Niente nel panorama è veramente definito, tutto sembra precipitare nel caos e nell'anonimato: acqua, cielo e sentiero si smembrano. Di preciso, di fisso, c'è solo il punto focale della strada che l'uomo ha percorso, forse correndo disperatamente, neppure quel punto è però un riferimento: due uomini rigidi e compassati ne precludono la vista. Colui che cessa di cercare non ha cammini, ma fughe, fughe da se stesso, dalle sue paure, dai rapporti umani, da Dio. All'uomo così, assetato di senso, la Chiesa offre la contemplazione di un volto: il volto dolente e glorioso del Cristo.
In un opera di Georges Rouault gli stessi colori usati da Munch si addensano, si ricompongono, aumentano di spessore e vigore, rivelando il volto di Cristo. "Ti guardiamo. E al nostro sguardo il tuo volto appare posato e divino, acre, carezzevole, corporeo, mite, imperiale. Divino e umano. […] Ecce Homo dei Musei Vaticani, questa immagine primordiale, brutalmente immediata, ma d'improvvisa profondità. Segni neri, quasi preistorici, grumi di colore in sottili variazioni leggere e celesti. Spirito incarnato. Cristo attende in silenzio, in un silenzio essenziale. Il Cristo di Rouault è un Cristo che interroga ostinato." (Michele Dolz, Lo Splendore delle cose. Appunti di arte e di spirito. Àncora, p. 25) Dove sei, uomo?
Nel volto del Cristo di Rouault si raccoglie ogni grido: c'è il respiro immenso della creazione, c'è la terra bagnata dal sangue, il bagliore della speranza e la ferma certezza di essere comunque, nell'amore del Padre. Tra l'anonimo volto urlante di Munch e il volto pacificato del Cristo di Rouault c'è la Chiesa, umile via alla bellezza che salva. Ci siamo noi, credenti che, sfuggiti all'incombere del caos siamo stati chiamati per nome. Noi che un tempo disorientati ci siamo volti verso Oriente, verso quel sole incandescente e vitale che è Cristo. Dentro a questo sole noi, polvere e cenere, abbiamo acquistato la fragranza dell'incenso e delle resine odorose.