Prof. M. Calipari L-19 Facoltà di Scienze della Formazione Università degli Studi di Macerata a.a. 2010-11 La “dignità” del morire: il problema dell’EUTANASIA.

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Prof. M. Calipari L-19 Facoltà di Scienze della Formazione Università degli Studi di Macerata a.a La “dignità” del morire: il problema dell’EUTANASIA

M. Calipari L’evento del morire  nella nostra società, la morte è l’ultimo dei “tabù” (P. Ariés) ineluttabilità e “non senso”; rifiuto assoluto del dolore e della sofferenza; tendenza all’occultamento  lo sviluppo tecnico-medico e la morte il “vano” tentativo di vincere la morte: successi e sconfitte situazioni cliniche inedite: “forme” di vita o di morte?  la “buona morte”: morire con dignità umana dal fatto biologico all’evento personale (consapevolezza e libertà responsabile) condizione necessaria: rispetto della vita e accettazione della morte “insieme” al morente : accompagnamento e solidarietà, non fuga ed imbarazzo

M. Calipari Tracce storiche di pratiche eutanasiche  alcune popolazioni primitive es. Battaki di Sumatra (uccisione del padre anziano), tribù dell’Aracan, Siam, i Cachibas e i Tupi del Brasile, i Wendi slavi (uccisione di anziani)  mondo occidentale Sparta (neonati deformi) Aristotele (Politica, VII, 1335b): eutan. lecita per motivi politici Platone (Repubblica, 460b): anche per gli adulti gravemente ammalati, con la cooperazione dei medici Tacito (Annales, XVI, 18-19): elogio del suicidio di Petronio Senato di Marsiglia: “veleno di stato” (Valerio Massimo) Roma: suicidio di personalità note (Seneca, Epitteto, Plinio il Giovane, etc.)

M. Calipari Tracce storiche di opposizione alle pratiche eutanasiche  Grecia: Pitagora, Ippocrate, Galeno “Giammai, mosso dalle premurose insistenze di alcuno, propinerò medicamenti letali né commetterò mai cose di questo genere” (Giuramento di Ippocrate)  Roma: Cicerone “Tu, o Publio, e tutte le persone rette, dovete conservare la vostra vita e non dovete allontanarvi da essa senza il comando di colui che ve l’ha data, affinché non sembriate sottrarvi all’ufficio umano che Dio vi ha stabilito” (Somnium Scipionis, III, 7)  L’avvento del Cristianesimo: svolta culturale ed etica condanna costante dell'eutanasia e di ogni altra pratica contro la vita umana (cfr. GS 27)

M. Calipari Epoca attuale  Il dramma del nazismo per la prima volta, pratica dell’eutanasia (senza consenso) “programmata”  piano politico studiato e messo in atto: dal 1939 al 1941, eliminate più di persone le cui vite erano definite “esistenze prive di valore vitale”  motivazioni: razzismo, statalismo assolutistico, cinico calcolo delle spese sanitarie

M. Calipari Epoca attuale  Luglio 1974: “Manifesto sull’eutanasia” pubbl. su The Humanist con la firma di circa 40 personalità tra cui i Premi Nobel Monod, Pauling, Thompson  pensiero scientista  1976 : California – “Natural Death Act” eutanasia su richiesta previa del paziente a modo di volontà testamentaria (living will)  1977: Zurigo (Svizzera) l’eutanasia è illegale; tuttavia non è considerato un reato aiutare un suicida a togliersi la vita (purché chi assiste non lo faccia per trarne un vantaggio)  1/4/2001: Olanda – legge sull’eut. 30/8/2004 : intesa fra la magistratura olandese e la clinica universitaria di Groningen, che autorizza un protocollo di sperimentazione volto ad estendere la possibilità di eutanasia anche ai bambini sotto i dodici anni ed ai neonati (su richiesta dei loro genitori )  23/9/2002: Belgio sofferenze sia fisiche che psichiche:dilatazione di fatto incontrollabile dell'applicabilità della normativa dal 2005, in vendita nelle farmacie KIT per l'eutanasia "fai da te" (€ 60, 5 dosi) disponibile solo per i medici

M. Calipari Il problema dell’eutanasia  motivazioni per l’eutanasia: “pietà” per chi soffre senza rimedio ? non senso del dolore e della sofferenza vita “sub-umana” per la bassa qualità calcolo sociale ed economico (utilitarismo) forme di razzismo ideologizzazione (princ. d’autonomia ?)

M. Calipari Chiarimento dei termini  etimologia: “buona morte” (dal greco: eu-thanatos)  possibile definizione : “un’azione o un’omissione che, di natura sua e nelle intenzioni, procura la morte, allo scopo di eliminare ogni dolore”  da essa va distinta la decisione di rinunciare al cosiddetto «accanimento terapeutico», ossia a certi interventi medici non più adeguati alla reale situazione del malato, perché ormai sproporzionati ai risultati che si potrebbero sperare o anche perché troppo gravosi per lui e per la sua famiglia  l’e. si situa dunque a 2 livelli: nelle intenzioni di chi la attua o la chiede nei mezzi usati a tale scopo

M. Calipari BREVE CLASSIFICAZIONE in base alle modalità di azione eut. attiva (commissione) eut. omissiva (omissione) o “passiva” non vi è alcuna differenza etica tra le due in base all’ intenzione eut. diretta (ricercata volontariamente) "eut. indiretta" (la morte è conseguenza non voluta di un’altro intervento medico) non si tratta di eutanasia! in base all' assenso del paziente eut. volontaria (paziente consenziente) eut. non volontaria (paziente non consenziente)

M. Calipari Il bene della vita umana  vita umana = essere umano "vivente" riferimento al valore e alla dignità di persona  la vita u. è un bene in se stessa percezione immediata riflessione razionale alla luce della fede (per i credenti)  vita fisica: bene primario (ma non assoluto) della persona rappresenta la condizione di possibilità per la realizzazione di tutti gli altri beni dell'individuo  dalla dignità della vita u. scaturisce l'esigenza morale della sua "inviolabilità" (in senso ampio) ed "indisponibilità" dovere fondamentale di conservare la vita (propria ed altrui)  amarla, servirla, promuoverla e tutelarla

M. Calipari Riflessioni etiche  La vita umana non è un bene “disponibile” né da parte del paziente, che l’ha ricevuta come un dono ed è chiamato a riconoscerne il valore oggettivo tanto meno, da parte del personale sanitario che lo assiste (che non può avere sul malato diritti superiori a quelli che il malato stesso ha su di sé)  Niente o nessuno può lecitamente autorizzare l’uccisione di un essere umano innocente non importa se: embrione, feto, bambino, adulto, vecchio, ammalato, agonizzante, ecc…

M. Calipari Giudizio morale  L'eutanasia, in quanto uccisione deliberata di una persona umana innocente, è sempre moralmente inaccettabile è contro i precetti della legge naturale è un’offesa alla dignità della persona umana è un attentato contro la vita talvolta, può assumere i tratti di un attentato contro l’umanità  Una tale pratica comporta, a seconda delle circostanze, la malizia propria del suicidio o dell'omicidio

M. Calipari Eutanasia: gesto di libertà umana? concezione deformata del c.d. " principio d’autonomia " –la libertà umana non è assoluta (ab-soluta), ma relativa alla verità –la vita è la prima condizione della libertà –una libertà che distrugge la sua “radice” finisce per distruggere se stessa –l’eutanasia, in realtà, rappresenta la negazione della libertà autentica

M. Calipari  differenza sostanziale tra “dare la morte” (con un atto che, in se stesso e nell’intenzione, è uccisivo) “consentire il morire” (accettazione della condizione naturale di limite della vita, in assenza di rimedi possibili)  rifiuto di una falsa “pietà” di fronte alla sofferenza vera l’eventuale domanda di eutanasia, molto spesso, esprime una richiesta accorata (e talvolta disperata) di aiuto clinico, di affetto, di amore e di calore umano, di condivisione sincera e coraggiosa  rischio di sconvolgimento del rapporto medico-paziente esso nasce come “alleanza per la vita” la fedeltà al mandato originario dell’arte medica Chiarire gli equivoci! Il dolore umano chiede amore e condivisione solidale, non la sbrigativa violenza di una morte anticipata ! Il dolore umano chiede amore e condivisione solidale, non la sbrigativa violenza di una morte anticipata !

M. Calipari Contro una cultura di morte !  la vita umana è sempre un bene essa vale in se stessa, non per le sue contingenze storiche  una retta visione del concetto di “qualità” della vita non in contrapposizione a quello di “sacralità” rispettoso della inalienabile dignità della persona non può essere l’ultimo criterio di giudizio sul valore della vita di un essere umano  recuperare “l’uomo intero” dare un senso al “limite” e alla “sofferenza” inevitabile

M. Calipari Alcuni documenti  Giuramento d’Ippocrate (IV sec. a.C.) “Giammai, mosso dalle premurose insistenze di alcuno, propinerò medicamenti letali né commetterò mai cose di questo genere”  Associazione Medica Mondiale (adottato dalla 39 a World Medical Assembly, Madrid, Spagna, Ottobre 1987 e riaffermata nella 170 a Council Session, Divonne-les-Bains, Francia, Maggio 2005) “L’eutanasia, vale a dire l’atto di porre fine deliberatamente alla vita di un paziente, sia in seguito alla richiesta del paziente stesso oppure alla richiesta dei suoi congiunti, è immorale. Questo non impedisce al medico di rispettare il desiderio di un paziente di permettere al naturale processo di morte di seguire il suo corso nella fase finale di malattia”  Comit. Naz. per la Bioet. "Questioni bioetiche relative alla fine della vita umana" (14 luglio 1995), nn. 5-6  nessuna legislazione propriamente eutanasica può avere valore bioetico  Codice italiano di Deontologia Medica (dic 2006) art. 17 : “Il medico, anche su richiesta del malato, non deve effettuare né favorire trattamenti finalizzati a provocarne la morte”

M. Calipari L’uso degli analgesici  l’esperienza del dolore fisico, tra: accettazione – sopportazione – “eroismo” rifiuto – intolleranza - possibile disperazione  è lecito (spesso doveroso) usarli, anche quando: diminuiscono lo stato di coscienza (consenso del paziente) rischiano di abbreviare la vita (erroneamente, si parla di "eutanasia indiretta")  a condizione che: siano somministrati in quantità proporzionata all’effettivo bisogno attuale del paziente la loro somministrazione non impedisca l’adempimento di importanti doveri morali

M. Calipari Il rischio dell’accanimento terapeutico  un “tecnicismo” medico che rischia di diventare abusivo talvolta, interventi medici non più adeguati alla reale situazione del malato perché non (o non più) efficaci in ordine al miglioramento della sua condizione clinica  si definisce come "accanimento terapeutico" ogni intervento medico che non risulti adeguato, nella data situazione clinica, al raggiungimento di un determinato obiettivo di salute o di sostegno vitale (uso “sproporzionato” di un mezzo terapeutico)

M. Calipari di conseguenza, NO agli interventi medici che:  ritardano in maniera fittizia la morte, senza portare un reale beneficio al paziente, anzi condannandolo di fatto ad un’agonia prolungata artificialmente  risultano troppo gravosi per il paziente e/o per la sua famiglia (disagi fisici, psicologici, economici, ecc.) Il rischio dell’accanimento terapeutico Codice di Deontologia Medica (dic 2006): “ Il medico, anche tenendo conto delle volontà del paziente laddove espresse, deve astenersi dall’ostinazione in trattamenti diagnostici e terapeutici da cui non si possa fondatamente attendere un beneficio per la salute del malato e/o un miglioramento della qualità della vita. ” (art. 16)