LA VIOLENZA DI GENERE Leonardo Nepi LUMSA, 23 marzo 2015
VIOLENZA DI GENERE – VIOLENZA SULLE DONNE Il dibattitto contemporaneo sulla «violenza di genere», contiene molti riferimenti al rapporto dialettico tra i sessi maschile e femminile. In molti casi l’espressione «violenza di genere» sta ad indicare il problema della violenza sulle donne e della subordinazione di queste rispetto agli uomini. Quando si tratta di violenza, il termine genere perde pertanto quelle caratteristiche di malleabilità e di contrapposizione all’identità sessuale.
IL GENERE: DA QUESTIONE IDEOLOGICA A QUESTIONE SOCIOLOGICA Sul piano sociologico, il concetto di «genere» può assumere rilevanza non come costruzione operata a prescindere dal sesso, ma come costruzione operata sul sesso. Essere uomini e donne nelle diverse epoche e nei diversi contesti sociali e culturali ha conseguenze rilevanti sull’identità della persona e sulle conseguenze giuridiche ad essa collegate. Si evidenziano allora i ruoli sociali legati all’identità sessuale, che vanno a costituire un’identità di genere che non è ad essa contrapposta.
VISIONE ESSENZIALISTA DELLA SOGGETTIVITA’ VIOLENTA Secondo questa impostazione, si nasce inequivocabilmente uomini e donne e l’identità sessuale influenza il comportamento umano. Nella versione più radicale, la prospettiva essenzialista della soggettività violenta ritiene che l’identità sessuale determini alcuni comportamenti, tra cui la violenza degli uomini sulle donne (Brownmiller). Tale prospettiva rischia di perpetuare degli stereotipi sul rapporto tra uomini e donne.
VIOLENZA MASCHILE Per la visione essenzialista, la violenza maschile sarebbe il frutto di una natura aggressiva, che viene sopita dal progresso e dalla civilizzazione, ma riemerge nelle occasioni di regresso culturale e di perdita dei freni inibitori, come avviene ad esempio nel caso delle guerre.
LA MATERNITA’ COME FONDAMENTO DELLA SUBORDINAZIONE FEMMINILE La radice della subordinazione femminile rispetto agli uomini è individuata dagli essenzialisti nella funzionalità riproduttiva del corpo della donna. Matrimonio e procreazione sono visti come ambiti della vita umana che portano alla subordinazione delle donne (De Beauvoir). La diffusione di anticoncezionali e le rivendicazioni riguardo il diritto all’aborto e alla libertà sessuale divengono così aspetti di una più generale mobilitazione a favore dell’emancipazione delle donne (Firestone).
CRITICA ALLA VISIONE ESSENZIALISTA DELLA SOGGETTIVITA’ VIOLENTA Pur ammettendo che il fenomeno della violenza sulle donne sia frequente e diffuso nelle diverse epoche e nelle diverse culture, la visione della mascolinità come naturalmente violenta pone problemi sotto il profilo antropologico e giuridico. Criticabile il collegamento quasi deterministico tra identità sessuale maschile e comportamento violento. La naturale propensione alla violenza dei maschi sarebbe indice di pericolosità sociale, da un lato, mentre dall’altro metterebbe in discussione la responsabilità giuridica. L’unica soluzione sarebbe la separazione tra i sessi.
VISIONE COSTRUTTIVISTA DELLA SOGGETTIVITA’ SESSUATA La possibilità di manipolare la natura e piegarla alle proprie esigenze sposta l’attenzione sulle dinamiche sociali e culturali che favoriscono la subordinazione femminile. Culture e tradizioni modellano così l’identità di genere, assegnando un ruolo dominante all’identità maschile attraverso strutture «patriarcali» che propongono una visione della donna come di un soggetto fragile e sottomesso. Il «patriarcato» vede nel padre di famiglia il soggetto autenticamente titolare di una pienezza di diritti e doveri.
VIOLENZA DOMESTICA E PATRIARCATO Nella società patriarcale la violenza è tollerata come forma di correzione e controllo nei confronti di soggetti (le donne ed i minori) incapaci di provvedere autonomamente ai propri interessi. La violenza domestica è frutto dell’abuso di un potere di controllo e protezione da parte degli uomini della famiglia. Al tramonto del paternalismo nella società occidentale, tuttavia, non ha corrisposto una diminuzione della violenza sulle donne. Essa non è più tollerata a livello sociale e culturale, ma permane sul piano individuale, sotto forma di ossessione e gelosia.
SUPERAMENTO DELLA DIFFERENZA SESSUALE Per evitare il conflitto tra i sessi, alcuni propongono di superare la differenza sessuale, rendendo negoziabile la struttura delle relazioni tra i generi (Giddens). Questo condurrebbe alla messa in sicurezza dei rapporti tra uomini e donne, non più influenzati dalle costruzioni sociali e culturali operate sul sesso. La difficoltà dovuta alla sfumatura dell’identità sessuale sarebbe compensata dall’acquisizione della piena parità tra i generi.
UNA POSSIBILE SINTESI Tra l’impostazione essenzialista della soggettività violenta, che vede nella differenza sessuale l’irriducibile causa della violenza di genere, e la posizione costruttivista, che vede nel superamento di tale differenza la soluzione per la pacificazione dei rapporti tra uomini e donne, vi possono essere altre ipotesi. Si parla di «complementarietà» e «supplementarietà» per indicare il valore aggiunto dato dalla differenza sessuale in termini generativi, educativi e sociali, che nella famiglia trova la sua espressione più riconoscibile (D’Agostino).
VIOLENZA E FAMIGLIA La famiglia (e con essa la coniugalità, la genitorialità, la filialità, la fraternità etc.) rappresenta una dimensione costitutiva dell’essere umano e non deriva da convenzioni o soprusi. Come ogni relazione di prossimità e dipendenza, la famiglia può divenire luogo di violenza, ma tale conflitto è causato dai limiti dell’essere umano e non costituisce il fondamento del vincolo familiare.
VIOLENZA E RESPONSABILITA’ PERSONALE La condotta violenta, seppur influenzata dal contesto sociale, per essere sanzionata deve essere imputabile ad un soggetto libero. La configurazione del comportamento violento come conseguenza di un istinto naturale o di un condizionamento ambientale impedisce la pensabilità della responsabilità giuridica personale.