Psicologia dell’organizzazione: l’efficacia personale e collettiva (Petita, Borgogni, in Argentero et al., cap.7) TEORIA SOCIALE COGNITIVA (Bandura, 1976, 1986, 2000) Determinismo reciproco triadico: causalità reciproca e dinamica tra individuo (biologico, cognitivo e affettivo), comportamento e fattori ambientali; comportamento: realizza la volontà ed è fonte di valutazione su Sé e realtà (apprendimento, identità personale, senso di controllo) Human agency: capacità di trasformare l’ambiente utilizzando le proprie capacità (di simbolizzazione, vicarie, di anticipazione, di autoregolazione) e le opportunità offerte da esso per raggiungere i propri fini Efficacia personale e collettiva: convinzione relativa alla propria capacità di mettere in atto comportamenti adeguati al raggiungimento dei propri fini in situazioni specifiche (il fallimento è un indicatore dell’efficacia della strategia non del valore del Sé; livello delle mete, coinvolgimento e protezione da stress e depressione ) Psicologia della comunicazione organizzativa - M. Mura
Psicologia dell’organizzazione: l’efficacia personale e collettiva (Petita, Borgogni, in Argentero et al., cap.7) TEORIA SOCIALE COGNITIVA (Bandura, 1976, 1986, 2000) Il senso di autoefficacia personale ha alla base esperienze DIRETTE, VICARIE, DI PERSUASIONE (leader coach), DI AUTOCONTROLLO EMOTIVO Processi cognitivi ed emotivi - motivazionali – orientamento nelle scelte Rinuncia mancato sviluppo di competenze, interessi e relazioni sociali mancato successo diminuzione del senso di autoefficacia rinuncia CIRCOLO VIZIOSO Psicologia della comunicazione organizzativa - M. Mura
CULTURA ORGANIZZATIVA Psicologia dell’organizzazione: l’efficacia personale e collettiva (Petita, Borgogni, in Argentero et al., cap.7) TEORIA SOCIALE COGNITIVA (Bandura, 1976, 1986, 2000) Autoefficacia personale benessere e prestazione (emergenza individuale: h. agency) Autoefficacia collettiva prestazione, commitment (emergenza sociale: organizzativo, processi sociali, il gruppo è efficace o cityzenship, collective agency) integrazione di capacità individuali CULTURA ORGANIZZATIVA complessità compito/ ambiente complessità compito/ ambiente Psicologia della comunicazione organizzativa - M. Mura
Psicologia dell’organizzazione (Scaratti, Ripamonti, in Argentero et al., cap.6 ) DALLA DECISONE ALL’APPRENDIMENTO L’apprendimento organizzativo - prospettiva socio-culturale: produzione e appropriazione della conoscenza in ambito organizzativo co-costruzione/negoziazione di significati situata nei contesti e realizzata attraverso l’attribuzione di senso alla propria esperienza e storia lavorativa nelle e attraverso le pratiche conversazionali (dialogismo) coinvolge il livello cognitivo, emotivo ed estetico esita in routine, convenzioni, procedure (fatti istituzionali): livello sociale ed organizzativo che retroagisce sul processo Psicologia della comunicazione organizzativa AA 2012-13 - M. Mura
Psicologia dell’organizzazione (Scaratti, Ripamonti, in Argentero et al., cap.6 ) Modalità dell’apprendimento organizzativo: FORMALE/INFORMALE GENERALE/LOCALE INDIVIDUALE/SOCIALE (GRUPPO, ORGANIZZAZIONE) Psicologia della comunicazione organizzativa - M. Mura
Psicologia dell’organizzazione: l’apprendimento (Scaratti, Ripamonti, in Argentero et al., cap.6 ) LA CONOSCENZA UTILE E ….«UTILIZZATA» situata: esprimibile ed espressa in contesti definiti pratica: esprimibile nelle decisioni e nelle azioni e incorporata nelle routine (c. tacita, implicita, incorporata in modelli comportamentali e artefatti in uso) distribuita: scambiata (c. traslata, trasformata, adattata) riflessiva: prodotta e custodita dalle e nelle relazioni sociali attraverso l’osservazione, l’auto-osservazione e l’accountability (riconoscibilità e riproducibilità sociale: giustificata) Psicologia della comunicazione organizzativa - M. Mura
Psicologia dell’organizzazione l’apprendimento (Scaratti, Ripamonti, in Argentero et al., cap.6; Maimone, cap.1, par.6.3) CONOSCENZA - PRATICHE SITUATE (Gherardi, 2006, 2008) la conoscenza è contenuta in pratiche contestualizzate, riconoscibili perché entrambe (conoscenza e pratiche) sono intersoggettive i processi di conoscenza/apprendimento e le pratiche si realizzano e producono reciprocamente agire pratiche è conoscere in pratica, apprendere da e con la pratica le pratica è un insieme di azioni e interazioni, ripetuto nel tempo in modo uguale o variato, che coinvolge il linguaggio e gli artefatti (Yanow, 2000) e che è socialmente accettato e riprodotto (norme, disposizioni, situazioni di interazione, Tsoukas, 1996) Psicologia della comunicazione organizzativa - M. Mura
Psicologia dell’organizzazione: l’apprendimento (Scaratti, Ripamonti, in Argentero et al., cap.6 ) L’apprendimento organizzativo è un’esperienza di transazione sociale che mette in relazione SITUAZIONI OPERATIVE CONCRETE COMPITI RUOLI SOCIALI E ORGANIZZATIVI ARTEFATTI TECNOLOGICI DINAMICHE COMUNICATIVE Psicologia della comunicazione organizzativa - M. Mura
Psicologia dell’organizzazione: l’apprendimento (Scaratti, Ripamonti, in Argentero et al., cap.6 ) Conoscere-Apprendere (C-A) fa parte dell’atteggiamento pro-attivo di attori inseriti in organizzazioni con cultura del cambiamento: anticipazione di scenari, organizzazione di nuovi ambienti (Norman, 2001) dimensione strategica, distintiva e competitiva nelle organizzazioni CAPACE DI PRODURRE VALORE Psicologia della comunicazione organizzativa - M. Mura
Psicologia dell’organizzazione: Conoscere e apprendere l’apprendimento (Scaratti, Ripamonti, in Argentero et al., cap.6; Maimone, cap. 1, par. 9 ) Conoscere e apprendere Natura processuale del C-A e necessità della riproducibilità e definizione: le C devono essere osservabili, trasferibili, riproducibili, integrabili, giustificabili (accountability) ovvero sono “conoscenze in pratica” e “conoscenze di pratiche” Contesto: l’attività lavorativa è una pratica sociale, socialmente organizzata tra soggetti, oggetti e tecnologie e cognitivamente distribuita con la mediazione degli artefatti (Luff, Hindmarsh, Heat, 2000) C-A è un processo culturale ed estetico (Strati, 2008): conoscere e apprendere hanno dimensioni simboliche, emotive e sensoriali, incorporate in azioni e oggetti, che coinvolgono il corpo, la soggettività, il giudizio estetico Psicologia della comunicazione organizzativa - M. Mura
Psicologia dell’organizzazione: l’apprendimento (Scaratti, Ripamonti, in Argentero et al., cap.6; Maimone, cap. 1, par. 9 ) KNOWLEDGE WORKER gestisce l’ambiguità è capace di attivare e mantenere le relazioni fa circolare competenze, compiti, responsabilità, linguaggi, interpretazioni sa vivere l’organizzazione sopportando l’angoscia della bellezza (possibilità mai realizzata e angoscia del fallimento, Varchetta, 2007) e dimostrando capacità negativa (contiene l’ansia, Lanzara, 1993)] Psicologia della comunicazione organizzativa - M. Mura
Psicologia dell’organizzazione (Scaratti, Ripamonti, in Argentero et al., cap.6; Maimone, cap.1, par.6.3) Apprendimento situato e comunità di pratiche (Lave, Wenger, 1991) L’apprendimento è conoscere-in-azione, un’emergenza della partecipazione a scambi di significati e repertori comportamentali condivisi (negoziati e legittimati nell’agire) in modo, prevalentemente, tacito (Polanyi, 1961), e del superamento dei confini dei domini disciplinari e professionali Si apprende partecipando ad azioni in una situazione (socio-fisica) specifica Psicologia della comunicazione organizzativa AA 2012-13 - M. Mura
Psicologia dell’organizzazione: l’apprendimento (Scaratti, Ripamonti, in Argentero et al., cap.6; Maimone, cap.1, par.6.3) Apprendimento situato e comunità di pratiche (Lave, Wenger, 1991) Comunità di pratiche gruppi di professionisti che condividono sfide e obiettivi, interagiscono regolarmente, apprendono l’uno dall’altro, migliorando le proprie abilità nel perseguire le sfide che essi stessi si sono posti fenomeno socio-organizzativo importante nell’apprendimento organizzativo per cui si auspica venga “coltivato” (Wenger, 2005) Psicologia della comunicazione organizzativa - M. Mura
Psicologia dell’organizzazione SVILUPPO ORGANIZZATIVO (Maimone, cap.1, par. 12) SVILUPPO ORGANIZZATIVO L’obiettivo delle organizzazioni complesse odierne è apprendere e, soprattutto, creare fiducia e capitale sociale che danno forma all’intelaiatura istituzionale) Fiducia organizzativa (Fukuyama, 1996): aspettativa di comportamenti onesti e cooperativi derivanti dalla condivisione delle norme e degli obiettivi La capacità di creare fiducia e capitale sociale (fiducia, norme condivise, reti socio-relazionali supportive) aumenta le possibilità di cambiamento e performance nel tempo Psicologia della comunicazione organizzativa - M. Mura