Ave, crux, spes unica!
la bellezza della Croce
Fu il mio primo incontro con la croce; la mia prima esperienza della forza divina che dalla croce emana e si comunica a coloro che l’abbracciano. Per la prima volta mi fu dato di contemplare in tutta la sua luminosa realtà la Chiesa nata dalla Passione salvifica di Cristo, nella sua vittoria sulla morte. Fu quello il momento in cui la mia incredulità crollò e Cristo si levò raggiante davanti al mio sguardo: Cristo nel mistero della sua croce.
Esiste una chiamata a patire con Cristo e per questo a collaborare con lui all’opera di redenzione. Se siamo uniti al Signore, siamo membra del suo corpo mistico; Cristo continua a vivere nei suoi membri e soffre in loro; la sofferenza, portata in unione a lui, è sua sofferenza, innestata nella grande opera della redenzione, e perciò feconda.
Mi rivolsi al Redentore e gli dissi che sapevo bene come fosse la sua croce che veniva posta in quel momento sulle spalle del popolo ebraico… Mi sentivo pronta e domandavo soltanto al Signore che mi facesse vedere come dovevo farlo… Ebbi la certezza di essere stata esaudita sebbene non sapessi ancora in che cosa consisteva quella Croce che mi veniva imposta.
Oggi so che cosa vuol dire essere sposa del Signore nel segno della Croce, anche se per intero non lo si capirà mai, perché è un mistero...
Si giunge a possedere una scientia crucis solo quando si sperimenta fino in fondo la croce. Di questo ero convinta fin dal primo istante e ho detto di cuore: Ave, crux, spes unica!
Non è l’attività umana che ci può salvare, ma soltanto la Passione di Cristo. Partecipare ad essa, ecco la mia passione!
Fin da ora accetto con gioia la morte che Dio mi ha riservato, sottomettendomi pienamente alla sua sacra volontà. Prego il Signore che voglia accettare la mia vita e la mia morte a suo onore e lode, secondo le intenzioni della Chiesa, e affinché il Signore sia accolto dal suo popolo e il suo regno venga con gloria… e infine per tutti coloro che Dio mi ha affidato, perché nessuno di loro si perda.