Ludi scenici
Le origini Valerio Massimo, Fatti e detti memorabili II 4, 5 …causa originaria dell'istituzione dei ludi… Erano consoli Caio Sulpicio Petico e Caio Licinio Stolone (364 a.C.), quando scoppiò in Roma una terribile peste, che preoccupò a tal punto la città per le sue interne sciagure da distoglierla persino dalle guerre allora in atto; ed ogni rimedio pareva ormai riposto più in qualche nuovo culto propiziatorio che in alcun umano consiglio. Così, per placare l'ira della potenza divina, carmi furono composti e offerti all'attento ascolto del popolo, il quale si era fino ad allora contentato degli spettacoli del circo, istituiti da Romolo al tempo del ratto delle Sabine col nome di Consualia.
Histriones, Fescennini e Atellane I giovani aggiunsero scherzando agli inni religiosi movimenti spontanei ed incomposti del corpo (fescenninia licentia): e questo diede motivo per la chiamata dall'Etruria di mimi di professione. La loro eleganza ed agilità, che derivava dalle danze tradizionali dei Cureti e dei Lidi, progenitori degli Etruschi, unitamente alla novità dello spettacolo, riuscì piacevole agli occhi dei Romani, e poiché i mimi di professione erano in lingua etrusca detti «istrioni», gli attori ne ebbero tale nome. Furono poi fatte venire in Roma di tra gli Osci le Atellane: questo genere di spettacolo ameno, debitamente contenuto dalla severità italica, fu per ciò stesso esente da ogni biasimo: tant'è vero che l'attore non viene espulso dalla sua tribù né esonerato dal servizio militare.
Atellane Farsa popolaresca di origine osca proveniente dalla città di Atella (Campania) importata a Roma nel 391 a.C. Senza copione, era lasciata all’improvvisazione degli attori Il canovaccio era recitato da quattro personaggi fissi contraddistini da maschere: Maccus (imbecille), Pappus (avaro libidinoso), Bucco (babbeo schiaffeggiato), Manducus/Dossennus (gobbo?scaltro).
Pappus Il dramma satiresco Roma, Museo Nazionale Romano
Pompei, Casa del Poeta tragico Napoli, Museo Archeologico Nazionale
Livio Andronico Valerio Massimo, Fatti e detti memorabili II 4, 5 un po' alla volta, l'arte scenica passò alle forme della satira, donde, primo fra tutti, il poeta Livio fece convergere l'attenzione degli spettatori su argomenti drammatici; ed egli stesso, autore ed attore a un tempo, perduta la voce per le numerose repliche cui gli spettatori lo costringevano, prese l'abitudine di gestire soltanto, lasciando la recitazione ad un giovane che declamava in accordo col flautista
Tragedia e commedia Roma, Musei Capitolini
Teatri e apparato scenico si stabilì … con un senatoconsulto, che nessuno nell'ambito della città o più vicino di mille passi ponesse dei posti a sedere e assistesse ai ludi seduto, senza dubbio perché fosse nota la capacità, propria dei Romani, di restare in piedi. Per cinquecentocinquantotto anni i senatori assistettero agli spettacoli frammischiati al popolo. Questa usanza fu abolita dagli edili Attilio Serrano e Lucio Scribonio (194 a.C.) nel corso del ludi da loro organizzati in onore della Madre degli Dèi, sulla scorta del suggerimento dato dall'Africano Minore (sic! in realtà si tratta dell’Africano maggiore) con la divisione dei posti da occupare: il che urtò la suscettibilità del popolo e ne alienò grandemente a Scipione le simpatie.
Col crescere della potenza di Roma crebbero anche in magnificenza i giochi sacri. In tale spirito Quinto Catulo, imitando la mollezza dei Campani, fu il primo a far coprire con teloni gli spazi riservati agli spettatori. Primo fra tutti, Cneo Pompeo rimediò al caldo che disturbava gli spettacoli estivi, facendo deviare nelle vicinanze dei ruscelli di acqua fresca. Claudio Pulcro abbellì la scena con decorazioni colorate, che presero il posto di tavole grezze. Caio Antonio la realizzò in seguito con fregi, tutta d'argento, Petreio tutta d'oro e Quinto Catulo d'avorio. I Luculli la resero mobile, Publio Lentulo Spintere l'adornò di apparati d'argento. Marco Scauro favorì la trasformazione dei costumi, fino a lui limitati a tuniche di porpora, in altri più eleganti e ricercati.
Teatri di Roma Teatro di Marcello Teatro di Balbo Teatro di Pompeo Odeon
Teatro di Marcello
L’attore RE (da Ercolano) Napoli, Museo Archeologico Nazionale
Commedia nuova Le fattucchiere Quadro in mosaico dalla cd. Villa di Cicerone firmato Dioskourides Samios Fine II sec. a.C. Napoli, Museo Archeologico Nazionale
Musici ambulanti Emblema pavimentale dalla cd. Villa di Cicerone firmato Dioskourides Samios Fine II sec. a.C. Napoli Museo Archeologico nazionale
Statua in terracotta rappresentante un attore che interpreta una parte femminile Napoli, Museo Archeologico Nazionale da Pompei (I sec. d.C.)