Lezz. 1-... Filosofia del linguaggio 2011-12 Semestre II Prof. F. Orilia.

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Transcript della presentazione:

Lezz Filosofia del linguaggio Semestre II Prof. F. Orilia

Cambiamenti orario per permettere al prof. Alliney di effettuare una lezione di recupero lunedì 27 febbraio, potrebbe svolgere la lezione di Filosofia del linguaggio (ore 16) nell'aula C anziché nell'aula D? Venerdì ore 11 ==> Lunedì ore 16 Mercoledì ore 11 ==> Mercoledì ore 15 Recupero delle 2 settimane perdute causa neve

Titolo del corso INTRODUZIONE alla FILOSOFIA DEL LINGUAGGIO

Lezione I

Introduzione al corso Gli argomenti trattati includono: Proprietà, relazioni, oggetti e predicazione Termini singolari (nomi propri, deittici e descrizioni definite) Termini generali (nomi comuni, predicati) Senso e riferimento in Frege Teoria degli oggetti di Meinong Teoria delle descrizioni di Russell Le distinzioni analitico-sintetico, necessario-contingente, a priori-a posteriori La teoria delle implicature conversazionali di Grice. Molti di questi argomenti verranno trattati attraverso lo studio e l'analisi di testi cruciali della filosofia del linguaggio contemporanea contenuti in uno dei libri adottati.

Modalità di valutazione Orale Gli studenti frequentanti potranno sostituire l'esame orale con un esame scritto intermedio ed un esame scritto finale. Verranno fornite durante il corso possibili domande per aiutarvi a individuare le questioni alle quali rivolgere maggiore attenzione e a preparare l'esame

Lezione II

Discipline di confine Semiotica (Peirce, Morris,..., Petoefi, Eco) Linguistica strutturalista (De Saussure) Linguistica generativa (Chomsky) sintassi semantica pragmatica langue-parole / competenza - esecuzione

Excursus storico Alle origini della filosofia analitica: Frege Meinong Russell Moore Wittgenstein Possibilismo (Russell 1903) Attualismo (Russell 1905) presentismo (Agostino?, Prior) Meinonghismo

Linguaggio e ontologia Predicati, nomi comuni ==> proprietà, relazioni (tipo I vs. tipo II (Bealer 1982)) Termini singolari ==> oggetti – descrizioni definite – nomi propri – deittici enunciati ==> proposizioni, stati di cose type vs. token

Cenni di logica

Frege Friedrich Ludwig Gottlob Frege (Wismar, 8 novembre 1848 – Bad Kleinen, 26 luglio 1925) è stato un matematico, logico e filosofo tedesco, padre della logica matematica moderna e della filosofia analitica.Wismar8 novembre1848Bad Kleinen26 luglio1925matematicologicofilosofo tedescologica matematicafilosofia analitica

Il sogno di Leibniz ( ) Una caratteristica della ragione, mediante la quale le verità, in qualsiasi dominio, si presenterebbero alla ragione in virtù di un metodo di calcolo come nell’aritmetica e nell’algebra, purché essa si sottoponga al corso della deduzione. Di conseguenza, quando sorgeranno controversie fra due filosofi, non sarà più necessaria una discussione, come [non lo è] fra due calcolatori. Sarà sufficiente, infatti, che essi prendano in mano le penne, si siedano di fronte agli abachi e (se così piace, su invito di un amico) si dicano l’un l’altro: Calculemus! Frege in qualche modo cerca di realizzare il sogno di Leibniz, ma deve scontrarsi con due grossi problemi: contesti intensionali e paradosso di Russell

Argomentazioni Deduttive (la verità delle premesse garantisce la verità della conclusione) Induttive (la verità delle premesse NON garantisce la verità della conclusione) analisi delle argomentazioni deduttive e analisi del linguaggio vanno di pari passo in Frege

Logica del prim'ordine Viene elaborata da Frege nella sua analisi delle argomentazioni deduttive più fondamentali, quelle basate sui "connettivi proposizionali" e i "quantificatori" Si utilizza un linguaggio formale privo di ambiguità sintattiche, per non correre il rischio che un enunciato sia interpretato in modo diverso nel passare dalle premesse alla conclusione P  (Q & R) versus (P  Q) & R ambiguità lessicale vs. ambiguità sintattica enunciato vs. proposizione (pensiero)

Forma grammaticale vs. forma logica (1) Giorgio è un uomo (2) Giorgio cammina (3) Giorgio ama Maria (4) ogni uomo è mortale (5) qualche uomo è mortale (6) ogni uomo ama una donna NB1: stessa forma grammaticale di (1), (4) (5), ma diversa forma logica NB2: ambiguità sintattica di (6): due diverse forme logiche

(8)ogni uomo è mortale; (9)nessun uomo è mortale; (10)qualche uomo è mortale; (11)qualche uomo non è mortale. (8a)  x(F(x)  G(x)); (9a)  x(F(x)  ¬G(x)); (10a)  x(F(x) & G(x)); (11a)  x(F(x) & ¬G(x)).

(12)ogni uomo ama una donna. (12a)  x(x è un uomo   y(y è una donna & x ama y)); (12b)  y(y è una donna &  x(x è un uomo  x ama y)).

Il dualismo semantico di Frege

Il puzzle di Frege sul riferimento (1) la stella della sera è la stella del mattino (2) la stella della sera è la stella della sera L'enunciato (1) è informativo L'enunciato (2) non è informativo (3) Giovanni crede che la stella della sera è un pianeta ??? (4) Giovanni crede che la stella del mattino è un pianeta

Intensionale vs. estensionale In un contesto intensionale NON posso scambiare termini che denotano lo stesso oggetto senza alterare il valore di verità – è possibile che il numero dei pianeti sia pari – ??? è possibile che nove sia pari In un contesto estensionale posso scambiare termini che denotano lo stesso oggetto senza alterare il valore di verità – Mozart è un musicista – L'autore del Flauto magico è un musicista

La risposta di Frege – Distinzione tra senso e referente – il senso determina il referente – senso di "=": una relazione tra due sensi (distinti) che sussiste se entrambi i sensi determinano lo stesso referente – trattamento dei contesti intensionali: il senso diventa referente

Distinzione tra senso e referente Il senso (Sinn) è un'entità astratta, un concetto (nel senso ordinario di "concetto", ma attenzione all'uso peculiare che fa Frege della parola "concetto") Il referente (Bedeutung) è l'entità (nella realtà fisica) a cui rimanda il senso I sensi sono concepiti platonicamente come esistenti in un "terzo regno" (né realtà fisiche, né mentali)

Il senso determina il referente ma non viceversa (1) se il senso di E1 e il senso di E2 sono identici allora i referenti di E1 ed E2 sono identici – Es: "la stella della sera" e "the evening star" (2) Se i referenti di E1 ed E2 sono identici, non necessariamente i loro sensi sono identici – es. "la stella della sera" e "la stella del mattino"

Composizionalità dei sensi senso del termine singolare ---> senso o concetto INTENSIONALE individuale (Napolitano inteso come concetto che identifica una persona in particolare) senso del termine generale ---> concetto INTENSIONALE generale (... è un uomo) senso dell'enunciato ----> pensiero (proposizione) (Napolitano è un uomo) i sensi individuali e quelli generali si combinano COMPOSIZIONALMENTE per dar vita a pensieri (proposizioni)

Composizionalità dei referenti referente di termine singolare ---> oggetto (il pianeta Venere) referente di termine generale ---> classe di oggetti (più precisamente, per Frege, concetto ESTENSIONALE, inteso come funzione da oggetti a valori di verità (classe dei pianeti) Funzione: argomento o argomenti ----> valore referente di un enunciato ---> valore di verità (V o F)

Identità senso di "=" ----> relazione tra due sensi individuali che sussiste quando entrambi determinano lo stesso referente referente di "=" ----> funzione a due posti che mi dà come valore V soltanto nel caso in cui i posti sono occupati dallo stesso oggetto NB: questa non è una definizione di "=" (sarebbe circolare perché userebbe "stesso" nel definiendum)

Contesti intensionali I sensi ordinari diventano referenti Al posto dei sensi ordinari, ci sono sensi di livello superiore (1) Giovanni crede che la stella del mattino è un pianeta (2) la stella della sera è la stella del mattino (3) non è vero che Giovanni crede che la stella della sera è un pianeta La frase (1) riguarda il senso di "la stella del mattino", poiché esprime una relazione tra Giovanni ed un pensiero che ha tale senso tra i suoi costituenti La frase (2) riguarda invece il referente di "la stella della sera", così come (3) la stella della sera è un pianeta

Per Frege tutti i termini sono sistematicamente ambigui perché cambiano di senso e referente a seconda che si trovano in un contesto intensionale o estensionale Confrontare con: Aristotele è un filosofo Aristotele (Onassis) è il secondo marito di Jacqueline Kennedy il secondo marito di Jacqueline Kennedy è un filosofo

Rappresentazione della gerarchia dei sensi Contesto estensionale (La sm è un pianeta) referente primario di "a" = r("a") senso primario di "a" = s("a") Contesto intensionale di primo livello (Giovanni crede che la sm è un pianeta) referente secondario di "a" = s("a") senso secondario di "a" = s(s("a")) Contesto intensionale di secondo livello (Marta desidera che Giovanni creda che la sm è un pianeta) Ecc.

Gerarchia dei sensi e sostituibilità degli identici (1) Giovanni crede che la sm è un pianeta Livello del referente: r("Giovanni")+r("crede") +[s("la sm") + s("è un pianeta")] Livello del senso: : s("Giovanni")+s("crede") +[s(s("la sm"))+ s(s("è un pianeta"))] (2) la sm = la ss Livello del referente: r("la sm")+r("=")+r("la ss") Il "significato globale" (referente/senso) di "la sm" cambia nel passaggio da (1) a (2) Ecco perché non possiamo applicare la legge di sostituibilità degli identici, ossia: a = b, P(a), quindi P(a/b)

Esistenza e termini singolari non denotanti Ci sono termini singolari non denotanti (privi di referente) come "il cavallo alato" Corrispondentemente ci sono esistenziali negativi veri come – il cavallo alato non esiste Nei contesti estensionali come "... è un mammifero" generano frasi che tendiamo a giudicare non vere o che almeno ci danno perplessità Nei contesti intensionali possono senza problemi dare adito a enunciati veri: – Alcibiade credeva che il cavallo alato fosse bianco

Ancora sul confronto tra contesti intensionali ed estensionali I contesti intensionali NON impegnano all'esistenza – Giovanni crede che il cavallo alato è bianco NON IMPLICA esiste un individuo (un cavallo alato) del quale Giovanni crede che è bianco – Nel futuro, l'uomo più veloce della terra correrà i 100 m. in 5 secondi NON IMPLICA esiste (ora) un individuo (uomo) tale che nel futuro correrà i 100 m. in 5 secondi I contesti estensionali impegnano all'esistenza – Il cavallo alato è bianco IMPLICA esiste un individuo bianco

Come Frege tratta i termini non denotanti Se posti in un contesto estensionale (es. "il cavallo alato è bianco"), essi generano una frase priva di valore di verità – Motivo: la funzione che funge da referente del predicato non riceve in input un argomento e quindi non può dare V o F come risposta Se posti in un contesto intensionale (es. "nell'Odissea si racconta che Ulisse approdò ad Itaca immerso nel sonno") generano una frase con valore di verità – Motivo: nel contesto intensionale tali termini hanno un referente (cioè il senso che hanno nel contesto estensionale) e quindi la funzione che funge da referente del predicato riceve in input un argomento (il senso in questione)

Presupposizioni Quindi per Frege, che l'oggetto al quale si vuol fare riferimento con il termine singolare s esista è un presupposto della verità o falsità di un enunciato che contiene s Mario sta mangiando presuppone Mario esiste Mario Non sta mangiando presuppone Mario esiste Questo punto di vista è stato ripreso negli anni 50 del secolo scorso dal filosofo inglese P. F. Strawson (in polemica con Russell) In generale: Q presuppone P quando sia Q che non-Q implicano P

Cos'è l'esistenza secondo Frege? E' una proprietà di classi (o di proprietà concetti) così come l'universalità espressa da "tutto" ed i numeri "i pianeti sono nove" vuol dire che la classe dei pianeti ha la proprietà nove, ossia contiene nove membri "tutto è materiale" vuol dire che la classe degli enti materiali ha la proprietà dell'universalità, ossia contiene tutto quello che esiste "esiste un pianeta" vuol dire che la classe dei pianeti ha la proprietà dell'esistenza, ossia, non è vuota, contiene almeno un elemento L'esistenza quindi non è una proprietà di cui, per es., Obama gode e il cavallo alato non gode.

La gerarchia dei concetti Quindi secondo Frege l'esistenza, così come l'universalità e i numeri, è un concetto di secondo livello I concetti di livello 1 si applicano agli oggetti I concetti di livello 2 (quantificatori) a quelli di livello 1 Ecc. 'Zero' è, si potrebbe dire, la non esistenza, il concetto di livello 2 che si applica veridicamente ad un concetto di livello 1 (per es., 'unicorno') se e solo se non ci sono oggetti a cui tale concetto di livello 1 si applica veridicamente Frege usa l'espressione "cadere sotto un concetto"

purtroppo non cado sotto alcun concetto nemmeno sotto il concetto 'unicorno'

Spinoza morì di "substance abuse" Leibniz morì cadendo dalla finestra di una monade Come mori Frege?

"cadde sotto un concetto" Quale?

Alcune ipotesi...

Sotto il concetto 'morto'

Oppure sotto 'zero' 'non-esistenza' 'cavallo alato' ?

tre dati problematici per Frege Questi tre enunciati sembrano veri, ma per Frege sono né veri né falsi – il cavallo alato non esiste – il cavallo alato è un cavallo – Polifemo è più alto di Ciampi