OFFENSIVA DELLE ARDENNE “Fucilate chiunque voglia arrendersi” Adolf Hitler, 1944
16 dicembre 1944 Alle ore 5,30, 250000 soldati della Wehrmacht (Forza armata tedesca) scattavano in avanti nelle Ardenne (regione collinare coperta da foreste tra il Belgio e il Lussemburgo), scagliandosi contro le difese tenute da 75000 soldati dall’US Army. Iniziava, secondo il piano operativo Wacht am Rhein (Sentinella del Reno), poi rinominato Herbsnebel (Nebbia d’autunno), una controffensiva fortemente voluta da Adolf Hitler. Questo fu definito l’ultimo “colpo di coda” di un Terzo Reich, ormai agonizzante.
Considerato dalle persone come una sorta di inno nazionale (Ispirato alla cosidetta “crisi del Reno” che ebbe luogo nel 1840)
Mancano pochi mesi ormai alla fine del secondo conflitto mondiale, anche se osservando l’inferno che ancora infuria nella campagna belga e francese, non si direbbe. La macchina da guerra tedesca, pure esausta e impegnata duramente su tre fronti (ad Est dai sovietici, a Sud e ad Ovest dagli angloamericani), dimostra di saper ancora essere letale con l’improvvisa controffensiva, nota proprio come “offensiva delle Ardenne”. Si tratta dell’ultima grande azione d’attacco portata della Germania nazista durante il conflitto. Una mossa dettata dalla disperazione, ma non per questo priva di una sua spietata astuzia ed abilità strategica.
Nonostante la grande superiorità alleata di uomini e mezzi (l’esercito nazista poté schierare nell’operazione soltanto 74 divisioni, incalzato com’era dai russi ad Est) durante la prima settimana le forze tedesche ottennero alcune significative vittorie, riuscendo a sfondare in profondità le linee Alleate. Totalmente sorpresi, i comandi angloamericani e le truppe sul campo, preda di un eccessivo sentimento di superiorità e sicurezza, mostrarono preoccupanti segni di confusione e sbandamento. Furono in molti a temere un disastro strategico, e sia Churchill che Roosvelt non nascosero ai propri comandanti la loro ira per quel grave smacco.
Us Army Esercito tedesco
I primi giorni di battaglia sembrarono prendere la direzione sperata dai Nazisti che ottennero alcune significative vittorie riuscendo a sfondare e mettendo in seria crisi le forze Alleate, forse colte di sorpresa e non preparate da un punto di vista psicologico a questa sorprendente offensiva. In realtà fu un fuoco di paglia e i destini cominciarono a virare presto verso una vittoria Anglo-Americana, come inevitabile che fosse data la limitatezza delle risorse Tedesche in confronto al nemico. La vittoria Alleata arrivò quindi, come previsto, ma con enorme fatica e contraccolpi anche politici non indifferenti. In quelle settimane infatti scoppiarono violente polemiche tra britannici e statunitensi.
Tuttavia quella che avrebbe dovuto rappresentare, nei folli piani Hitleriani, la controffensiva che avrebbe ribaltato le sorti della Guerra, assestò un colpo importante alle residue energie dell’esercito Tedesco che, a causa dell’impiego di considerevoli riserve di uomini e mezzi corazzati, esaurì qui ogni traccia di rimanente vitalità, tra le ombre invernali delle impenetrabili foreste delle Ardenne. Non a caso l’Armata Rossa riprese sul fronte Orientale proprio nel Gennaio del 1945 la definitiva e schiacciante offensiva con l’operazione Vistola tesa all’avanzamento decisivo verso il cuore della Germania . Offensiva che costrinse Hitler a spostare ulteriori divisioni ad Est, sguarnendo ulteriormente il fronte Occidentale , rendendo l’esercito incapace di reagire efficacemente alle crescenti forze Alleate che ripresero l’avanzata.
Fasi della battaglia 20 dicembre 1944. Il 20 dicembre le punte avanzate delle colonne corazzate germaniche raggiungevano March, Rochefort e St. Hubert. Intanto però gli anglo-americani avviano verso la zona minacciata numerosi rinforzi, che ascendono a 10 divisioni americane e 6 britanniche ed iniziano i primi contrattacchi sui fianchi del cuneo tedesco. Inoltre, Eisenhower passava agli ordini di Montgomery tutte le truppe, anche americane, a nord del cuneo, ed a quelli di Bradley le forze a sud. 22 dicembre 1944. Le unità di punta delle divisioni corazzate germaniche avanzavano ancora oltre Marche e Rochefort, nonostante la sempre più robusta resistenza americana. Ma ai lati del profondo cuneo (oltre 70 km.) operato dai tedeschi nel fronte nemico la resistenza degli americani si era irrigidita ed anzi reagiva già con qualche contrattacco.
2 gennaio 1945. Dopo l'arresto della spinta offensiva verso ovest e verso nord, le forze germaniche concentravano tutti i loro sforzi contro gli americani accerchiati a Bastogne che di tanto in tanto riescono a ristabilire saltuariamente i contatti col proprio fronte. 16 gennaio 1945. Alcuni giorni dopo l'offensiva di Bradley sul lato sud del saliente delle Ardenne, il 3 gennaio, il maresciallo Montgomery lanciava un poderoso attacco da nord verso Houffalize. La battaglia intorno al cuneo tedesco proseguiva violentissima fra le continue tempeste di neve per giorni e giorni fino al 7 gennaio. Minacciati di accerchiamento da questa doppia offensiva, ed attaccati violentemente anche di fronte, sulla punta del cuneo, tra Marche, Rochefort e St. Hubert, i tedeschi iniziavano a ritirare le proprie unità, specie quelle corazzate, per evitare di rimanere accerchiati.
L’offensiva delle ardenne si tenne tra il Belgio e il Lussemburgo
La battaglia delle ardenne terminò, dopo un mese di asprissimi scontri e un imponente invio di rinforzi, con la vittoria finale degli Alleati e il fallimento dell’offensiva tedesca, ma le dure perdite subite nelle Ardenne, soprattutto dall’esercito statunitense, costrinsero ad una revisione degli schieramenti e dei piani e rallentarono di molto l’attacco al cuore della Germania. Quella che doveva essere una cavalcata trionfale verso Berlino divenne una penosa marcia di avvicinamento fatta di stenti, imboscate, difficoltà, freddo, trinceramenti e disagi infiniti, che si risolse soltanto mesi dopo, e principalmente grazie alla ben più spedita avanzata sovietica.
I civili, durante quei mesi terribili, continuarono a pagare un tributo enorme, presi di mira come furono dalla forza tedesca in ritirata, disperata e per questo ancor più crudele. Giovani di ogni nazionalità morirono in quelle campagne, spesso senza nemmeno la possibilità di una sepoltura decorosa. Solo nella battaglia delle Ardenne persero la vita 30mila tedeschi e più di 40mila soldati americani, oltre a centinaia di soldati britannici e ad alcune migliaia di civili francesi.
E questa, ovviamente, è soltanto una goccia nel mare della guerra che lacerò quasi ogni angolo d’Europa
“Portate entro di voi il solenne impegno di tutto sacrificare per raggiungere i supremi fini indispensabili per il bene della Patria e del nostro Führer”
Sitografia: Bibliografia: “La storia”, Mondadori It.m.wikipedia.org/wiki/Offensiva_delle_Ardenne www.letturefantastiche.com/ultimo_ruggito_germania_nazista.html www.inilossum.com/2guerra1945-11.html www.appuntistoriauni.altervista.org/offensiva-hitler-ardenne/ www.viagginellastoria.it www.belgioturismo.it/museodelleardenne/la-roche-en-ardenne Bibliografia: “La storia”, Mondadori (Pagina 533, 534, 534)
Filmografia: Belgio La battaglia dei giganti (Battle of the bulge), Stati uniti, 1965 Museo dedicato: Belgio
Grazie per l’attenzione, Vivian Donato