Riviviamo l’Ultima Cena di Gesù

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Mentre mangiavano, Gesù prese il pane, pronunziò la preghiera di benedizione, lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli e disse: “Prendete e mangiate: questo.
XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C Lc 7,36-8,3.
Transcript della presentazione:

Riviviamo l’Ultima Cena di Gesù Racconto di Pasqua Riviviamo l’Ultima Cena di Gesù

Era un rabbi, cioè un maestro, una specie di catechista, in un piccolo e sperduto villaggio della Galilea: Nazareth.

Quest'uomo, che si chiamava Gesù, aveva conosciuto alcuni amici, uomini come lui sui venti, venticinque anni, che cercavano Dio e attendevano che venisse il Messia per portare la pace a quella terra tanto martoriata.

Li aveva chiamati a seguirlo, in una vita comune senza una casa fissa, e così si erano messi a vivere insieme.

Il primo banchetto di Gesù: Cana

Ma ecco Gesù, che radunati i suoi amici attorno a se, per prima cosa, li porta ad una festa di nozze, ma di quelle feste che duravano alcuni giorni, in cui si mangia fastosamente e si beve vino fino al punto di essere brilli.

Gesù così si mostra subito diverso dal Battista che, secco come un bastone, mangiava sempre cavallette e radici selvatiche: Gesù mangia, porta tutti a nozze e fa testa.

Ma nel bel mezzo del banchetto che si svolgeva a Cana, una borgata vicino a Nazareth, viene a mancare il vino. Forse quella gente beveva un po' troppo!

Se ci fosse stato là Giovanni il Battista sicuramente avrebbe detto: “Bene! Adesso ci vuole un po' di penitenza, un po' di sobrietà, basta con il vino!”. E così finito il vino anche il pranzo e la festa sarebbero finiti.

Invece Gesù quando già gli invitati a nozze erano un po' brilli dice: “Ma no! Ancora vino!”, perché quel banchetto non doveva finire. Così incominciarono a portare delle brocche piene di acqua e Gesù cambiava l'acqua in vino.

In questo modo voleva dire che lui era venuto a preparare una festa e che l'incontro con lui era una festa di nozze, una festa di amore tra Dio e gli uomini.

La cena di un Dio che va a morire

E poi viene l'ora per Gesù di fare un ultimo banchetto, l'ultima cena poco prima di morire, quando ormai sa che lo verranno a prendere, che sarà ucciso e che tutti saranno contro di lui.

Quella sera chiama i dodici e probabilmente quelle sette donne che facevano parte della sua comunità itinerante.

Quando sono tutti insieme, riuniti per mangiare, Gesù dice loro: “Desidero molto mangiare con voi questa cena perché è l'ultima: voglio però che questa notte voi impariate bene che cosa vuol dire che io in mezzo a voi ho organizzato dei banchetti e delle feste”.

Gesù sa che non hanno capito un gran che, tant'è vero che si accorge che tra i discepoli iniziano a nascere tensioni: qualcuno aveva compreso che Gesù stava per andarsene, che era arrivato alla fine della sua vita e aveva chiesto al vicino:

“Ma dì un po', quando lui non ci sarà più, chi di noi sarà il capo?”.

Allora Gesù dice loro: “Guardate che i capi di questo mondo, quelli che esercitano il potere, sono dei grandi prepotenti anche se poi si fanno chiamare "onorevoli" o "benefattori".

Ma voi non fate così. Anzi il più piccolo, colui che a tavola si fa servo di tutti gli altri, sia messo a capo di tutti. Chi è il più grande sia servo di ciascun altro”.

Gli apostoli non capiscono tanto e chiedono: “Ma se uno è capo, è capo e basta. Se comanda non deve mica servire!”.

La lavanda dei piedi

A quel punto Gesù ricomincia a spiegare tutto dall’inizio prendendo un asciugamano e inginocchiandosi a lavare i piedi di tutti.

Gli apostoli avevano dei piedi veramente sporchi, piedi che puzzavano, ma Gesù li lava loro come un servo a dei padroni.

Così sono frastornati e non capiscono più niente: quello infatti era un tipo di servizio che gli stessi ebrei non potevano fare l'uno all'altro perché era considerato un gesto troppo degradante; solo uno schiavo non ebreo poteva lavare i piedi ad un altro.

Allora Pietro, che è molto impetuoso,gli dice: “Signore, tu che sei il capo vuoi lavare i piedi a me? Non sia mai! Rispettiamo la gerarchia: tu sei il Signore e devi fare il Signore e noi che siamo i tuoi servi restiamo servi!”.

Forse Pietro pensava anche tra se: quando sarò io il capo mi toccherà lavare i piedi a tutti gli altri?

Gesù gli risponde: “Guarda Pietro che se tu non capisci perché io ti lavo i piedi, vuoi dire che non hai capito proprio niente! Da tre anni sono con voi:sono il vostro servo in tutte le maniere possibili e adesso faccio il gesto che riassume quello che ho sempre fatto con voi: sono io il vostro servo!”.

E poi rivolgendosi a tutti continua: “Pensateci bene, Chi è padrone: colui che è seduto a tavola o colui che serve?”. Gli apostoli rispondono: “Ma naturalmente colui che siede a tavola!”.

E Gesù a loro: “lo sono stato con voi come uno che serve, e vi ho lavato i piedi come se fossi il vostro schiavo!”. Pietro insiste: “Ah no! Non se ne parla nemmeno. Tu non mi laverai i piedi! Mai!”.

Gesù lo guarda e gli dice: “E allora se non hai capito questo, vuol dire che non hai capito niente che non sei degno di stare con me: non avrai parte con me, non sarai in comunione con me!”.

Ma Pietro, sempre così spontaneo, gli dice: “Se è così signore, allora non soltanto i piedi ma anche la testa: fammi pure un bagno completo!”.

Gesù gli risponde: “Calma, Pietro Gesù gli risponde: “Calma, Pietro. Non si tratta di lavarti perché sei sporco: ma è importante capire che occorre servire gli altri fino a fare il gesto degli schiavi. Hai capito bene? Si tratta di capire il servizio reciproco!”.

Un amore che si fa mangiare: l’Eucaristia

Ad un certo punto della cena Gesù prende il pane, dice una benedizione, ringrazia suo Padre Dio e poi lo spezza dandolo agli apostoli. Così facendo Gesù dice: “Questo è il mio corpo dato per voi” . Con quel gesto, con quelle parole Gesù si consegna ai suoi a e mostra di dare la sua vita per loro.

Infatti il giorno seguente Gesù sarebbe salito in croce, inchiodato ad un palo, offrendo il suo corpo e il suo sangue, cioè tutta la sua vita, per gli uomini.

E poi fece lo stesso con un calice di vino, dicendo: “Bevetene tutti, questo è il mio sangue, è il segno dell'alleanza nuova tra Dio e voi uomini”.

Così Gesù ha consegnato l'Eucaristia ai suoi amici per significare la consegna di tutta la sua vita al mondo. Ma neanche quella sera gli apostoli hanno capito l’Eucaristia!

Notte di tradimento

Tra i dodici apostoli ce n'era uno, che si chiamava Giuda, il quale aveva deciso di consegnare Gesù ai suoi nemici: Gesù lo sa e vuole molto bene a Giuda, anche se ormai questo suo amico l'ha tradito.

Gesù non lo ferma, non gli dice nulla, ma piangendo dice a tutti: “Ve lo devo proprio dire: c'è uno di voi che mi ha venduto e che sta per consegnarmi”.

Gli apostoli cominciarono a chiedersi: “Sono io forse Gli apostoli cominciarono a chiedersi: “Sono io forse? Chi tra noi può mai essere il traditore?”. Allora Gesù, al discepolo che gli era più vicino, il più piccolo del gruppo, quello che Gesù amava di più, gli sussurra: “È colui al quale adesso offro un boccone”, e poi dà un pezzo di pane a Giuda.

Preso quel boccone Giuda uscì ed era notte. Povero Giuda Preso quel boccone Giuda uscì ed era notte. Povero Giuda! Per lui era buio pesto, era davvero notte fonda! Uscito da quella stanza piena di luce, perché là c'era l'Eucaristia, dove poteva andare?

Andava a vendere Gesù, andava dalle guardie per portarle nel luogo dove sarebbe andato Gesù a passare la notte. Giuda aveva buio nel cuore, non capiva più niente, non sapeva più quel che faceva. Povero Giuda. Provare la sensazione della notte oscura nel cuore è davvero terribile!

Proprio in quel momento Gesù si rende conto che Giuda non ha capito ma che forse gli altri possono incominciare a capire chi è lui e le parole da lui dette in tutti quegli anni di vita comune.

Aspetta che Giuda esca dalla stanza e poi dice: “Finalmente vi posso dire tutto!”. Gli undici incuriositi si domandano che cosa mai Gesù debba dire loro e Gesù dice: “Finalmente vi dò il comandamento definitivo, un comandamento nuovo: amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati.

Amatevi non solo perché io vi ho amato, ma come io vi ho amato” Amatevi non solo perché io vi ho amato, ma come io vi ho amato”. Poi aggiunge: “Non c'è amore più grande di chi dà la vita per gli amici. lo vi ho dato l'esempio, amatevi così gli uni gli altri”.

Quindi li porta fuori da quella camera piena di luce; ormai hanno compreso quanto dovevano capire: Gesù li ama fino morire.