Introduzione alla Sacra Scrittura Parrocchia SS Crocifisso e S. Rita Bibbia, A.T & N.T Introduzione alla Sacra Scrittura
IL NOME Il termine Bibbia deriva dall’espressione greca tà Biblìa, <<i libri>>. Furono gli antichi autori cristiani che iniziarono a chiamare Biblìa la raccolta delle Sacre Scritture: il più antico documento al riguardo è una lettera scritta intorno al 150 d.C. da Clemente Alessandrino, uno dei primi Padri della Chiesa. Il nome divenne così il titolo della raccolta dei testi dell’Antico e del Nuovo Testamento.
“La santa madre chiesa, per fede apostolica, ritiene sacri e canonici tutti interi i libri sia dell’Antico che del Nuovo Testamento, con tutte le loro parti, perché, scritti per ispirazione dello Spirito Santo (cf. Gv 20,31; 2Tm 3,16; 2Pt 1,19-21; 3,15-16) hanno Dio per autore e come tali sono stati consegnati alla chiesa”. Dei Verbum, 11
LA RIVELAZIONE Per rivelazione si intende uno “svelamento” di una realtà nascosta, è inteso quale atto dello svelamento, del togliere il velo da una realtà. Tale apertura implica il farsi conoscere dall’altro, quindi la rivelazione, è un evento di incontro e di AMICIZIA.
Parlare di amicizia tra Dio e l’umanità può sembrare ardito, ma pure in questo caso ci viene in soccorso la sintesi che la DV offre al n.2: Con questa Rivelazione infatti il Dio invisibile ( cf. Col 1, 15; 1Tm 1, 17) nel suo grande amore parla agli uomini come ad amici (cf. Es 33, 11; Gv 15, 14-15) e si intrattiene con essi ( cf. Bar 3, 38), per invitarli e ammetterli alla comunione con sé.
Aprendo la Bibbia, si nota che l’impostazione è diversa da come ci si attenderebbe: non un insieme di regole e di insegnamenti, bensì il racconto della storia dei rapporti tra Dio e l’umanità. C’ è sempre un Dio che agisce, opera a partire dalla creazione, egli opera incessantemente attraverso i suoi amici ( Noè, Abramo, Mosè, Davide), i profeti e altri uomini.
Nella Bibbia troviamo le tracce di questo dialogo instancabile, intessuto di parole e gesti, di silenzio e attesa, di amarezza e misericordia, di dono e responsabilità, che segna la pedagogia di Dio, praticata con pazienza e rispetto per l’uomo, sua creatura speciale, l’unica che è in grado di rispondergli sì oppure no.
L’ISPIRAZIONE Il termine “ispirazione” rimanda immediatamente alla nozione dell’intervento dello Spirito divino sulle cose umane: è il rimando esplicito a Dio e alla sua azione sull’uomo. Nella nostra trattazione, tale termine si riferisce specificamente alla Bibbia, alla sua origine e formazione. L’ispirazione biblica è un carisma di notevolissima importanza per l’esistenza stessa del popolo di Dio e la sua identità.
L’ AT ci presenta l’ immagine del popolo ebraico che ha sempre avuto in grande onore la Torah, credendola divina in quanto donata da Dio attraverso il mediatore Mosè. Dal punto di vista strettamente storico, sappiamo che non fu immediata e da tutti condivisa l’accettazione della Legge. Sembra che l’affermazione della Legge fu graduale, contrastata anche a livello politico.
Nell’epoca posteriore all’esilio si è venuta affermando una maturazione religiosa, che ha accompagnato la complessa redazione della Torah. Le tradizioni che erano parte del patrimonio religioso d’Israele furono raccolte e redatte, con la coscienza che si trattava della parola di Dio, che aveva valore “canonico” e normativo per la fede.
Prima che alla Torah, occorre guardare ai PROFETI, i quali ebbero coscienza e “testimoniarono” che erano messaggeri della parola divina. L’espressione <<parola di Jhwh>> ricorre 241 volte circa nell’ AT. Ciò dipende dal fatto che i profeti comunicano oralmente i messaggi ricevuti da Dio, il quale li ha chiamati specificamente a compiere tale missione: Dio ha pronunciato una parola efficace su ciascuno di loro, trasformando la loro vita. (cf. Is 6; Ger 1).
La parola, quindi, ha preso possesso della loro vita, sicché è impossibile ribellarsi e sottrarsi al compito di annunziarla, in quanto la parola segna il profondo legame tra ciascuno di loro e Dio . La forza della parola, tuttavia, non può essere disgiunta dall’efficacia, ossia dal suo “verificarsi” nel futuro. La parola profetica possiede tale forza ed efficacia non in virtù del linguaggio, bensì per la presenza della realtà dello Spirito che rende la profezia vera parola di Dio.
Predicazione apostolica quale parola divina L’apostolo Paolo chiama il messaggio evangelico parola di Dio (cf. 1 Cor 14,36), parole del Signore (cf. 1Ts 1,8) o, in senso assoluto, parola (cf. Gal 6,6). La predicazione avviene in 2 momenti: il primo è il Kerigma, l’annuncio della Pasqua; il secondo è la Didachè, l’insegnamento della dottrina cristiana.
Il NT non sarebbe possibile senza Gesù Cristo, contenuto ed origine della predicazione: egli annuncia la “sua” parola, che è parola di Dio, con autorità, cioè senza rifarsi a maestri e autorità umane. E’ il Figlio di Dio che pronuncia per conto del Padre la parola definitiva (cf. Eb 1,1)
Tutta la Scrittura è ispirata da Dio. Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona. (2Tm 3,16) E così abbiamo conferma migliore della parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l´attenzione, come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e la stella del mattino si levi nei vostri cuori. Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, poiché non da volontà umana fu recata mai una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono quegli uomini da parte di Dio. (2 Pt 1,21).
IL CANONE Strettamente legato a quello dell’ispirazione è il concetto di “canone”, parola che significa fondamentalmente metro, norma, regola. A partire dal IV sec, al termine si aggiunse un’altra connotazione, che è << complementare>>: quella di ELENCO NORMATIVO DEI LIBRI ISPIRATI.
Decisivo fu il contenuto oggettivo dei libri ispirati, ritenuto norma della verità cristiana, perciò tali libri furono anche detti “canonici”, perché furono riconosciuti come tali dalla chiesa e furono proposti ai fedeli come regola di vita e di fede. E’ la stessa Tradizione che fa conoscere alla Chiesa l’intero canone dei libri sacri, e in essa fa più profondamente comprendere e rende ininterrottamente operanti le stesse sacre lettere. Dei Verbum n.8
IL CANONE DELLE SCRITTURE I libri che compongono la Bibbia non sono stati raccolti casualmente. Un lungo processo di maturazione e di verifiche, non senza incertezze e dubbi, portò le comunità ebraiche e cristiane a ritenere alcuni libri, e solo questi, <<testi sacri e ispirati da Dio>>
TaNaK IL CANONE DELL’ A T I 39 libri della Bibbia ebraica, riconosciuti dagli ebrei, fanno già parte di un canone ebraico attorno al II sec a. C. La formazione di questa raccolta è progressiva: TORAH VI sec a.C. PROFETI IV sec a.C. SCRITTI II sec a.C. TaNaK
La necessità di una lista ufficiale matura senz’altro anche a motivo della diffusione della versione greca nota come Settanta (LXX), che aggiunge alla lista ufficiale dei 39 libri, altri 7 testi: TOBIA, GIUDITTA, 1 & 2 MACCABEI,SAPIENZA, SIRACIDE e BARUC. Tale versione sarà adottata già dalle prima comunità cristiane e i sette libri saranno chiamati <<deuterocanonici>> ( del secondo canone).
IL CANONE DEL N T I 27 libri del N T hanno una storia più travagliata. Nella lista più antica in nostro possesso, quella di Ireneo vescovo di Lione, sono assenti la lettera di GIACOMO, 1 PIETRO, 2 GIOVANNI. Anche nel frammento muratoriano, un alenco ufficiale dei testi biblici del 190 d.C. mancano le lettere cattoliche.
Nella seconda metà del IV sec apparvero delle liste che si avviavano a divenire definitive del canone del N T: Atanasio, Padre e Dottore della Chiesa, nella Lettera pasquale riporta l’attuale canone. Nel concilio di Laodicea (360) all’elenco manca solo l’Apocalisse. Altri sinodi confermeranno il numero di 27 libri: Ippona (393) Cartagine (397).
D’ora in poi ci fu unanimità sulla questione del canone che, insieme a quello dell’ A T, fu proclamato solennemente nel concilio Tridentino (1546).
ESDRA NEEMIA TOBIA GIUDITTA A T 46 LIBRI GENESI ESODO LEVITICO NUMERI DEUTERONOMIO PENTATEUCO GIOSUE’ GIUDICI RUT 1-2 SAMUELE 1-2 RE 1-2 CRONACHE ESDRA NEEMIA TOBIA GIUDITTA ESTER 1-2 MACCABEI LIBRI STORICI
ISAIA-GEREMIA-LAMENTAZIONI- BARUC-EZECHIELE-DANIELE. GIOBBE SALMI PROVERBI QOÈLET CANTICO DEI CANTICI SAPIENZA SIRACIDE SAPIENZIALI MAGGIORI: ISAIA-GEREMIA-LAMENTAZIONI- BARUC-EZECHIELE-DANIELE. PROFETICI MINORI: OSEA-AMOS-GIONA-NAUM-SOFONIA-ZACCARIA-GIOELE-ABDIA-MICHE-ABACUC-AGGEO-MALACHIA.
N T 27 LIBRI VANGELI LETTERE PAOLINE LETTERA AGLI EBREI MATTEO MARCO LUCA GIOVANNI VANGELI ATTI DEGLI APOSTOLI (LUCA) ROMANI 1-2 CORINTI GALATI EFESINI FILIPPESI COLOSSESI 1-2 TESSALONICESI 1-2 TIMOTEO TITO FILEMONE LETTERE PAOLINE LETTERA AGLI EBREI
APOCALISSE (GIOVANNI) GIACOMO 1-2 PIETRO 1-2-3 GIOVANNI GIUDA LETTERE CATTOLICHE APOCALISSE (GIOVANNI)
LE LINGUE DELLA BIBBIA Nella redazione della Bibbia sono state adoperate le lingue che i primi destinatari parlavano: EBRAICO; ARAMAICO; GRECO;
MATERIALE SCRITTORIO TAVOLETTE D‛ARGILLA; IL PAPIRO; PERGAMENA.
CRONOLOGIA DELL’ANTICO TESTAMENTO DATA AVVENIMENTO _ ABRAMO, ISACCO, GIACOBBE. _ ESODO. 1000-970 a.C. REGNO DI DAVIDE. 970-930 a.C. REGNO DI SALOMONE; RACCOLTA DELLE PRIME TRADIZIONI ORALI E SCRITTE. 930 a.C SEPARAZIONE DEI DUE REGNI: ISRAELE E GIUDA. 760-704 a.C. PROFETI AMOS, OSEA, MICHEA, IS 1-39. 722 a.C. CADUTA DEL REGNO DI ISRAELE. 622 a.C. RIFORMA RELIGIOSA DI GIOSIA, RE DI GUIDA; PROFETI SOFONIA, GEREMIA, NAUM, ABDIA, ABACUC. 597 a.C. GERUSALEMME OCCUPATA DAI BABILONESI; PROFETI EZECHIELE, IS 40-55. 587 a.C. CADUDA DEL REGNO DI GIUDA. 587-538 a.C. ESILIO BABILONESE; GIOSUE’, GIUDICI, 1-2 SAMUELE, 1-2 RE; FORMAZIONE PROGRESSIVA DEL PENTATEUCO.
CRONOLOGIA DELL’ANTICO TESTAMENTO DATA AVVENIMENTO 538 a.C. EDITTO DI CIRO; RITORNO A GERUSALEMME; PROFETI AGGEO; ZAC 1-8 , IS 56-66. 515 a.C. RICOSTRUZIONE DEL TEMPIO; PROFETA MALACHIA; LIBRO DEI PROVERBI, GIOBBE. 445-400 a.C. ESDRA e NEEMIA: LA NASCITA DEL GIUDAISMO; 1-2 CRONACHE, ESDRA, NEEMIA, CANTICO, RUT. 333 a.C. ALESSANDRO MAGNO CONQUISTA LA PALESTINA; TOBIA, QUELET, RACCOLTA SALMI; PROFETI BARUC, GIONA, GIOELE, ZAC 9-14. 167 a.C. PERSECUZIONE DI ANTIOCO IV EPIFANE; I MACCABEI; PROFERTA DANIELE, ESTER, GIUDITTA, 1-2 MACCABEI. 63 a.C. LA PALESTINA CADE SOTTO IL DOMINIO ROMANO; LIBRO DELLA SAPIENZA.
CRONOLOGIA DEL NUOVO TESTAMENTO DATA AVVENIMENTO 63 a.C. POMPEO GIUNGE IN PALESTINA E OCCUPA GERUSALEMME. 40-37 a.C. I PARTI OCCUPANO LA PALESTINA; ANTIGONO RE DI GIUDEA. 37 a.C. ERODE IL GRANDE ESPUGNA GERUSALEMME. 37-4 a.C. ERODE, RE DEI GIUDEI. NASCITA GI GESU’. 26-36 d.C. PONZIO PILATO PROCURATORE. 28 d.C. ARRESTO DI GIOVANNI E PREDICAZIONE DI GESU’. 30 d.C. PASSIONE, MORTE E RISURREZIONE DI GESU’. PENTECOSTE
CRONOLOGIA DEL NUOVO TESTAMENTO DATA AVVENIMENTO 36 d.C. MARTIRIO DI STEFANO; DISPERSIONE DEI PRIMI CREDENTI IN CRISTO; RIVELAZIONE DI PAOLO SULLA VIA DI DAMASCO. 41-44 d.C. ERODE AGRIPPA, RE DEI GIUDEI; MARTIRIO DI GIACOMO IL MAGGIORE; PIETRO LASCIA GERUSALEMME. DAL 44 d.C. L’INTERA PALESTINA E’ SOTTOPOSTA AI PROCURATURI ROMANI; VIAGGI MISSIONARI DI PAOLO. 50-52 d.C. FELICE, PROCURATORE PALESTINA, NEGLI ULTIMI 2 ANNI PAOLO PRIGIONIERO A CESAREA. 60-62 d.C. PAOLO TRASFERITO DA CESAREA A ROMA. 64 d.C. A ROMA PERSECUZIONI DI NERONE. 64-67 d.C. MARTIRIO DI PIETRO E PAOLO. 66-70 d.C. PRIMA GUERAA GIUDAICA; DISTRUZIONE DEL TEMPIO.
RIVELAZIONE FINITA? Perciò egli, vedendo il quale si vede anche il Padre (cfr. Gv 14,9), col fatto stesso della sua presenza e con la manifestazione che fa di sé con le parole e con le opere, con i segni e con i miracoli, e specialmente con la sua morte e la sua risurrezione di tra i morti, e infine con l'invio dello Spirito di verità, compie e completa la Rivelazione e la corrobora con la testimonianza divina, che cioè Dio è con noi per liberarci dalle tenebre del peccato e della morte e risuscitarci per la vita eterna. L'economia cristiana dunque, in quanto è l'Alleanza nuova e definitiva, non passerà mai, e non è da aspettarsi alcun'altra Rivelazione pubblica prima della manifestazione gloriosa del Signore nostro Gesù Cristo (cfr. 1 Tm 6,14 e Tt 2,13). Dei Verbum n.4
La DV afferma in maniera inequivocabile il carattere storico-progressivo della rivelazione, che cammina, secondo l’economia divina, verso Cristo, che è il suo punto definitivo. La DV 4 non chiude al progresso della comprensioni, ma a possibili aggiunte, abrogazioni o sostituzioni di provenienza umana
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