Di: Baldini Cinzia E Nicolini Luca

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Transcript della presentazione:

Di: Baldini Cinzia E Nicolini Luca LA VALUTAZIONE DELLE AZIENDE IN DISEQUILIBRIO ECONOMICO Di: Baldini Cinzia E Nicolini Luca

LE AZIENDE IN PERDITA Organizzazione produttiva che non è in grado di presentare (a seguito di opportune rettifiche) conti economici con margini positivi. Si tratta quindi di aziende che non sono in grado di remunerare congruamente i fattori che, direttamente o indirettamente, partecipano alla gestione. RETTIFICHE: in caso di alti tassi di inflazione Occorre quindi praticare: ACCERTAMENTI: per stabilire la congruità del fondo TFR, fondi svalutazione, ecc…

COME ELIMINARE L’INFLAZIONE? Per eliminare gli effetti dell’inflazione sul reddito d’esercizio e trovare così il reddito «realistico» occorre effettuare le seguenti operazioni: Verifica degli ammortamenti (essi devono risultare adeguati, cioè tali da consentire la piena ricostituzione delle immobilizzazioni tecniche al termine della vita economica dei cespiti che le compongono); Imputazione dei cosiddetti utili o perdite da inflazione che inevitabilmente si generano per l’impatto (positivo o negativo) dell’inflazione sulle passività e sulle disponibilità monetarie; Valorizzazione delle rimanenze finali secondo il criterio LIFO (le rimanenze vengono valutate al costo degli acquisti effettuati in epoca lontana, mentre i consumi vengono valorizzati al costo degli acquisti più recenti). Operate le opportune rettifiche, si stabilirà se si ha a che fare con un’azienda che versa in condizioni critiche.

GRAVITÀ DELLA CRISI Le aziende possono: Avere conti economici con margini negativi, ma buone possibilità di tornare a essere remunerative dopo un adeguato processo di risanamento Avere una situazione di perdita irreversibile È infatti sulla base del giudizio della gravità della crisi che si formulano i differenti metodi di valutazione.

VALUTAZIONE DEL DISEQUILIBRIO Per valutare un’azienda che versi in uno stato di difficoltà è necessario analizzare a fondo le cause che lo hanno determinato e, sulla base di questa analisi, riuscire poi a formulare un giudizio sulle probabilità di successo (o insuccesso) dell’eventuale opera di risanamento. Esistono vari fattori di perdita: FATTORI GENERALI si riferiscono a fenomeni macroeconomici, sociali e demografici relativi all’ambiente in cui l’impresa opera FATTORI SETTORIALI Relativi al comportamento dell’offerta e della domanda nel settore che interessa all’impresa FATTORI SPECIFICI Generati a livello AZIENDALE. Si distinguono in fattori: -legati alla struttura patrimoniale-finanziaria; -tecnici; -di marketing; -manageriali. Successivamente bisogna valutare la probabilità che la perdita possa ritornare a ripetersi con una certa frequenza.

AZIENDE RISANABILI E NON RISANABILI CRITERIO DEL VALORE DI LIQUIDAZIONE: La valutazione delle aziende viene effettuata considerando il complesso aziendale non quale unità compatta, indivisibile, ma come insieme disaggregato di beni suscettibili di vendita separata, con l’obiettivo di realizzare per ciascuno il prezzo migliore. AZIENDE NON RISANABILI METODO REDDITUALE PURO; METODO PATRIMONIALE SEMPLICE; METODO MISTO. AZIENDE RISANABILI METODO PATRIMONIALE COMPLESSO (GOING CONCERN VALUE)

GOING CONCERN VALUE COINCIDE CON Secondo la teoria del going concern value, l’azienda in perdita, solo per il fatto di essere già funzionante, può vantare l’esistenza di valori immateriali positivi. Ne deriva che la valutazione di un’azienda in perdita non sempre si risolve nella determinazione di un badwill che va portato in diminuzione del patrimonio netto. I fautori di tale teoria partono dalla constatazione che per costituire un’azienda ex novo occorre sostenere molti costi che, invece, non vengono sopportati nel caso di un’azienda che, sebbene in perdita, esiste già. VALORE DEL CAPITALE ECONOMICO DELL’AZIENDA IN PERDITA VALORE(COSTO-OPPORTUNITÀ) PER CHI ACQUISTA COINCIDE CON In conclusione, anche in presenza di aziende in perdita o di aziende scarsamente redditizie ha senso parlare, non di valore goodwill, ma di «valore incrementale» del patrimonio netto derivante dalla presenza di molteplici elementi per cui l’azienda aveva già sostenuto i relativi oneri (es: spese di costituzione, valida organizzazione umana, marchi…)

CALCOLO DEL VALORE INCREMENTALE Gli approcci valutativi per la determinazione del valore incrementale attribuibili all’impresa si basano sul concetto di costo-opportunità. In particolar modo si fa riferimento al Valore attuale degli esborsi necessari per costituire un’impresa con caratteristiche analoghe a quelle dell’azienda già in funzionamento. La valutazione basata sul metodo patrimoniale presuppone l’identificazione dei beni immateriali dell’azienda che risultano più significativi. Una volta individuati questi elementi occorre tener presente anche il costo da sopportare per eliminare i fattori negativi; ad esempio in caso di un eccedenza di risorse umane occorrerebbe detrarre il costo che l’impresa dovrebbe sostenere per eliminare la forza lavoro eccessiva.

Valore della Correzione Reddituale Valore dei beni accessori Oltre al valore del Patrimonio netto rettificato e al valore degli elementi immateriali, occorre prendere in considerazione ulteriori due elementi: Valore della Correzione Reddituale Valore dei beni accessori L’impresa versando in una condizione di disequilibrio (per cui il capitale investito non riceve remunerazioni congrue), si vedrà costretta a sopportare delle perdite che si manifesteranno per tutto il periodo di tempo necessario al raggiungimento di condizioni di equilibrio (circa 2-3 anni) I beni accessori essendo dotati di valore autonomo ed essendo trasferibili, conservano il loro valore nonostante l’impresa versi in condizione di squilibrio economico-finanziario

La valutazione delle aziende non redditizie secondo il metodo patrimoniale complesso fondato sul going concerne value si può riassumere nella seguente formula: W = K’ + V.imm + V.B.A + V.C.R. Dove: W = Valore capitale economico dell’azienda in perdita K’= Patrimonio netto rettificato V.Imm= Valore complessivo degli elementi immateriali V.B.A= Valore beni accessori suscettibili di autonoma cessione V.C.R.= Valore della correzione reddituale dovuta al fatto che l’azienda da valutare versa in condizioni di disequilibrio

IL METODO DI RIVALUTAZIONE CONTROLLATA DEI CESPITI PATRIMONIALI Per le aziende che si trovano in disequilibrio economico occorre rivalutare totalmente i cespiti ammortizzati e il patrimonio netto dell’impresa. Inoltre, facendo riferimento ad un conto economico che accoglie maggiori componenti negativi conseguenti alle rettifiche, si calcola il valore di badwill che decurta il patrimonio netto aumentato. Secondo altri autori è preferibile rivalutare solo parzialmente gli elementi patrimoniali. In alternativa a questi due orientamenti l’obiettivo è quello di dimostrare che non vi è necessità di procedere ad una preventiva rivalutazione dei cespiti ammortizzabili, in quanto nelle aziende in disequilibrio economico, la capacità di ammortamento calcolata per differenza tra la capacità di reddito dell’impresa e la congrua remunerazione del capitale investito, non può eccedere il valore di ricostituzione dei cespiti. La capacità di ammortamento risulta inferiore al valore contabile dei cespiti stessi. Il capitale economico non potrà superare il capitale di funzionamento.

Esempio: situazione patrimoniale di partenza (31/12) ATTIVO PASSIVO Immobilizzazioni 4.000 Crediti 100 Tot. Attivo 4.100 Capitale netto 1.500 Fondo ammortamento 2.000 Debiti 600 Tot. Passivo 4.100 Conto economico supponendo che: Ricavi = 6.000 Costi di esercizio = 5.500 Quota annua di ammortamento = 400

Conto economico al 31/12 COMPONENTI NEGATIVI DI REDDITO COMPONENTI POSITIVI DI REDDITO Costi di esercizio 5.500 Ammortamento 400 Utile 100 Tot. a pareggio 6.000 Ricavi di esercizio 6.000 Totale 6.000 Sia, inoltre, fissato il tasso di remunerazione congrua del capitale nella misura del 10 %

STIMA DEL CAPITALE ECONOMICO   n i’

SUPPOSIZIONI Le immobilizzazioni esposte nel bilancio ordinario d’esercizio non siano mai state sottoposte a procedimento di rivalutazione (valore = valore corrente di mercato o di ricostruzione); Il costo di ricostruzione netto delle immobilizzazioni sia pari a 4000 contro un valore contabile pari a 2000 (costo storico di 4000- fondo ammortamento di 2000); Quindi K’= rivalutazione costo storico delle immobilizzazione e dell’ammortamento.

Stato patrimoniale rettificato al 31/12 ATTIVO PASSIVO Immobilizzazioni 8.000 Crediti 100 Tot. Attivo 8.100 Capitale netto 3.500 Fondo ammortamento 4.000 Debiti 600 Tot. Passivo 8.100 K’ ammonta a 3.500 Conto economico rettificato al 31/12 COMPONENTI NEGATIVI DI REDDITO COMPONENTI POSITIVI DI REDDITO Costi di esercizio 5.500 Ammortamento 800 Componenti negativi di reddito 6.300 Tot. a pareggio 6.300 Ricavi di esercizio 6.000 Perdita d’esercizio 300 Totale 6.300

  5 0,10

METODO DI RIVALUTAZIONE CONTROLLATA DEI CESPITI Alcuni autori sostengono che appare più agevole controllare e se del caso limitare la rivalutazione dei beni soggetto di ammortamento. Infatti, si sostiene, che siano stati rivalutati i cespiti e di conseguenza gli ammortamenti,senza però verificare che la capacità di reddito prospettica dell’azienda sia adeguata: PRINCIPIO DELLA UNITARIETÁ DELLA GESTIONE NEL TEMPO E NELLO SPAZIO a sopportare maggiori ammortamenti; a consentire nello stesso tempo alla remunerazione del capitale netto investito. I fautori di questo metodo di rivalutazione, suggeriscono di abbattere il pieno valore di ricostituzione dei cespiti ammortizzabili e verificare che la capacità di reddito sia adeguata a coprire gli ammortamenti e a garantire la remunerazione congrua del capitale proprio investito. Infatti un’azienda poco redditizia non può avere una capacità di ammortamento maggiore del valore di ricostituzione dei cespiti e tale capacità è inferiore al valore contabile dei cespiti.

APPLICAZIONE DEL METODO DI RIVALUTAZIONE CONTROLLATA DEI CESPITI Durata delle immobilizzazioni = 5 anni Capacità di reddito prospettica = ricavi-costi per prossimi 5 anni Ne deriva che: t1 t2 t3 t4 t5 Totali Ricavi 6.000 30.000 Costi di eserc. (fissi + variabili) 5.500 27.500 Capacità di reddito 500 2.500 2.500 esprime la capacità di reddito globale

Si sottraggono gli ammortamenti di un ammontare tale da riuscire a recuperare integralmente nei 5 anni i costi pluriennali. Si passa a verificare se si è assicurata una remunerazione congrua del capitale proprio, operando come segue: Capacità di reddito globale 2.500 Ammortamento immobilizzazioni del periodo 4.000 Capacità di reddito netto nei 5 anni -1.500 La perdita annuale sarà pari a 300: (-1.500/5) In sostanza vi sono due possibilità: Se si assicura la remunerazione congrua non si ha capacità di ammortamento (pari a 750) sufficiente per ammortizzare completamente le immobilizzazioni (che rivalutate ammontano a 4.000) Se si assicura la piena capacità di ammortamento (4.000), non si consegue la congrua remunerazione del capitale proprio.

RISANAMENTO DELL’IMPRESA Per abbattere il valore del cespite e corrispondentemente quello del capitale netto è necessario risolvere il seguente sistema: CAPACITÁ DEL REDDITO = Capacità di ammortamento + Remunerazione congrua del capitale proprio VALORE DELLE IMMOBILIZZAZIONI = Capitale proprio + ( Valore contabile rivalutato integralmente dei cespiti ammortizzabili – capitale netto rivalutato integralmente) Dopo aver risolto il sistema, il passo successivo sarà quello di verificare il raggiungimento del duplice obiettivo: Di garantire una congrua remunerazione del capitale proprio investito; Di coprire gli ammortamenti.

Applicando la teoria al nostro caso, le incognite sono: Il valore del capitale proprio e il valore delle immobilizzazioni. Sostituendo nel sistema i seguenti valori: Capacità di reddito 2.500 Remuneraz.congrua 10% x t x capitale proprio Si ha: 2.500 = capacità di ammort. + 10% x 5 x capitale proprio Val.immobilizzaz. = Cap. proprio + (4.000-3500) Risolvendo: 2.500 = capitale proprio + 500 +10% x 5 x capitale proprio 2.500 - 500 = Cap. proprio + 10% x 5 x capitale proprio 2.000= Cap proprio(1+10% x 5) 2000 Cap.Proprio = 1.334 Le immobilizzazioni sono: 1334+500 = 1834 1+0.5

La nuova situazione patrimoniale post provvedimenti di risanamento sarà: Immobilizzazioni 1.834 Crediti 100 Tot. Attivo 1.934 Capitale netto 1.334 Debiti 600 Tot. Passivo 1.934 Dopo aver risolto il sistema, il passo successivo sarà quello di verificare il raggiungimento del duplice obiettivo: Di garantire una congrua remunerazione del capitale proprio investito; Di coprire gli ammortamenti. Il reddito per ciascun periodo amministrativo è dato da: Remunerazione congrua quinquennale 666 Numero degli anni di riferimento 5 Capacità di reddito 2.500 Ammortamento cespiti (1.834) Remunerazione congrua 666 = = 133.2

Per verificare se l’obiettivo di assicurare la remunerazione del 10% è stato raggiunto, è sufficiente rapportare il risultato di ciascun periodo al nuovo capitale proprio investito. Pertanto si avrà: Reddito d’esercizio Capitale proprio = ROE Sostituendo: 133.2 1.334 ~ 10% = Così si è assicurata una remunerazione congrua al capitale proprio investito.

IN CONCLUSIONE …. Risulta conveniente effettuare la valutazione del capitale economico dell’azienda in disequilibrio economico operando sul capitale di funzionamento, evitando le lunghe e costose perizie estimative del valore di ricostruzione dei cespiti ammortizzabili.