Aldilà del muro. C’ era una volta una donna molto buona che era rimasta sola, perché i suoi figli si erano trasferiti in un’ altra città e il suo caro.

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Transcript della presentazione:

Aldilà del muro

C’ era una volta una donna molto buona che era rimasta sola, perché i suoi figli si erano trasferiti in un’ altra città e il suo caro marito se n’ era andato in Paradiso. La donna aveva ancora grandi riserve d’ amore e il suo grande cuore traboccava di bontà. Era l’unica ad accorgersi dei sospiri delle vecchiette che non riuscivano a portare la borsa della spesa, degli scricchioli delle ossa dei vecchietti che non riuscivano a fare gli scalini, del cinguettio degli uccelli, del fruscio delle foglie. Il suo udito si era sempre più affinato. Traboccante di bontà

Dove uomini e donne passavano perennemente indaffarati e chiusi nei loro pensieri, con gli auricolari nelle orecchie per telefonare o ascoltare musica, lei percepiva le risate dei bambini nell’ asilo, il ronzio degli insetti, il soffio del vento che muoveva le tende colorate dei balconi e, dietro i muri dei giardini, i miagolii dei gattini che avevano fame. Così era sempre felice. Non soffriva di solitudine perché si sentiva sempre avvolta dalla vita.

Un pianto al di là del muro Alla sera, le piaceva star seduta nella poltrona ad ascoltare il silenzio, che porta sempre qualche messaggio. Per questo la sentì. Attraverso le pareti sottili della sua casa, sentì la piccolissima bambina dei vicini che piangeva. I genitori la facevano dormire sola al buio, mentre loro stavano in un’ altra stanza a guardare la televisione. In questo modo, pensavano, si sarebbe rafforzato il suo carattere e avrebbe raggiunto prima un buon grado di autonomia. La bambina urlava disperata e in quel pianto la donna avvertiva tutta la solitudine e la paura della piccola creatura.

Che fare? La donna era incerta se parlare con i genitori. Avrebbe potuto peggiorare la situazione. Pensò che come lei sentiva la bambina, la bambina avrebbe potuto sentire lei. Allora decise di cantare. Ogni sera, dopo che i genitori avevano lasciato sola la bambina, lei cantava dolci ninna nanne, le parlava, la consolava e la rassicurava. Cullata da quella voce che veniva da di là del muro, la bambina smetteva di piangere e si addormentava tranquilla. Il calore di una voce sconosciuta la salvava dal gelo della solitudine.