La simbologia di Augusto

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La simbologia di Augusto

ha utilizzato molti simboli Augusto nel corso del suo principato ha utilizzato molti simboli per idealizzare la realtà, celebrare la felicità e la prosperità del nuovo Stato, dando così al nuovo regime un’espressione duratura, e consolidando il suo potere personale.

Il tempo dell’incertezza era finito, ora si sapeva chi era il capo. Il potere, a Roma, si incarnava in un uomo solo: Ottaviano Una valanga di onori gli venivano tributati a Oriente come a Occidente

…ma la Vittoria non poteva essere celebrata alla “luce del sole”, non era permesso nominare e raffigurare direttamente, il rivale sconfitto. Si usò così un linguaggio simbolico che nascondeva i riferimenti ad Antonio e lasciava il vincitore nell’ombra.

I simboli, pochi e di facile lettura, da Roma si diffondono in tutto l’Impero. rostri con creatura marina Vittoria sul globo carro del vincitore

Nel corso degli anni la battaglia di Azio diventò un episodio mitico e venne recepito come l’evento fondatore del potere imperiale. Battaglia di Azio (Lorenzo A. Castro, 1672)

FORO: PALCOSCENICO DELL FAMIGLIA GIULIA Ottaviano “occupò” la città con i suoi edifici e le sue insegne

Nel Foro furono consacrati Nel 29 a.C. Ottaviano celebrò il triplice trionfo sull' Illiria, l’Egitto e Azio, e la città fu decorata con edifici e monumenti in suo onore. Nel Foro furono consacrati il tempio del Divus Iulius e la nuova Curia, decorati con trofei egizi come monumenti alla vittoria. Nuova Curia, Tempio del Divus Iulius

Sulla sommità della Curia, vennero collocate statue di divinità, tra le quali la Vittoria alata, posta su un globo, che teneva una corona con la mano destra.

All’interno Augusto fece sistemare la Vittoria originale, proveniente da Taranto, da lui considerata come patrona personale. La statua teneva in mano le armi del bottino Egizio e simboleggiava la vittoria di Azio; era sistemata strategicamente su un pilastro dietro il seggio dei consoli nella sala riunioni del Senato. ricostruzione personalizzata della statua

L’obiettivo di Augusto era quindi utilizzare i simboli antichi rinnovati e resi personali per indicare la sua vittoria. …in un santuario  Augusto esibì una quadriga marmorea di Apollo e Diana, e due grandi statue di Apollo nelle vesti di cantore pacifico. In un’altra opera “il dio di Azio” teneva in mano una patera per libagioni ed era raffigurato davanti a un altare; questo suggerisce possibili pensieri di colpa e espiazione.

Anche il tempio del Divus Iulius e la tribuna di fronte furono decorati con oggetti del bottino. Accanto al tempio di Cesare il Senato dedicò a Ottaviano un arco trionfale, per sottolineare il legame tra i due; nella tribuna invece furono posti i rostra delle navi egizie, assieme a quelli conquistati nelle vittorie navali della repubblica, e lì vicino il Senato fece erigere quattro colonne con il bronzo dei rostri. Il Foro

divenne quindi un luogo in cui celebrare la Vittoria di Augusto, Il Foro divenne quindi un luogo in cui celebrare la Vittoria di Augusto, e i monumenti della repubblica furono eclissati dallo splendore della nuova età.

Il cuore politico dello Stato è diventato un unico In seguito Augusto amplierà la Basilica Giulia intitolandola alla memoria dei principi Gaio e Lucio e Tiberio farà costruire il Tempio della Concordia e dei Dioscuri…. Il cuore politico dello Stato è diventato un unico palcoscenico per la famiglia Giulia.

La costruzione celebrativa della nuova Aurea Aetas considerava anche i dettagli: antichi motivi figurativi hanno un nuovo e preciso significato simbolico. Nel saeculum aureum il tralcio ornamentale diventa un motivo ricorrente e assume un nuovo significato simbolico. Compare in quasi tutti gli edifici già dall’inizio dell’epoca augustea. I tralci seguono un ordine compositivo simmetrico; ogni singolo fiore e ogni singola foglia, hanno un posto preciso nell’insieme e fanno rifermento all’idea di prosperità, infatti venivano già utilizzati nel passato associati proprio alla testa della dea della fecondità.

In alcuni rilievi in terracotta, i tralci rampicanti vengono addirittura celebrati e venerati come un oggetto di culto. Per gli artisti erano di estrema comodità perché riempivano punti meno favorevoli e ne stimolavano la fantasia compositiva.

Fin dai primi edifici di età augustea il tralcio è qualcosa di più che un semplice motivo ornamentale; assume un ordine compositivo preciso, che probabilmente nasconde l’ossessione di Augusto per l’ordine e la legalità. Questi tralci protoaugustei hanno ancora la forma astratta a spirale, mentre nella piena età imperiale, in rapporto con la fecondità, i rami e le foglie vengono raffigurati in modo realistico. Una novità è la combinazione di piante fantastiche e piante reali, perché tutto deve dare l’idea dello stato paradisiaco della nuova età.

…l’invincibilità di Augusto è stata più volte ribadita. Dopo oltre dieci anni al potere il nuovo mito di Stato ha preso forma. Le congiure fallite, le vittorie sui Cantabri e i Parti, la Pace... …l’invincibilità di Augusto è stata più volte ribadita.

dal 30 maggio al 3 giugno dell’anno 17 a.C. si celebrarono i grandi Ludi saeculares. I Ludi furono un susseguirsi di messinscene e spettacoli nei santuari e nei luoghi di culto della città. I XV viri Sacris Faciundis ne elaborarono le linee direttive, sorvegliati da Agrippa e da Augusto, che si erano fatti eleggere magistri del collegium. Il grande poeta Orazio ne scrisse il poema ufficiale, il Carmen saeculare

La festa vide incorporati il mos maiorum, la virtus e la politica familiare. I XV viri sacris faciundis, qualche giorno prima distribuirono suffimenta per l’espiazione e la purificazione, i sacerdoti ricevettero sull’Aventino primizie e grano dal popolo, come se quest’ultimo fosse ancora una popolazione di contadini.

I ludi comprendevano cerimonie notturne con sacrifici alle Moire, alle Ilitie e alla Terra Mater. Augusto recitava preghiere con formule arcaiche per la salute, la vittoria e la prosperità di Roma. Nelle cerimonie diurne Augusto sacrificava personalmente gli animali a Giove, Giunone, Apollo e Diana. Se i sacrifici e le preghiere in passato erano usati per propiziare gli Inferi, ora con Augusto erano usati per ottenere prosperità.

Le matrone invocavano la benedizione di Giunone Cori di centodieci matrone e tre gruppi di sette fanciulli e fanciulle vestiti di bianco svolsero nei riti una parte centrale. Le matrone invocavano la benedizione di Giunone e i fanciulli recitavano il Carmen saeculare davanti al tempio di Apollo Palatino…

Febo, Diana, signora delle selve, luce del cielo, sempre venerati e venerabili, esaudite i voti in questo giorno sacro, che nei versi sibillini prescrive alle vergini elette e ai fanciulli di cantare un inno agli dei che amarono i nostri sette colli. Sole fecondo, che col carro ardente porti e nascondi il giorno, e nuovo e antico rinasci, nulla piú grande di Roma possa mai tu vedere! E voi, Parche, che la sorte fissata rivelate, senza che niente possa mutarla, aggiungete a quelli compiuti altri buoni destini. Deposti i dardi, tenero e tranquillo ascolta, Apollo, i giovani che pregano, e tu, Luna, regina delle stelle, ascolta le fanciulle.

Se Roma è opera vostra e milizie troiane occuparono il lido etrusco, impegnate a mutare città, casa, solcando in salvo il mare; se, scampato alla strage, il pio Enea aprí ai suoi un varco che potesse salvarli in mezzo alle fiamme di Troia, per donargli di piú; o dei, date virtú ai nostri giovani, date dolce riposo alla vecchiaia e alla gente di Romolo potenza, figli e tutta la gloria. E Diana, che sull'Aventino e l'Àlgido regna, esaudisce i sacerdoti chini in preghiera e porge orecchio benigno ai voti dei ragazzi. Che questo vogliano Giove e gli dei è fede certa, che il coro, istruito a tessere lodi di Febo e Diana, porta dentro di sé.  

Relazione : FORO COME PALCOSCENICO DI AUGUSTO Tratto da Augusto e il potere delle immagini di Paul Zanker MATTEO BIGOZZI GIORGIA NIEDDU FRANCESCA PIRAS GAIA SERRA Liceo Euclide Classe II F scientifico

Fine