“Gli stereotipi”, in L’opinione pubblica (1922)

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Transcript della presentazione:

“Gli stereotipi”, in L’opinione pubblica (1922) W. Lippmann Analisi dell’opinione pubblica 2010/11

Analisi dell’opinione pubblica 2010/11 L’esperienza mediata “Di tutti gli avvenimenti pubblici che hanno vasti effetti, vediamo al massimo solo una fase e un aspetto” “Inevitabilmente le nostre opinioni coprono uno spazio più ampio, un tempo più lungo, un numero maggiore di cose di quanto possiamo direttamente osservare. Debbono, perciò, essere costruite sulla base di ciò che ci viene riferito da altri, e di ciò che noi stessi riusciamo a immaginare” Mediazione dei media e degli stereotipi mentali Analisi dell’opinione pubblica 2010/11

L’esperienza diretta “trasfigurata” Perfino “il testimone oculare […] ciò che egli crede il resoconto di un fatto è già in realtà la sua trasfigurazione” “Il ruolo dell’osservatore è sempre selettivo e di solito creativo. I fatti che vediamo dipendono dal punto di vista in cui ci mettiamo, e dalle abitudini contratte dai nostri occhi” M. Weber e le inclinazioni soggettive degli scienziati sociali Fatti, news e views: Il mito giornalistico dell’obiettività Analisi dell’opinione pubblica 2010/11

Schemi e “scorciatoie cognitive” In teoria, “quelli che ammiriamo di più sono gli uomini e le donne la cui coscienza è popolata fittamente di persone piuttosto che di tipi; che conoscono noi piuttosto che la classificazione nella quale potremmo essere fatti rientrare” Tuttavia “il tentativo di vedere tutte le cose con freschezza e in dettaglio, invece che nella loro tipicità e generalità, è spossante” Mentre “un atteggiamento di questo genere [tendente a classificare] risparmia energie” Analisi dell’opinione pubblica 2010/11

Processi di categorizzazione “Nella maggior parte dei casi noi definiamo non dopo, ma prima di aver visto. Nella grande, fiorente e ronzante confusione del mondo esterno (James 1890) trascegliamo quello che la nostra cultura ha già definito per noi, e tendiamo a percepire quello che abbiamo trascelto nella forma che la nostra cultura ha stereotipato per noi” “Non è che vediamo davvero quest’uomo e quel tramonto; ma piuttosto notiamo che l’oggetto è un uomo o un tramonto, e poi vediamo soprattutto ciò di cui la nostra mente è già piena al riguardo” Analisi dell’opinione pubblica 2010/11

Assimilazione “intra-categoriale” J. Dewey (1910) “Le lingue straniere che non comprendiamo ci danno sempre l’impressione di un confuso chiacchericcio, un cicaleccio…” “Gli stranieri di un’altra razza proverbialmente si somigliano tutti, agli occhi del visitatore forestiero. In un gruppo di pecore, ognuna della quali è perfettamente individualizzata per il pastore, un estraneo percepisce solamente grossolane differenze di grandezza e di colore”. Enfatizzazione dell’omogeneità interna all’outgroup Differenziazione inter-categoriale Estremizzazione delle differenze percepite tra gruppi Analisi dell’opinione pubblica 2010/11

Analisi dell’opinione pubblica 2010/11 “Per non pochi membri dell’Union League Club non esiste un’apprezzabile differenza tra un membro del partito democratico, un socialista, un anarchico e uno svaligiatore, mentre agli occhi di un anarchico molto raffinato passa un universo intero tra Bakunin, Tolstoj e Kropoktin” (Lippmann p. 94, capitolo fuori antologia) Analisi dell’opinione pubblica 2010/11

Stereotipi e pregiudizi “E così ci limitiamo a notare un tratto, che caratterizza un tipo ben conosciuto, e riempiamo il resto dell’immagine grazie agli stereotipi che ci portiamo in testa” “Quello è un agitatore. Fin lì notiamo, o ce lo dicono. Ebbene, un agitatore è fatto così e colà, e quindi anche lui è fatto così e colà. E’ un intellettuale. È un plutocrate. È uno straniero. È un sud-europeo […] . Cosa non sappiamo di lui, o di lei, allora?” “Sentiamo parlare del mondo prima di vederlo. Immaginiamo la maggior parte delle cose prima di averne esperienza. E questi preconcetti […] incidono profondamente nell’intero processo della percezione” Analisi dell’opinione pubblica 2010/11

Analisi dell’opinione pubblica 2010/11 Noi utilizziamo “una serie più o meno organizzata di immagini per descrivere il mondo che non si vede. Ma non solo per descriverlo: anche per giudicarlo. E perciò gli stereotipi sono carichi di preferenze, soffusi di simpatia o antipatia …” “Tranne quando deliberatamente teniamo in sospeso il pregiudizio, noi non giudichiamo cattivo un uomo dopo averlo esaminato. Vediamo un uomo cattivo. Vediamo […] un inglese privo di spirito, un pericoloso rosso, un pigro indù, uno scaltro orientale, uno slavo sognatore, un cupido ebreo …” “Nel mondo di ogni giorno il vero modo di giudicare è spesso questo, molto in anticipo sui dati di fatto”. “In questo tipo di giudizio […] il giudizio ha preceduto i dati di fatto”. (Lippmann, ibid., p. 39, capitolo fuori antologia) Analisi dell’opinione pubblica 2010/11

Analisi dell’opinione pubblica 2010/11 Percezione selettiva “Se qualcuno avesse potuto entrare nella mente di Clemenceau, vi avrebbe trovato le immagini reali dell’Europa del 1919 o non piuttosto un forte sedimento di idee stereotipate accumulate e irrigiditesi nel corso di una lunga e combattiva esistenza? Vedeva i tedeschi del 1919, o il tipo germanico che aveva imparato a vedere dal 1871?” “Vedeva proprio quest’ultimo, e tra i vari rapporti che gli arrivavano dalla Germania dava peso a quelli – e, a quanto pare, solo a quelli – che si attagliavano al tipo che aveva nella mente” Analisi dell’opinione pubblica 2010/11

Analisi dell’opinione pubblica 2010/11 “Quando un sistema di stereotipi è ben stabilito, la nostra attenzione si rivolge a quei fatti che lo appoggiano e si distoglie da quelli che lo contraddicono” “Se invece l’esperienza contraddice lo stereotipo […], egli liquida la contraddizione come un’eccezione che conferma la regola, scredita il testimone, trova un difetto da qualche parte e riesce a dimenticarla” (Lippmann, ibid., p. 121-138, capitolo fuori antologia) Analisi dell’opinione pubblica 2010/11