LEZIONE N. 17 Solo perché una cosa non fa ciò che tu ti aspetti, non significa che sia inutile. Thomas A. Edison Anno Accademico 2009 – 2010 1.

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LEZIONE N. 17 Solo perché una cosa non fa ciò che tu ti aspetti, non significa che sia inutile. Thomas A. Edison Anno Accademico 2009 –

PREMESSA Se consideriamo la logistica sotto il più moderno approccio della Supply Chain Management - filiera organizzativa - riscontriamo che assume la valenza di un metodo integrato, orientato al processo per l'approvvigionamento, la produzione/consegna di prodotti e servizi ai clienti. La SCM gestisce le relazioni con fornitori, sub-fornitori, intermediari, distributori ed il cliente finale. La SCM comprende la gestione delle materie, dei semilavorati, dei prodotti finiti e dei flussi di informazione. IN SOSTANZA LA SCM ALTRO NON È CHE UNA GESTIONE INTEGRATA DI MOLTEPLICI PROCESSI E ATTIVITÀ LOGISTICHE CHE SINTETIZZA UN SISTEMA COMPLESSO DI RELAZIONI 2

L’INTEGRAZIONE LOGISTICA RICHIEDE LA RIFORMULAZIONE DEL PARADIGMA OPERATIVO DEGLI ATTORI CHE PARTECIPANO ALLA CATENA FLESSIBILITA’ CIOE’ CAPACITA’ DI ATTUARE RAPIDI ADATTAMENTI STRATEGICI E OPERATIVI ANCHE SU VASTA SCALA IN RAPPORTO AI CAMBIAMENTI IMPREVEDIBLI CHE SI VERIFICANO NEI MERCATI. SI POSSONO DISTINGUERE TRE FASI: 1. SCALA TERRITORIALE, 2. TEMPORALE 3. TECNICO - PRODUTTIVA 3

L’INTEGRAZIONE TRA GLI ATTORI Realizza un completamento reciproco delle attività facenti capo agli attori e precisamente : APPROVVIGIONAMENTO TRASFORMAZIONE DISTRIBUZIONE La sincronizzazione di tali fasi, permette di comprimere i tempi di attraversamento del sistema evitando cicli di pianificazione troppo lunghi. 4

ESITI DEL PROCESSO D’ INTEGRAZIONE IL PROCESSO CONSENTE DI: MASSIMIZZARE IL VALORE PER IL CONSUMATORE FINALE; ACCRESCERE IL LIVELLO DI ROTAZIONE DEI CAPITALI INVESTITI; DETERMINARE UN INCREMENTO DI REDDITIVITÀ. 5

PARTNERSHIP LOGISTICA 6

CONDIZIONI DI REALIZZAZIONE L’ESITO POSITIVO DELL’OPERAZIONE RICHIEDE AMPIO COORDINAMENTO CHE LEGHI STABILMENTE GLI ATTORI DELLA CATENA. STEPS DEL PERCORSO: 1. Conoscenza reciproca delle imprese per una visione chiara dell’intero ciclo; 2. Conoscenza reciproca dei programmi aziendali; 3. Compatibilità delle strutture H.&SW. anche a costo della riprogettazione completa della catena; 4. Assenza di conflitti sugli obiettivi aziendali; 5. Clima di fiducia e di affidabilità che si instaurano con il controllo e certificazione qualità delle prestazioni. 7

Segue CONDIZIONI Di queste fasi certamente le più difficili da conseguire sono quelle indicate sub. 4) e sub.5) a riprova che nelle fasi riorganizzative, ovvero di reingegnerizzazione delle attività produttive, l’aspetto umano non deve essere sottovalutato. (del resto anche i grandi economisti si sono impegnati su questo fronte indicando principi etici confacenti alle loro epoche) 8

FINALITA’ DEL NUOVO PERCORSO Il nuovo percorso strategico è finalizzato all’efficienza globale della catena di fornitura e poiché è incentrato sul cliente finale deve permettere di raggiungere un elevato rapporto prezzo/qualità sviluppato in una visione unitaria degli attori partecipanti alla catena per raggiungere le tre (E): E- che sta per efficienza ovvero il più favorevole rapporto tra i risultati e i fattori impiegati; E- che sta per efficacia ovvero un favorevole rapporto con l’esterno; E- che sta per economicità ovvero minimizzazione dei costi. 9

CONSEGUENZE DELL’INTEGRAZIONE L’INTEGRAZIONE BENCHE’SI SVILUPPI SOTTO LA SPINTA DEL CONSEGUIMENTO DELLA MASSA CRITICA DEVE RAGGIUNGERE ALLEANZE GLOBALI LE UNICHE A POTER FORNIRE UNA RISPOSTA IN CONDIZIONE DI FRONTEGGIARE LE PROBLEMATICHE POSTE DALL’ELEVATO GRADO DI GLOBALIZZAZIONE DEI MERCATI. TALE FENOMENO HA INNESCATO UN FORTISSIMO LIVELLO DI CONCORRENZA FRA LE IMPRESE RIDUCENDO IL CICLO DI VITA DEI PRODOTI IN PRESENZA DI UN’ESTREMA PROLIFERAZIONE DELLA LORO GAMMA RICHIEDENDO TEMPI DI SVILUPPO, PRODUZIONE E COMMERCIALIZZAZIONE SEMPRE PIU’ BREVI. 10

IL PROCESSO DI COLLABORAZIONE IL PROCESSO DI COLLABORAZIONE DELLA SCM DEVE SVILUPPARSI SECONDO LE FASI CHE CHIAMEREMO DELLE TRE I : Interfunzionale ovvero il superamento delle barriere organizzative; Interaziendale quale strumento di competitività di tutta la filiera; Internazionale come risposta alle esigenze della globalizzazione. I cambiamenti introdotti dalla logistica hanno determinato inizialmente un suo ruolo strategico e, in un secondo momento, la ricerca delle riduzione dei costi. Ciò è avvenuto attraverso l’integrazione e la successiva partnership orientata alla customer satisfaction. 11

Segue FASI PROCESSO COLLABORATIVO IL PERCORSO È AVVENUTO PER MEZZO DELLE FUNZIONI BASILARI DELLA LOGISTICA CHE HANNO ATTRAVERSATO I SEGUENTI PASSAGGI:  Modifica delle procedure inerenti confezionamenti, imballaggi, pallettizzazione e, in senso lato unitizzazione dei carichi;  Gestione delle scorte e dei magazzini in termini spazio-temporali;  Centralizzazione dei flussi di merce;  Differenziazione dei servizi offerti al consumatore finale variando il merchandising in relazione alla rotazione del prodotto. 12

Segue FASI PROCESSO COLLABORATIVO Una simile mission è conseguibile mediante un complesso percorso di sviluppo caratterizzato da: Focus sul cliente; Pianificazione di medio/lungo periodo 3/4 anni; Partnership con i fornitori; Pianificazione collegata allo sviluppo degli stadi precedenti; Work in progress; Coinvolgimento del personale; Misurazione delle prestazioni facendo ricorso a coefficienti che confrontano standard/obiettivo predefiniti con i risultati conseguiti ed eventuale nuova taratura dei coefficienti medesimi. SU TUTTE LE FASI DEVE PREDOMINARE L’INFORMAZIONE 13

INTEGRAZIONE/VALORE AGGIUNTO 14

LE RISPOSTE DELLA LOGISTICA 15