Seneca De brevitate vitae 3
Livello narrativo Par. 1: Si affronta il problema dell’impiego del tempo da spendere in modo utile e gratificante: Gli uomini difendono strenuamente i loro beni materiali, mentre permettono che altri entrino nella loro vita a spadroneggiarvi Alcuni disperdono la loro vita e delegano ad altri la possibilità di viverla al posto loro Ognuno, invece, dovrebbe poter decidere del tempo della sua vita Parr. 2 – 3: Seneca esemplifica il suo pensiero e immagina di parlare ad un vecchio che invita a fare un bilancio della sua vita.
Costui capirà di non aver vissuto interamente il tempo assegnatogli se tiene conto di averlo sprecato in cose da nulla (creditori, amante, clienti, moglie, malattie) e addirittura di aver vissuto veramente poco, se terrà conto del tempo sottrattogli da quanti hanno fatto incursione nella sua vita. Par. 4: Cause che determinano l’alienazione: l’uomo non si rende conto della sua fragilità e se si rendesse conto di non essere immortale, impiegherebbe meglio il tempo. Par.5: Critica a coloro che rinviano ad un lontano futuro la possibilità di dedicarsi a se stessi
Conclusione L’invito a vivere è altro rispetto al carpe diem oraziano: non si tratta di cogliere l’attimo, ma di vivere pienamente il tempo, che è poco, se si consente agli altri di usarne e abusarne, molto se lo si sa utilizzare interamente. Il tempo in Seneca ha la connotazione specifica dell’interiorità. Ne consegue un’implicita e doverosa scelta di vita che consenta la piena realizzazione di sé. A Seneca interessa risvegliare le coscienze e proiettarle verso un impegno di vita che eviti l’alienazione. Influenza sulla cultura occidentale
Livello stilistico Par. 1: Sapiente gioco di antitesi per negare un principio e affermarne un altro: ingenia degli uomini illustri e caliginem di chi non sa vivere praedia che vengono difesi e vitam che viene saccheggiata pecuniam che non si vuole dividere e vitam che ognuno addirittura distribuit L’iperbato di omnia ha effetto di evidenziazione Antitesi tra omnia e unum
Caliginem: caligo = nebbia, qui in senso metaforico di “annebbiamento” Soggetto di patiuntur è un homines ricavabile da humanarum mentium L’antitesi praedia sua / in vitam suam è disposta simmetricamente e permette l’audace metafora incedere alios sinunt Discurrunt: il preverbio dis, indicante separazione, dà al verbo l’idea di una corsa disordinata Immo è particella cara a Seneca, qui rafforzata da vero Inducunt: valore causativo, continua l’immagine introdotta da incedere
Adstricti: “stretti” in senso metaforico, quindi “tirchi”; la metafora continua in continendo patrimonio e prepara l’antitesi con profusissimi (da pro = “in avanti” e fundo = “verso”) Avaritia: non nel valore latino di “avidità”, ma in senso affine all’italiano; l’agg. honesta costituisce un forte contrasto Par. 2: Sapiente costruzione del periodo con l’anafora di quantum (7 ) quasi a martellare la coscienza del fruitore Ancora anafora di adice, ulteriore richiamo alla coscienza
Sapiente disposizione dei termini: - creditor/amica/rex/cliens = mondo esterno - lis uxoria / servorum coercitio = famiglia - officiosa….discursatio = pubbliche incombenze Turba ( massa informe)e comprendere ( da cum e prehendo suggerisce l’idea del catturare) hanno una sfumatura spregiativa Agedum: l’apostrofe ad interlocutore fittizio proprio della diatriba cinica Revoca ad computationem e duc: verbi tecnici in materia finanziaria Abstulerit: da ab + fero (porto via) racchiude il concetto chiave del passo Discursatio: (da dis +cursare – intensivo di currere) è neologismo di Seneca, con officiosa è una sorta di ironico ossimoro
Da notare infine che la serie di inter. ind Da notare infine che la serie di inter.ind.è indrodotta da duc e conclusa da un sintetico richiamo alla riflessione: videbis pauciores….numeras Par. 3: Serie di inter.ind. attraverso cui l’interlocutore è invitato a ripercorrere i momenti della sua vita Anafora di quando a scandire i vari momenti della vita, individuati in relazione a situazioni dell’animo e a comportamenti soggettivi I termini, infatti, appartengono tutti alla sfera psicologica: certus/consilii/usus/voltus/animus Altre intr.ind.introdotte con variatio da quid/quam /quantum/quam, variatio dovuta alla diversità delle situazioni enunciate La serie delle inter.ind. è introdotta da repete memoria e chiusa da un richiamo sintetico intelleges…mori, come avviene nel par. 2
Certus consilii: richiama il vizio opposto della levitas (“instabilità”) Quando tibi usus tui fuerit: gioco di pronomi Te non sentiente: espressione chiave, che sottolinea la responsabilità individuale e condanna la colpevole quiescenza dell’inerzia Conversatio: altro deverbativo in io – da cum + versari = aggirarsi – Quam exiguum tibi de tuo: altro gioco di pronomi Par. 4: Struttura sintattica più complessa a specchio della maggiore complessità concettuale: interrogativa, cui segue la risposta che si articola in:
- una principale - 2 coordinate per asindeto - una interrogativa indiretta - un’altra coordinata alla principale - una temporale con valore avversativo - relativa La chiusa contiene una sintetica affermazione che ha il tono di una massima, in cui è racchiuso il succo dell’etica senecana. Essa deve rimanere impressa, perciò Seneca mette in atto tutte le risorse dello stile: - cola paralleli - anafora: omnia tamquam - antitesi (mortales/immortales e concupiscitis/ timetis
Par. 5: Dopo la breve apertura, il tutto ruota attorno all’artificio delle inter.dir. che sono ben 5 e servono a far cedere l’impalcatura di chi rinvia all’età avanzata la possibilità di dedicarsi a se stesso. In queste inter.dal ritmo incalzante, si può leggere un tono tra l’accigliato e l’ironico, nonché una forza persuasiva derivante dalla certezza e saldezza delle convinzioni di Seneca. Audies: strumento di quella retorica della immediatezza che pone sotto gli occhi personaggi e comportamenti Bonae menti: espressione cardine dello Stoicismo: il saggio giunto alla piena consapevolezza di sé, assume questo atteggiamento di “retta razionalità”;più oltre una variante è sana consilia