Progettazione di una base di dati Ciclo di vita di un sistema informativo Studio di fattibilità definisce le varie alternative possibili, i relativi costi.

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Progettazione di una base di dati Ciclo di vita di un sistema informativo Studio di fattibilità definisce le varie alternative possibili, i relativi costi e le priorità di realizzazione. Raccolta e analisi dei requisiti individua proprietà e funzionalità del sistema tramite interazione con gli utenti e definizione informale dei dati e delle operazioni. Progettazione divisa in progettazione dei dati e progettazione delle applicazioni. Individua struttura e organizzazione dei dati e caratteristiche degli applicativi che vi dovranno accedere. Implementazione realizza la base di dati e il codice dei programmi conformemente alle specifiche Validazione e collaudo verifica il corretto funzionamento del sistema informativo Funzionamento il sistema informativo diviene operativo

Metodologia di progettazione Una metodologia di progettazione di una base di dati consiste in: decomposizione del progetto in più passi strategie realizzative e criteri di scelta di alternative modelli di riferimento per descrivere dati di ingresso e uscita delle varie fasi e deve avere le proprietà: generalità che garantisce l’utilizzo della metodologia indipendentemente dal problema affrontato qualità del prodotto (correttezza, completezza, efficienza) facilità d’uso di strategie e modelli di riferimento

Fasi della progettazione Progettazione concettuale rappresenta le specifiche informali in modo formale e completo, ma indipendente dalla rappresentazione usata nei DBMS. Produce lo schema concettuale e fa riferimento ad un modello concettuale dei dati. Rappresenta il contenuto informativo e non la codifica. Progettazione logica traduce lo schema concettuale nello schema logico basato su un modello logico (es. modello relazionale) ancora indipendente dalla realizzazione fisica della base di dati. Progettazione fisica completa lo schema logico con la specifica dei parametri fisici di memorizzazione dei dati. Produce uno schema fisico e fa riferimento ad un modello fisico dei dati, dipendente dal DBMS.

Modello dei dati insieme di costrutti utilizzati per organizzare i dati di interesse e descriverne la dinamica componente fondamentale: meccanismi di strutturazione (o costruttori di tipo) come nei linguaggi di programmazione esistono meccanismi che permettono di definire tipi di dati, così ogni modello dei dati prevede alcuni costruttori ad esempio, il modello relazionale prevede il costruttore relazione, che permette di definire insiemi di record omogenei

Due tipi (principali) di modelli modelli logici: utilizzati nei DBMS esistenti per l’organizzazione dei dati –utilizzati dai programmi –indipendenti dalle strutture fisiche esempi: relazionale, reticolare, gerarchico, a oggetti modelli concettuali: permettono di rappresentare i dati in modo indipendente da ogni sistema e dal modello logico su cui è basato –cercano di descrivere i concetti del mondo reale –sono utilizzati nelle fasi preliminari di progettazione il più noto è il modello Entità-Relazione

Modelli concettuali, perché? servono per ragionare sulla realtà di interesse, indipendentemente dagli aspetti realizzativi permettono di rappresentare le classi di dati di interesse e le loro correlazioni prevedono efficaci rappresentazioni grafiche (utili anche per documentazione e comunicazione)

Progettazione concettuale Progettazione logica Progettazione fisica

Specifiche Si distinguono le specifiche sui dati e le specifiche sulle operazioni Progettazione concettuale: si usano le specifiche sui dati; quelle sulle operazioni servono a verificare che lo schema concettuale contenga tutte le informazioni necessarie alla loro esecuzione Progettazione logica: lo schema concettuale riassume le specifiche sui dati, le specifiche sulle operazioni si usano per ottenere uno schema logico che permetta di eseguirle in modo efficiente. Bisogna conoscere il modello logico ma non il DBMS adottato. Progettazione fisica: si usano lo schema logico e le specifiche sulle operazioni per implementare il sistema in modo efficiente Il risultato della progettazione è costituito comunque dai 3 schemi.

Modello Entità-Relazione (E-R) E’ un modello concettuale di dati e fornisce una serie di strutture (costrutti) per descrivere il problema di interesse in modo chiaro e semplice. I costrutti vengono utilizzati per definire schemi che descrivono struttura e occorrenze dei dati. Entità Rappresentano classi di oggetti (cose, fatti ecc.) con proprietà comuni ed esistenza propria rispetto all’applicazione. Es. Città, Dipartimento, Impiegato, Acquisto, Vendita Un’occorrenza di una entità è un oggetto della classe relativa. NB Un’occorrenza di una entità è l’oggetto in sé, non un insieme di valori che lo rappresentano. E’ un concetto. Quindi nel modello E-R una entità può esistere indipendentemente dalle sue proprietà, al contrario di quanto accade nel modello relazionale.

Modello E-R Relazioni (associazioni): rappresentano relazioni logiche tra entità. Es. Residenza è una relazione fra Impiegato e Città Marini-Firenze è un’occorrenza della relazione. L’insieme delle occorrenze di una relazione è una relazione matematica e non ammette duplicati. Esistono anche relazioni ricorsive. Es. Collega mette in relazione due occorrenze della stessa entità Impiegato Relazioni possono sussistere anche fra più di 2 entità. Es. Fornitura è una relazione fra Prodotto Fornitore e Dipartimento.

Modello E-R Attributi descrivono le proprietà elementari di entità o relazioni. Associano un valore appartenente ad un dominio ad ogni occorrenza di entità o relazione. I domini non si riportano di solito nello schema grafico, ma solo nella documentazione. Se più attributi sono logicamente fra loro possono essere combinati insieme in un attributo composto. Es. Indirizzo può essere composto da Via, N. Civico e CAP.

Entità, commenti Ogni entità ha un nome che la identifica univocamente nello schema: –nomi espressivi –opportune convenzioni singolare Si rappresenta di solito con un rettangolo Studente

Relazioni, commenti Ogni relazione ha un nome che la identifica univocamente nello schema: –nomi espressivi –opportune convenzioni singolare sostantivi invece che verbi (se possibile) Si rappresentano di solito con un rombo Studente Insegnamento Esame

Modello E-R Cardinalità delle relazioni Viene associatà ad ogni entità coinvolta ed indica il numero minimo e massimo di occorrenze di tale entità nella relazione. In genere si usano solo 0,1,N. Se 0 è la cardinalità minima, la partecipazione dell’entità alla relazione è detta opzionale; se è 1 si dice obbligatoria. Per la cardinalità massima si usa 1 o N (molti). Se la cardinalità max è 1 per entrambe le entità coinvolte si dice che la relazione è di tipo uno a uno Se la cardinalità max è 1 per un’entità ed N per l’altra le relazioni si dice di tipo uno a molti Se è N per entrambe si dice di tipo molti a molti

Relazioni “molti a molti” Esame StudenteCorso (0,N) Scalata MontagnaAlpinista (0,N) (1,N) Abilitazione MacchinistaLocomotore (1,N)

Relazioni “uno a molti” Impiego PersonaAzienda (0,1) (0,N) Ubicazione CinemaLocalità (1,1) (0,N) Ubicazione ComuneProvincia (1,1) (1,N)

Relazioni “uno a uno” Titolarità ProfessoreCattedra (0,1) Titolarità Professore di ruolo Cattedra (1,1) (0,1) Titolarità Professore di ruolo Cattedra coperta (1,1)

Modello E-R Cardinalità degli attributi Descrive il numero minimo e massimo di valori dell’attributo associati ad ogni occorrenza di entità o relazione. Di solito la cardinalità dell’attributo è (1,1) e viene omessa. In alcuni casi però il valore dell’attributo può essere nullo o più valori possono essere associati ad una stessa occorrenza di una entità. Si usano gli stessi termini opzionale o obbligatorio per attributi con cardinalità minima rispettivamente di 0 o 1. Un attributo con cardinalità massima uguale a N si dice multivalore. Gli attributi multivalore possono essere all’occorrenza sostituiti con relazioni.

Modello E-R Identificatori delle entità Si specificano per descrivere i concetti che permettono di identificare univocamente un’entità. Se un certo numero di attributi sono sufficienti ad identificare univocamente una entità si parla di identificatore interno o chiave. Se c’è bisogno anche di altre entità per identificare univocamente un’entità si parla di identificatore esterno. Es. Studente non è identificato univocamente da Matricola se nella base di dati si contempla la presenza di più Università.

Modello E-R Identificatori delle entità Considerazioni generali: un identificatore può essere composto da uno o più attributi con cardinalità (1,1) se si coinvolgono altre entità in un identificatore ognuna deve essere membro di una relazione cui l’entità da identificare partecipa con cardinalità (1,1) un identificatore esterno può coinvolgere entità che a loro volta sono identificate esternamente, purché non si creino cicli. ogni entità deve avere un identificatore, ma può averne anche più di uno. Se ci sono più identificatori gli attributi e le entità coinvolti possono essere anche opzionali (tranne almeno un caso).

(1,1) (0,1) (0,N) (0,1) (1,1) (1,N) (0,N) (1,N) Città Indirizzo Telefono Dipartimento Composizione Sede Direzione Afferenza Impiegato Progetto Partecipazione Nome Cognome Budget Data Via CAP Codice