L’essere umano vive di significati, così come vive di relazioni o, per meglio dire, Le relazioni producono i significati e i significati qualificano le relazioni
Il significato di significato
Il significato di significato Il significato come referenza oggettiva La semantica vero-condizionale e le condizioni di verità Semantica vero-condizionale (o logico-filosofica, o modellistica): il significato di una parola o di una frase è dato dal rapporto che esiste fra linguaggio e realtà
Le condizioni di verità Ogni enunciato è dotato di un determinato valore di verità Il significato di un enunciato consiste nell’affermare qualcosa su un determinato stato di cose che può essere vero o falso sono intrinsecamente diverse dalla reale verità o falsità di un enunciato sono di natura linguistica Sono le caratteristiche che un certo stato di cose all’interno di un determinato mondo (reale o possibile) deve possedere affinché un determinato enunciato possa essere considerato vero in quel mondo
Relazione diretta fra segno e referente Riferimento diretto dei nomi propri (dei dimostrativi e dei deittici) ai loro referenti attraverso un atto di nominazione Tre passaggi successivi per definire il significato (Putnam): Indicazione del genere di cose cui la parola fa riferimento Estensione delle cose determinata direttamente dal mondo reale Lo stereotipo, cioè l’insieme delle conoscenze associate alla parola e individuate in modo valido da competenti esperti
Relazione mediata fra segno e referente Frege, distinzione fra senso (Sinn) e riferimento (Bedeutung): è possibile fare riferimento alla medesima realtà con espressioni linguistiche diverse che quindi hanno un senso diverso Senso: Parte del significato che determina i suoi valori di verità Non coincide con l’idea soggettiva e con la rappresentazione mentale individuale di un dato referente Non coincide con il referente e con il mondo esterno È “un terzo ambito”, qualcosa di mezzo, una proprietà della parola, non cambia da contesto a contesto (= garanzia dell’intersoggettività)
Segno e referente (continua) È attraverso il senso di un enunciato che arriviamo a capirne il riferimento Limite: Frege sottrae ogni valore psicologico al concetto di senso, in quanto non è una proprietà della mente individuale, ma un aspetto “oggettivo” del linguaggio condiviso dai parlanti
Intensione, estensione e mondi possibili (Carnap) Carnap affronta la situazione dei contesti opachi, cioè non vero-condizionali, generati dai verbi di atteggiamento proposizionale, del tipo “credo che p”. Il valore di verità dell’enunciato “che p” non dipende dal riferimento a uno stato di cose dall’atteggiamento del parlante. Per superare questa difficoltà: Mondo possibile = il significato di un enunciato non è dato da ciò che designa nel mondo reale, bensì consiste in un’intensione, ossia una funzione a un mondo possibile nel quale la frase sarebbe dotata di un’estensione Estensione = ciò a cui l’enunciato si riferisce; fornisce le condizioni di verità in base alla quale esso possa risultare vero.
Intensione, estensione e mondi possibili (Carnap) Intensione = funzione a un mondo possibile nel quale la frase sarebbe dotata di un’estensione Estensione = ciò a cui l’enunciato si riferisce; fornisce le condizioni di verità in base alla quale esso possa risultare vero.
Limiti della semantica vero-condizionale concezione referenzialista e antipsicologica: il significato è indipendente dalla mente dei singoli individui ed è un’entità oggettiva e assoluta (presupposto dell’indipendenza) la semantica modellistica esclude il lessico dal proprio studio, svuotando la semantica medesima di contenuti specifici sotto il profilo linguistico non tiene conto delle sostituzioni lessicali, che cambiano il significato di una frase in modo considerevole
Limiti della semantica vero-condizionale (continua) La classificazione di generi naturali e di specie animali dipende dalla tassonomia impiegata: cladistica (basata sul criterio dei caratteri derivati e condivisi) fenetica (fondata sul criterio della somiglianza globale nella forma, nella funzione e nel ruolo biologico) tradizionale (impiega entrambi i criteri sopra menzionati)
Limiti della semantica vero-condizionale (continua) Non esistono criteri oggettivi assoluti per stabilire quali proprietà della realtà sono (o non sono) da prendere in considerazione. La realtà è sempre «filtrata» e mediata da un processo di categorizzazione e di conoscenza da parte degli esseri umani. Per esempio: la zebra e il celacanto sono classificati in modo divergente e contrastante a seconda della tassonomia impiegata (il celacanto è un pesce per la tassonomia fenetica, ma è un mammifero per la tassonomia cladistica)
Il significato come valore linguistico de Saussure, semantica strutturale: definizione esclusivamente linguistica del significato Lingua naturale: sistema di segni, totalità in sé organizzata (da studiare secondo il principio di immanenza) Rivendicazione dell’autonomia della semantica, emancipata da ogni forma di collegamento con l’ontologia e la psicologia
Il significato come valore linguistico (continua) La semantica strutturale è: antireferenzialista: il significato è sganciato da qualsiasi realtà esterna e il segno linguistico è inteso come sintesi fra significante e significato antipsicologica: mette in discussione la connessione con la mente dei singoli parlanti; l’analisi dei significati va intesa in modo autonomo, poiché essi vanno svincolati dai rispettivi concetti e diventano realtà squisitamente linguistiche Significato come valore: possibilità per ogni parola di essere confrontata e opposta a qualsiasi altra parola della medesima lingua
Relazione paradigmatica Il significato come valore linguistico (continua) Concezione differenziale e posizionale del significato: “la caratteristica più esatta [dei valori di una parola] è di essere ciò che gli altri non sono” [de Saussure] significato Relazione sintagmatica gli elementi linguistici di un enunciato sono collegati per contiguità Relazione paradigmatica gli elementi linguistici di un enunciato sono collegati per equivalenza (o somiglianza)
Il significato come valore linguistico (continua) Campi semantici: insieme delle parole connesse a livello sintagmatico e paradigmatico in un dato sistema linguistico Limiti della semantica strutturale Vizio di circolarità: se i termini linguistici sono definiti in funzione dei loro rapporti e i rapporti linguistici sono definiti in base ai termini, si cade in un circolo vizioso
Il significato come comprensione dell’esperienza La semantica cognitiva e la semantica dinamica pongono l’accento sia sugli aspetti psicologici che sui vincoli referenziali Semantica come “teoria della comprensione” Significato: modo in cui gli individui comprendono ciò che comunicano
Il significato come comprensione dell’esperienza (continua) Alla semantica della verità (T-semantics) subentra la semantica della comprensione (U-semantics) studio dei processi di produzione e di interpretazione dei significati [Fillmore] Vincolo della plausibilità psicologica come parametro per accettare o meno un determinato modello esplicativo
Il significato come comprensione dell’esperienza (continua) L’insieme delle conoscenze implicate nell’uso dei significati concerne la totalità delle conoscenze enciclopediche prodotte dalla propria esperienza personale e dall’appartenenza a una determinata cultura la conoscenza dei generi naturali e degli artefatti avviene attraverso i processi percettivi per ostensione le conoscenze enciclopediche implicano un frequente e rilevante impiego dei processi di inferenza per cogliere e interpretare gli indizi presenti nei diversi fenomeni ed eventi della realtà
Il significato come comprensione dell’esperienza (continua) Stretta connessione fra i significati e i rispettivi concetti Concezione realista del significato: risultato dell’elaborazione cognitiva e della rappresentazione mentale di un determinato oggetto o evento da parte dell’individuo
Verso una teoria unificata del significato
Verso una teoria unificata del significato Costruzione di una semantica unificata, in grado di cogliere e spiegare il processo di significazione nella sua globalità e interezza 1. La dimensione referenziale necessità di porre un rapporto fra il significato e la realtà riferimento = rinvio e ancoraggio al reale
Verso una teoria unificata del significato (continua) Il riferimento rimanda al contenuto dell’esperienza del parlante e, attraverso tale esperienza, al mondo L’esperienza personale, in quanto attività influenzata e governata in modo costante e intrinseco dalla cultura di appartenenza, è una lente che ingrandisce o rimpicciolisce, modificando i dati di realtà in funzione dei propri schemi mentali, valori e pratiche conoscitive I significati si configurano come l’esito di un’attività culturale messa in atto da ciascun soggetto che esperisce una serie di accadimenti e di fenomeni del mondo e che condivide tali significati con altri
La dimensione inferenziale Organizzazione cognitiva dei significati: a) I significati hanno dei corrispettivi nei concetti Concetti = costrutti mentali in grado di “mappare”, rappresentare, categorizzare e definire gli oggetti e gli eventi della realtà Concetti e significati costituiscono due livelli distinti, anche se interdipendenti
La dimensione inferenziale (continua) Scarto lessicale: a una certa categoria concettuale non corrisponde un preciso termine lessicale e, di conseguenza, occorre fare ricorso a un giro di parole Ignoranza concettuale: il parlante conosce un determinato termine ma non ha chiaro il concetto corrispondente Polisemia: a un termine unico corrispondono concetti diversi e realtà diverse
La dimensione inferenziale (continua) B) Sul piano cognitivo, i significati richiedono un’importante attività mentale di inferenza per essere compresi I significati di una parola, di una frase o di un gesto vanno intesi e interpretati in funzione degli elementi del contesto d’uso e della rete relazionale esistente Gli interlocutori si basano su una serie di indizi per cogliere ed interpretare in maniera attendibile il significato di qualsiasi atto comunicativo Le parole vanno considerate, quindi, degli indizi linguistici su cui realizzare le opportune ipotesi interpretative e implicature
La dimensione differenziale Il sistema comunicativo della lingua, al pari di qualsiasi altro sistema di comunicazione, contribuisce a costruire il significato di una parola La lingua è un sistema complesso di differenze che consente un insieme indefinito di operazioni di confronto possibilità di generare variazioni linguistiche di significato in grado di influenzare la formazione dei concetti secondo una certa direzione piuttosto che un’altra (ipotesi debole del relativismo linguistico)
Verso una teoria unificata del significato (continua) In sintesi Il sistema dei significati non è in sé concluso, ma è in continuo divenire in funzione delle esperienze generate nell’interazione e nello scambio fra i comunicatori Il significato si configura come un percorso interpretativo per spiegare e dare senso agli accadimenti che rappresentano il contenuto delle proprie esperienze personali e sociali, oggetto della comunicazione
prototipicità del significato Componenzialità e prototipicità del significato
Componenzialità e prototipicità del significato La semantica a tratti Due condizioni: a) il significato è scomponibile in tratti semantici considerati come condizioni necessarie e sufficienti (CNS) per la sua formazione b) il numero dei tratti semantici costituisce un inventario limitato
Metodo componenziale di analisi (Trubeczoij): all’interno delle differenze fonetiche (prodotte da variazioni di suono e percepibili a livello acustico) , le differenze fonemiche (fonemi) sono quelle che hanno un valore linguistico, in quanto svolgono una funzione distintiva (o diacritica) Hjelmslev: analisi della composizione semantica di numerosi termini. Il significato di una parola è l’insieme finito di proprietà che fissano e determinano la sua estensione
Il modello CNS I principi del modello CNS: a) nessun tratto può essere cancellato in quanto ognuno di essi è una condizione necessaria b) nessun tratto può essere aggiunto, poiché i tratti semantici sono condizioni sufficienti c) tutti i tratti hanno la medesima rilevanza e sono sul medesimo piano, senza nessuna organizzazione gerarchica d) il significato di qualsiasi termine presenta confini netti e precisi secondo la logica booleana di natura binaria (presenza o assenza); di conseguenza, il significato o esiste nella sua interezza o non c’è
Il modello CNS (continua) Il modello CNS è un sistema binario: la presenza di un tratto implica l’assenza del tratto opposto distinzione e separazione fra le conoscenze dizionariali (costitutive del significato) e le conoscenze enciclopediche (secondarie e accessorie, di natura fattuale e caratterizzate da un numero illimitato di aspetti)
Il modello CNS (continua) le componenti basilari del significato costituiscono proprietà analitiche (non cancellabili); distinzione fra proprietà necessarie (intrinseche; definiscono l’identità del significato) proprietà accidentali (secondarie, contingenti e fattuali) il significato di una parola è univoco, assoluto e determinato in modo preciso dalle sue componenti costitutive
Limiti della semantica a tratti non ammette eccezioni: la modifica di un solo tratto renderebbe inapplicabile il modello i significati sono considerati come entità discrete, senza sfumature e senza posizioni intermedie o marginali l’ipotesi che il significato sia determinato in modo univoco e definitivo da un numero limitato e chiuso di proprietà costitutive appare fragile e insostenibile: l’estensione non è determinata dall’intensione, ma dal mondo reale (Putnam)
Limiti della semantica a tratti (continua) la distinzione netta fra proprietà necessarie e accidentali non risulta percorribile: nel significato di qualsiasi parola esiste una gradualità delle proprietà semantiche La distinzione fra conoscenza dizionariale ed enciclopedica appare inconsistente: sono entrambe formazioni culturali; i dizionari sono enciclopedie parziali e limitate la definizione di confini netti fra un significato e l’altro non è sostenibile: per molti oggetti ed eventi esiste una zona di vaghezza semantica
La semantica del prototipo 1. Il processo di categorizzazione Processo di segmentazione del flusso continuo della realtà e dell’esperienza in categorie, analizzate secondo due dimensioni (Rosch): a) dimensione verticale = consente di collegare fra loro diverse categorie attraverso il processo di inclusione. Quanto più una categoria è inclusiva, tanto maggiore è il suo livello di astrazione. Tre livelli di inclusione: - sovraordinato - di base - subordinato
Il processo di categorizzazione Le categorie di base sono quelle più importanti Validità dell’indizio (cue validity): probabilità che un oggetto appartenga a una certa categoria se possiede una data proprietà
Il processo di categorizzazione (continua) Le categorie di base hanno la maggiore differenziazione categoriale: massimizzano le somiglianze intracategoriali e le differenze intercategoriali Categorie sovraordinate più astratte e inclusive Categorie subordinate più specifiche e particolari, meno informative
Il processo di categorizzazione (continua) b) dimensione orizzontale: concerne in che modo ogni categoria è organizzata al proprio interno e che relazioni sono istituite fra i suoi diversi membri in termini di appartenenza e di rappresentatività Concetto di prototipo. Due accezioni 1. La teoria standard del prototipo Il prototipo è il migliore esemplare di una data categoria, quello che la rappresenta meglio e che è dotato di maggiore salienza
La teoria standard del prototipo Il prototipo è il migliore esemplare di una data categoria, quello che la rappresenta meglio e che è dotato di maggiore salienza Cinque criteri per elaborare le categorie: le categorie non possono essere definite sulla base di un elenco di proprietà comuni intese come CNS; la categorizzazione non procede in modo analitico ma globale i prototipi costituiscono gli elementi centrali attorno ai quali si organizza tutta la categoria
La teoria standard del prototipo (continua) l’appartenenza a una categoria non è di natura dicotomica, ma graduale (avviene sulla base del grado di somiglianza con il prototipo) le categorie non hanno confini netti e precisi, ma sfumati e continui gli esemplari di una categoria non presentano delle proprietà comuni a tutti i membri, ma è una “somiglianza di famiglia” che li raggruppa insieme
La teoria standard del prototipo (continua) Principio di somiglianza e di analogia: si confrontano e valutano i vari elementi di una categoria con il prototipo secondo giudizi di maggiore o minore somiglianza, procedendo in maniera graduale, fondandosi su attività logiche di natura inferenziale
Limiti della teoria standard del prototipo si confondono i concetti di rappresentatività (il possesso del maggior numero delle proprietà tipiche di una categoria) e di appartenenza (ha bisogno di criteri più forti di quelli di “somiglianza di famiglia” e di confronto con il prototipo) occorre separare i concetti di prototipo e di struttura della categoria il concetto di validità dell’indizio non spiega le ragioni per cui certe proprietà sono tipiche e distintive e altre non lo sono
La teoria estesa del prototipo Passaggio dal concetto di prototipo come istanza reale e come occorrenza concreta al concetto di prototipo come entità astratta e come costrutto mentale Il prototipo diventa un insieme di proprietà astratte Configurazione degli effetti prototipici: insieme delle proprietà salienti che distinguono una categoria dall’altra
La teoria estesa del prototipo (continua) Si ottengono diversi effetti una categoria puo’ rimandare a una gamma di referenti diversi senza essere percepita come ambigua (polisemia analitica) le proprietà di una categoria possono essere differenti, di importanza diversa, fra loro sovrapponentisi
La teoria estesa del prototipo (continua) esistenza di esemplari con un maggior numero di effetti prototipici presenza eventuale (ma non necessaria) di confini sfumati della categoria
La teoria estesa del prototipo (continua) Prototipicità della categoria (maggiore o minore possesso degli effetti prototipici) Tipicità del significato (rimanda al concetto di valore medio, di regolarità delle situazioni)
La teoria estesa del prototipo (continua) Proprietà essenziali (proprietà comuni a tutti i membri di una categoria; definiscono l’appartenenza categoriale soltanto in negativo per escludere chi non le possiede) Proprietà tipiche (proprietà specifiche aggiunte, soggette a eccezioni e cancellabili, senza per questo inficiare il processo stesso di appartenenza) Tra le proprietà essenziali e quelle tipiche esiste una gerarchia di rilevanza: le prime sono più importanti delle seconde
Il caso della polisemia e la somiglianza di famiglia La semantica del prototipo si trova in difficoltà con il fenomeno della polisemia semantica, in quanto quest’ultima prevede un senso di base che assume diversi percorsi di senso nei significati derivati Teoria della somiglianza di famiglia (Wittgenstein): per il concetto di gioco, per esempio, non esiste il prototipo né un insieme di proprietà comuni, ma soltanto somiglianze parziali e locali, condivise da almeno due membri della categoria Categorie radiali: presenza di un caso centrale e variazioni convenzionalizzate che non possonio essere previste da regole generali (Lakoff, analisi del sistema di classificazione dei Dyirbal)
Stabilità e instabilità del significato
La variabilità e la flessibilità del significato Fenomeno della cancellabilità dei tratti semantici si fonda sulla natura convenzionale del significato (in quanto realtà storicamente e culturalmente definita) in quanto convenzionale, il significato può essere oggetto di negoziazione, di modificazione e di trasformazione culturale implica il superamento di una concezione naturale del significato
Presenza di confini sfumati e continui un enunciato è sfumato se è caratterizzato dalla proprietà di opacità referenziale (es. i quantificatori e i qualificatori) Fenomeno della vaghezza semantica il significato consiste in un fuzzy set, ovvero una classe di unità comunicative con una gradazione semantica continua man mano che ci si allontana dai casi standard, si entra in un’area di vaghezza semantica (es. tazze)
I fenomeni semantici della somiglianza di famiglia e delle categorie radiali non sono isolati né eccezionali ma sfociano nel più vasto ambito della polisemia semantica (es. “fresco”) questi fenomeni conducono alla graduabilità semantica, (es. “morto”) la graduabilità semantica implica il superamento della distinzione fra significato letterale e significato figurato
La variabilità e la flessibilità dei significati dipendono dal contesto d’uso il significato è legato ad un contesto (context-bound): un dato contesto pone in evidenza certe proprietà del significato e ne “narcotizza” altre
il contesto svolge una funzione di selezione semantica: le interpretazioni delle proprie e altrui espressioni possono cambiare se cambia il contesto di riferimento risemantizzazione contestuale: un parlante può attribuire determinati tratti semantici a qualcosa che di per sé non li possiede ma che li viene ad acquisire grazie a una specifica situazione contingente
PERCHE’ E’ IMPORTANTE LA FLESSIBILITA’ DEI SIGNIFICATI? I fenomeni comunicativi sottesi all’instabilità e alla variabilità semantica sono alla base della plasticità dei significati consente ai parlanti di impiegare i significati in modo flessibile in funzione delle loro intenzioni comunicative
il significato non è uno schema chiuso e rigido, ma rinvia a uno schema mentale e culturale con un elevato grado di adattabilità alle situazioni contingenti il significato possiede un alto numero di gradi di libertà che rende possibile una serie di diverse sue attualizzazioni e interpretazioni è possibile la ridefinizione dei significati nello scambio comunicativo
La regolarità dei significati Occorre bilanciare la flessibilità e la variabilità dei significati con la loro stabilità e regolarità I processi di stabilità semantica rendono possibili e spiegano le probabilità di ordine e di regolarità nello scambio dei significati Significato presuntivo = significato che si assume come condiviso entro una data comunità di comunicatori
Stabilità semantica convenzione fra gli interlocutori (in quanto appartenenti alla medesima cultura di riferimento) Nel processo di convenzionalizzazione, l’accordo su come deve essere fatto o detto qualcosa è più importante di quello che viene realmente fatto o detto
Il processo di convenzionalizzazione si conclude nell’elaborazione di una serie di format comunicativi Format = sequenza strutturata di scambi interattivi (verbali e non verbali) che consente di raggiungere congiuntamente uno scopo, di seguire le stesse procedure, di condividere significati
Processi di riproduzione Processi di produzione Format comunicativi Processi di riproduzione Processi di produzione Processi di riproduzione: ripetizione stereotipata nel tempo; formazione di routine comunicative entro un contesto standard Contesto standard: contesto che presenta una elevata regolarità nella ripetizione delle interazioni, degli eventi e degli scambi comunicativi La regolarità dei contesti è la regolarità dei significati: il significato di un atto comunicativo è dato dalla rappresentazione della regolarità del contesto standard
La regolarità dei contesti è la regolarità dei significati Il significato di un atto comunicativo è dato dalla rappresentazione della regolarità del contesto standard
Processi di produzione: variazioni e deviazioni dei format in funzione delle condizioni contingenti e degli aspetti di novità caratteristici di ogni situazione comunicativa La regolarità del contesto è un fatto storico e culturale, non una necessità logica, e il passato non determina il presente: ciò rende possibili delle variazioni contestuali in funzione della situazione contingente (hic et nunc) Nel duplice processo di riproduzione e produzione, regolarità e variazione sono componenti essenziali del significato che si presuppongono e si implicano a vicenda
Senza regolarità non vi è consapevolezza della variazione e viceversa Nel duplice processo di riproduzione e produzione, regolarità e variazione sono componenti essenziali del significato che si presuppongono e si implicano a vicenda
Stabilità e instabilità del significato In sintesi due poli che oscillano in continuazione e in modo sincrono creano lo spazio comunicativo dei significati, nel quale si giocano le interazioni e le relazioni fra le persone Lo spazio comunicativo generato da tali processi consente di collegare il flusso dei significati al flusso dell’esperienza
Significato, contesto e indessicalità
Contesto Contesto: insieme delle condizioni, delle opportunità e dei vincoli spaziali, temporali, relazionali, istituzionali e culturali che assieme a un dato testo genera il significato come unità comunicativa il contesto non è un a priori oggettivo, ma il risultato delle scelte che i comunicatori fanno nei confronti di vincoli e opportunità dell’ambiente
Rapporto fra testo e contesto Prospettiva esternalista Contesto = matrice del significato di una data parola o frase, in quanto, di volta in volta, filtra, attiva certe sue proprietà semantiche e ne inibisce altre Prospettiva internalista anche il testo contribuisce a definire il contesto, poiché, data una parola o una frase, sono attivati certi contesti standard piuttosto che altri
Prospettiva interazionista Per la psicologia della comunicazione Prospettiva interazionista testo e contesto si integrano in modo intrinseco fra loro; si rimandano a vicenda in continuazione; non si possono discernere gli aspetti semantici pertinenti al testo e quelli pertinenti al contesto Il significato è la fusione di un testo e di un contesto in maniera congiunta, dinamica e contingente
Superamento della concezione additiva del contesto (= il significato è il prodotto della giustapposizione meccanicistica di testo e contesto, considerate come dimensioni indipendenti e separate) Il significato dipende dall’uso (Wittgenstein), ovvero dal modo con cui si impiega una certa parola, frase o gesto in una certa situazione in maniera contingente
Gestione locale del significato: non è prodotto da principi generali e astratti ma è attivato in maniera contingente nel flusso delle interazioni fra gli interlocutori Fuoco comunicativo: modo in cui gli interlocutori orientano la loro attenzione e interesse sugli aspetti prominenti di un certo atto comunicativo
Importanza del fenomeno comunicativo della deissi = insieme delle espressioni linguistiche che fanno riferimento diretto alla situazione comunicativa nel tempo e nello spazio Indessicalità: ancoraggio del significato e dell’interpretazione di una frase al suo contesto d’uso
Significato letterale e significato figurato
Significato denotativo e significato connotativo Questa distinzione è stata oggi messa in discussione Significato denotativo Denotazione = attribuzione di un significato ovvio (o primario), convenzionale e neutro a una certa parola o espressione Significato connotativo Significato associato (o secondario) di una parola in aggiunta al significato primario
Oltre il significato letterale Significato letterale significato linguistico; combinazione dei significati delle singole parole; risultato di operazioni esclusivamente linguistiche (significato primario) Significato figurato Ricorso a modi espressivi che, facendo riferimento al significato letterale, lo impiegano in modo simbolico e traslato (significato secondario)
Logica del significato letterale secondo il modello tradizionale Modello a tre stadi: a) comprendi il significato letterale di una frase b) verifica il significato letterale ottenuto con il contesto della frase c) se il significato letterale ha senso, accettalo come il significato della frase (ciò che il parlante intende comunicare). Se non ha senso, cerca un significato non letterale (figurato) che ottenga un senso in quel contesto
Tre implicazioni a) il significato letterale è chiaro ed evidente (non problematico), indipendente dal contesto b) il significato letterale ha una priorità incondizionata e va ricercato sempre per primo; soltanto quando esso è “carente” si può andare alla ricerca di un significato figurato c) il significato naturale è derivato in maniera automatica, generato dagli stimoli linguistici; per contro, il significato figurato è derivato in modo opzionale ed esige un maggior impegno cognitivo
È stato verificato che nessuno di questi tre assunti è empiricamente fondato il significato letterale non è unicamente il risultato di una decodifica linguistica, ma esige pure un’interpretazione semantica il fatto che molte parole abbiano un significato graduato e graduabile richiede il ricorso al contesto per interpretare il valore semantico anche sul piano letterale la comprensione del significato figurato è rapida come quella del significato letterale; non è necessario prevedere prima la comprensione del significato letterale e poi quella del significato figurato
l’interpretazione dei significato figurati e letterali procede in l’interpretazione dei significato figurati e letterali procede in parallelo, in quanto presentano la medesima curva di elaborazione cognitiva e attivano in modo automatico i medesimi processi inferenziali l’individuazione di un significato letterale è già il risultato di un’opzione e di un’operazione selettiva di interpretazione; esso dipende dagli assunti di base, che appartengono all’enciclopedia delle nostre conoscenze e sono derivati dalla nostra esperienza all’interno della cultura di appartenenza