La parola <<sindone>> in greco significa <<lenzuolo>>. Infatti essa è considerata il lenzuolo nel quale fu avvolto il corpo di Gesù deposto dalla croce e messo nel sepolcro. Le prime notizie della presenza di questa reliquia della passione di Cristo risalgono al VII secolo, quando alcune fonti accennano alla presenza di questo telo prima a Gerusalemme poi Costantinopoli. Dal 1353 al 1418 la sindone si trova a Lirey nella ragione francese della Champagne. Passata ai duchi di Savoia, nel 1453 viene portata a Chambéry e, nel 1578, è stata trasportata a Torino. La Sindone è un telo di lino senza cuciture ( m 4,36 x 1,10 ), sul quale è visibile l’immagine frontale e dorsale di un corpo. L’uomo che vi è stato avvolto presenta i segni della crocifissione,della flagellazione, e dell’incoronazione di spine. Sono individuabili anche le tracce di un colpo di lancia al costato e le trafitture dei chiodi ai piedi e alle mani.
Anche la modalità con la quale si è prodotta l’immagine resta ancora un mistero, potrebbe essere stata prodotta da una sorta di leggera e superficiale bruciatura del tessuto. Se anche la scienza provasse con sicurezza che l’uomo della Sindone è Gesù questo non influirebbe sul mistero della morte e resurrezione di Cristo e sulla fede viene tributata. La Sindone resta un indizio, una prova storica nelle migliori delle ipotesi; mai però potrebbe diventare un prova della fede.
A partire dal secolo scorso la Sindone è stata studiata da vari punti di vista e con tecniche diverse, che anno permesso di aumentare le conoscenze a riguardo. Dal punto di visto medico, per esempio, si è potuto confermare che l’uomo, la cui immagine è riprodotta sul telo, ha subito una morte uguale a quella di Gesù narrata nei Vangeli. Nel 1898 la Sindone fu fotografata per la prima volta da Secondo Pia; si scoprì che sulla lastra fotografica restava impressa un immagine positiva, ben visibile e non negativa. Cioè la Sindone era un negativo fotografico dove le luci e le ombre sono disposte inversamente rispetto all’immagine reale. Questo esclude ogni fattura pittorica o comunque manuale, in quanto, prima dell’invenzione della fotografia, non si conoscevano i concetti di negativo e positivo fotografico.
Max Frei, nel 1973, esaminò la tracce microscopiche di polline presenti nelle fibre del lino: questi pollini sono stati identificati come appartenenti a piante che crescono solamente in Palestina, nella Turchia meridionale e Istanbul: questo confermerebbe la provenienza e il percorso del lenzuolo. Anche il tipo di tessitura confermerebbe la datazione del lenzuolo intorno all’epoca in cui visse Gesù, in quanto è tipica degli usi meridionali del I secolo.
Dalla Sindone, inoltre, emergono particolari di medicina legale sconosciuti fino al XX secolo (per esempio la distinzione tra sangue venoso e arterioso, tra sangue fuoriuscito prima o dopo la morte).
Altri studi, invece, hanno indotto a posticipare la datazione Altri studi, invece, hanno indotto a posticipare la datazione. Per esempio nel 1988 sono stati prelevati alcuni campioni della Sindone e sono stati sottoposti alla prova del carbonio 14 in tre diverse università (Tucson in Arizona, Oxford e Zurigo). La prova del carbonio 14 permette di datare un oggetto attraverso la misurazione della radioattività della materia: in questo caso la misurazione avvenuta sul lino e ne è risultato che la datazione della Sindone sarebbe collocabile tra il 1250 e il 1350 d.c.
Bisogna tuttavia tener presente che vi sono molti fattori e circostanze che possono influire e alterare i risultati degli esami, cambiando il grado di radioattività dell’oggetto. In questo caso, per esempio, possono avere influito l’incendio cui il lenzuolo fu soggetto nel 1532, la presenza di alcuni funghi e batteri, l’ambiente in cui è stata custodita. Evidentemente, dunque, non si tratta di una datazione sicura.
Nel 1976 John Jackson ed Eric Jumper hanno elaborato a computer l’immagine riprodotta dalla Sindone: quello che ne è risultato è un immagine tridimensionale di un uomo.
La ricerca e gli approfondimenti scientifici continuano. Altri studi hanno rilevato l’impronta di due monete poste in corrispondenza degli occhi della figura umana: sarebbero lepta, cioè le menete coniate da Ponzio Pilato tra il 29 e il 32 d.c. Questo conferma tra l’altro l’usanza del rituale funerario ebraico di porre delle monete sugli occhi del defunto.
La Sindone La parola <<sindone>> in greco significa <<lenzuolo>>. Infatti essa è considerata il lenzuolo nel quale fu avvolto il corpo di Gesù deposto dalla croce e messo nel sepolcro. Le prime notizie della presenza di questa reliquia della passione di Cristo risalgono al VII secolo, quando alcune fonti accennano alla presenza di questo telo prima a Gerusalemme poi Costantinopoli. Dal 1353 al 1418 la sindone si trova a Lirey nella ragione francese della Champagne. Passata ai duchi di Savoia, nel 1453 viene portata a Chambéry e, nel 1578, è stata trasportata a Torino. La Sindone è un telo di lino senza cuciture ( m 4,36 x 1,10 ), sul quale è visibile l’immagine frontale e dorsale di un corpo. L’uomo che vi è stato avvolto presenta i segni della crocifissione,della flagellazione, e dell’incoronazione di spine. Sono individuabili anche le tracce di un colpo di lancia al costato e le trafitture dei chiodi ai piedi e alle mani. A partire dal secolo scorso la Sindone è stata studiata da vari punti di vista e con tecniche diverse, che anno permesso di aumentare le conoscenze a riguardo. Dal punto di visto medico, per esempio, si è potuto confermare che l’uomo, la cui immagine è riprodotta sul telo, ha subito una morte uguale a quella di Gesù narrata nei Vangeli. Nel 1898 la Sindone fu fotografata per la prima volta da Secondo Pia; si scoprì che sulla lastra fotografica restava impressa un immagine positiva, ben visibile e non negativa. Cioè la Sindone era un negativo fotografico dove le luci e le ombre sono disposte inversamente rispetto all’immagine reale. Questo esclude ogni fattura pittorica o comunque manuale, in quanto, prima dell’invenzione della fotografia, non si conoscevano i concetti di negativo e positivo fotografico. Max Frei, nel 1973, esaminò la tracce microscopiche di polline presenti nelle fibre del lino: questi pollini sono stati identificati come appartenenti a piante che crescono solamente in Palestina, nella Turchia meridionale e Istanbul: questo confermerebbe la provenienza e il percorso del lenzuolo.
Anche il tipo di tessitura confermerebbe la datazione del lenzuolo intorno all’epoca in cui visse Gesù, in quanto è tipica degli usi meridionali del I secolo. Altri studi, invece, hanno indotto a posticipare la datazione. Per esempio nel 1938 sono stati prelevati alcuni campioni della Sindone e sono stati sottoposti alla prova del carbonio 14 in tre diverse università (Tucson in Arizona, Oxford e Zurigo). La prova del carbonio 14 permette di datare un oggetto attraverso la misurazione della radioattività della materia: in questo caso la misurazione avvenuta sul lino e ne è risultato che la datazione della Sindone sarebbe collocabile tra il 1250 e il 1350 d.c. Bisogna tuttavia tener presente che vi sono molti fattori e circostanze che possono influire e alterare i risultati degli esami, cambiando il grado di radioattività dell’oggetto. In questo caso, per esempio, possono avere influito l’incendio cui il lenzuolo fu soggetto nel 1532, la presenza di alcuni funghi e batteri, l’ambiente in cui è stata custodita. Evidentemente, dunque, non so tratta di una datazione sicura. La ricerca e gli approfondimenti scientifici continuano. Altri studi hanno rilevato l’impronta di due monete poste in corrispondenza degli occhi della figura umana: sarebbero lepta, cioè le menete coniate da Ponzio Pilato tra il 29 e il 32 d.c. Questo conferma tra l’altro l’usanza del rituale funerario ebraico di porre delle monete sigli occhi del defunto. Anche la modalità con la quale si è prodotta l’immagine resta ancora un mistero, potrebbe essere stata prodotta da una sorta di leggera e superficiale bruciatura del tessuto. Se anche la scienza provasse con sicurezza che l’uomo della Sindone è Gesù questo non influirebbe sul mistero della morte e resurrezione di Cristo e sulla fede viene tributata. La Sindone resta un indizio, una prova storica nelle migliori delle ipotesi; mai però potrebbe diventare un prova della fede.