IL CINEMA.

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Transcript della presentazione:

IL CINEMA

Storia del Cinema

Primo film internazionale (muto e in bianco e nero) Il primo film proiettato fu “La sortie des usines", a Parigi, il 28 dicembre del 1895 da parte dei fratelli Lumière, nel quale si vedeva un cancello di una fabbrica aprirsi e tutti i lavoratori uscire. Al termine di questa "sfilata" si vedevano le porte del cancello chiudersi e qui terminava il film. Sembra una cosa molto banale, soprattutto il soggetto dell'opera, ma si deve pensare allo stupore che hanno provato tutte quelle persone che fino a quel momento erano state abituate a vedere semplici fotografie che riportavano solo immagini fisse.

Primo sonoro (bianco e nero) Dal muto al sonoro Edison fu il primo ad aggiungere il sonoro alle sue brevi pellicole, ma non ebbe successo perché a quei tempi i cinema erano organizzati al miglior modo per il cinema muto. Ma Warner rischiò lanciando comunque il primo film sonoro: “Il Cantante di jazz”. Grazie a questa novità nacquero nuovi contenuti adatti a valorizzare il sonoro e nuove tecniche. Con il sonoro e la musica, la recitazione teatrale a cui si affidavano gli attori del cinema muto, risultava esagerata e ridicola: così le stelle del cinema muto scomparvero e presero importanza interpreti dotati di voci più gradevoli e di una tecnica di recitazione più adatta al nuovo cinema. Primo sonoro (bianco e nero) La prima ripresa cinematografica è “Roundhay Garden Scene”, un cortometraggio di 2 secondi realizzato il 14 ottobre 1888 da Le Prince.

Cantante di jazz Jakie è un ragazzo ebreo che per il suo amore verso il jazz sconvolge l’equilibrio familiare (generazioni della sua famiglia dietro di lui cantavano in sinagoga), vorrebbe dedicare interamente la sua vita a questo genere musicale. Dopo un’ accesa discussione Jakie va via di casa e prende la sua strada. Cambia il suo nome e il colore della sua pelle finché grazie alla sua compagna non arriva la grande occasione: Jakie dovrà rivedere le sue idee sulla vita familiare e sulle sue scelte.

Dal bianco e nero a colori Oggi la maggior parte dei film muti che vediamo in bianco e nero a volte venivano colorati secondo la moda dei colori. Il colore accentuava l'aspetto realistico del film. Il colore forniva anche informazioni utili alla narrazione e rendevano la storia più comprensibile. In questo periodo divennero frequenti due tecniche per colorare le copie da distribuire: -imbibizione: la pellicola veniva immersa nella tinta che colorava le parti più chiare delle immagini mentre quelle scure rimanevano nere; -viraggio: la pellicola veniva immersa in una soluzione chimica che colorava le zone scure dell’ immagine, mentre quelle più chiare rimanevano più o meno bianche. A Pisa nel 1899 fu aperto il più antico cinema italiano tuttora in esercizio: il “Cinema Lumière”.

Totò a colori Primo film a colori (colori e sonoro) In Italia il primo film a colori fu “Totò - a colori” nel 1952, di Steno Tonino Delli Colli, colui che portò il technocolor a Cinecittà. Totò a colori Antonio Scannagatti è un compositore dilettante, in perenne attesa di un segno da editori di Milano. Vive con sua sorella e suo cognato, che per colpa sua è diventato nevrastenico, infatti ogni mattina Antonio lo sveglia con le sue composizioni. Il sindaco chiama Antonio a dirigere la banda del paese per l’arrivo di un paesano emigrato. Il giorno seguente arriva l’emigrato ma “il cigno” di Caianello, cioè Antonio, non riesce a far parlare l’americano che va subito via.

Il giorno seguente si reca a Capri, per parlare col nipote del sindaco che gli ha fatto credere di essere fidanzato con la nipote di un editore così da chiedere la raccomandazione. La ragazza fa finta di chiamare Milano, ed Antonio convinto che ormai l’editore l'aspetti, parte per la gloria. In treno succede di tutto: inizia con dei fraintendimenti con il controllore ma si chiariscono in fretta, nel suo scompartimento c’è un onorevole che crede ladro, fra i due ci sono dei dialoghi simpatizzanti e nella cabina capita anche un’ astuta ladra che lascia i due senza alcun quattrino. Antonio appena accortosi del furto accusa l’onorevole e lo fa allontanare dai ferrovieri. Arrivato a Milano si presenta subito nell'ufficio dell'editore il quale lo scambia per un infermiere che stava aspettando. Intanto giunge a Milano il cognato che intende riprendersi dei soldi che Antonio gli aveva sottratto ma sentendolo parlare con l’editore pensa che ha avuto successo e decide di perdonarlo. Antonio è costretto a scappare dallo studio dell’ editore perché quest’ ultimo ha scoperto che non era chi aspettava, ma quando il cognato si accorge che era tutta una farsa, decide di ucciderlo. Però il delitto non avverrà perché l’editore, tra le sue carte, ha trovato l’opera di Antonio che non gli dispiace affatto. Così questa volta Antonio ha avuto davvero successo e viene ribattezzato in paese con “il Cigno”. Nel suo paese gli dedicheranno una piazza principale. Il film si conclude con l’onorevole che insegue per tutto il paese Antonio.

I Personaggi Del Cinema

MARILYN MONROE

I PRIMI ANNI.. Nata a Los Angeles l’1 giugno 1926 con il nome Norma Jeane Mortenson, Marilyn Monroe fu una delle attrici, cantanti, modelle e produttrici cinematografiche più importanti della storia del cinema. La madre, Gladys Pear, lavorava come caporeparto alla Consolidated Film Industries e riuscì a ricoverarsi grazie ad una colletta. Il dubbio rimane, invece, quando si parla di suo padre. Alcuni dicevano che fosse Martin Edward Mortenson, secondo marito di Gladys, altri erano convinti che il padre fosse Charles Stanley Gifford, un impiegato delle vendite cinematografiche. Ma Gladys affidò Norma in una località di Los Angeles fino all’età di 7 anni. Norma non sapeva che Ida, la mamma adottiva, in realtà non era quella vera. Gladys andava a visitarla, ma poi riuscirono a far costruire una casa dove poter abitare insieme. Marilyn affermò che i suoi momenti più felici li trascorse intorno a un pianoforte, proprio quello che nel 2000 fu comprato da Mariah Carey.

Gladys, madre di Marilyn

PRIMO MATRIMONIO … Il 19 giugno 1942, a soli 16 anni, sposò James Dougherty, primo marito di Marilyn. Ma il 13 settembre 1946 ci fu la separazione. Norma si traslocò a Los Angeles dove lavorò all’inizio come operaia, poi come impacchettatrice di paracaduti.

… E PRIMO CONTRATTO DI LAVORO.. Il 26 giugno 1945 incontrò un fotografo che la esortò a diventare una modella e l’aiutò a farla eleggere come Miss Lanciafiamme. Nel 1946, a 20 anni, fu scelta una sua foto per la rivista “Family Circle”, la sua prima copertina. Firmò un contratto e le sue foto fanno il giro del mondo: in Italia compare in tenuta da spiaggia, in Francia con le vesti da babysitter. Poco dopo, l’agente di Marilyn Monroe, ricevette alcune chiamate molto importanti da case cinematografiche. Marilyn prese appuntamento con la 20th Century Fox. Il 24 agosto 1946 fece una buona impressione al regista Ben Lyon e ottenne il suo primo contratto cinematografico di sei mesi per 125 dollari.

RECITAZIONE … I periodi difficili non erano per niente terminati. Marilyn partecipa al film “Scudda Hoo! Scudda Hay!” uscito, però, diverso tempo dopo. Inoltre il 25 agosto 1947 scadde il contratto con la casa cinematografica 20th Century Fox che non le fu rinnovato perché dicevano che la ragazza non era adatta alla recitazione drammatica. Poi conobbe e frequentò i due figli di Charlie Chaplin. Charlie Chaplin Junior Sydney Chaplin

E CANTO.. Nel film “Orchidea Bionda” oltre che a recitare, Marilyn cantò per la prima volta due canzoni previste nel film. Orchidea Bionda Seguì dei corsi di recitazione fino al 1954, e al termine, ne seguì altri di canto per impostare al meglio il suo timbro vocale sia nella dizione che nel canto. Si innamorò del suo maestro di canto, separato con due figli, che la maltrattava e la criticava in continuazione. Il 9 settembre del 1948, anche il contratto con la Columbia Pictures scadde e, di nuovo, senza un rinnovo.

IL TENTATO SUICIDIO.. Il 18 dicembre 1950 Marilyn si incolpò della morte di un regista, Hyde. Fu cacciata di casa dalla moglie, che la trattava come una di famiglia, e il giorno del funerale tentò il suicidio abusando di farmaci a casa di una sua cara amica, che per fortuna, arrivò in tempo e la salvò.

LE ULTIME APPARSE DI MARILYN.. Nel gennaio 1951 continuò a girare una serie di film, come “L’affascinante bugiardo” e “Le memorie di un dongiovanni”. Appare, inoltre, nella rivista Collier e un anno dopo sulla rivista settimanale Life. Il 4 ottobre nel 1951 sposò il critico letterario Robert Slatzer, ma tre giorni dopo i due decisero di annullarlo pagando. Nel 1953 divenne la star più grande del mondo. In quell’anno recitò in “Fermata d’autobus” e “Gli uomini preferiscono le bionde” con gli attori più importanti del periodo, fra cui Jane Russell, Cary Grant, Yves Montand.

Jane Russell

Cary Grant

Yves Montand

Dopo il matrimonio durato nove mesi con Joe di Maggio, il 7 febbraio 1961 Marilyn si recò all’ospedale psichiatrico di New York, dove non resiste e decide di chiamare Joe pregandolo di salvarla e portarla via di lì. Passarono dei giorni insieme in Florida, poi Marilyn ebbe due interventi chirurgici ginecologici.

Comprò una villa a Brentwood che le ricordava il Messico, la città più amata da Marilyn. Il 23 aprile dovevano iniziare le riprese del nuovo film “Something’s Got to Give”, ma Marilyn si ammalò e quando tornò sul set, disse ad alcune persone che era incinta. Ma abortì dopo circa 6 settimane. Il 19 maggio, ai festeggiamenti del presidente Kennedy, cantò “Happy Birthday MR President”. La bellissima star si assentò di nuovo alle riprese del film, tanto che alla fine venne licenziata. Marilyn & John Kennedy Villa di Marilyn

LA MORTE E I FUNERALI.. Era il 5 agosto quando Marilyn Monroe fu ritrovata morta nella camera da letto della sua villa a Los Angeles all’età di 36 anni, a causa di un’overdose. Di Maggio si occupò dei funerali che furono celebrati al Westwood Memorial Park l’8 agosto 1962, inoltre si prese cura di tutte le pratiche di Marilyn organizzando tutto con l’amministratrice dei beni della star. Per vent’anni, Joe Di Maggio faceva portare sulla tomba di Marilyn una dozzina di rose rosse tre volte alla settimana e non parlò mai pubblicamente di lei, a differenza di altri uomini che la conobbero intimamente e non.

PREMI E RICONOSCIMENTI..

Golden Globe 1954, Henrietta Award (La migliore attrice del mondo)

Crystal Star Award 1959: Miglior attrice straniera per il principe e la ballerina

Golden Globe 1960, Miglior attrice in un film commedia o musicale per “A qualcuno piace caldo”

Vittorio De Sica

Vittorio Domenico De Sica è nato il 7 luglio del 1901 ed è stato un attore, regista e sceneggiatore italiano. Figlio di Umberto e Teresa. Vittorio e il padre avevano un ottimo rapporto, bello e forte. Inoltre è proprio al padre che ha dedicato il film “Umberto D.” Insieme alla famiglia si trasferirono a Napoli e nel 1914, dopo la prima guerra mondiale, a Firenze. A 15 anni Vittorio iniziò ad esibirsi come attore in piccoli spettacoli organizzati per i militari ricoverati negli ospedali. Poi si trasferì definitivamente a Roma.

“Umberto D.”

Durante gli studi, ottenne una piccola parte in un film muto, nel 1917, “Il processo Clemenceau”. Nel 1925 è il secondo attore brillante nella compagnia di Italia Almirante, una diva del muto, e nel 1927 è secondo attor giovane nella compagnia di Luigi Almirante, Sergio Tofano, e Giuditta Rissone.

Giuditta Rissone Luigi Almirante

Nel 1930 divenne primo attore e venne notato da Mario Mattòli che lo mise affianco a Umberto Melnati, col quale formò una coppia comica anche a livello internazionale. Nel 1933 fondò, insieme a Giuditta Rissone e Sergio Tofano, una compagnia con rappresentazioni comiche. Nel 1945 partecipò allo spettacolo di Luigi Pirandello “Ma non è una cosa seria”, nel 1946 lavorò nello spettacolo “Il matrimonio di Figaro” e nel 1949 la sua ultima apparizione sul palcoscenico ne “I giorni della vita”. Nel 1932 De Sica diventò un divo delle commedie, tra cui “Gli Uomini che mascalzoni …”, “Parlami d’amore Mariù”, “Darò un milione” e “I grandi magazzini”. Dopo esser diventato regista, continuò comunque la sua carriera come attore, apparendo in piccole scene, vincendo un Nastro d’Argento nel 1948 e diversi premi negli anni successivi. Ebbe la fortuna di conoscere Alberto Sordi con il quale recitò in diversi film, “Il conte Max”, “Il moralista” e “Il vigile”. Recitò anche in un film lanciato dallo stesso Sordi, “Un italiano in America” nel 1967, dove interpretò uno sfaccendato squattrinato emigrato negli Stati Uniti d’America.

Alberto Sordi

Vittorio De Sica & Alberto Sordi, Nel film “Il conte Max”

Amava poco il piccolo schermo, ma comunque partecipò a diverse trasmissioni di intrattenimento come “Il Musichiere” , “Colonna sonora”, “Canzonissima”, nonché nel ruolo del giudice chiamato a processare il burattino Pinocchio nel film “Le avventure di Pinocchio”. Nel 1937 sposò Giuditta Rissone dalla quale ebbe la prima figlia. Poi conobbe l’attrice catalana Maria Mercader nel 1942 e, dopo aver ottenuto il divorzio dalla prima moglie nel 1954 in Messico, la sposò ma l’unione fu nulla perché non venne riconosciuta dalla legge italiana. Nel 1968 ottenne la cittadinanza francese e sposò la Mercader a Parigi, dalla quale ebbe due figli: Manuel, musicista, e Christian, attore e regista. Vittorio De Sica morì a 73 anni in seguito ad un intervento chirurgico presso l’ospedale di Parigi. Nello stesso anno, Ettore Scola gli dedicò il suo capolavoro “C’eravamo tanto amati”. Trentacinque anni dopo, Annarosa Morri e Mario Canale gli dedicarono il documentario “Vittorio D.” presentato alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

Federico Fellini

Federico Fellini è stato un celebre regista e sceneggiatore italiano Federico Fellini è stato un celebre regista e sceneggiatore italiano. Nacque il 20 gennaio del 1920 a Rimini da una famiglia borghese e morì a Roma il 31 Ottobre del 1993. È considerato come uno dei maggiori protagonisti della storia del cinema mondiale. Fu vincitore di quattro premi Oscar per il miglior film straniero e gli è stato conferito nel 1993 l'Oscar alla carriera, diventando così il regista con il maggior numero di oscar vinti in assoluto. Fellini cominciò a fare i primi piccoli guadagni come disegnatore. Ispirandosi a Winsor McCay, celebre disegnatore, nella sua camera da letto aveva costruito con l'immaginazione un mondo inventato, dove immaginava le storie che voleva vivere e vedere al cinema. Le prime esperienze del giovane Fellini rivelano che il suo obiettivo professionale non era tanto diventare avvocato, quanto intraprendere il lavoro di giornalista. Infatti esordì a Roma sul Marc'Aurelio, la principale rivista italiana. Negli anni Sessanta il vero talento di Fellini si espresse con tutte le sue energie, rivoluzionando i metodi estetici del cinema. Appaiono in questo decennio i film più sconvolgenti del regista, ricchi di ironia ma anche di una sottile malinconia tra cui “La strada”, “La dolce vita” e “Amarcord”.

“La Strada” Il grande successo, anche a livello internazionale, arrivò per Fellini grazie al film “La strada”, girato nel 1954. L'idea del film si ha intorno al 1952 quando Fellini fu alle prese con il montaggio de “Lo sceicco bianco”. Per motivi strettamente legati alla produzione fu però costretto a ritardare il progetto e a girare prima “I vitelloni” e l'episodio “Agenzia matrimoniale”. La composizione del cast, fu oggetto di discussioni ed in particolare i produttori non erano convinti della partecipazione di Masina, la moglie di Fellini. Ma si dovettero arrendere alla invariabilità del maestro. Tra i vari provini per i ruoli di protagonisti c'è da annoverare quello di Alberto Sordi che però non viene ritenuto idoneo per la parte. La realizzazione del film fu lunga e difficoltosa. Tra i vari imprevisti e incidenti che rallentano la realizzazione del film, si aggiunge il manifestarsi in Fellini dei primi sintomi della depressione che lo porterà ad avere un malumore incontrollabile. La prima de “La strada” avvenne il 6 settembre 1954 a Venezia. I primi giudizi del film si inserirono in un contesto di scontro culturale con i neorealisti. Ben altra accoglienza ha il film all'estero e nel 1957 arrivò il primo Premio Oscar come Miglior Film Straniero.

LA DOLCE VITA Nel 1960 uscì “La dolce vita”. Fu un film che abbandonava gli schemi narrativi tradizionali, ebbe clamore e polemiche perché oltre a illustrare situazioni amorose, descriveva una decadenza morale. Il produttore iniziale de “La dolce vita” fu Dino De Laurentiis; tra il produttore e Fellini avvenne però una rottura e il regista dovette cercare un altro produttore che fu un duo, Angelo Rizzoli e Giuseppe Amato. Il film fu premiato con la Palma d'oro al Festival di Cannes.

AMARCORD Nel 1973 uscì “Amarcord”, il film, senza dubbio, più autobiografico di Fellini e incentrato sul tema della memoria come i film “I clowns” (1970) e “Roma” (1972). La popolarità di questo film è tale che lo stesso titolo "Amarcord" (ossia “io mi ricordo”), è diventato un termine nuovo nella lingua italiana. Questo film è stato presentato fuori concorso al Festival di Cannes del 1974. In particolare in “Amarcord” si trovano molti spunti autobiografici: infatti possiamo riconoscere in Moraldo, il giovane che alla fine del film abbandona il paese natale per andare a vivere in una grande città, come il giovane Fellini, che abbandonò Rimini verso Roma, ed è grazie a questi spunti che il film vinse l’ Oscar. Ma il regista rifiuta di riconoscere nella pellicola qualsiasi riferimento alla propria vita e infanzia dichiarando che tutto è frutto della sua immaginazione e non andò a ritirare il riconoscimento che verrà consegnato al produttore.

LA MORTE Nel 1993 Federico Fellini ricevette dall'Accademia delle arti e scienze cinematografiche americana il suo ultimo Oscar, il più importante, quello alla carriera. Poi, però, a causa di un ictus, morì nello stesso anno. Dopo la sua morte, tutte le strade che sboccano sul lungomare riminese sono state ribattezzate con i nomi dei suoi film e "ornate" da cartelli con le relative locandine e descrizioni.

Il cinema 3D

Il cinema tridimensionale o 3-D è un tipo di proiezione cinematografica che grazie ad alcune tecniche di ripresa permette di vedere le immagini in maniera stereoscopica. Per la visione di queste immagini ‘’particolari’’ c’è bisogno di alcuni supporti sia per la proiezione che per la visione. Servono degli apparati aggiuntivi ai normali proiettori a volte anche schermi appositi e occhiali particolari. Attualmente questa tecnica viene utilizzata per i film d’azione dove è maggiore la necessità dell’effetto speciale per coinvolgere ancora di più lo spettatore.

Avatar è un film in 3D di fantascienza, ambientato nel 2154 su Pandora un pianeta extra-terrestre, simile alla terra, le creature che lo abitano anch’esse molto simili agli umani si chiamano Na’Vi sono altissimi e dalla pelle blu, però gli uomini non sono in grado di respirare l’aria presente sul pianeta. Gli umani vogliono conquistare Pandora perché ricca di risorse minerali, così gli uomini creano degli avatar, un ibrido tra uomo e Na’Vi in modo da mescolarsi tra la popolazione di Pandora. Jake Sully, il protagonista costretto a vivere su di una sedia rotelle riesce a riprendere la mobilità delle gambe entrando nel corpo di uno di questi avatar, l’integrazione degli avatar sara molto forte da arrivare a tal punto che Jake sarà posto davanti una scelta importante: rimanere con i Na’Vi o tradirli.

Ricerche Montaggio Regia di Mazzilli Giada Loria Marika Teresa Provaroni Giorgia