Occupazione femminile: sfide e criticità

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
International Theme EMPOWERED WOMEN LEADING BUSINESS.
Advertisements

Lezioni di Sociologia del lavoro
TESTO UNICO DELLE NORME IN MATERIA INDUSTRIALE, ARTIGIANA E DEI SERVIZI ALLA PRODUZIONE L.R. 28 ottobre 2003, n. 20.
Corso di Sociologia del Lavoro e delle Relazioni Industriali
Regione Toscana: indagini sugli esiti occupazionali del POR Ob
La crisi Irlandese Relazione eseguita da: Valeria De Santis
Il monitoraggio della Congiuntura A cura di: Giuseppe Capuano - Economista Treviso, 7 maggio 2010.
Ciclo di Incontri I supporti strutturali allimprenditoria nelle nuove sfide del mercato 7 ottobre Primo Seminario - Il mercato del credito: analisi.
1 Riflessioni sul futuro della politica di coesione DG Politica regionale Commissione europea.
Azioni Strutturali Politica regionale Rafforzare la concentrazione Obiettivi7 3 Iniziative comunitarie13 4 % della popolazione.
Pari opportunità. Perchè le pari opportunità per H2- training ? Secondo le previsioni, entro il 2015 in Europa saranno richieste nuove figure qualificate.
I giovani anziani in Italia ed Europa: situazione attuale e tendenze di lungo periodo Roberto Leombruni (Labor) Matteo Richiardi (Università Politecnica.
DONNE E LAVORO IN PIEMONTE Un profilo statistico delloccupazione e della disoccupazione femminile nella nostra regione.
Milano, maggio 2010 IMMIGRATI E MICROFINANZA. ANALISI DELLA REALTÀ ITALIANA A. Coscarelli Dipartimento di Economia e Statistica D. Federico - A.
Gli strumenti e i servizi per linserimento lavorativo delle persone con disabilità in Emilia-Romagna G. Marzano, Provincia di Parma, 21 maggio 2008, Modena.
Servizio Controllo Strategico e Statistica Loccupazione femminile in Emilia-Romagna 7 marzo 2011 Numeri per decidere Ciclo di seminari organizzato dallAssemblea.
1 PATTO PER LA CRESCITA INTELLIGENTE, INCLUSIVA E SOSTENIBILE Monitoraggio del Mercato del lavoro e del ricorso agli Ammortizzatori sociali Bologna, 26.
Tendenze della diseguaglianza economica in Italia e nella UE15 Michele Raitano Sapienza Universit à di Roma.
30 marzo 2011 La valorizzazione di genere come fattore strategico di sviluppo economico, organizzativo e soggettivo VALORIZZAZIONE DI GENERE COME FATTORE.
Famiglie e Genere Antonio Tintori, Pietro Demurtas Quale famiglia? (Dom. 3) Sebben che siamo donne... ? (Dom. 9)
ISTRUZIONE E FORMAZIONE 2010
Leconomia lucana nel 2002 e le prospettive per il 2003 Centro Studi Unioncamere Basilicata Matera, 5 maggio 2003.
IL LAVORO FLESSIBILE TRA PART TIME E CONGEDI PARENTALI di Gabriele OLINI Ufficio Studi CISL 6 aprile 2000.
Ruoli di genere e conciliazione dei tempi della vita e del lavoro
Il service-point della conciliazione.
Le tre grandi sfide delle P.P.A.A. per la qualità del lavoro*: 1. La prima: rendere attrattive le amministrazioni pubbliche per i talenti migliori. 2.
Luigi Bidoia Scenari strategici per le imprese italiane produttrici di piastrelle in ceramica Sassuolo, 17 dicembre 2007.
Stime ufficiali sulla povertà relativa - Metodo Ispl (Istat)
1 Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Direzione Generale per le Politiche per l'Orientamento e la Formazione Ministero del Lavoro e delle Politiche.
Ropol09anci INDAGINE SU PATTO DI STABILITA 2009 IN PIEMONTE ANCI PIEMONTE Torino, 29 giugno 2009.
ANALISI CONTRATTAZIONE DI SECONDO LIVELLO SETTORE TESSILE – ABBIGLIAMENTO COMO 2000/2003.
REGOLAMENTO 1081 DEL RELATIVO AL FSE E RECANTE ABROGAZIONE
TITOLO VIII TCE Occupazione (inserito dal Trattato di Amsterdam 1997) Art. 125 Gli Stati membri e la Comunità si adoperano per sviluppare una strategia.
I target per lItalia allinterno della Strategia 2020 e la situazione attuale rispetto a Occupazione, Povertà, Istruzione Egidio Riva Università Cattolica.
La prospettiva economica
Vincenzina Zanetti - Italy Caparica – Lisbon 20/21 November 2008
IL SISTEMA CAMERALE PER LA PROMOZIONE DELLIMPRENDITORIA FEMMINILE Barbara Longo – Unioncamere Pordenone, 6 dicembre 2011.
L A CULTURA DELLA CONCILIAZIONE NELLE ORGANIZZAZIONI : PRASSI ED ESPERIENZA Piacenza 17 aprile 2013 Le politiche di conciliazione in ambito nazionale ed.
Ministero del Lavoro D.G. Osservatorio del Mercato del Lavoro 20/04/ In breve… Con un andamento positivo sono gli indicatori del clima di fiducia.
Le politiche di inclusione sociale in Trentino Trento, Facoltà di Economia, 17 maggio 2007.
Capitolo 6 La disoccupazione
Estratto per la relazione del Dott. Trevisanato 30 maggio 2008.
Lintegrazione dei mercati di Italia e Russia: attrattive reciproche Forum di dialogo Italo-Russo Milano, 26 aprile 2005 Palazzo delle Stelline Gerlando.
CONFERENZA REGIONALE SULLE DINAMICHE ECONOMICHE E DEL LAVORO Martedì 7 giugno 2011 Sala conferenze di Palazzo Grandi Stazioni Fondamenta S.Lucia - Venezia.
PROGRAMMAZIONE TAVOLO A – LINEA 8 Promuovere l’occupazione e sostenere la mobilità dei lavoratori Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
13 febbraio 2011 Se non ora, quando? 32% di donne elette alla Camera (21% nella precedente legislatura) 30% di donne elette al Senato (19% nella precedente.
In Italia quasi metà della disoccupazione è cncentrata al SUD
Povere donne... Attente al portafoglio Retribuzioni senza parità Commissione pari opportunità Roma, 9 dicembre 2008.
Conoscere l’impresa I CAMBIAMENTI STRUTTURALI DELL’ECONOMIA BRESCIANA E GLI IMPATTI SUL MONDO DEL LAVORO E DELLA FORMAZIONE Intervento Dott. Gianfranco.
Dinamiche demografiche, familiari, sociali e ricadute educative
Università degli studi di Camerino
Bes 2014 Relazione a cura di Anna Nisivoccia per Cittadini5StelleSalerno.
Presentazione Principali aggregati e relativi indicatori Forze di lavoro e tasso di attività Occupati e tasso di occupazione Disoccupati e tasso di disoccupazione.
Convegno Nazionale come normalità Diversità “ Interventi sanitari di sostegno alle famiglie colpite dalla crisi “ a cura di Clara Curcetti Assessorato.
Che cosa significa ottica di genere Perché ottica di genere
L’occupazione femminile in Italia
Valentina Cardinali ISFOL Crisi finanziaria e ripercussioni sulla presenza femminile nel mercato del lavoro Rete nazionale delle Consigliere e dei Consiglieri.
Quadro delle priorità 1. Reddito – Indipendenza – Lavori delle donne 2. Incremento dell’occupazione femminile – Incremento del tasso di attività femminile-
Antonietta De Sanctis Azioni di Sistema in materia di Pari Opportunità tra uomini e donne ed inclusione sociale.
Politiche sociali Lavinia Bifulco. Diseguaglianze in Italia In Italia disaguaglianza (di reddito) alta e persistente Altra trasmissione intergenerazionale.
TUTELA DEI MINORI E DELLE DONNE
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CATANIA DIPARTIMENTO DI SCIENZE POLITICHE E SOCIALI LAVORO E LAVORI FORMAZIONE, MERCATO DEL LAVORO, LAVORO DI CURA E POLITICHE.
Valentina Joffre Università degli Studi di Napoli Federico II Dipartimento di Scienze Sociali Napoli, 21 maggio 2013 Corso di Sociologia del Lavoro Università.
LEI CONCILIA??!! Breve excursus sullo stato della conciliazione in Italia Webinar del Coordinamento Donne Acli – 18 Dicembre 2014 Politiche di Cittadinanza.
Donne e lavoro in vda Intervento Consigliera Parità Regionale 8 marzo 2006.
Prospettiva di genere:integrare la dimensione di pari opportunità tra donne e uomini nei progetti che beneficiano di finanziamenti europei. La metodologia.
Gli anni Novanta 1993 La recessione il Trattato di Maastricht Il libro bianco le direttive: Nuove strategie istruzione e formazione tutta la vita Maggiore.
E U R O PA Intervento Davide Bonagurio.
1 1 Il primo giro d’Italia delle donne che fanno impresa Enzo Santurro Retecamere 14 Gennaio 2013 Seminario formativo V ALORIZZARE LE COMPETENZE PER L.
Le Pari opportunità nel Fondo Sociale Europeo e nella strategia per l’occupazione.
Transcript della presentazione:

Occupazione femminile: sfide e criticità Valentina Cardinali

Contrasto alla crisi COM (2008) 800 def … per orientarsi… Agenda sociale SEO Strategia di Lisbona Pari opportunità di genere gender equality per tutti equal opportunities Pari trattamento Politiche del lavoro Non discriminazione Incremento occupazione Mantenimento dell’occupazione Qualità dell’occupazione Contrasto alla crisi COM (2008) 800 def

Una definizione “mobile”... Commissione Europea, “100 parole per la parità. Glossario dei termini sulla parità tra le donne e gli uomini” a cura della Direzione Generale “Occupazionale, Relazioni Industriali e Affari Sociali” Pari opportunità : principio di uguaglianza liberale = “fornire pari chance di accesso e fruizione” a soggetti in diversa condizione iniziale (“svantaggio competitivo”). uguaglianza dei punti di partenza uguaglianza degli esiti A livello europeo è principio di carattere generale le cui principali componenti sono il divieto di qualsiasi discriminazione e la parità tra uomini e donne. Tale principio è applicabile in tutti i campi, nella vita economica, sociale, culturale e familiare. Partecipazione equilibrata dei due sessi alla vita economica, sociale e politica, resa possibile dall’assenza di barriere e dalla offerta, a donne e uomini, delle stesse opportunità di accesso, fruizione e partecipazione

Le parole chiave delle pari opportunità Commissione Europea, “100 parole per la parità. Glossario dei termini sulla parità tra le donne e gli uomini” a cura della Direzione Generale “Occupazionale, Relazioni Industriali e Affari Sociali” Pari opportunità Elementi di realizzazione delle condizioni di pari accesso e fruizione Pari trattamento Principio di non discriminazione Lotta alla segregazione nel mdl Lotta agli stereotipi di genere Conciliazione vita / lavoro Equa rappresentanza Empowerment

Le parole chiave delle pari opportunità Parità di trattamento tra uomini e donne comprende uguaglianza di remunerazione; uguaglianza di trattamento nei regimi di sicurezza sociale; uguaglianza di trattamento per quanto riguarda l'accesso al posto di lavoro, alla formazione e alla promozione professionale, e le condizioni di applicazione Parità di remunerazione Direttiva 75/117/CEE, in base alle quali: un lavoro uguale o di valore uguale deve essere retribuito nella stessa maniera; allorquando un sistema di classificazione professionale viene utilizzato per determinare le retribuzioni, tale sistema deve essere basato su criteri comuni ai lavoratori di sesso femminile e maschile e definito in maniera tale da escludere ogni discriminazione basata sul sesso. Pay gap Differenza tra la retribuzione media degli uomini rispetto a quella delle donne anche in presenza della parità produttiva. Il differenziale salariale è conseguenza sia della segregazione delle professioni e delle mansioni che delle discriminazioni di genere

Le parole chiave delle pari opportunità Gender gap differenza tra i valori riferibili a uomini e donne per lo stesso item (es: occupazione) Segregazione orizzontale: la concentrazione di donne e uomini in particolari segmenti del mercato del lavoro, in determinate professioni e qualifiche professionali. Le donne sono confinate in una gamma più ristretta di occupazioni rispetto agli uomini e in ambiti di lavoro meno prestigiosi e meno remunerati. Segregazione verticale : concentrazione in determinati livelli di inquadramento, responsabilità o posizioni. Tre rappresentazioni delle dinamiche segreganti: Soffitto di cristallo Barriera invisibile (trasparente come il vetro) per la quale le donne non riescono ad accedere a livelli più alti e/o di vertice nella vita professionale, sociale e politica. Pareti di cristallo fattori di marginalizzazione (laterale) delle donne dalle dinamiche decisionali (smoking rooms) Pavimento appiccicoso fattori che determinano l’immobilità delle donne nei contesti organizzativi

Le parole chiave delle pari opportunità Conciliazione vita lavoro fa riferimento alle soluzioni istituzionali che prendono in considerazione le esigenze della famiglia e quelle lavorative. Includono: i congedi parentali, le soluzioni per la cura dei bambini e degli anziani, lo sviluppo di un contesto e di un’organizzazione del lavoro tali da agevolare la conciliazione delle responsabilità lavorative con quelle familiari per le donne e per gli uomini Rappresentanza ai livelli decisionali Equa rappresentanza di uomini e donne nei ruoli decisionali (database europeo e set di indicatori correlato) DG Employment, Social Affairs and Equal Opportunities Stereotipi di genere Insieme rigido e strutturato di convinzioni condivise e trasmesse socialmente che attribuiscono caratteristiche predeterminate alle persone. Empowerment Il processo in base al quale si realizza la crescita costante, progressiva e consapevole delle potenzialità dell'individuo che si accompagna ad un corrispondente aumento dell'autonomia ed assunzione di responsabilità nel mondo economico, sociale e politico.

Le parole chiave delle pari opportunità Il principio di non-discriminazione è volto a garantire la parità di trattamento tra le persone, quali che siano la nazionalità, il sesso, la razza o l'origine etnica, la religione o le credenze, un handicap, l'età o l'orientamento sessuale. (art.13 Trattato di Amsterdam, Carta dei diritti 2000; direttive ) Discriminazione diretta: situazione nella quale una persona viene trattata in maniera meno favorevole in ragione del suo sesso rispetto ad un'altra che così non viene trattata, non è stata trattata o non sarebbe trattata in una situazione analoga. Discriminazione indiretta: situazione nella quale una disposizione, un criterio o una procedura apparentemente neutra può comportare uno svantaggio particolare per persone dell'altro sesso, a meno che tale disposizione, tale criterio o tale procedura non siano oggettivamente giustificati da un obiettivo legittimo e a meno che i mezzi per realizzare tale obiettivo non siano appropriati e necessari.

Pari opportunità o uguaglianza? Pari opportunità aiutano a costruire l’ uguaglianza di genere Partecipazione equilibrata dei due sessi alla vita economica, sociale e politica, resa possibile dall’assenza di barriere e dalla offerta, a donne e uomini, delle stesse opportunità di accesso, fruizione e partecipazione Equità di trattamento tra i generi che si realizza quando uomini e donne sono liberi di sviluppare le proprie abilità e di operare scelte senza i limiti imposti da ruoli predeterminati. Viene attuata con misure sia di parità di trattamento tra uomini e donne sia di trattamento diverso in grado di cogliere bisogni e condizioni differenti. Considerata come essenziale per risolvere i problemi del mercato del lavoro, la UE ha riaffermato il suo impegno a favore dell'uguaglianza di genere tra donne e uomini all'interno dell'agenda sociale 2005-2010 che integra e consolida la strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione.

Il dual approach europeo alle pari opportunità Hard law Normativa vincolante per Stati membri trattati direttive L'adozione ufficiale da parte della UE di una duplice strategia per il conseguimento delle pari opportunità ed il superamento e la prevenzione delle discriminazioni sia tramite la realizzazione di azioni positive che attraverso l'utilizzo del gender mainstreaming quale strategia trasversale di sistema. Soft law Azioni di sensibilizzazione e indirizzo Raccomandazioni, atti programmatici e di indirizzo Gender mainstreaming Mac Il principio di «gender mainstreaming» consiste nel prendere in considerazione sistematicamente le differenze tra le condizioni, le situazioni e le esigenze delle donne e degli uomini nell'insieme delle politiche e delle azioni comunitarie Azioni specifiche (azioni positive) Misure specifiche e temporanee rivolte ad un gruppo particolare per rimuovere e prevenire la discriminazione o controbilanciare svantaggi causati da atteggiamenti, comportamenti o strutture esistenti nella società e nel mondo del lavoro, allo scopo di garantire una parità sostanziale.

L’occupazione femminile in Europa

SEO, Lisbona e pari opportunità Gli obiettivi occupazionali di Lisbona Il tasso di occupazione globale dell'Unione europea al 70 % Il tasso di occupazione femminile al 60 % entro il 2010. Il Consiglio europeo di Stoccolma (marzo 2001) ha aggiunto due obiettivi intermedi e un obiettivo supplementare; il tasso di occupazione globale e il tasso di occupazione delle donne devono raggiungere rispettivamente il 67 % e il 57 % nel 2005; il tasso di occupazione dei lavoratori anziani deve raggiungere il 50% entro il 2010.

I tassi di occupazione in Europa per genere Eurostat 2008

per genere (% sul totale) Il part time in Europa per genere (% sul totale) Eurostat 2008

Il gender pay gap in Europa Eurostat 2007

Maternità e occupazione: il ruolo dei servizi Servizi e occupazione Il Consiglio di Barcellona Raggiunto soltanto da 5 Stati membri : Belgio, Finlandia, Francia, Svezia e Danimarca; Sotto il 10% Spagna, Austria, Repubblica Ceca, Bulgaria, Germania, Grecia, Lituania, Italia, Ungheria e Polonia, dove si registra l'offerta più scarsa di servizi all'infanzia Italia 9,9%, con punte minime del 1,8% in Calabria e del 22% in Emilia Romagna 1 . offrire servizi all'infanzia al 33% dei bambini di età compresa tra 0 e 3 anni* 2. offrire servizi copertura al 90% dei bambini dai 3 anni all'età scolare Raggiunto da 8 paesi: Belgio, Finlandia, Francia, Svezia, Danimarca, Italia, Germania e Spagna. DONNE 30-40 : GENERAZIONE SANDWICH * Secondo stime Centro nazionale di documentazione per l'infanzia e l'adolescenza, 2007, per ogni incremento del 5 % della copertura nazionale sarebbero necessari due miliardi di euro. ( 9 per l’obiettivo del 2010).

… la realtà europea Dalla relazione sulla parità di opportunità tra uomo e donna 2009 Crescita costante ogni anno dell’occupazione femminile, con ritmo superiore a quello maschile, anche tra gli over 55 Una sensibile riduzione del divario di genere nel tasso di occupazione ma persistenza di squilibrio tra giovani che non si spiega solo col fattore istruzione (più elevata tra le donne) quindi chiama in causa la discriminazione Persiste divario di genere nella retribuzione si è stabilmente assestato sul 15% dal 2003, scendendo di un solo punto dal 2000. La segregazione settoriale e professionale non è diminuita, e anzi in alcuni paesi è perfino aumentata; ciò sembrerebbe indicare che le donne recentemente affacciatesi sul mercato del lavoro sono entrate in settori e professioni dove si riscontrava già una forte presenza femminile. La presenza di donne dirigenti nelle imprese ristagna al 33%, mentre progredisce assai lentamente in campo politico; infatti appena il 23% dei parlamentari nazionali ed il 33% degli eurodeputati sono donne.

… la realtà europea Dalla relazione sulla parità di opportunità tra uomo e donna 2009 Drastico calo del tasso di occupazione delle donne con figli piccoli a carico (-13,6 punti in media), mentre quello degli uomini aumenta. Infatti il tasso di occupazione delle donne con figli a carico è appena del 62,4%, contro il 91,4% degli uomini, con uno scarto di ben 29 punti percentuali. Oltre tre quarti dei lavoratori a tempo parziale sono donne (76,5%), un dato che corrisponde a una donna su tre, rispetto a meno di un uomo su dieci. Anche il ricorso a contratti d'impiego a tempo determinato è più frequente tra le donne (il 15,1%, ovvero un punto in più rispetto agli uomini). La disoccupazione di lunga durata risulta molto più frequente tra le donne che tra gli uomini. Le carriere professionali più brevi, più lente e meno rimunerative delle donne incidono inoltre sul loro rischio di povertà, in particolare nella fascia di età oltre i 65 anni (5 punti di più rispetto agli uomini). Miglioramento quantitativo e non qualitativo della presenza delle donne nel mdl

Quali scenari rispetto alla crisi ?

… le previsioni… ILO (Global Employment Trends for Women) 2009 Secondo il Rapporto annuale dell’ILO sulle Tendenze globali dell’occupazione femminile (Global Employment Trends for Women) , la crisi economica mondiale potrebbe portare ad un aumento del numero delle donne disoccupate di 22 milioni nel 2009. nel 2008 su 3 miliardi di persone che lavoravano nel mondo, 1,2 miliardi erano donne (40,4%). nel 2009 il tasso di disoccupazione femminile potrebbe raggiungere il 7,4% contro il 7% di quello maschile. Le uniche regioni in cui il tasso di disoccupazione dovrebbe essere meno negativo per le donne sono l’Asia orientale, le economie industrializzate, i paesi del Sud-Est Europeo (non UE) e la CSI in cui le disuguaglianze di genere erano minori, in termini di opportunità di lavoro, già prima della crisi attuale.

… la situazione in Europa… Eurostat 2009 I disoccupati crescono anche nell'Europa a 27: 7,9% a febbraio 2009, contro il 7,7% di gennaio e il 6,8% di febbraio 2008. Tra gli Stati membri, il più basso tasso di disoccupazione è stato registrato nei Paesi Bassi (2,7%), i tassi più elevati in Spagna (15,5%), Lettonia (14,4%) e Lituania (13,7%). Il tasso di disoccupazione per gli uomini è passato dal 6,2% al 7,8% nella Ue27 e dal 6,5% all'8,1% tra il febbraio 2008 e febbraio 2009 nella zona euro Il tasso di disoccupazione femminile è passato dall'8,2% all'8,9% nella zona euro e dal 7,4% all'8,0% nella Ue27. Nel febbraio 2009, il tasso di disoccupazione giovanile (sotto i 25 anni) è stato del 17,3% nella zona euro e del 17,5% nella Ue27. Nel febbraio 2008 era del 14,5% e 14,7% rispettivamente. L’UE con la COM (2008) 800 def promuove: misure di sostegno alla domanda l’ipotesi dell’autoimprenditorialità

… la realtà in Italia: effetti su uomini, donne e nuclei familiari … Istat Rapporto sulla situazione del paese 2009 Dopo circa dieci anni di diminuzione, la disoccupazione nel 2008 torna a crescere, in particolare nel Centro e nel Nord-Ovest, anche se il Mezzogiorno si conferma l’area con la maggiore concentrazione di disoccupati. La perdita del lavoro: Il principale motivo della perdita del lavoro è la scadenza di un contratto a termine. La perdita del lavoro per licenziamento, registra nel 2008 un incremento del 32% e in due terzi dei casi riguarda gli uomini. Nel 2008, la perdita dell’ultimo lavoro riguarda in prevalenza persone in età adulta, prevalentemente uomini. Crescita dei disoccupati con precedenti esperienze lavorative, che pesano ormai per oltre il 70% del totale (dal 66% del 2006). Aumentano anche i padri con lavoro part time e atipico. Più di una famiglia italiana su cinque fa fatica ad arrivare alla fine del mese; Circa 2 milioni e mezzo le famiglie (10,4% del totale) che segnalano difficoltà economiche più o meno gravi e che risultano potenzialmente vulnerabili soprattutto a causa di forti vincoli di bilancio. Dal punto di vista territoriale “le famiglie in difficoltà per le spese della vita quotidiana” risultano relativamente più diffuse nel Mezzogiorno. In particolare Sicilia 12,3%, Calabria 11,6 e Puglia 10,3%. Mentre in tutte le Regione del Centro-Nord rappresentano meno del 5% della popolazione.

La crisi e le donne

Crisi economica e ripercussioni sulla presenza femminile nel mercato del lavoro: spunti di riflessione “Debolezza” strutturale dell’occupazione femminile Conseguenze su settori economici specifici e rilevanti per genere Conseguenze sulle PMI, di carattere economico e finanziario Conseguenze di ritorno: “donne moltiplicatori di opportunità … e di povertà” Ruolo degli ammortizzatori sociali Ruolo del sistema dei servizi per il lavoro

La “debolezza” dell’occupazione femminile: fattori strutturali e fattori congiunturali Atipicità / precarietà Discontinuità occupazionale (es: maternità) Difficoltà al rientro nel mercato del lavoro Segregazione orizzontale Gender pay gap

La “debolezza” dell’occupazione femminile Atipicità e precarietà femminile Flessibilità/atipicità Dipendenti a termine Parasubordinati Persone in cerca o immediatamente disponibili che hanno concluso un rapporto di lavoro di cui sopra Precarietà Atipicità che perdura da più di 12 mesi = oggettivo perdurare di condizioni di lavoro atipico Il principale motivo della perdita del lavoro è la scadenza di un contratto a termine: si stima che a fine 2008 siano scaduti i contratti di circa 350 mila dipendenti a termine e collaboratori. La perdita del lavoro per licenziamento interessa per 1/3 le donne e per 2/3 gli uomini (ISTAT)

La “debolezza” dell’occupazione femminile Atipicità o precarietà femminile? Maggiore l’uso di forme di lavoro flessibile sulle generazioni più giovani. Paradossale la posizione dei laureati, per i quali l’atipicità incide in maniera molto più forte che per i titoli di studio inferiori. In chiave di genere, se ne deduce una lettura disarmante per la combinazione di tre fattori: genere femminile, localizzazione territoriale nel Sud e isole, e livello di studio elevato. Variabile determinante la tipologia di “falso collaboratore”.

La “debolezza” dell’occupazione femminile Maternità e discontinuità occupazionale Le donne che: lavoravano subito prima della nascita del figlio e che subito dopo non lavoravano più motivano l’abbandono del lavoro per poter stare con il figlio in più dell’87% dei casi; mentre nel restante 13% avevano perso il lavoro hanno lavorato prima e dopo la nascita del figlio hanno usufruito di un periodo di maternità garantita in oltre l’85% dei casi mentre il restante 15% non era sotto contratto durante il periodo di maternità non hanno lavorato né prima né dopo la nascita del figlio nel 22% dei casi il motivo è stato l’assenza di possibilità occupazionali a fronte di un 78% che ha fatto questa scelta per motivi personali o familiari. ISFOL PLUS

La “debolezza” dell’occupazione femminile Maternità e discontinuità occupazionale ISFOL PLUS

Le dimensioni della crisi Esempio: il caso del tessile Conseguenze generali e su settori economici specifici, rilevanti per genere Le dimensioni della crisi Colpisce in primis il lavoro “meno tutelato” e atipico Stima di 4 milioni e mezzo di lavoratori atipici (Tito Boeri, Emiliano Mandrone) Rischio crisi 300.000 posti di lavoro? Rapporto col credito, chiusura al sostegno, agli investimenti, alla ricerca e allo sviluppo Banca Italia: oltre il 40% delle imprese segnala inasprimento condizioni di accesso al credito Rischio sopravvivenza della dimensione delle PMI, comprese contoterziste o a monocommittenza Crollo di fiducia dei consumatori e delle imprese. Rinvio di piani di consumo e investimento, con riflessi su occupazione Istat- Centro studi Confindustria Esempio: il caso del tessile Rappresenta il 15% dell’occupazione manifatturiera Circa il 50% è in aziende ha meno di 20 addetti Il 72% dei lavoratori del settore è donna

Conseguenze sulle PMI – imprenditoria femminile Uno scenario promettente… IF è il 24% dell’imprenditoria italiana (giugno 2008) La quota più rilevante è al Sud (26,6%), seguita dal Centro (25,2%) poi dal Nord ovest (22,3) e quindi dal Nord est (21,1%) giugno 2007-giugno 2008 crescita imprenditoriale italiana quasi nulla ma crescita di imprenditoria femminile di 0,45% = 5.523 nuove imprese femminili In assoluto la forma prevalente è la ditta individuale, poi le società di persone e poi quelle di capitali ma: sono cresciute soprattutto le società di capitali e le forme cooperative. sono cresciute ditte individuali femminili di nazionalità xtracomunitaria + 9,6% = 3921 imprese

Conseguenze sulle PMI – imprenditoria femminile Il rapporto col credito… in ottica di genere Difficoltà all’avvio di impresa la maggiore per uomini e donne è il Finanziamento ( ma per le donne 5% in più) decidere da solo (per le donne 10% in più) sostegno della famiglia (per le donne 4% in più) Finanziamento iniziale dell’impresa Prevalente per uomini e donne la soluzione “mezzi propri” Aiuto di familiari e amici - per le donne 5% in più Aiuti pubblici - per le donne 4% in più Il credito senza garanzie è impiegato maggiormente dagli uomini (3% in più) Fattori che ostacolano lo sviluppo: no grandi differenze di percezione tra uomo e donna per temi quali la redditività, i finanziamenti, gli oneri amministrativi e fiscali, il personale qualificato. differenze più grandi (più 4% per le donne) è difficoltà di combinare lavoro e famiglia (Istat “Factors of Business Success” (FOBS) 2006

Conseguenze sulle PMI – imprenditoria femminile Il rapporto col credito… una discriminazione? Accesso ai fidi bancari: le microimprese con titolare donna pagano un tasso di interesse più alto rispetto a quelle con titolare uomo (+0,3%) (150.000 mircoimprese tra gennaio 2004 e dicembre 2006) Motivazioni? No rischio fallimento. Nel 2004 tasso di fallimento di imprese donne è 1,9% contro 2,2% di uomini No istituti di credito particolari per donne. Sono le stesse banche in tutto il paese Il campione ha escluso le società fittizie, ossia con titolare nominale donna e sostanziale uomo per aggirare legge su bancarotta del 2006. Garanzia. Quando si richiede chi accede a prestito viene percepito come rischioso. Se il garante è uomo la donna ha interesse più basso di media di imprese femminili. Se donna garantita da donna il tasso è più alto della media delle imprese femminili. Alberto Alesina Do Women pay more for credit?

La donna come “moltiplicatore” di opportunità… e di povertà Sostenere l’occupazione femminile serve a mantenere un livello di benessere economico per le famiglie e a “oliare” il mercato. Molti economisti sostengono più utile favorire il lavoro delle donne più che dare aiuti diretti alle famiglie in quanto le donne per la loro posizione sono moltiplicatori, di benessere e volano per i consumi e i servizi (Varie proposte tra cui istituzione di un Fondo di garanzia) Economia tradizionale gender blind,statistica economica non parametra il lavoro non retribuito Ma se non vi fosse il lavoro di riproduzione sociale (dal quale dipendono beni concreti come la salute, l’educazione,la stabilità emotiva, la sopravvivenza fisica delle persone) non potrebbe esistere alcuna forma di produzione e transazione , quindi nessun mercato. Womenomics e studi economici femministi Se tutte le attività domestiche tradizionalmente definite come “lavori da donna” fossero conteggiate usando gli stessi criteri del lavoro retribuito diventerebbero il settore terziario più rilevante del mondo (Marylin Waring) Il lavoro domestico delle donne potrebbe valere più di 300 miliardi di euro, 23 punti di PIL (Fondazione Debenedetti)

La donna come “moltiplicatore” di opportunità… e di povertà Nesso reale tra partecipazione femminile e incremento del PIL Famiglie a doppio reddito sono un argine contro la vulnerabilità Famiglie con doppio reddito sono anche grandi consumatrici potenziali di servizi Quindi la donna è un moltiplicatore di opportunità perché l’occupazione delle donne crea altra occupazione

… Come si muove il sistema … POLITICHE PASSIVE (erogazione ammortizzatori sociali) La legge 2/09 attualmente disciplina il regime di AA.SS in deroga Accordo Stato Regioni febbraio 2009 integrazione politiche passive e attive POLITICHE ATTIVE (sostegni al reddito e intermediazione al lavoro) Nuovo ruolo del sistema dei servizi pubblici e privati all’impiego Nuovo collegamento con il sistema di ammortizzatori Attenzione al ricollocamento (“offerta congrua di lavoro o di formazione”) IMPORTANTE LA PROSPETTIVA DI GENERE

Valentina Cardinali ISFOL Facoltà Scienze Politiche – Università La Sapienza v.cardinali@tin.it v.cardinali@isfol.it