ALTA FORMAZIONE TECNICO-PROFESSIONALE: UNA RIFORMA IMPRESCINDIBILE Norberto Bottani, analista di politiche scolastiche, Parigi Seminario residenziale dellADI: La scuola si è rotta: proposte per aggiustarla Eremo di Monte Giove, 2-3 settembre 2006
2 IL QUADRO GENERALE
3 Formazione e occupazione in Italia Alla fine del periodo di transizione dalla scuola alla vita attiva, situato tra i 25 e i 29 anni, periodo durante il quale la maggioranza dei giovani termina gli studi, laccesso a un lavoro dipende dal livello di formazione Linadempienza di studi secondari completi costituisce un handicap serio … tranne in Grecia, Spagna, Francia, Finlandia e Italia Solo in Italia il possesso di un titolo universitario non rappresenta un vantaggio nella ricerca di un lavoro
4 Percentuale di giovani disoccupati con laurea o diploma nella popolazione totale (2003)
5 Totale gruppo detà Gruppo detà Gruppo detà Turchia3825,812,2 Italia31,317,713,6 Grecia14,63,311,3 Spagna13,44,58,9 Danimarca136,16,9 Francia12,96,56,4 Polonia7,20,86,4 Regno Unito5,83,82,0 Stati Uniti4,21,62,6 Germania2,90,62,3 Percentuale di giovani disoccupati con laurea o diploma nella popolazione totale (2003) (in ordine descrescente del totale del gruppo detà ) Fonte OCSE
6 In Italia studiare alluniversità non conviene In quasi tutti i Paesi la laurea o il diploma sono una garanzia contro la disoccupazione –Turchia e Italia smentiscono la tendenza internazionale La situazione italiana è preoccupante Le cause sono molteplici, ma una è senza dubbio limpostazione obsoleta degli studi post-secondari
7 PROFILI NAZIONALI DELLA TRANSIZIONE DALLA SCUOLA ALLA VITA ATTIVA
8 Profili nazionali di transizione tra la scuola e la vita attiva (2003) I paesi dellOCSE possono essere classificati in cinque gruppi diversi a seconda del modulo di transizione: Gruppo A: Scolarizzazione lunga, raramente combinata con unoccupazione (Francia, Finlandia, Polonia) Gruppo B: Scolarizzazione lunga, spesso combinata con unoccupazione (Germania, Svezia, Danimarca) Gruppo C: Scolarizzazione di durata media, spesso combinata con unoccupazione ( Regno-Unito, Svizzera, Canada, Australia, Stati Uniti, Austria, Paesi Bassi) Gruppo D: Scolarizzazione di durata media, raramente combinata con unoccupazione (Italia, Grecia, Spagna, Portogallo, Belgio, Lussemburgo) Gruppo E: Scolarizzazione corta (Turchia, Messico, Repubblica ceca, Repubblica slovacca)
9 Profili nazionali di transizione tra la scuola e la vita attiva (2003) (grafico) Gruppo E (Turchia, Messico, Rep. Ceca, Rep. Slovacca) Gruppo D ( Italia, Grecia Spagna, Portogallo Belgio, Lussemburgo) Gruppo A (Francia, Finlandia Polonia) Gruppo C (Regno Unito, Svizzera Australia, Canada Stati Uniti, Paesi Bassi) Gruppo B (Germania, Svezia Danimarca) Corta Media Lunga Collegamento alla vita attiva Scolarizzazione Debole Forte
10 Il periodo dai 15 ai 29 anni: unanomalia italiana Il sistema scolastico e dellistruzione in Italia dai 15 ai 29 anni non è atipico perché altri 7 Paesi applicano uno schema simile Il modulo italiano è però atipico rispetto ai grandi Paesi europei LItalia ha un sistema che prevede una durata degli studi raramente combinata con unoccupazione Questo modello produce le seguenti conseguenze: –Una formazione in genere carente rispetto alle esigenze del mondo del lavoro –Una percentuale elevata di giovani non scolarizzati (ossia non in formazione) ma in attività (quindi una manodopera poco formata o che impara dal vivo, a spese proprie) –Una percentuale elevata di giovani, che non sono né in formazione né occupati
11 LINSEGNAMENTO TERZIARIO (UNIVERSITARIO, PARA-UNIVERSITARIO, NON UNIVERSITARIO)
12 Tassi daccesso alla formazione terziaria (universitaria, para-universitaria o non universitaria), 2003
13 Nomenclature distinte: diversificazione dellofferta formativa Gli studi terziari di tipo A : sono imperniati su insegnamento teorico, concepiti per preparare a un programma di ricerca di alto livello o ad esercitare professioni che richiedono competenze elevate Gli studi terziari di tipo B : danno competenze per un mestiere o una professione specifica e permettono agli studenti di entrare direttamente nella vita attiva.
14 Attrazione degli studi universitari Nei Paesi dellOCSE la maggioranza dei giovani che termina le secondarie superiori si iscrive alluuniversità o a scuole di tipo universitario (il 53% nel 2003). LItalia rientra in questa media (54%) Nei Paesi scandinavi, ad eccezione della Danimarca, più del 60% dei giovani si avvia a studi universitari Nei paesi dellEuropa continentale invece (Germania, Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Svizzera) questa proporzione si abbassa. Poco più di un terzo degli studenti dopo le secondarie superiori va alluniversità
15 Le alternative alluniversità I tassi di iscrizione denotano una tendenza, ma non riflettono affatto la proporzione degli studenti universitari di un Paese. La mortalità universitaria (ovverosia la percentuale di matricole che non arrivano a concludere gli studi universitari) è in certi sistemi molto elevata. Questo è il caso dellItalia (lauree triennali: solo il 4% si laurea in tempo, l11,5% abbandona). La proporzione di giovani che intraprendono una formazione terziaria di tipo B, ossia studi para-universitari o non-universitari, è in generale più bassa di quella di coloro che si iscrivono all università.
16 Peculiarità italiana Nei Paesi dellOCSE, in media il 16% dei giovani dopo le superiori intraprende studi terziari di tipo B Questa proporzione è oltre il 30% in Belgio, Francia, Giappone, Regno-Unito: ossia Paesi con una importante tradizione tecnologica. E superiore al 50% in Corea e Nuova Zelanda E bassissima, quasi nulla, in Italia (ma anche in Olanda e Norvegia)
17 Uno sviluppo equilibrato Meritevole dattenzione è la situazione in Nuova Zelanda, Corea, Francia, Belgio, Turchia, ma anche in Giappone e nel Regno Unito: in questi Paesi, i due tipi di formazione si equilibrano o stanno per equilibrarsi Il Belgio e la Turchia compensano bassi tassi discrizione alluniversità (rispetto ad altri Paesi) con tassi elevati daccesso alle formazioni terziarie non universitarie o para-universitarie
18 Tassi daccesso alla formazione terziaria (2003 )
19 Svantaggio italico In questo settore lItalia parte da zero Il monopolio della formazione è ancora assegnato all università Le lauree brevi sono state un tentativo di inglobare nelluniversità ogni tipo di formazione La tradizione universitaria è stata tradita dalla scuola italiana Gli IFTS sono stati un tentativo di diversificazione, ma in realtà sono un aborto di formazione di tipo B Urge impostare ex novo una politica della formazione terziaria non universitaria articolata con listruzione e la formazione tecnico-professionale secondaria
20 ALCUNI ESEMPI DI FORMAZIONE TERZIARIA DI TIPO B
21 Esempi INGHILTERRA,Leeds College of Building, West Yorkshire: formazione di capomastri, capo cantieri,capo progettisti, architetti, ingengneri di calcoli statistici, specialisti dellisolamento e della protezione antiincendi: 330 studenti a tempo pieno, Comprendre anche la formazione iniziale a tutti i mestieri della costruzione di abitazioni, tra cui 400 apprendisti SVEZIA, Hyper Island: produzione multimediale, 200 studenti, 2 anni dopo il diploma, livello 5B ISCED SVIZZERA, Haute Ecole de Genève: rilascia 28 bachelors (180 crediti due anni dopo la maturità) e comprende: École d'ingénieurs de Genève École d'ingénieurs de Lullier (paesaggista;ingegnere agricolo; agronomo; ecc.) École supérieure des beaux-arts Haute école d'arts appliqués Haute école de gestion Haute école de santé Haute école de travail social Haute école de musique