MIGRANTES PASTORALE DELLA MOBILITA UMANA La fondazione Migrantes è l'organismo costituito dalla Conferenza Episcopale Italiana per assicurare l'assistenza.

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Transcript della presentazione:

MIGRANTES PASTORALE DELLA MOBILITA UMANA La fondazione Migrantes è l'organismo costituito dalla Conferenza Episcopale Italiana per assicurare l'assistenza religiosa ai migranti, italiani e stranieri, per promuovere nelle comunità cristiane atteggiamenti ed opere di fraterna accoglienza nei loro riguardi, per stimolare nella stessa comunità civile la comprensione e la valorizzazione della loro identità in un clima di pacifica convivenza rispettosa dei diritti della persona umana. (dallo statuto)

L'attività della fondazione si articola in uffici corrispondenti alle competenze dei vari settori riguardanti la mobilità umana: Ufficio per la pastorale degli emigrati italiani; Ufficio per la pastorale degli immigrati esteri in Italia e dei profughi; Ufficio per la pastorale dei Rom e dei Sinti; Ufficio per la pastorale dei fieranti e dei circensi; Ufficio per la pastorale degli addetti alla navigazione marittima ed aerea.

Ufficio per la pastorale degli emigrati italiani Lemigrazione non è un fatto puntuale o transitorio, bensì una lunga storia, un processo sociale, politico, culturale e religioso. Più di 27 milioni di italiani sono partiti con coraggio incontrando lingua e tradizioni diverse, dure condizioni di vita e mille disillusioni. Questa popolazione italiana nel mondo pose una forte esigenza pastorale che le Chiese locali e la Chiesa italiana, accolsero con serietà. Grandi profeti e lungimiranti pastori come il beato Scalabrini ed il vescovo Bonomelli tracciarono la strada ad un servizio di assistenza, promozione umana e di mantenimento della fede che resta ancora esemplare. I centri missionari italiani diventarono e restano ancora luogo di riferimento significativo per gli aspetti fondanti del vivere umano e cristiano oltre che a luogo di ritrovo, conforto e di sostegno. Oggi gli operatori pastorali e le strutture sono una componente della Chiesa locale e si impara a progettare ed operare insieme; cè una ricerca di un maggiore coinvolgimento nella Chiesa locale, sorretti da un legame forte con le radici e la Chiesa italiana.

Ufficio per la pastorale degli emigrati italiani Quattro sono gli orientamenti pastorali attuali dellUfficio nazionale: Tenere desta lattenzione della Chiesa italiana sui nuovi emigrati italiani e sulla seconda o terza fase dellemigrazione. Tenere desta la sensibilità delle istituzioni e della società italiana influendo sullopinione pubblica richiamando il dovere di non trascurare le comunità italiane allestero. Tenere desta lattenzione delle Chiese locali che hanno accolto nel loro territorio le comunità italiane perché mettano le diversità delle comunità presenti a servizio della comunione. Reperire e sostenere gli operatori pastorali, accompagnare le Missioni italiane per un cammino aperto e dialogante.

Ufficio per la pastorale degli immigrati esteri in Italia e dei profughi Limmigrazione è un fenomeno umano permanente che si è diversificato lungo tutta la storia: dal Nord al Sud durante lepoca coloniale, dal Sud al Nord ai giorni nostri. Più si moltiplicano le crisi nel mondo, più cresce il numero degli immigrati dal Sud. Non si può vivere in pace, non si ha il diritto di vivere in pace, lasciando che i propri vicini del Sud o del Medioriente o del Nordafrica combattano con i loro problemi politici e sociali. LEuropa li affascina, con la sua ricchezza, cultura, libertà. Un fascino che si unisce ad una certa paura ed una grande preoccupazione di fronte allignoto. Limmigrazione è stata, a più riprese, incoraggiata ed utilizzata dal mondo del lavoro europeo, che vede in essa unopportunità. È pertanto necessario aiutare gli immigrati ad integrarsi in modo graduale e pacifico in un nuovo contesto, offrire alle donne e agli uomini stranieri il meglio della civiltà religiosa dellOccidente, far conoscere il Vangelo come fonte di gioia, di liberazione e di condivisione.

Ufficio per la pastorale degli immigrati esteri in Italia e dei profughi La missione pastorale: Evangelizzazione: assicurare che agli immigrati non manchi l'annuncio e il sostegno del Vangelo: ai cristiani si dovrà assicurare la catechesi e l'accesso alla formazione; per i non cristiani rivelare loro il volto di Cristo e della Chiesa attraverso le tante forme di promozione umana e, nel momento provvidenziale, anche attraverso l'annuncio diretto. La formazione di comunità di fede e di culto dove gli immigrati possano aggregarsi, socializzare nella solidarietà, celebrare secondo la loro lingua e tradizione, nel rispetto delle loro radici etniche e culturali. L'integrazione ecclesiale, oltre che sociale: darsi fraternamente la mano tra gente immigrata, e con gli italiani, così che la conservazione della propria identità non costituisca ghetti emarginanti, ma consenta l'incontro e la formazione di una comunità civile ed ecclesiale plurietnica, dove la diversità si armonizza nell'unità e diventa ricchezza per tutti. La condivisione con gente che quasi sempre emigra nel segno della povertà, troppo spesso a causa di ingiustizie e squilibri persistenti tra il mondo del benessere e il mondo della fame.

Ufficio per la pastorale dei Rom e dei Sinti Coloro che genericamente vengono chiamati "zingari", sono le persone che chiamano se stesse Rom o Sinti. Vedono se stessi come un insieme non omogeneo di gruppi, li unisce la coscienza di un'identità che li distingue dai non-zingari, il collocarsi fra questi come "altri. Hanno conservato questa identità nel corso dei secoli, nella convivenza, nella repressione, nell'adattamento alla società ospitante, non avendo mai avuto né cercato un proprio territorio dove abitare. Ci sono Sinti e Rom, nomadi ed ex-nomadi, che vivono in Italia da secoli. Tutte queste persone si sentono etnicamente legate con le altre sparse per l'Europa e fuori, siano Rom o Sinti o Manush o Kalè o Kaolie..., anche se non propriamente già organizzate come popolo, nonostante un riconoscimento dell'ONU.

Ufficio per la pastorale dei Rom e dei Sinti La Chiesa si fa visibile anche dentro il popolo degli zingari "abitandolo". In questo modo si annuncia la Presenza di Colui che "è venuta ad abitare" incarnandosi. Si tratta di ricercare i segni i dello Spirito presente convincendo: - il popolo dei Rom e dei Sinti, che spesso dice di sé: siamo maledetti, cosa può esserci di buono in noi; - noi stessi, che talvolta ci mettiamo nella posizione di salvatori anziché di salvati; - la Chiesa istituzionale e tutto il popolo di Dio, che è portato a dire: "Che cosa può venire di buono da questa gente?". Leggendo con attenzione i momenti della vita nel contesto più ampio dell'orizzonte culturale per cogliere: - i doni che questo popolo può fare a noi stessi e a tutta la Chiesa, - quegli aspetti che riempiti del messaggio evangelico possono raggiungere pienezza e maturazione, - i momenti che, essendo in contrasto con il Vangelo sono anche in contrasto con ogni umanità e che richiedono una nostra presenza di compassione, di patecipazione alle situazioni di sofferenza ineluttabili o anche frutto del male o dell'errore.

Ufficio per la pastorale dei fieranti e dei circensi "Venga, padre, siamo cristiani anche noi! Le poche parole di quella donna che stava lavando i panni vicino alla sua carovana per giustificare il suo invito, hanno cambiato nel lontano 1931, la vita di un giovane prete, Mons. Dino Torreggiani di Reggio Emilia, come lui stesso ha raccontato più volte. E "quel qualcosa di misterioso" che era entrato in lui, lo spinse a creare una struttura pastorale tutta nuova che fu di fatto l'antesignano della Migrantes: I'OASNI (Opera Assistenza Spirituale Nomadi in Italia) per quelle categorie di persone, come i circensi e i fieranti, che considerava "abbandonate" dalla pastorale ordinaria della Chiesa, perché non raggiunte dalle strutture parrocchiali e quindi bisognose di una evangelizzazione ad hoc, fatta di presenza e di condivisione di vita.

Ufficio per la pastorale dei fieranti e dei circensi Far crescere e far vivere la Chiesa in questa realtà "mobile" che non ha la possibilità di contatti vitali con le nostre comunità "ferme". Formare in particolare gli artisti ad essere loro stessi evangelizzatori della loro gente: la famiglia è di per se stessa luogo di trasmissione di valori, di accoglienza e di solidarietà. Pertanto, la famiglia deve avere un ruolo attivo nell'evangelizzazione e nel cammino di formazione. I giovani costituiscono una realtà sociale ed ecclesiale di grande rilievo. Sfruttando il dinamismo proprio dell'età e la loro generosità, la Chiesa deve aiutarli a maturare autentiche scelte di fede, che vadano al di là del naturale e tradizionale sentimento religioso. Anche la donna deve essere sostenuta ed aiutata nella sua missione di fedele custode e trasmettitrice dei valori e della tradizione cristiana, nel contesto culturale in cui vive, come pure ad essere elemento di unione, di pacificazione e mediazione nella famiglia e tra le famiglie degli artisti. Obiettivo urgente pure il coinvolgimento delle Chiese locali (Diocesi, Parrocchie) nella pastorale specifica degli artisti di strada.

Ufficio per la pastorale degli addetti alla navigazione marittima ed aerea La Gente del Mare è formata da professionisti. Al di là della loro nazionalità o religione, essi condividono una stessa cultura e molti valori umani. Infatti, il mondo marittimo è formato dalla dispersione di questa gente in tutto il globo terrestre e dal loro continuo movimento per gli oceani. Essi sono spesso invisibili alla società. Vivono e lavorano in un contesto spesso ostile, che li tiene lontani dalla propria famiglia e li costringe a lunghe ore di solitudine sul mare, spesso irrequieto. Negli ultimi decenni del XX secolo là dove i marittimi erano itineranti, ora sono diventati migranti nel paese che batte bandiera sulla nave (spesso di comodo). Ogni qualvolta un marittimo s'imbarca su una nave incontra compagni la cui lingua, cultura e religione sono differenti dalla sua; un gran numero di marittimi accettano contratti molto lunghi a condizioni di lavoro e di vita estremamente difficili, costetti dalle proprie condizioni familiari dorigine. Le soste nei porti sono sempre più brevi ed il contatto con la proria famiglia diventa difficilissimo.

Ufficio per la pastorale degli addetti alla navigazione marittima ed aerea Obbiettivi pastorali: I centri Stella Maris. Ogni Diocesi con un porto è chiamata a designare un Cappellano per una specifica pastorale con i marittimi. I centri, animati da volontari, sono punti dincontro e di accoglienza per marittimi in transito dove è possibile mettere i piedi a terra, mettersi in contatto con la famiglia (internet, telefono, posta…), leggere le notizie del proprio paese, essere indirizzati per gli acquisti. Nei porti dalla dislocazione più complessa sono stati istituiti centri mobili su camper che raggiungono le diverse banchine; alcuni volontari visitano a bordo il personale che non può scendere. Sostegno alle famiglie dei marittimi che attendono mesi il ritorno dei loro cari, lasciate in balia delle onde della vita quotidiana. Non di rado sono famiglie di immigrati che vivono il doppio disagio della lontananza dal proprio paese e del congiunto imbarcato. Si cerca anche di promuovere testimoni laici tra i marittimi che a bordo diventino segni efficaci della presenza di Cristo, raccogliendo gli altri alla preghiera e riflessione ma anche come ministri straordinari della Comunione che conservano a bordo lEucarestia. Una esperienza unica è la presenza di cappellani a bordo a tempo pieno sulle navi da crociera dove gli equipaggi sono particolarmente numerosi (600/1300 persone di diversa provenienza): senza escludere un servizio ai turisti hanno il compito principale di animare la vita degli equipaggi e rendere meno faticosa la vita frustrante dei marittimi.

A cura di don Luciano Cantini