1° viaggio missionario Anni: circa il 40-45 d.C. Luogo di partenza: Antiochia di Siria Compagni di viaggio (fatto sia via mare che via terra): Barnaba e Giovanni-Marco, che però ad un certo punto va via Località toccate: Cipro (luogo di origine di Barnaba) e alcune regioni del sud dell’attuale Turchia. Fatti importanti o curiosi: nella città di Listra Paolo e Barnaba sono scambiati per due degli dei romano-greci: Zeus ed Hermes.
C’era a Listra un uomo paralizzato alle gambe C’era a Listra un uomo paralizzato alle gambe. Egli ascoltava il discorso di Paolo e questi, guardandolo e notando che aveva fede, disse : «Alzati diritto in piedi!» ed egli si mise a camminare. La gente allora, al vedere ciò che Paolo aveva fatto, esclamò: «Gli dei sono scesi tra di noi in figura umana!». E chiamavano Barnaba Zeus e Paolo Hermes, perché era lui il più capace di fare discorsi. Intanto il sacerdote di Zeus, il cui tempio era all’ingresso della città, portando tori e corone, voleva offrire un sacrificio insieme alla folla. Sentendo ciò, gli apostoli Barnaba e Paolo gridavano: «Cittadini, perché fate questo? Anche noi siamo esseri umani, come voi, e vi predichiamo di convertirvi da questi dei falsi al Dio vivente che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che in essi si trovano. E così dicendo, riuscirono a fatica a far desistere la folla dall’offrire loro un sacrificio.
Ritrova gli elementi: 1) gli animali da sacrificare e le cose che servono per il sacrificio; 2) Paolo e Barnaba e nota cosa dicono attraverso i gesti L’episodio è raffigurato nel soffitto della chiesa di San Paolo Maggiore A sinistra: Berchem, Paolo e Barnaba A destra: basilica di San Paolo maggiore, Bologna; affresco della navata centrale di G. Rolli (1695-1704): Paolo e Barnaba a Listra
PER ESSERE CRISTIANI NON È NECESSARIO DIVENTARE PRIMA EBREI Ad Antiochia, al ritorno dal primo viaggio missionario, Paolo e Barnaba hanno una brutta sorpresa: alcuni cristiani di stirpe ebraica non accettavano che persone non ebree potessero diventare cristiane. Pensavano infatti che per essere cristiani, prima di tutto bisognasse essere fedeli alle Leggi ebraiche e seguire tutte le prescrizioni rituali. Per risolvere definitivamente la questione, Paolo e Barnaba vanno a Gerusalemme, per parlare con gli altri apostoli e decidere una volta per tutte. La soluzione viene raggiunta, dopo discussioni e qualche scontro, in quello che viene chiamato “Concilio di Gerusalemme”. Dopo un intervento decisivo del capo del gruppo degli apostoli, cioè di Pietro, la decisione finale è a pieno favore di Paolo e Barnaba: PER ESSERE CRISTIANI NON È NECESSARIO DIVENTARE PRIMA EBREI Non è una cosa da poco: si inizia a capire che il cristianesimo, pur nascendo dall’ebraismo, è una religione diversa.
Alcune opere d’arte mostrano Paolo e Pietro che discutono tra di loro… A sinistra: G. Reni, Pietro e Paolo, Pinacoteca di Brera, Milano A destra: Ss. Pietro e Paolo di El Greco(1541-1614), Stoccolma, Nationalmuseum Alcune opere d’arte mostrano Paolo e Pietro che discutono tra di loro…
CHE DA TUTTI GLI ALTRI POPOLI … altre li mettono l’uno accanto all’altro: di fronte o abbracciati o primi tra gli apostoli, i più vicini a Gesù. QUESTO INDICA L’UNITA’ DI TUTTA LA CHIESA, FORMATA DA CRISTIANI PROVENIENTI SIA DAL POPOLO EBRAICO CHE DA TUTTI GLI ALTRI POPOLI simboleggiati dall’apostolo Pietro simboleggiati dall’apostolo Paolo In alto a sinistra: Pietro e Paolo, dipinto in oro su vetro, III d.C., Biblioteca Apostolica Vaticana In alto a destra: Abbraccio di Pietro e Paolo, D. Gagini, opera realizzata tra il 1460 e il 1473, Palermo, Cappella Palatina Al centro: particolare della basilica di San Vitale, Ravenna
Il metodo di Paolo era questo: predicava prima di tutto nelle sinagoghe, agli ebrei, cercando di dimostrare che Gesù era il Messia (con risultati spesso molto scarsi, se non addirittura di opposizione netta, botte o carcere…) - poi si rivolgeva ai non ebrei, andando a parlare nelle piazze, nei luoghi di mercato, nei porti: ovunque potesse essere ascoltato. Spesso almeno qualcuno credeva alle sue parole e pian piano si formava un gruppo di credenti.
- passato un po’ di tempo Paolo partiva per un’altra città, dopo aver lasciato qualcuno a capo della comunità cristiana - spesso manteneva i contatti con le comunità da lui fondate attraverso delle lettere
Per i cristiani queste lettere sono molto importanti e sono state raccolte: insieme ai Vangeli formano il Nuovo Testamento. I cristiani cattolici leggono dei brani tratti dalle sue lettere (e da quelle degli altri apostoli) in ogni Messa della domenica. Disegno: Paolo, apostolo delle genti, Marco Sebastiani Disegno Bibbia: tratto da E. Bragaglia – F. Giuli- E. Pompilio, Tante voci una parola EDB
2° viaggio missionario Anni: circa il 49-52 d.C. Luogo di partenza: Antiochia di Siria Compagni di viaggio: Sila e da un certo punto in poi anche Timoteo Località toccate: alcuni porti e città interne dell’attuale Turchia e varie città della Grecia. Fatti importanti o curiosi: 1) Paolo descrive una visione avuta in sogno: un uomo della Macedonia, regione della Grecia, lo supplica di aiutarli. Paolo allora pensa che Dio voglia che vada là; è un passaggio importante: inizia l’evangelizzazione dell’Europa. 2) Paolo predica in città di grande cultura, tra le quali Atene, in cui fa un discorso all’areopago (cfr. Atti 17,1ss)
VOCABOLARIO: areopago Paolo ad Atene, fremeva al vedere la città piena di idoli. Discuteva nella sinagoga con i Giudei e e ogni giorno sulla piazza principale con quelli che incontrava. Alcuni filosofi lo condussero sull’Areòpago e dissero: «Possiamo dunque sapere qual è questa nuova dottrina predicata da te?». Il commento dell’Evangelista Luca, autore degli Atti degli Apostoli, è ironico: tutti gli Ateniesi e gli stranieri là residenti non avevano passatempo più gradito che parlare e sentir parlare. Raffaello, Paolo ad Atene VOCABOLARIO: areopago il colle di Atene, il cui nome deriva dal dio Ares, in cui si radunava l’assemblea degli anziani, dei saggi
Ed ecco il discorso di Paolo (circa! nessuno ha preso appunti!) Cittadini ateniesi, vedo che siete molto timorati degli dei. Passando e osservando i monumenti, ho trovato anche un altare con l’iscrizione: Al Dio ignoto. Quello che voi adorate senza conoscere, io ve lo annunzio: Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene, che è signore del cielo e della terra, non dimora in templi costruiti dalle mani dell’uomo … non dobbiamo pensare che la divinità sia simile all’oro, all’argento e alla pietra, che porti l’impronta dell’arte e dell’immaginazione umana. Ora Dio ordina a tutti gli uomini di tutti i luoghi di convertirsi e cambiare vita, perché ha stabilito un giorno in cui giudicherà la terra per mezzo di un uomo che egli ha designato, dandone a tutti prova sicura col risuscitarlo dai morti». Quando sentirono parlare di risurrezione di morti, alcuni lo deridevano, altri dissero: «Ti sentiremo su questo un’altra volta». Cioè: bel discorso finché parla di Dio, ma quando parla di resurrezione… “Ciao!”
Nella basilica di San Paolo Maggiore, in un enorme affresco del soffitto è raffigurato questo famoso discorso Facciata e interno della basilica di San Paolo Maggiore, Bologna A destra particolare del soffitto della navata centrale: Paolo ad Atena, di G. Rolli (1695-1704)
Parte superiore: il cielo, anch’esso con alcuni personaggi. Parte centrale: tante persone, in diversi atteggiamenti, con alcuni elementi architettonici che fanno capire dove si svolge questo fatto Primo piano: rovine sono un elemento simbolico più che realistico: indicano che la civiltà e la religione greco-romana dopo poco sarà vinta dal cristianesimo
o consultando i loro libri per vedere se ha ragione. Paolo C’è l’altare “al dio ignoto” (infatti non ha sopra nessuna statua) e due persone che lo indicano chiamano altri ad ascoltarlo Finché parla di Dio tanti lo ascoltano, colpiti da quello che dice e , pregano o consultando i loro libri per vedere se ha ragione.
Ma quando Paolo inizia a spiegare che Dio ha fatto risorgere Gesù dai morti… tanti se ne vanno!
Paolo annuncia Dio, raffigurato qui dalla luce dall’alto. Subito sotto, ci sono raffigurate tre donne che simboleggiano le tre virtù fondamentali: Vestita di verde e con in mano un’ancora (segno di salvezza già dal tempo dei primi cristiani) è la SPERANZA Vestita di rosso e con un bambino in braccio per allattarlo è la CARITA’ Vestita di bianco con la croce, il calice e l’ostia è la FEDE