Museo del Balì
Geografia Il museo del Balì si trova nella regione delle Marche, a Saltara, in provincia di Pesaro e Urbino. Posizione di Saltara nella provincia.
STORIA La storia dell'edificio è lunga e articolata. In questo luogo fu eretto in antichità un tempio dedicato al dio Marte. Nel corso del tempo facile fu il trapasso da Marte a Martino: testimonianze storiche parlano di una cappella dedicata a San Martino già nel 1165. Alla fine del XIV secolo Giovanni Filippo Negusanti, vescovo di Sarsina, restaurò l'edificio che entrava così nella sfera della sua famiglia per restarvi fino al XVIII secolo. Il personaggio più importante per questo luogo fu senz’altro Vincenzo Negusanti, vescovo di Arbe e Dalmazia, ecclesiastico di grande autorevolezza e cultura (fu presente ai concilii di Roma e Trento) ed esperto di astronomia. Proprio per osservare gli astri dalle sue quattro torri, costruite appositamente allo scopo e oggi scomparse, il Negusanti si ritirò nella Villa di San Martino fino alla morte, avvenuta del 1573.
Nel 1839 l'edificio passò a Massimiliano di Leuchtenberg e poi, nel 1852, divenne i proprietà dei Gesuiti di Fano, che la utilizzarono come luogo di villeggiatura per i collegianti. In seguito, il decreto Valerio del 1861 soppresse gli enti religiosi e il patrimonio di Saltara passò al Collegio Convitto Nolfi. Una lunga fila di cipressi secolari segnala ancora oggi quello che fu il viale principale di accesso alla villa. Forse proprio in relazione a questo eccezionale aspetto naturalistico, il 19 ottobre 1899 fu celebrata nel parco della villa la prima festa degli alberi istituita dall’allora ministro Guido Baccelli. Nel periodo fascista l'edificio passò alla G.I.L. (Gioventù Italiana del Littorio) di Pesaro che avrebbe dovuto occuparsi di una valorizzazione della struttura che, però, non avvenne. Quando poi scoppiò la seconda guerra mondiale la Villa del Balì ospitò molti “sfollati” provenienti dalla vicina Pesaro, persone che avevano lasciato le loro abitazioni in città per sfuggire ai bombardamenti (Pesaro infatti era vicina alla linea gotica). Da questo luogo il comando tedesco osservava tutte le operazioni belliche e gli spostamenti delle truppe degli Alleati nella sottostante vallata del Metauro e sulla collina di Montemaggiore. Nel 1944 la Villa del Balì divenne definitivamente proprietà del Comune di Fano; nel 1972 un restauro ne modificò purtroppo alcune strutture interne, ma fu provvidenziale per scongiurare la completa rovina dell’edificio. Oggi, l’edificio è concesso in comodato trentennale al Comune di Saltara che ne ha fatto la sede di un museo interattivo della scienza con una forte impronta astronomica, seguendo la tradizione iniziata 500 anni fa da Vincenzo Negusanti.
IL PLANETARIO Un planetario con 46 posti, dedicato a Giuseppe Occhialini, padre dell’astrofisica delle alte energie nativo della vicina Fossombrone, permette l’osservazione del cielo sotto una cupola di 8 metri. Suggestivi spettacoli guidati permettono di assaporare le meraviglie di una notte stellata in un viaggio tra le stelle, costellazioni e pianeti. Spettacoli tematici permettono inoltre di approfondire concetti della moderna astronomia e astrofisica e di spaziare nel campo della storia e letteratura
L’OSSERVATORIO ASTRONOMICO L'osservatorio astronomico, situato nel parco della Villa, permette l'osservazione in diretta dei principali oggetti celesti del cielo notturno e del Sole. Il moderno parco strumenti dell'osservatorio comprende un telescopio principale (modello Ritchey-Chrétien da 40 cm di diametro) più altri telescopi ausiliari con un corredo di diversi accessori. Grazie ad essi è possibile offrire sia attività didattiche per le scuole che momenti di curiosità ed approfondimento per il pubblico generico.
GLI ESPERIMENTI…
IL DISCO DI NEWTON Il disco di Newton permette di dimostrare come componendo i vari colori, si riesca ad ottenere il bianco. L'operazione inversa, e cioè la scomposizione della luce solare nelle sue componenti colorate, si ottiene con un prisma di vetro. I colori da utilizzare per realizzare il disco sono i seguenti: Una volta realizzato il disco, devi porlo in rotazione sotto una luce bianca. Se la velocità è sufficientemente alta, non riuscirai più a distinguere i vari colori ma vedrai solo il bianco.
IL PERISCOPIO Nella forma più semplice il periscopio è un tubo alle cui estremità vi sono degli specchi paralleli tra loro e posti ad un angolo di 45° rispetto alla linea passante per essi. In quelli più complessi è costituito da un insieme di prismi che riportano la visione su un piano diverso da quello iniziale, permettendo così una visione a giro d'orizzonte, mantenendo nascosto l'osservatore. Il periscopio fu utilizzato nei sommergibili, nei carri armati e nelle trincee durante la Prima guerra mondiale
IL PENDOLO DI FOUCAULT Il pendolo di Foucault, così chiamato in onore del fisico francese Jean Bernard Léon Foucault, fu concepito come esperimento per dimostrare la rotazione della Terra attraverso l'effetto della forza di Coriolis.
FUNZIONAMENTO: Si tratta di un alto pendolo libero di oscillare in ogni direzione per molte ore. Il primo pendolo di Foucault fu presentato al pubblico nel 1851, ed era costituito da una sfera di 28 kg sospesa alla cupola del Pantheon di Parigi con un filo lungo 67 m. Ad ogni latitudine della Terra, tranne che all'equatore, si osserva che il piano di oscillazione del pendolo ruota lentamente. Al Polo Nord e al Polo Sud la rotazione avviene in un giorno siderale: il piano di oscillazione si mantiene fermo mentre la Terra ruota, in accordo con la prima legge del moto di Newton. Alle altre latitudini il piano di oscillazione ruota con un periodo R inversamente proporzionale al seno della latitudine stessa (α); a 45° la rotazione avviene ogni 1,4 giorni, a 30° ogni 2 giorni e così via: La rotazione avviene in senso orario nell'emisfero boreale e in senso antiorario nell'emisfero australe. Il concetto può essere difficile da comprendere a fondo, ma ha portato Foucault a ideare nel 1852 il giroscopio. L'asse del rotore del giroscopio segue sempre le stelle fisse; il suo asse di rotazione appare ruotare sempre una volta al giorno a qualunque latitudine. Il pendolo di Foucault è impegnativo da costruire poiché piccole imprecisioni possono causare errori nell'oscillazione che mascherano l'effetto della rotazione terrestre. La resistenza dell'aria inoltre frena l'oscillazione; per questo motivo nei musei i pendoli incorporano un elettromagnete o altro dispositivo per mantenere in moto il sistema.
IL PENDOLO DI NEWTON Il pendolo di Newton è costituito da un insieme di sferette metalliche di massa uguale sospese con fili a due aste di metallo orizzontali e parallele. Le sferette, a riposo, si toccano, sono alla stessa altezza e sono equidistanti dalle aste. Viene usato per illustrare le leggi di conservazione della quantità di moto e dell'energia. Se si lascia cadere una o più sferette contro le altre, quella situata all'estremità opposta si mette in moto con la stessa velocità, mentre quella lanciata si ferma e le intermedie non si muovono. Se le sferette sono più di tre e se ne lasciano cadere due, si metteranno in moto le due situate all'estremità opposta, e così via.
LA GRANDE MOLLA ELICOIDALE E’ possibile provocare delle onde su una gigantesca molla elicoidale appesa orizzontalmente in una stanza, facendone oscillare una estremità. Se si muove il capo libero della molla nella direzione della sua lunghezza, si provoca un impulso o un treno di onde longitudinali in cui ogni spira della molla oscilla lungo la direzione di propagazione. Se si muove il capo libero della molla dall'alto verso il basso, si provoca un impulso o un treno di onde trasversali: ogni spira della molla vibra perpendicolarmente alla lunghezza dell’oggetto.
« Non ho particolari talenti, sono solo appassionatamente curioso. » Annalaura Belli Domiziana Caristi Gianna Fanelli Alessandro Stefanini Bernardo Modestini Leonardo Scarton Riccardo Paolucci Marta Vannelli Albert Einstein