Qual è il ruolo del formatore? E quali sono le sue competenze?

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
ARIADNE Modello formativo per gli operatori
Advertisements

PIANO REGIONALE DI ATTUAZIONE DELLA RIFORMA
OBBLIGO SCOLASTICO ASSI CULTURALI.
LA SCUOLA DEL FUTURO: “Indicazioni per il nuovo curricolo”
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Il docente e le sue competenze nella scuola dell’autonomia
La relazione educativa SIS a.a. 2005/06 Funzione docente e organizzazione didattica nella scuola dellautonomia Docente: Alessio Drivet.
FORMAZIONE COSTRUITA IN FUNZIONE DEI PROBLEMI CHE MOTIVANO IL RICORSO ALLAZIONE FORMATIVA NON E UNA APPLICAZIONE DI UNA TECNICA IN RISPOSTA AD UN APPLICAZIONE.
Qual è l’obiettivo della formazione?
Il progetto SAPA - Diffusione
QUALITÀ VISIBILI ED INVISIBILI:
Itinerari didattici integrati verticali di cultura al lavoro.
I Laboratori di recupero e sviluppo degli apprendimenti (LARSA)
Lalterna nza come laborator io pedagogi co didattico e come valore sociale A. Tropea.
MAPPA DELLE COMPETENZE
Convegno Nazionale AIMC - Acireale, 19 e 20 marzo 2011
Compiliamo un Portfolio l’esperienza del I° C.D. di Varese
LA FIGURA PROFESSIONALE DEL
Modelli psicologici prevalenti nell’ambito della psicologia della salute
VALUTAZIONE DELLA FORMAZIONE
L’apprendimento trasformativo
Seminario Costruire e premiare la qualità della scuola nellottica della riforma Roma maggio 2004 Esperienze di Qualità nella regione Veneto
24 Ottobre 2006 Area Formazione 1 Processi, attività,competenze Un caso applicativo:dal processo di progettazione formativa allindividuazione delle competenze.
Le modifiche alla griglia di valutazione: implicazioni progettuali Nucleo di valutazione FSE Trento 30 agosto 2012.
CONFERENZA PROVINCIALE PER LORIENTAMENTO Conoscenze + abilità + autonomia = competenze USP di Grosseto.
LINSEGNAMENTO DELLITALIANO E ALTRI APPRENDIMENTI LINGUISTICI LINEE GUIDA MIUR Febbraio 2006 II parte: Indicazioni operative, punto C AREA EDUCATIVO-DIDATTICA.
INTRODUZIONE GENERALE Finalità ed Obiettivi del corso.
… QUELLI CHE …insegnano…
Esperienze di Qualità nella regione Veneto.
1 Introduzione: il concetto di ruolo Seminario di formazione per i Tutor degli Animatori di Comunità PROGETTO POLICORO MONOPOLI - 22 MAGGIO 2005.
Struttura logica del curricolo tra obiettivi, competenze e finalità
La presa in carico dello studente infermiere: come migliorare l’apprendimento di competenze gestuali, intellettuali e relazionali 17 MARZO 1 APRILE GRUPPO.
1 t Cosa significa mettere lapprendimento al centro del sistema? Presentazione del toolkit di ESU (European Students Union) ed EI.
Come riconoscere gli operatori della ICT Security SMAU ottobre 2002.
DIDATTICA DELLA FORMAZIONE 8 MARZO 2011 Formazione e Professionalità
Lorena Peccolo1 RUOLO E FUNZIONE DEL DIRIGENTE SCOLATICO nellutilizzo delle prove INVALSI.
LA VALUTAZIONE La valutazione è parte integrante della progettazione, non solo come controllo degli apprendimenti, ma come verifica dell’intervento didattico.
MIUR Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia Cooperazione Internazionale Sud Sud Gli Ambasciatori dei Diritti Umani - profilo e ruolo -
come si va configurando nella sperimentazione dell’alternanza
Il Tirocinio per l’IRC: “finalità pedagogiche ”
DESCRIZIONE e ANALISI dellATTUALE funzionamento della scuola come primo passo di un processo di miglioramento (Van Velzen) DESCRIZIONE e ANALISI dellATTUALE.
PROGETTO “EU-FORMA” COMPETENZE DEL TM
LEGGERE LE INDICAZIONI PER
Verso una scuola ben fatta Linee di ricerca e azione per una progettazione formativa sostenibile Le proposte del Nucleo Provinciale per le Indicazioni:
Differenziare in ambito matematico
Federico Batini DOVE VA LA VALUTAZIONE? Grosseto, dicembre 2010.
DI.SCOL.A. Dispersione Scolastica Addio La Professionalità Docente per garantire il successo scolastico Meeting Finale, Settembre 2007 Aula Magna.
COSTRUZIONE DI UN PROGETTO FORMATIVO
(a cura di Daniela Maccario)
INDICAZIONI A SCUOLA CORSO DI FORMAZIONE PER INSEGNANTI DELLA SCUOLA dell’Infanzia e del Primo Ciclo Sezione di studio Le problematiche pedagogiche, didattiche.
PROGRAMMA IL FUTURO Anno Scolastico 2014 / 2015
AZIONE CHIAVE 2 Cooperazione per l’innovazione e le buone pratiche Partenariati strategici nell’aria dell’educazione, formazione e giovani.
CHE COS’É? E’ un DOCUMENTO finalizzato a definire in maniera dettagliata e condivisa diritti e doveri nel rapporto tra scuola-studenti famiglie E’ uno.
A cura di A. Augenti e M.Gabriella de Judicibus
PIATTAFORMA MAESTRA.
“E’ una persona integrata quella che conserva una propria identità diversa dalle altre e con il suo posto nel gruppo”
L’assicurazione di qualità nel Quadro del Processo di Bologna Carla Salvaterra Trieste 15 dicembre 2007.
La didattica ermeneutica esistenziale.
Valutare le competenze
IL NUOVO ISTITUTO TECNICO Renzo Vanetti IL NUOVO ISTITUTO TECNICO.
Scuola delle competenze, alleanza educativa tra genitori e insegnanti Prof.ssa Floriana Falcinelli.
Qualità Definizione: grado in cui un insieme di caratteristiche intrinseche soddisfa i requisiti.
Nuovi volontari? Vi proponiamo alcune possibilità dal territorio. - La bacheca per i cittadini - L’alternanza scuola lavoro - La giustizia riparativa.
Curricolo e competenze Prof.ssa Senarega. Curricolo Per curricolo intenderemo il percorso formativo di un certo segmento scolastico Dimensioni del curricolo.
ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO Il progetto e le attività previste
LA CONOSCENZA DI SÉ. Il Sé come punto cerniera: in esso si constata l’intersezione del dato intrapsichico con quello sociale E’ in larga misura dall’esperienza.
LA TRASPOSIZIONE E LA MEDIAZIONE DIDATTICA 24 marzo 2015.
L’ANALISI DEI BISOGNI DI FORMAZIONE Laboratorio per la formazione Spi Atto Primo Gruppo Arancio Lido di Camaiore 1- 3 febbraio 2011.
Catanzaro 13 febbraio Famiglia Insegnanti Contesti frequentati Allenatore Amici Interessi Individuo.
L’analisi dell’esperienza: alcuni concetti chiave Competenze emergenti e occupazione nel turismo A.A
Transcript della presentazione:

Qual è il ruolo del formatore? E quali sono le sue competenze? G.P. Quaglino Federica Mazzarella

Il Quaglino si inserisce nel dibattito sul tema del formatore sottolineando la necessità di riflettere sulla natura pedagogica di questo ruolo senza limitarsi alle sole implicazioni istituzionali e organizzative (committenza/utenza), né agli aspetti di rischio e alle expertises. Fino alla proposta del Quaglino di arrivare a definire una Teoria Generale della Formazione (2005), gli aspetti relativi alla figura del formatore maggiormente discussi sono stati......

1) L’ IDENTITA’ DIFFICILE Definire il profilo professionale del formatore vuol dire individuare un ruolo e una identità precisi in riferimento al progetto educativo. Il formatore trova la sua identità di ruolo rispetto ai compiti, agli obiettivi e alle responsabilità riguardanti il progetto educativo Questo implica che il formatore non può essere identificato totalmente nella figura del docente.

2) RISCHI DEL MESTIERE  di manipolare o di esercitare influenza piuttosto che di sollecitare, attivare, guidare e orientare i processi di apprendimento  di non riconoscere la pluralità di figure (fantasie) che il formatore può evocare o agire nelle situazioni formative, portando ad una confusività di ruolo e ad una pratica mistificante [Enriquez, 1980)  di agire una triangolazione nella relazione tra formatore, committente e utente (collusione).

1- avere un buon rapporto con la committenza e l’autorità 3) EXPERTISES La professionalità del formatore viene espressa in termini di competenze/esperienze richieste per un efficace adempimento del ruolo, di regole e principi-guida per l’azione formativa e di un iter di preparazione e formazione personale. Contessa (1975), in riferimento alle fasi del lavoro del formatore ha individuato le expertises base in: 1- avere un buon rapporto con la committenza e l’autorità 2- saper diagnosticare i bisogni reali del formatore e dell’organizzazione 3- progettare iniziative formative 4- programmare le risorse utilizzabili, i tempi e la sequenza dell’attività 5- realizzare il programma 6- verificare i risultati

Per definire il ruolo del formatore quindi è necessario ridefinire il collegamento formatore – progetto educativo individuando una nuova configurazione di ruoli formativi. A questo riguardo Quaglino si rifà al Modello di Ruoli Formativi di Burgoyne & Cunningham (1980), nell’ambito della logica del Self-Development. Il criterio centrale del modello è l’ampiezza dell’area di controllo sull’apprendimento attribuito al formatore e al soggetto.

Al termine del percorso formativo si raggiunge la piena autonomia del soggetto nella gestione dell’oggetto-problema.

Riguardo alle competenze/capacità che un formatore deve avere, Quaglino illustra lo schema di competenze proposto da Stuart & Burgoyne (1977), considerandolo esaustivo.

Il Quaglino propone una TEORIA DELLE FORME DELLA RELAZIONE PEDAGOGICA. Parla di una pluralità di forme che una azione finalizzata alla sollecitazione/attivazione di processi soggettivi di apprendimento può assumere in vista del raggiungimento di specifici e prefissati traguardi educativi. In tal senso la logica che guida l’azione formativa esige l’individuazione di un criterio che soddisfi l’INTEGRAZIONE tra le forme previste per la relazione pedagogica.

GRADO DI CONTROLLO SULL’APPRENDIMENTO Questo criterio è individuabile nel GRADO DI CONTROLLO SULL’APPRENDIMENTO esercitato rispettivamente dai soggetti implicati nella relazione pedagogica

In questa ottica è possibile proporre anche una riclassificazione dei diversi metodi educativi in funzione delle 4 forme della relazione pedagogica.

Al formatore spetta di riprendere contatto in prima persona con la complessità della natura pedagogica della sua azione. Secondo il Quaglino, questo è il passaggio obbligato per avvicinarsi alle possibilità che questa attività offre in termini di molteplici opportunità di conduzione di un progetto educativo.