il Rinascimento Soggiorno a Roma

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Veduta del Palazzo Ducale di Urbino Piero della Francesca, Ritratto di Federico da Montefeltro, Firenze, Galleria degli Uffizi.
Transcript della presentazione:

il Rinascimento Soggiorno a Roma 1402-1407 Brunelleschi e Donatello furono i primi della loro generazione ad esaminare, attentamente e metodicamente, le rovine dell’antica Roma. Fu attraverso le accurate misurazioni di colonne, frontoni e archi, che Brunelleschi poté impossessarsi dei rapporti matematici usati dagli architetti romani, ma anche concepire l’idea di spazio come dimensione essenziale nelle arti figurative. Egli passò il resto della sua vita ad elaborare le implicazioni di questa scoperta. G.A. Brucker, Firenze nel Rinascimento

Perché lo stile rinascimentale si sviluppò e partì da Firenze? ESEMPI gli affreschi di Giotto e le porte di Andrea Pisano erano a portata di mano per essere studiate, ammirate e copiate da artisti più giovani. Quando Donatello e Brunelleschi realizzarono le prime opere, queste furono opere pubbliche esposte all’ammirazione dell’intera comunità. L’ARTIGIANATO FIORENTINO L’esperienza nelle attività artigiane sviluppò una particolare attitudine mentale: il senso della qualità estetica applicato al lavoro manuale. Questa spiccata abilità nei lavori in cui si deve coniugare la tecnica con l’estetica funzionò da terreno fertile per i talenti artistici di inizio Quattrocento. L’UMANESIMO Salutati e Bruni, insieme a molti altri, diffusero nei giovani fiorentini un interesse per il mondo classico. Nell’assenza di scuole e università di grande prestigio furono i cenacoli e i circoli filosofici a riportare i valori classici – libertà, bellezza, vita attiva, centralità dell’uomo – nel cuore della cultura medievale.

OSMOSI tra cultura popolare e cultura d’élite (classica) Gli artisti fiorentini erano membri delle Arti; la loro educazione non era classica, ma popolare e vernacolare. Lo stile predominante era il tardo-gotico, ma nessun artista di livello emerse dalla metà del Trecento. Questa mediocrità spinse i migliori talenti a rivolgersi altrove per una guida e un’ispirazione. Brunelleschi, Donatello, Ghiberti svolsero l’apprendistato nelle botteghe degli orafi. Nei rispettivi campi essi furono per lo più autodidatti, liberi di sviluppare le proprie tecniche e i loro interessi senza la costrizione di un maestro né, tantomeno, di patroni aristocratici. L’interesse per la classicità lo svilupparono in loro stessi. (il celebre mecenatismo mediceo arriverà solamente mezzo secolo dopo, quando il nuovo stile si è già ampiamente affermato)

DONATELLO San Giorgio 1417 San Marco 1413 San Marco Evangelista era patrono dei linaioli, e la statua fu la prima scolpita da Donatello per Orsanmichele. Successivamente ralizzarà  San Pietro, in collaborazione più o meno partecipata con Filippo Brunelleschi, e il celebre San Giorgio (arte degli armaiuoli). La statue vennero probabilmente collocate nelle nicchie tra il 1410 e il 1414.

Filippo Brunelleschi Spedale degli Innocenti 1427 Primo edificio classico della città

“i monti intorno a Fiorenza paiono simili a lei” FILIPPO BRUNELLESCHI - LA CUPOLA DELLA CATTEDRALE “i monti intorno a Fiorenza paiono simili a lei” Giorgio Vasari

Cappellone degli spagnoli. 1367 – Chiesa di Santa Maria Novella

Porte del Paradiso Lorenzo Ghiberti, 1452 autoritratto Leonardo Bruni suggerì a Ghiberti un disegno per la seconda porta del Battistero e questo è il primo esempio documentato di una collaborazione tra un umanista e un artista per un progetto artistico. Anche se poi lo scultore non utilizzò questi suggerimenti, la sua esecuzione della Porta del Paradiso, fu profondamente influenzata dagli ambienti umanistici fiorentini. Certamente l’idea di un progresso delle arti e nell’ambizione a migliorare tutte le precedenti imprese, comprese proprio le precedenti porte del Battistero. autoritratto

Il modello: Giotto di Bondone (1267-1337) Giovanni Villani "Il più sovrano maestro stato in dipintura che si trovasse al suo tempo, e quegli che più trasse ogni figura e atti al naturale.“ Giovanni Villani

MASACCIO 1401 - 1428 « Dopo questo [Giotto] l'arte ricadde, perché tutti imitavano le fatte pitture, e così andò declinando, insino a tanto che Tommaso fiorentino, scognominato Masaccio, mostrò con opra perfetta come quegli che pigliavano per altore altro che la natura, maestra de' maestri, s'affaticavano invano. » Leonardo da Vinci Trattato della pittura, 1500 ca. Trinità di Masaccio. Chiesa S.M. Novella

Cappela Brancacci. Chiesa di Santa Maria del Carmine 1423-1425 La Cappella Brancacci, situata all'interno della chiesa di Santa Maria del Carmine di Firenze rappresenta uno degli esempi più elevati di pittura del Rinascimento. Essa è frutto della collaborazione di due dei più grandi artisti dell'epoca Masaccio e Masolino da Panicale, ai quali deve aggiungersi la mano di Filippino Lippi, chiamato a completare l'opera.

“Cacciata dal Paradiso” La modernità del Medioevo o l’oscurantismo dell’età moderna ?

Questo dipinto attribuito a Paolo Uccello (dubbio) mostra i grandi del Rinascimento fiorentino insieme ad un letterato matematico. Sono numerosi i quadri straordinari di mano sconosciuta o incerta realizzati alla fine del XV

Veduta “della Catena” attribuita a Francesco Rosselli 1472 ca.

La città ideale. Anonimo fiorentino fine XV Nella seconda metà del Quattrocento, durante il Rinascimento, cominciarono tentativi di progettazione di città in cui lo spazio sarebbe stato sfruttato al meglio. Già con Platone si ha l’intento di formare una città stato ideale, filosoficamente ritrovata nella ”Repubblica”. La diffusione anche tra artigiani e artisti non di primo piano delle basilari tecniche della prospettiva e del gusto classicheggiante (ordine, sobrietà, equilibrio, simmetria) spiega l’enorme impatto delle innovazioni rinascimentali. (il dipinto è conservato nel Museo nazionale di Urbino)

Facciata di Santa Maria Novella 1470 Leon Battista Alberti Quanti favorivano lo stile rinascimentale erano attratti dal senso dell’ordine, dalla regolarità e dalla coerenza stabilite dalle leggi matematiche. Lo spazio e il mondo fisico erano fenomeni che potevano essere definiti, misurati, controllati dalla mente umana. Si trattava di idee che avevano ovvi paralleli con l’esperienza fiorentina: nella precisione e accuratezza dei libri conto mercantili o nei documenti delle finanze statali; così come nella qualità del lavoro delle botteghe artigiane fiorentine.

Lorenzo il Magnifico

Il cenacolo di Lorenzo e il neoplatonismo Lorenzo fu grande mecenate, ma soprattutto promotore della cultura fiorentina all’estero. Quale cultura? L’Umanesimo e il Rinascimento, ma con un taglio molto diverso da quello che ispirò Coluccio Salutati e Leonardo Bruni. La cultura nell’età di Lorenzo fu privata, creata per piccoli e sofisticati “cognoscenti”. Basta parlare di libertà, repubblicanesimo, idea di una vita attiva “Quant'è bella giovinezza, che si fugge tuttavia! Chi vuol essere lieto, sia: di doman non c'è certezza » L’ideologia della Firenze laurenziana fu il neo-platonismo: disprezzo per la natura fisica dell’uomo e esaltazione della sua spiritualità. “Nell’accademia che sul modello platonico egli aveva fondato nella sua villa di Careggi rifulse l’astro delle speculazioni filosofiche ed ermetiche, Marsilio Ficino; e verso quel sodalizio si sentì attratto il grande celebratore dell’onnipotenza dell’uomo e della magia come arte dell’armonizzare la vita umana a quella dell’universo, Pico della Mirandola. A questo elevato, rarefatto sentire, Angelo Poliziano e Sandro Botticelli avrebbero offerto, l’uno i versi d’una poesia sovente ispirata, l’altro le forme e i colori d’una perfezione pittorica mai più raggiunta.” (Franco Cardini, Breve storia di Firenze)

La Primavera di Botticelli è il prodotto di questo clima, essendo un’allegoria nella quale si fondono idee platoniche e idee cristiane, ma in un contesto iconografico così arcano e così esoterico che solo un iniziato ne poteva intendere il messaggio. Si tratta di una pittura che vividamente illustra il fossato culturale che separava ormai Lorenzo e gli intellettuali della sua cerchia dal resto della società fiorentina

LA NASCITA DI VENERE Sandro Botticelli , 1484 Chiare, fresche et dolci acque, ove le belle membra pose colei che sola a me par donna; gentil ramo ove piacque (con sospir mi rimembra) a lei di fare al bel fianco colonna; erba e fior che la gonna leggiadra ricoverse co l'angelico seno; (…) Qual fior cadea sul lembo, qual su le trecce bionde, ch'oro forbito et perle eran quel dì, a vederle; qual si posava in terra, e qual su l'onde; qual, con un vago errore girando, parea dir: Qui regna Amore LA NASCITA DI VENERE Sandro Botticelli , 1484

Michelangelo Buonarroti DAVID 1501-1504 Michelangelo Buonarroti Nel 1501 Michelangelo avrebbe inoltre ricevuto l’ultima grande commissione della repubblica, destinata ad esaltare lo spirito civico del popolo fiorentino: la statua del David

Eduardo Galeano, Specchi LEONARDO A poco più di vent' anni gli Ufficiali della Notte, portarono via Leonardo dalla bottega del maestro Verrocchio e lo gettarono in una cella. Stette là due mesi, terrorizzato dalla minaccia del rogo. L' omosessualità si pagava con il fuoco. Fu assolto, per mancanza di prove, e tornò alla vita.   E dipinse capolavori, quasi tutti incompiuti, che nella storia dell' arte inaugurarono lo sfumato e il chiaroscuro; disegnò alla perfezione, per la prima volta, gli organi umani, studiando l’anatomia sui cadaveri;  confermò che il mondo girava; inventò l’elicottero, l'aereo, la bicicletta, il sottomarino, il paracadute, la mitragliatrice, la granata, il mortaio, il carro armato, la gru mobile, la scavatrice galleggiante, la macchina per fare la pasta, la grattugia …  e la domenica comprava uccelli al mercato e gli apriva le gabbie. Coloro che lo conobbero dissero che non abbracciò mai una donna, ma dalla sua mano nacque il ritratto più famoso di tutti i tempi. E fu un ritratto di donna. Eduardo Galeano, Specchi La Gioconda (Firenze, 1503-1506)

Raffaello Sanzio, La scuola di Atene, 1511

L’Assedio di Firenze Giorgio Vasari (1530) Sala Clemente VII Palazzo Vecchio Giorgio Vasari è stato scultore, pittore e architetto. Fedele artista alla corte medicea, progettò il palazzo degli Uffizi e il Corridoio che dal Palazzo Vecchio portava i regnanti fino al “nuovo” palazzo del potere: Palazzo Pitti. E’ autore degli affreschi decoratvi di Palazzo Vecchio ed è ricordato anche per la sua attività di storiografo e critico d'arte con il celebre Vite de più eccellenti pittori, scultori et architetti .

“Da questa città animata e animosa nascono i capolavori: la Commedia al pari del Decameron, le “Porte del Paradiso” al pari del David. Sempre opere e simboli collettivi, che hanno un autore, un maestro che conferisce loro forma e forza ma alle quali è tutta la città a collaborare.” Franco Cardini, Breve storia di Firenze