Da Weimar al 3° Reich I.I.S. “Carlo Urbani” – Ostia La Repubblica di Weimar La Germania nel primo dopoguerra L’umiliazione della pace di Versailles Tra inflazione e ripresa Il nazionalsocialismo al potere Organizzazioni naziste Dall’incendio del Reichstag al voto Hitler fuhrer della Germania Il Terzo Reich e lo spazio vitale Superiorità ariana e anti-ebraismo Oltre Versailles, per lo spazio vitale Verso la guerra mondiale I.I.S. “Carlo Urbani” – Ostia A cura del prof. Luigi O. Rintallo
La Repubblica di Weimar Da Weimar al 3° Reich /1 La Repubblica di Weimar Il kaiser è costretto a fuggire in Olanda. Il nuovo governo prov-visorio presieduto dal socialdemo-cratico Ebert firma la pace con gli anglo-francesi l’11 novembre 1918. Riunita a Weimar, l’Assemblea emana la nuova costituzione nell’agosto 1919. La Germania diventa una Repubblica federale di 17 Lander, Nell’estate 1918, a imitazione dei soviet russi, si costituiscono in Germania dei “consigli” che rovesciano la monarchia di Guglielmo II. All’Assemblea Costituente i socialdemocratici ottengono la maggioranza relativa e formano un governo di coalizione con il Zentrum moderato. Sul nuovo Stato gravano le condizio-ni della pace imposte dai vincitori. Le riparazioni di guerra ammontano a 132 miliardi di marchi oro: pari a un quarto del prodotto interno annuo per oltre 50 anni. Nel ’23, per il mancato pagamento di una rata del debito, la Francia occupa la zona mineraria della Ruhr. I Tedeschi rispondono con la resistenza passiva. La crisi è devastante e l’inflazione divora i redditi: 1 dollaro vale 4200 miliardi di marchi. Al presidente della Repubblica, eletto dal popolo ogni 7 anni, sono affidati ampi poteri. Il parlamento (Reichstag) è eletto a suffragio universale con un sistema di voto proporzionale, mentre il governo è guidato da un Cancelliere responsabile di fronte al Parlamento. I socialdemocratici (SPD) mirano a creare una repubblica parlamen-tare, sostenendo una politica di riforme graduali. Per loro l’espe-rienza dei “consigli” è solo tran-sitoria e ciò li porta allo scontro con la sinistra comunista, rappre-sentata dalla Lega di Spartaco (spartachisti) di Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht. Quando essi promuovono nel gennaio ‘19 una insurrezione contro il governo e la Costituente, sono uccisi dai Freikorps. Prevale così la linea della SPD, con l’appoggio dei militari e delle forze borghesi. Le gravi tensioni sociali che ne derivano, favoriscono le spinte eversive. A novembre ‘23, Hitler tenta a Monaco un putsch: arrestato è però condannato a pene lievi. Il governo di grande coalizione di Stresemann (mode-rati e socialisti) avvia il risana-mento istituendo il “marco di rendita”, una moneta garantita. Determinante è tuttavia l’aiuto degli USA che, con il piano Dawes, forniscono alla Germania prestiti agevolati per favorire la ripresa. Cala la disoccupazione e le indu-strie tornano a produrre capitali. Gli Accordi di Locarno del ‘25 con la Francia ricompongono le tensioni fra i due Paesi e la Germania entra nella Società delle Nazioni l’anno seguente. Nel 1928 il patto Briand-Kellog (dai ministri degli Esteri francese e americano), impegna 62 Paesi a risolvere per via diplomatica i contrasti. Ma il crollo di Wall Street del ‘29 rende manifesta la debolezza della ripresa tedesca, fondata sui sostegni esteri. Al cessare dei finanziamenti americani, la Germania riprecipita nella crisi. Le ripercussioni politiche sono immediate: contro il nuovo governo di grande coalizione, guidato dal socialdemocratico Muller, si radicalizzano le opposizioni di nazionalisti e comunisti. Dimessosi Muller, il presidente della Repubblica, gen. Hindenburg, affida l’incarico a Bruning del partito di Centro.
Il nazionalsocialismo al potere Da Weimar al 3° Reich /2 Il nazionalsocialismo al potere Nel novembre 1932, alle elezioni politiche, i nazionalsocialisti sono il primo partito. Hitler rivendica la Cancelleria, forte dell’appoggio di industriali ed esercito. Il 30 gennaio 1933, Hindenburg lo nomina Cancelliere. Ricorrendo all’art. 48 della Costituzione di Weimar, il nuovo governo in nome dell’eccezionalità aggira il Parlamento ed emana decreti a ripetizione. Alle elezioni del 1930, i partiti delle estreme aumentano. L’SPD decide di appoggiare Bruning per difendere la democrazia minacciata dalla crescita del partito nazionalsocialista di Hitler. Nel marzo ’32, alle elezioni presidenziali, Hindenburg si ricandida ed esce vittorioso su Hitler che pure ottiene un grande successo personale: 13 milioni di voti. Il Reichstag non riesce a dar vita a governi stabili. Il Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori (NSDAP) nasce nel 1920, sulla scia della delusione per la sconfitta (attribui-ta alla pugnalata alle spalle di marxisti e pacifisti). Il suo leader Adolf Hitler enuncia nel libro Mein Kampf il suo programma: contro il comunismo e la democrazia libe-rale, contro gli Ebrei indicati come responsabili dello sfruttamento economico della Germania.Basato sul fuhrerprinzip il partito si avva-leva delle SA e delle SS, corpi pa-ramilitari che usano la violenza nell’azione politica. Al voto del 5 marzo 1933, Hitler si garantisce la maggioranza assoluta. Ottenuti i pieni poteri dal Reichstag, emana leggi che trasformano la Repubblica in una dittatura. Dal luglio è istituito il partito unico e considerati fuori legge tutti gli oppositori. Soppressi i sindacati, nasce il Fronte del lavoro. E’ istituita la Gestapo, la polizia segreta di Stato, che dal 1936 estenderà il suo controllo dalla sola Prussia a tutta la Germania guidata da Himmler. La vicinanza di Hitler agli ambienti industriali è contestata da Rohm (capo delle SA), fedele all’impostazione rivoluzionaria e anti-capitalista delle origini. Il 27 febbraio 1933, l’incendio del Reichstag è sfruttato dai nazisti per emanare misure eccezionali contro i comunisti, indicati come responsabili. Sospese le garanzie costituzionali, Hindenburg indice nuove elezioni. Il 30 giugno 1934, nella notte dei lunghi coltelli, Rohm e le SA sono eliminati (più di 1000 i morti). Il 2 agosto 1934, alla morte di Hindenburg, Hitler assume anche le funzioni di capo dello Stato e si proclama fuhrer del Terzo Reich, dopo il sacro romano impero e l’impero ottocentesco di Guglielmo II. L’apparato repressivo molto efficiente cancella ogni opposizione interna e permette a Hitler di epurare l’amministrazione pubblica dagli elementi indesiderati, considerati nemici dello Stato. Sono uccisi il 23% dei membri del Reichstag, mentre un altro 22% è costretto all’esilio. Prima del 1939, quasi 300.000 tedeschi lasciano la Germania; fra questi: Thomas Mann, Albert Einstein, Sigmund Freud. Molti di loro erano di origine ebrea, dal momento che già in aprile 1933 comincia la lenta persecuzione dei “non ariani”.
Il Terzo Reich e lo spazio vitale Da Weimar al 3° Reich /3 Il Terzo Reich e lo spazio vitale L’assassinio di un diplomatico tedesco a Parigi, per mano di un ebreo polacco, provoca contro gli Ebrei la notte dei cristalli. Motivo determinante della larga adesione dei Tedeschi al nazismo, i suoi successi in economia e in politica estera. La politica di riarmo rianima l’industria e fa crescere l’occupazione. Il 7 aprile 1933 ai non ariani non è permesso lavorare nella pubblica amministrazione. Due anni dopo sono emanate le Leggi di Norim-berga. Per ottenere un ferreo controllo sulla società, il nazismo affida a Goebbels il Ministero della propa-ganda che serve a garantire il consenso e, al contempo, censu-rare informazione e cultura. Premessa ideologica del nazi-smo è il concetto di superiorità della razza tedesca. In nome di essa le razze non ariane vanno sottomesse e soppressi quanti possono contaminarla: dagli zingari ai malati e agli omoses-suali. Tutti questi soggetti sono rinchiusi nei lager, di cui il primo è aperto già nel 1933 a Dachau. Per preservare la purezza del popolo germanico, è avviato un programma di eugenetica, pre-vedendo aborti e sterilizzazioni di quanti si discostano dal modello ariano. Nel 1940-41 si aggiunge l’Operazione eutanasia con lo sterminio di 80.000 malati. Il progetto di una Grande Germa-nia contrasta con le clausole di Versailles. La Renania, zona smilitarizzata, è inglobata nel 1936 senza conseguenze a parte inno-cue proteste della Società delle Nazioni. L’anno prima con un ple-biscito la Saar dai Francesi era tornata ai Tedeschi. Nel 1933, proprio per le limitazioni impostele nel riarmo, la Germania esce dalla Società delle Nazioni e promuove una politica espansioni-stica fondata sul principio dello spazio vitale. Nel 1934, emissari nazisti uccidono il cancelliere austriaco Dollfuss contrario all’annessione del suo paese alla Germania. Per l’opposizione delle altre nazioni (fra cui l’Italia), Hitler abbandona temporaneamente il progetto. A Stresa, nell’aprile ’35, si tiene una conferenza da cui emerge soltanto un generico impegno a mantenere la pace. Nel 1936, dopo l’appoggio ottenuto in occasione della guerra di Etiopia, Mussollini firma con Hitler l’Asse Roma-Berlino, perfezionato nel 1937 con l’Asse RO-BER-TO, quando all’alleanza sorta in funzio-ne anti-sovietica si aggiunge il Giappone. Dal ’35, l’Internazionale comunista promuove la politica dei Fronti popolari abbandonando la contrapposizione coi socialdemo-cratici, definiti prima social-fascisti. Nell’Austria in preda al caos politico, il cancelliere Seyss-Inquart chiede l’intervento della Germania, che nel 1938 procede all’annessione. Ancora una volta le altre nazioni sono inerti di fronte all’intraprendenza di Hitler, che a settembre del ’38 occupa la zona dei monti Sudeti in Cecoslovacchia dopo aver ottenuto il via libera alla Conferenza di Monaco. Il cedimento anglo-francese incoraggia nuove pretese tedesche. Senza rispettare gli accordi presi, la Germania occupa nel marzo 1939 anche la Boemia e la Moravia, riducendo a uno Stato vassallo la Slovacchia. Il 22 maggio 1939, Hitler e Mussolini sottoscrivono il Patto d’acciaio, premessa della guerra ormai imminente.