AMORE E COR GENTILE COESISTONO L’UNO NON VIVE SENZA L’ALTRO Al cor gentil rempaira sempre amore come l’ausello in selva a la verdura: né fe’ amor anti che gentil core, né gentil core anti ch’amor, natura” AMORE E COR GENTILE COESISTONO L’UNO NON VIVE SENZA L’ALTRO
Perciò l’amore non può essere disperso Per il cuore gentile l’amore è inevitabile e non può essere rifiutato (giustificazione dell’amore terreno = Amor Mundi)
Angeli e intelligenza divina Splende ‘n la intelligenzia del cielo Deo criator più che ‘n nostr’occhi ‘l sole: ella intende suo fattor oltra ‘l cielo, e ‘l ciel volgiando, a Lui obedir tole; e con’segue, al primero, del giusto Deo beato compimento, così dar dovria, al vero, la bella donna, poi che ‘n gli occhi splende del suo gentil, talento che mai di lei obedir non si disprende. DIO ANGELI MEZZI PER MANIFESTARE L’INTELLIGENZA DIVINA
Come l’intelligenza divina si manifesta attraverso gli angeli, che obbediscono a Lui, così la donna infonde all’uomo un analogo senso di obbedienza e di amore
Donna angelo e intelligenza divina Donna, Deo mi dirà: “Che presomisti? Siando l’alma mia a lui davanti. “Lo ciel passasti e ‘nfin a Me venisti e desti in vano amor Me per semblanti: ch’a Me conven le laude e a la reina del regname degno, per cui cessa onne fraude.”. Dir li porò: “Tenne d’angel sembianza che fosse del Tuo regno; non me fu fallo, s’in lei posi amanza”. DIO DONNA ANGELO AMANTE
Dio si stupisce del paragone precedente Dio si stupisce del paragone precedente. Ma il poeta risponde che la donna è come un angelo che sembra appartenere al regno di Dio, dunque non c’è errore nell’amarla. L’amore verso di lei è allo stesso tempo amore verso Dio: l’Amor mundi è completamente sublimato e giustificato.
Guinizzelli, Io voglio del ver Sonetto di lode delle bellezze fisiche (quartine) e spirituali (terzine) della donna> tramite fra mondo naturale e mondo interiore. Tema del SALUTO (salutem dare= “salutare” ma soprattutto “trasmettere la salvezza”, da cui derivano le conseguenze dei vv.10-14) Guido Guinizelli, Io voglio del ver la mia donna laudare Io voglio del ver la mia donna laudare ed asembrarli la rosa e lo giglio: più che stella diana splende e pare, e ciò ch'è lassù bello a lei somiglio. Verde river' a lei rasembro e l'are, tutti color di fior', giano e vermiglio, oro ed azzurro e ricche gioi per dare: medesmo Amor per lei rafina meglio. Passa per via adorna, e sì gentile ch'abassa orgoglio a cui dona salute, e fa 'l de nostra fé se non la crede; e no·lle pò apressare om che sia vile; ancor ve dirò c'ha maggior vertute: null' om pò mal pensar fin che la vede.
Guido Cavalcanti
Biltà di donna Seguendo lo schema di Guinizzelli (io voglio del ver), Cavalcanti loda la donna secondo la tecnica del plazer (elenco di cose piacevoli: momenti di vita cortese, elementi naturali, oggetti decorativi) Biltà di donna e di saccente core e cavalieri armati che sien genti; cantar d'augelli e ragionar d'amore; adorni legni 'n mar forte correnti; aria serena quand' apar l'albore e bianca neve scender senza venti; rivera d'acqua e pratti d'ogni fiore; oro, argento, azzuro 'n ornamenti: ciò passa la beltate e la valenza de la mia donna e 'l su' gentil coraggio, sì che rasembra vile a chi ciò guarda; e tanto più d'ogn' altr' ha canoscenza, quanto lo ciel de la terra è maggio. A simil di natura ben non tarda.