Nota al capitolo settimo

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Transcript della presentazione:

Nota al capitolo settimo Frasi e usi delle frasi Nota al capitolo settimo

La struttura – cioè come è fatta una frase? Per descrivere una frase considero i tratti grammaticali rilevanti. Di solito in italiano le grammatiche considerano i seguenti tratti: il modo finito del verbo la posizione dei costituenti (S, V, O, ecc.) l’intonazione. (cfr. Grande grammatica italiana di consultazione, 3 vol., Il Mulino, Bologna 1995, capitolo 1).

Tipi di frase In italiano si distinguono di solito 5 tipi di frase Dichiarativa Interrogativa Iussiva Ottativa Esclamativa (sono piuttosto espressioni esclamative: Aiuto! Fuoco! Scemo! Accidenti!)

Strutture e usi tipici per ogni tipo Struttura della frase dichiarativa: Verbo al modo indicativo Intonazione: la melodia alla fine non sale Discendente dopo l’ultimo accento che segnala informazione rilevante: Sale il prezzo del petrolio Sospensione: Sale il prezzo del petrolio (e crollano le azioni Microsoft – [discendente]). S + V oppure V + S: la scelta tra qs disposizioni (arrangements ) non è arbitraria. Vedi dopo.

Illocuzioni tipiche delle dichiarative L’uso che dà il nome alla frase è quello – generico - di fare uno “statement”, cioè la descrizione di una situazione. È una classe di usi tra i quali vi sono molti casi specifici - per esempio: informare (contenuto nuovo per il destinatario) di un fatto: Valentino Rossi vince sotto il diluvio in Inghilterra stracciando tutti gli avversari o di un punto di vista: Secondo me, Bill Gates è solo uno fortunato Riportare un contenuto non nuovo – all’attenzione di chi ascolta / legge o di chi parla /scrive: Di solito, prima di portare qualcuno a casa nostra, ci si informa quantomeno su chi sia.

Altri usi performativo - Lei è licenziato / In nome della legge, la corte, visti…, condanna l’imputato a 6 anni di pena detentiva… - Ti aspetto fuori – minaccia? (E ti sistemo ) promessa? (sta tranquillo, sono qua fuori ) informazione? (nuova Dove sono? Sono qua fuori, muoviti – nota Ma te l’ho detto, sono qua fuori!!) Lo prometto (commitment) – I persona sing.; ma: Lo promette. Però poi non mantiene mai le promesse – non I persona: chi parla non promette, ma descrive.

Usi indiretti Lei deve smetterla di dire parolacce, alla sua età!  richiesta di azione, di comportamento. Adesso dimmi quanto ti pagano per questo lavoro  richiesta di informazione. Già già, ehm, eccoci qua eh (riempio lo spazio vuoto – N.B. sul silenzio tra una battuta e l’altra) A proposito – volevo dirti una cosa…  anticipa, annuncia una informazione (non dà un’informazione – è un uso metatestuale – dice come va avanti il testo).

Dichiarative: tipo non marcato Si possono trovare molti altri usi. La dichiarativa è il tipo di frase non marcato funzionalmente. Da sola, ha molti usi. Inoltre, potrebbe quasi sostituire tutti gli usi delle altre frasi. Basta trovare il verbo che esprime l’uso che faccio di una frase: Ti chiedo di aiutarmi (più o meno equivale a: Aiutami! Modo imperativo, frase iussiva, richiesta di azione); Vorrei sapere chi ha vinto a Hockenheim (domanda: Chi ha vinto a H.?) Non ci riesce con le espressioni esclamative: Fuoco! Accidentaccio!

Struttura e uso della frase ottativa Per la struttura delle altre frasi, si considerano i tratti che distinguono ciascuna dalla dichiarativa. Ottativa: Secondaria con se + verbo al modo congiuntivo: Ah, se potessi prevedere il futuro! / Ah, se potessi tornare indietro! / Ah, se stessi zitto un po’ / Eh, se mi avessero lasciato guidare in pace, a quest’ora non sarei in ospedale con le gambe fratturate. Verbo al congiuntivo, frase principale: Ti venisse un accidente! Ti venga un accidente (cfr. la iussiva). Funzione della ottativa: formulare auspici, desideri sul futuro o sul passato.

Iussiva Struttura della iussiva: verbo al modo imperativo (II persona sing o pl): Sta zitto, piantala, cretino! al modo congiuntivo (I persona plurale) – che ha la stessa forma dell’indicativo presente (cong. esortativo): Piantiamola di lavorare, andiamo tutti in vacanza. Per esempio, a Londra, o a Sharm-el-Sheik! Al congiuntivo nella III persona sing o pl (stessa forma dell’indicativo presente): Maestà, il ministro chiede udienza / Che entri! – Vengano, vengano, signore e signori, da questa parte!

Funzioni della iussiva La iussiva serve per la richiesta di azione – ordini, esortazioni, consigli a fare qualcosa ecc. Ci sono però iussive che si sono lessicalizzate e sono diventate delle espressioni con funzione metatestuale gestiscono la continuazione del testo: Guarda che ti sbagli (equivale a Ti sbagli ma con un segnale di “phatic communion”) – Senti un po’, perché non andiamo a farci un caffè? (funzione fatica: annuncia un messaggio rilevante, una proposta, una richiesta ecc.). A volte la iussiva può essere equivalente a una concessione: Di’ (pure) quello che vuoi, tanto faccio come mi pare (non è un invito a “dire quello che voglio” – piuttosto: “Per quanto tu dica, io…”).

Interrogativa generale Struttura dell’interrogativa generale: differisce dalla dichiarativa in parte per l’intonazione. Luigi è arrivato (non ascendente) – Luigi è arrivato (non discendente)? Ma c’è anche l’interrogativa-eco: Luigi è arrivato? / A: Se Luigi è arrivato? / - Sì, sei sordo? / No, non sono sordo, cretino. Pensavo. No che non è arrivato. /replica B: Se è arrivato? Certo!

Interrogativa parziale Un elemento della dichiarativa è sostituito da una parola interrogativa (grassetto: varianti non formali): Chi ha vinto il GP di F1? / Chi è che… Che cosa hai detto? Che cos’è che/Cos’è che… Come funziona questo coso? Com’è che funziona sto coso? / Come diavolo [è che] funziona questo coso? Quando torni? --- Dove vai? --- Da dove vieni? Quanto costa in Svizzera la benzina? --- Quanti ne hai multati oggi? Perché non parli? Com’è che non parli?

Interrogative parziali-eco Riprendono una porzione di testo: Dove è andato? / Dove è andato? A casa. Dove è andato? / Dove è andato? / Sì / A casa. Pietro è andato a Hockenheim. / È andato DOVE? // DOve è andATO? /… con varie continuazioni Hai finito gli esami? / Se ho finito CHE COSA? (se + wh “in situ”) (N.B. la persona del verbo)

Usi principali delle interrogative Appello a rispondere: Richiesta di descrivere una situazione (uso tipico: “fammi sapere”, ma anche: “mostrami che sai”), richiesta di opinione (Sei d’accordo? Che ne dici?) Domanda deliberativa (Sparo? Il sì o il no sono ordini (integrabili con iussive: No, non sparare!) Richiesta di prendere un impegno (Me lo prometti? Il sì è una promessa. Richiesta di proferire un performativo (Lei vuole l’abrogazione della legge contro il fumo?) Il sì dà la volontà individuale – Un maggioranza di sì provoca l’immediata abrogazione della legge).

Altri usi delle interrogative Domanda problematica serve a presentare un tema da discutere: Sopravviverà l’Unione Sovietica fino al 1984? (titolo di un saggio di Andrej Amal’rik, 1974) Serve per esprimere una congettura – struttura: “CHE + verbo al congiuntivo presente o passato”: Il tuo pitbull ha appena morso un bambino. Che abbia fame? / Può darsi, chissà.

Usi delle interrogative-eco Occorre distinguere l’interrogativa-eco dai suoi usi: Come domanda-eco compie due funzioni: “richiesta di conferma del testo precedente” + “riprendo citando il testo precedente”. Quest’ultima è la funzione-eco, che serve alla coesione testuale: è il rinvio a un enunciato che precede (Sorin Stati, Le transphrastique, PUF, Paris 1990). L’interrogativa può avere solo la funzione-eco. In tal caso, non è una domanda – infatti, non fa appello a una risposta (A: Sei stanco? / B: Se sono stanco? No che non sono stanco. Perché mi fai ‘sta domanda?)

n.b. Su perché? Congiunzione Avverbio interrogativo Perché non parli? Chiede la causa; ma in: Perché lavori molto? – viene interpretato di solito come un perché che chiede lo scopo. Congiunzione causale: perché sono afono [lega due situazioni – “non parlare” e “non avere voglia”]; introduce una giustificazione: [Lavoro molto per guadagnare tanto] Bravo, perché è giusto ragionare così [ti dico bravo per questo motivo – lega l’atto di dire con un giudizio di valore]; Deve essere arrivato, perché ho sentito il rumore della sua auto [faccio questa previsione per questo motivo] Congiunzione finale: Lavoro molto perché voglio guadagnare tanto.

Usi particolari delle interrogative Vuoi un caffè? (offerta: il sì fa “scattare” una azione) – (ironia: E allora preparatelo) Perché non andiamo in montagna? (proposta: perché + non + infinito: Perché non andare in montagna? Puoi passarmi il sale? (richiesta cortese) Perché andare in montagna? (= Non c’è motivo per andare in montagna), è uno “statement” rafforzato con l’uso di una struttura interrogativa (interrogativa come booster dello statement).

Interrogative retoriche Sono forse il tuo servitore? (Non sono il tuo servitore) Non ti ho detto di stare attento? (Dovevi stare attento!) Chi non che cos’è la Formula Uno? (Tutti sanno…) Ma chi ti conosce? (Non ti conosce nessuno!)