Istituzioni di linguistica generale a.a. 2010-2011 Federica Da Milano federica.damilano@unimib.it
I segni Lingua come sistema di segni Segno = entità costituita da un’espressione e da un contenuto Espressione = parte sensibile del segno Contenuto = parte concettuale del segno
I segni Tipi di segni: indici: segni in cui l’espressione e il contenuto sono legati da un rapporto naturale e di tipo causale - icone: segni che rinviano a un oggetto o a un evento per analogia, in virtù di una somiglianza con esso
I segni - simboli: il legame tra espressione e contenuto non ha motivazioni di tipo naturale o analogico, ma è di tipo convenzionale, arbitrario
Il segno linguistico Il segno linguistico Significante/significato
Il segno linguistico “Il segno linguistico unisce non una cosa e un nome, ma un concetto e un’immagine acustica” L’abitrarietà del segno linguistico “La parola arbitrarietà richiede anche un’osservazione. Essa non deve dare l’idea che il significante dipenda dalla libera scelta del soggetto parlante […]; noi vogliamo dire che è immotivato, vale a dire arbitrario in rapporto al significato, col quale non ha nella realtà alcun aggancio naturale”
Astratto vs. concreto Fono/fonema [a] /a/ [e] /e/ Langue/parole (Saussure) astratto/concreto Codice/messaggio (Jakobson) Competenza/esecuzione (Chomsky)
Saussure e Chomsky
Langue vs. parole “Se potessimo abbracciare la somma delle immagini verbali immagazzinate in tutti gli individui, toccheremmo il legame sociale che costituisce la lingua. Questa è un tesoro depositato dalla pratica della parole nei soggetti appartenenti a una stessa comunità, un sistema grammaticale esistente virtualmente in ciascun cervello o, più esattamente, nel cervello d’un insieme di individui, dato che la lingua non è completa in nessun singolo individuo, ma esiste perfettamente soltanto nella massa”
Langue vs. parole “Senza dubbio, i due oggetti sono strettamente legati e si presuppongono a vicenda: la lingua è necessaria perché la parole sia intelligibile e produca tutti i suoi effetti; ma la parole è indispensabile perché la lingua si stabilisca”
Sincronia vs. diacronia Diverse prospettive attraverso le quali è possibile studiare i fatti linguistici in relazione alla categoria del tempo “Una partita a scacchi è come una realizzazione artificiale di ciò che la lingua ci presenta in forma naturale. […] Anzitutto uno stato del gioco corrisponde bene a uno stato della lingua. Il valore rispettivo dei pezzi dipende dalla loro posizione sulla scacchiera, allo stesso modo che nella lingua ogni termine ha il suo valore per l’opposizione con tutti gli altri termini. In secondo luogo, il sistema non è che momentaneo; varia da una posizione all’altra”
Sintagmatico vs. paradigmatico Il ragazzo legge il libro Un ragazza studia gli appunti Quel studente sfoglia la lezione professore scrive una lettera
Sintagmatico vs. paradigmatico “Da una parte, nel discorso, le parole contraggono tra loro, in virtù del loro concatenarsi, dei rapporti fondati sul carattere lineare della lingua, che esclude la possibilità di pronunziare due elementi alla volta. […] D’altra parte, fuori del discorso, le parole offrenti qualche cosa di comune si associano nella memoria, e si formano così dei gruppi […]. Il rapporto sintagmatico è in praesentia; esso si basa su due o più termini egualmente presenti in una serie effettiva. Al contrario il rapporto associativo unisce dei termini in absentia in una serie mnemonica virtuale”
Sintagmatico vs. paradigmatico Una unità linguistica è comparabile a una parte determinata di un’edificio, ad esempio una colonna; questa si trova da un canto in un certo rapporto con l’architrave che sorregge; tale organizzazione delle due unità egualmente presenti nello spazio fa pensare al rapporto sintagmatico; d’altra parte, se questa colonna è d’ordine dorico, essa evoca il confronto mentale con altri ordini (ionico, corinzio, ecc.), che sono elementi non presenti nello spazio: il rapporto è associativo”
Sintagmatico vs. paradigmatico