Jerzy Grotowski
Lattività di Grotowski z : I fase - a Opole Il teatro delle tredici file (6 spettacoli) z : II fase - Il teatro laboratorio delle tredici file (prima a Opole poi a Wroclaw, dal 1965) Teatr Laboratorium (6 spettacoli) z III fase - Il parateatro (Nessuno spettacolo)
Spettacoli prima fase zCaino da Byron, 1960 zMistero buffo da Majakovski, 1960 zFaust da Goethe, 1960 zShakuntala, 1960 zGli avi da Mickiewicz, 1961 zLidiota da Dostoevskij, 1961
Spettacoli seconda fase zKordian da Slowacki, 1962 zAkropolis da Wyspianski, zLa tragica storia del dottor Faust da Marlowe, 1963 zLo studio su Amleto da Shakespeare - Wyspianski, 1964 zIl principe costante da Calderon - Slowacki,
zApocalypsis cum figuris elaborazione collettiva su testi della Bibbia, Dostoevskij, Eliot, Weil, 1968
Vent'anni fa, nel 1959, è iniziata la nostra avventura, nella piccola città di Opole, e poi a Wroclawa. Abbiamo avuto due periodi, quello degli spettacoli e quello parateatrale o della cultura attiva. Nel periodo degli spettacoli ( ) la nostra evoluzione ha avuto diversi aspetti. Da un lato abbiamo cercato di sapere che cos'è il nocciolo o l'assoluto della situazione drammatica, qual è il suo germe, il seme. Abbiano proceduto allora per eliminazione.
Abbiamo eliminato le scenografie, abbiamo eliminato la divisione della sala fra spettatori e scena, abbiamo eliminato la musica esterna allo spettacolo, abbiamo eliminato il gioco delle luci; a un certo punto abbiamo eliminato anche la composizione dei costumi. Abbiamo tolto tutto quello che in apparenza ci era possibile togliere. Che cos'è rimasto? L'uomo in azione (come vuol dire etimologicamente attore: actor è l'uomo in azione) e l'uomo in connessione, spettatore o partecipante, colui che è di fronte. [...]
[L'aspetto fondamentale] fu la scoperta che quel che importava per noi non era di recitare, ma al contrario di rinunciare a recitare. A lungo abbiamo studiato come recitare. [...] Ma è arrivato il momento, in rapporto a una ricerca umana più che estetica, in cui ci siamo resi conto che si recita molto di più nella vita che a teatro, perché a teatro l'attore abitualmente recita una parte, un ruolo solo. Nella vita invece noi recitiamo molte parti, passando attraverso delle rotture e anche mescolando le parti. (intervista rilasciata nel 1980)
«E così non ci rimane che lattore e lo spettatore. Possiamo perciò definire il teatro come ciò che avviene tra lo spettatore e lattore. Tutto il resto è supplementare». (Jerzy Grotowski, Per un teatro povero, 1968)