LA PIANIFICAZIONE INTERATTIVA

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Incontro n. 1 - Significato e scopo della formazione (o educazione?)
Advertisements

Asse dei linguaggi Comunicazione nella madrelingua
Prof. Bertolami Salvatore
La costruzione e lo sviluppo delle competenze a scuola Prof. Losito
Partecipazione e deliberazione nellambito della tecnoscienza Il caso delle consensus conference Giuseppe Pellegrini Università degli Studi Magna Grecia.
UNIVERSITA Mediterranea DI REGGIO CALABRIA FACOLTÀ DI ARCHITETTURA A.A. 2008/2009 Modulo di Valutazione economica dei piani SSD ICAR 22 Docente: dott.
Elio Borgonovi Università Bocconi
C ORSO DI FORMAZIONE S VILUPPO DELL INTEGRAZIONE COME RISPOSTA ALLE DIFFICOLTÀ DEI SISTEMI DI WELFARE LOCALE Mantova 2012 Il Piano di Zona prescrittivo.
Provincia di Mantova LA VALUTAZIONE DEI PIANI DI ZONA
Politiche sociali Lavinia Bifulco.
Organizzazione e programmazione
CONTRATTAZIONE E CONCERTAZIONE HANNO CARATTERI E FUNZIONI DIFFERENTI.
LE POLITICHE DI SVILUPPO LOCALE
La fase istruttoria Acquisizione dei fatti e degli interessi
Il Piano di zona Lo strumento principale della governance locale è il Piano di zona. Attraverso questo strumento le municipalità (associate) programmano.
Pianificazione Strategica
1 PROGRAMMARE SIGNIFICA COORDINARE LINTERVENTO DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE AL FINE DI CONSEGUIRE GLI OBIETTIVI STABILITI NELLA FASE DI DEFINIZIONE.
Istituti Negoziali della programmazione negoziata CORSO DI Analisi Finanziaria degli Enti Pubblici Sergio Zucchetti.
Studio della politica turistica
I nuovi modelli di governance locale: I Sistemi turistici locali
1 Lo Sportello Unico e la comunicazione Arezzo, 27 gennaio 2005.
INTRODUZIONE.
Le tre dimensioni della conoscenza
FONDAMENTI DI INFORMATICA III A2A2-1 CARATTERISTICHE E MODELLIZZAZIONE DEL LAVORO DUFFICIO Argomento 2 Approfondimento 2 CARATTERISTICHE E MODELLIZZAZIONE.
ATTO DI INDIRIZZO E COORDINAMENTO SULL'AFFIDAMENTO DEI SERVIZI PREVISTI DALLA LEGGE 8 novembre 2000, N. 328, articolo 5.
Area Programmazione e Controllo REGIONE TOSCANA Settore Strumenti della programmazione regionale e locale La programmazione regionale: principi, finalità
Struttura logica del curricolo tra obiettivi, competenze e finalità
Zarepta di Sidone Onlus
Olbia 2 Dicembre 2011 PRESENTAZIONE PIANO STRATEGICO PROVINCIALE.
Sistemi educativi locali per la sostenibilità Limpegno della Provincia di Roma con la Rete dei L.E.A Tivoli, 13 novembre 2012.
DEMOCRAZIA E PARTECIPAZIONE
Dilemmi morali e management dello sport
Provincia di Padova Pianificazione Territoriale - Urbanistica
Approccio concertativo
La partecipazione pubblica e il Patto per l’acqua
LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA COMUNITARIA
RETE REALSAN RETEdi AUTORITA e ATTORI LOCALI PER LA SICUREZZA ALIMENTARE E NUTRIZIONALE.
1 AUTOMATIZZAIAUTOMATIZZAIAUTOMATIZZAIAUTOMATIZZAI S.I. SISTEMASISTEMA INFORMATIVO INFORMATIVO PROCESSOPROCESSO DECISIONALE DECISIONALE DECISIONEDECISIONE.
I SISTEMI OPERATIVI Per meccanismi operativi (o meccanismi organizzativi) s’intende l’insieme dei processi che fanno funzionare il sistema.
PROVINCIA DI GENOVA Strumenti e agende strategiche della pianificazione provinciale per gli ambiti territoriali di area vasta Genova, lunedì 6 aprile 2009.
Caratteristiche fondamentali del sapere scientifico
En plan Progetto L’Accordo delle Regioni Enplan intorno al procedimento di valutazione ambientale dei piani e programmi Maria Rosa Vittadini Barcelona,
LA DIMENSIONE IMMATERIALE DEL CONTROLLO
Il Gruppo di Lavoro.
LA PROGRAMMAZIONE COME METODO E PROCESSO DEL GOVERNO REGIONALE La nuova programmazione regionale fra concertazione, partecipazione.
Settore Coordinamento tecnico per lo Sviluppo Sostenibile U.O. Sviluppo Sostenibile – Claudia Beghi Salute e Sviluppo Sostenibile nel Comune di Milano.
Politiche di welfare Lavinia Bifulco. Strumenti per governare Lascoumes e Le Galés (a cura di, 2004) sostengono che gli strumenti dell’azione pubblica.
DAI PROGRAMMI ALLE INDICAZIONI
A cura di A. Augenti e M.Gabriella de Judicibus
Apprendimento e trasformazione (capp. 6 – 7)
La ricerca-azione nella ricerca psico-sociale Barbara Pojaghi Università di Macerata
ALESSANDRO ALFIERI RESPONSABILE RELAZIONI INTERNAZIONALI E POLITICHE EUROPEE DELLA PROVINCIA DI MILANO Il progetto di dialogo tra cittadini e Comuni del.
L’ambiente nelle scienze sociali
Prof. Andrea Mignone Università degli Studi di Genova Modulo Storia della Pubblica Amministrazione II “Gli strumenti della programmazione negoziata” Anno.
1 PROGRAMMA GENERALE DI SVILUPPO Nel sistema di governo degli Enti Locali i principi di programmazione, valutazione, controllo e rendicontazione sono oggi.
L’agenda 21 locale E’ l’agenda degli impegni che una comunità locale si assume per il 21° secolo, al fine di poter attuare (localmente) e fornire il proprio.
AZIONE POLITICA SINDACATO FUNZIONE TUTELA INTERESSI COLLETTIVI  AZIONE ECONOMICA  AZIONE POLITICA MODELLI: SINDACALISMO ECONOMICO- NEGOZIALE SINDACALISMO.
Politiche sociali Lavinia Bifulco.
INTERREG III B - Medocc Napoli, 27/28 novembre 2002.
La ricerca-azione nella ricerca psico-sociale Barbara Pojaghi Università di Macerata
Il ruolo della Comunità:
Metodologie di tipo partecipativo: i “circoli di studio”
La 285 e la progettualità territoriale nelle politiche integrate per l’infanzia e l'adolescenza 285 buoni motivi per partecipare. Il diritto alla partecipazione.
Sociologia della pubblica amministrazione
Ing. Pietro A. Polimeni 1 10 settembre La pianificazione strategica-comunitaria come metodo di progetto I concetti di “locale” e di “sostenibilità”
Seconda Sessione L’impegno politico alla luce della Dottrina sociale della Chiesa.
1 Prospettive ed opportunità dello sviluppo locale: i Progetti Integrati Locali (PIL) Lorenzo Bisogni Fermo – 7 marzo 2016 SERVIZIO AMBIENTE E AGRICOLTURA.
Tavola Rotonda: la disabilità e le sue implicazioni La rete dei servizi Mario Melazzini Vigevano, 8 ottobre 2011.
Informativa sulle attività dell’Autorità Ambientale 13 Maggio 2016 POR FESR Informativa sulle attività dell’Autorità Ambientale 13 Maggio 2016.
L’evoluzione del diritto pubblico dell’economia Qualche premessa.
Transcript della presentazione:

LA PIANIFICAZIONE INTERATTIVA NEGOZIAZIONE CONCERTAZIONE PARTECIPAZIONE

LA PIANIFICAZIONE RAZIONALE Pianificazione razionale (strategica) è un processo di decisioni ed azioni razionali in funzione di obiettivi predeterminati. Sono fissati dei fini ed obiettivi Esistono una serie di alternative possibili Si confrontano le alternative possibili e si valutano le conseguenze Si sceglie l'alternativa le cui conseguenze sono da preferire. Il nesso conoscenza -azione l'indagine come momento tecnico indispensabile della pianificazione. La pianificazione è un problema di conoscenza Determinismo- una ed una sola soluzione

IL MODELLO CLASSICO DI PIANIFICAZIONE STRATEGICA DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI ANALISI DEL CONTESTO TERRITORIALE FORMULAZIONE DI ALTERNATIVE POSSIBILI VALUTAZIONE DELLE ALTERNATIVE E SCELTA ELABORAZIONE DEL MODELLO DI ASSETTO ATTUAZIONE DELLE AZIONI CONSEGUENTI VERIFICA DEGLI EFFETTI PRODOTTI RIFORMULAZIONE DEGLI OBIETTIVI

PIANIFICAZIONE RAZIONALE ?? Alcune osservazioni Il piano agisce in funzione di un bene comune superiore contro le logiche economiche ed individuali del mercato. Il metodo scientifico e la conoscenza su cui si fonda il piano sono garanzia della oggettività delle scelte L’urbanista è un advisor, scienziato al di sopra delle parti. La razionalità è il fondamento del piano Il bene comune non esiste; ogni attore del processo agisce secondo una propria logica ed un proprio interesse. La scienza non è mai neutrale e le scelte non sono dunque oggettive ma di parte L’urbanista è di parte come tutti gli attori del processo. Ma la razionalità è unica?

HABERMAS E LA RAZIONALITA’ COMUNICATIVA Weber e la tesi della razionalizzazione sociale Mondo antico: immagine del mondo unitaria per effetto soprattutto della religione e del mito, che funge da collante. Mondo moderno: scomposizione dell’immagine unitaria del mondo, sostituito con un'immagine decentrata (unità infranta del senso del mondo). Nel mondo moderno si impone un concetto selettivo di ragione, quella cognitivo strumentale, appartenente al mondo oggettivo-scientifico, che ingloba le sfere culturali del mondo pratico morale ed estetico espressivo e crea antagonismo fra le diverse sfere (conflitto fra eros e morale per esempio).

LA RAZIONALITA’ COMUNICATIVA, vuole ricostruire il senso perduto della scissione dell’immagine unitaria del mondo e restituire all’uomo la libertà perduta a causa dell’enorme forza di costrizione della società moderna (Marcuse e L’uomo ad una dimensione), riunificando le diverse forme di razionalità dell’uomo

La razionalità comunicativa La razionalità comunicativa richiede che, nei rapporti fra individui e gruppi, la verità e l'azione siano il frutto non più imposto dalla tradizione o da una gruppo sugli altri, ma il risultato di un consenso costruito su un confronto ed un dialogo aperti. Della razionalità implicita nell'agire comunicativo i soggetti impegnati in una interazione fanno uso per muovere verso il raggiungimento di un'intesa. Da un punto di vista sociale l'agire comunicativo contraddistingue le società "aperte", capaci di superare le contraddizioni mediante la riflessione critica; esso segna il passaggio da un consenso basato sull'autorità della tradizione ad uno basato sull'interazione fra argomentazioni diverse.

Il piano come agire comunicativo Negli anni più recenti si è andata affermando l’idea che la pianificazione, in quanto processo di decisioni collettive e pubbliche, rientri nel campo delle attività tipiche dell’agire comunicativo ovvero sia un’attività sostanzialmente basata sull’interazione fra soggetti diversi, che partecipano al processo decisionale con proprie argomentazioni; una filosofia che sta ridisegnando radicalmente i metodi della pianificazione, il suo significato, la sua essenza. Se la pianificazione è un'azione comunicativa, ed applichiamo quindi ad essa il concetto della razionalità comunicativa quale cornice e quadro di riferimento del piano, ne consegue la rinuncia alla logica della razionalità strumentale a vantaggio dell'etica dei processi deliberativi aperti e partecipati. Il piano perde dunque il suo significato di strumento tecnico - scientifico neutro per assumere un valore etico.

LA RAZIONALITA’ LIMITATA Il concetto di razionalità limitata (bounded rationality) fu introdotto dall’economista Herbert A. Simon per indicare un modello comunemente usato per assumere decisioni in contrapposizione al modello tutto teorico della razionalità comprensiva. Nella vita di tutti i giorni, per assumere una decisione non si dispone quasi mai del tempo e delle risorse necessarie per sviluppare quel processo analitico richiesto dalla razionalità comprensiva secondo il quale si passano in rassegna tutte le possibili alternative e si sceglie quella ottimale. La razionalità limitata sostituisce al principio di ottimizzazione (la scelta ottimale fra tutte le possibili) quello di soddisfazione (la scelta che ci soddisfa maggiormente fra quelle che abbiamo potuto esaminare)

PATRICK GEDDES (1854-1932) Laureato in biologia si interessa di studi sociologici ed urbani. Autore di Cities in evolution (1915), nel quale descrive per la prima volta il processo di formazione delle aree metropolitane

PATRICK GEDDES (1854-1932) Sostenitore della Survey preliminare al piano Fautore di un’urbanistica dei cittadini (esperienza indiana) E’ considerato il padre dell’ORGANICISMO

PATRICK GEDDES L’ESPERIENZA INDIANA IL GIOCO DEL PIANO: LA SURVEY, DAL LABIRINTO ALLA SCACCHIERA L’URBANISTICA COME SCIENZA CIVICA IL MUSEO DI CITTA’ E LA PARTECIPAZIONE COME EDUCAZIONE L’OUTLOOK TOWER AD EDIMBURGH

L’ADVOCACY PLANNING I CONFLITTI RAZZIALI NEGLI USA ALL’INIZIO DEGLI ANNI ‘60 LE POLITICHE DI RINNOVO URBANO: URBAN RENEWAL E NEGRO REMOWAL L’URBANISTA DI PARTE: DA ADVISOR AD ADVOCATE FRIEDMANN E LA PIANIFICAZIONE RADICALE

LA PARTECIPAZIONE IERI E OGGI FORTEMENTE POLITICIZZATA LEGATA A MOVIMENTI ALTERNATIVI VOGLIAMO TUTTO! PIANIFICAZIONE ANTI SISTEMA RISPOSTA ALLA INEFFICACIA DEL PIANO RISPOSTA A BISOGNI CONCRETI COMPLESSITA’ SOCIALE SVILUPPO SOSTENIBILE

L’ALLARGAMENTO DELLO STATO ORIZZONTALE STATO SOCIALE PREVIDENZA, ASSISTENZA, SANITA’, ISTRUZIONE LO STATO IMPRENDITORE IRI, ENI, FFSS, ECC VERTICALE ORGANISMI INTERNAZIONALI UNIONE EUROPEA STATO REGIONI PROVINCE, COMUNI CIRCOSCRIZIONI

IL PARTENARIATO PUBBLICO - PUBBLICO L’ACCORDO DI PROGRAMMA (art. 27 legge 142 del 1990), per la definizione di programmi di intervento che richiedono l’azione integrata di più soggetti pubblici. LA CONFERENZA DEI SERVIZI ART. 14 L. 241, “CONVOCAZIONE DELLE PARTI INTERESSATE PER ACQUISIRE I DIVERSI PARERI

IL PARTENARIATO PUBBLICO - PRIVATO CRISI DELLA FINANZA PUBBLICA E DELLO STATO SOCIALE NECESSITA’ DI AZIONI COORDINATE PUBBLICO - PRIVATO FINE DELLA CONTRAPPOSIZIONE STATO - MERCATO NASCITA DEL TERZO SETTORE

LA PIANIFICAZIONE INTERATTIVA La pianificazione interattiva, è un modo di fare pianificazione che ha come obiettivo fondamentale il confronto e l’interazione fra i diversi soggetti che a qualunque titolo sono coinvolti nelle scelte derivanti dal piano stesso. Essa non definisce aprioristicamente obiettivi, ma tende a definire un percorso possibile di decisioni e successive azioni relativi a obiettivi o problemi non dati, ma scaturiti dall’interazione stessa. La sua finalità è quella di migliorare l’efficacia del piano attraverso: un miglioramento del processo decisionale attraverso il coinvolgimento dei diversi saperi e delle esperienze di cui sono portatori i soggetti che partecipano all’interazione; la costruzione di un consenso adeguato sulle decisioni prese, perché queste possano più efficacemente essere convertite in azioni concrete.

LA PIANIFICAZIONE INTERATTIVA LA NEGOZIAZIONE - CONCERTAZIONE GLI ATTORI HANNO PROPRI OBIETTIVI E DISPONGONO DI PROPRIE RISORSE LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI COME GARANZIA CHE LA CONCERTAZIONE NON SI TRASFORMI IN COLLUSIVISMO LA TRASPARENZA DEL PROCESSO

La pianificazione interattiva, pur mantenendo concettualmente distinti i due momenti, deve ricondurli all’interno di un processo e di un percorso unitari, laddove essi invece tendono spontaneamente a divergere. Una negoziazione, infatti, separata da una partecipazione della società civile e delle sue ragioni, limitata ai rapporti fra stato ed operatori economici, ben difficilmente perseguirebbe obiettivi di natura sociale e, posta al di fuori di una reale trasparenza e privata della decisiva azione di controllo da parte dei cittadini, scivolerebbe ben presto, come del resto è accaduto, nella mediazione politica e nel collusivismo. Dall’altro lato, una partecipazione limitata al solo momento della formulazione dei bisogni, separata dal processo negoziale relativo all’utilizzo ed alla allocazione delle risorse, privata della sua capacità di controllo sullo stesso, ben difficilmente sarà in condizione di raggiungere i suoi obiettivi sociali e rischia di trasformarsi, come spesso accade, in sterile pratica conflittuale.

NEGOZIAZIONE E CONCERTAZIONE NEGOZIAZIONE: TRATTATIVA, DISCUSSIONE PER STIPULARE UN CONTRATTO O RAGGIUNGERE UN ACCORDO, UN PATTO. CONCERTAZIONE: INTESA FRA SOGGETTI DIVERSI PER REALIZZARE UN OBIETTIVO COMUNE

LA PIANIFICAZIONE NEGOZIALE - CONCERTATA FASE PRELIMINARE O DI PREPARAZIONE DEL NEGOZIATO TAVOLO NEGOZIALE DEFINIZIONE DELL’ACCORDO E INIZIO DELLA FASE CONCERTATIVA FORMALIZZAZIONE DELL’ACCORDO GESTIONE E VERIFICA

LA FORMALIZZAZIONE DELL’ACCORDO PATTO, PROTOCOLLO D’INTESA, CONTRATTO IMPEGNI E VINCOLI DELLE PARTI CLAUSOLE DI SALVAGUARDIA MODALITA’ PER LA DEFINIZIONE DELLE CONTROVERSIE PROCEDURE PER LA MODIFICA DELL’ACCORDO

LA GESTIONE ATTUAZIONE MODALITA’ PER LA PREDISPOSIZIONE DEI PROGETTI BANDI DI GARA E CRITERI DI SELEZIONE (eventuali) STRUMENTI DI CONTROLLO STRUMENTI DI MONITORAGGIO

I PROGRAMMI DELL’UNIONE EUROPEA IL PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETA’ I PROGETTI LEADER E I GAL (GRUPPO DI AZIONE LOCALE) I PROGETTI URBAN AGENDA 2000

I PROGRAMMI IN ITALIA I PROGRAMMI DI RECUPERO URBANO I CONTRATTI DI QUARTIERE I PRUSST AGENDA 21 ED IL FORUM LOCALE I PATTI TERRITORIALI I CONTRATTI D’AREA I CONTRATTI DI PROGRAMMA

LA LEGGE URBANISTICA REGIONALE DELLA CALABRIA La Regione garantisce la semplificazione dei procedimenti amministrativi, assicurando la trasparenza dei processi decisionali e promuove la partecipazione dei cittadini alla formazione delle scelte che incidono sulla qualità dello sviluppo e sull’uso delle risorse ambientali.