La lectio nella vita della chiesa

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Transcript della presentazione:

La lectio nella vita della chiesa Introduzione ad un metodo di lettura della bibbia

bibliografia Benedetto XVI, Ai giovani in piazza San Pietro, 2006. Martini C.M., Il ruolo centrale della parola di Dio nella vita della Chiesa. L'animazione biblica nell'esercizio pastorale, in Quaderni della Segreteria Generale Cei-Ufficio Catechistico Nazionale, 2006,10, 7, 152-162, Zevini G.-Maritano M. (a cura), La lectio divina nella vita della chiesa, Roma, Las, 2005 Mesters C., Far ardere il cuore. Introduzione alla lettura orante della Parola, Padova, Emp [Carlos Mesters - Curia generale O. Carm.], 2003 [2001] Zevini G., La lectio divina nella comunità cristiana. Spiritualità - Metodo - Prassi, Brescia, Queriniana, 1999 Pacomio L., Lectio divina, in Seveso B-Pacomio L., in Enciclopedia di pastorale. 2.Annuncio. Predicazione catechesi guida personale, Casale Monferrato, Piemme, 1992, 137-142, Martini C.M., Parola di Dio e vita quotidiana, Marietti, Torino, 1980 Zevini G (a cura), Incontro con la Bibbia. Leggere-pregare-annunciare, Roma, Las , 1978 Luciano Meddi © 2006

introduzione Un secondo punto è la Sacra Scrittura introduce alla comunione con la famiglia di Dio. Quindi non si può leggere da soli la Sacra Scrittura. Certo, è sempre importante leggere la Bibbia in modo molto personale, in un colloquio personale con Dio, ma nello stesso tempo è importante leggerla in una compagnia di persone con cui si cammina. Lasciarsi aiutare dai grandi maestri della “lectio divina”. Abbiamo, per esempio, tanti bei libri del cardinale Martini, un vero maestro della “lectio divina”, che aiuta ad entrare nel vivo della Sacra Scrittura. [...] Benedetto XVI, Ai giovani in piazza S. Pietro, 6 aprile 2006. Luciano Meddi © 2006

1. origine della lectio 1.1. origine della lettura spirituale - la bibbia legge se stessa: l’uso del linguaggio biblico Già all’interno del testo biblico è presente il fenomeno della comprensione del testo attraverso la rilettura dei testi precedenti. Si usa parlare a questo proposito dell’approccio “diacronico” per il quale si verbalizza una esperienza (religiosa) nuova con il “vocabolario” delle esperienze precedenti. - la lettura dei padri e l’affermarsi della allegoria per cogliere i sensi spirituali. Luciano Meddi © 2006

1. origine della lectio 1.1. origine della lettura spirituale Origene: Vi sono poi alcune parti della Scrittura che non hanno affatto senso corporeo, come dimostreremo dopo, sì che in esse bisogna cercare soltanto l'anima e lo spirito. Forse per questo le giare pronte per la purificazione dei giudei, di cui leggiamo nel vangelo di Giovanni (cfr. Gv 2,6), contenevano due o tre misure d'acqua, in quanto quest'espressione copertamente allude a quelli che l'Apostolo definisce giudei nell'intimo (cfr. Rm 2,29). Costoro vengono purificati dal senso delle Scritture, che contengono a volte due misure, cioè il senso animale e spirituale; a volte tre, là dove, oltre ai due sensi predetti, contengono anche il senso corporeo capace di edificare» (IV,2,1-5). [Tabet 2003, Le trattazioni teologiche sulla bibbia. Un approccio alla storia dell'esegesi]. Luciano Meddi © 2006

1. origine della lectio 1.1. origine della lettura spirituale nel medioevo sorsero due tipi di lettura: quella scientifica e teologica e quella monastica”. Fu proprio all’intero di questa seconda linea che si completò il metodo “spirituale” della scrittura. Si parla generalmente dei quattro livelli di lettura [De Lubac H., Esegesi Medioevale, 2 voll., Cinisello Balsamo, EP, 1972]. Questo modello si esprime come un passaggio dalla lettura del testo (con un esame del storico o letterale) alla lettura spirituale composta dell’analisi teologica (senso allegorico), morale (topologico) ed escatologico (anagogico). Luciano Meddi © 2006

1. origine della lectio 1.2. Guido il certosino Il primo gradino di questa forma di preghiera è la lectio (lettura), si comincia con la lettura di un brano breve della Bibbia lentamente e con attenzione. Il secondo gradino è la meditatio (meditazione). Durante questa tappa si riflette sul testo scelto. Il terzo gradino è la oratio (preghiera), cioè il momento di pregare su ispirazione della nostra riflessione sul brano letto. L'ultima tappa della Lectio è la contemplatio cioe la contemplazione, in silenzio. Luciano Meddi © 2006

1. origine della lectio 1.2. Guido il certosino Quindi “lectio” ha una pluralità di significati indica un metodo di spiritualità (non di esegesi) il primo gradino di tale metodo che introduce o esalta un metodo di lettura della bibbia (secondo lo Spirito) Luciano Meddi © 2006

1. origine della lectio 1.3. la riproposta moderna della lectio La Pontificia Commissione Biblica 1993, L'interpretazione della Bibbia nella Chiesa, scrive: IV, C, 2. Lectio divina  La lectio divina è una lettura, individuale o comunitaria, di un passo più o meno lungo della Scrittura accolta come Parola di Dio e che si sviluppa sotto lo stimolo dello Spirito in meditazione, preghiera e contemplazione.   […] Luciano Meddi © 2006

1. origine della lectio 1.3. la riproposta moderna della lectio nella chiesa italiana Cei 1995, Con il dono della carità dentro la storia, n. 16. Ufficio Catechistico Nazionale, La Bibbia nella vita della chiesa. "La parola del Signore si diffonda e sia glorificata", Torino, Ldc, 1996, 31 Cei 2001, Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, 2001, nn. 49 e 67 Conferenza Episcopale Italiana 2004, Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia. Nota pastorale  , 2004, n. 13 Luciano Meddi © 2006

1. origine della lectio 1.3. la riproposta moderna della lectio nella chiesa italiana Nella sostanza «la lectio divina è una lettura, individuale o comunitaria, di un passo più o meno lungo della Scrittura accolta come parola di Dio e che si sviluppa sotto lo stimolo dello Spirito in meditazione, preghiera e contemplazione [...]. Lo scopo inteso è quello di suscitare e alimentare un amore effettivo e costante per la sacra Scrittura, fonte di vita interiore e di fecondità apostolica, di favorire anche una migliore comprensione della liturgia e di assicurare alla Bibbia un posto più importante negli studi teologici e nella preghiera». Luciano Meddi © 2006

2. Il genere lectio Una lettura contemplativa. Che contempla. Significa che si vuole entrare nel mistero (progetto, disegno) in modo progettuale e affettivo. È simile al dialogo tra due collaboratori. Significa anche che avviene in un clima di interiorità molto profonda. Ancora: che svilippa una adesione profonda e una amicizia Christi. Una lettura per lasciarsi ferire dalla parola. Chi compie la lectio non solo vuole comprendere ma soprattutto vuole patere. Vuole ripercorrere la strada che fecero Maria e Gesù che conservavano tutto nel loro cuore. Si accosta per lasciarsi leggere e giudicare dalla parola e orientare la propria vita verso di essa. Riscrivere il "per me". Una parte della lectio è destinata a scrivere il per me. Dialoga tra il testo e le diverse situazioni del destinatario aiutandolo a leggere se stesso. Si collega con la prassi dell’interiorità: la psicoanalisi e l’analisi sociologica. Più in generare antropologica. Lettura selettiva dei testi. Selettiva ma scientifica e storico-critica. Può esserci una lettura che manifesti l’abbandono e la fiducia del lettore. Una lettura filtrata dai tempi liturgici, una lettura a partire da domande precedentemente chiarite e che cercano risposta nel testo. Luciano Meddi © 2006

3. Fare la lectio: la buona pratica 3.1. i tempi entrare nella lectio: la lettura e la sua comprensione: la meditazione come attualizzazione: la contemplazione e la orazione: uscire dalla lectio: Luciano Meddi © 2006

3. Fare la lectio: la buona pratica 3.2. la lectio: comprendere i testi selezione dei testi: lettura continua, il ciclo liturgico, scelte tematiche, personaggi lettura: più volte, ad alta voce, definendo il genere letterario, i personaggi, il centro del testo lettura sincronica: lettura storico critica per cogliere i significati: il contesto, la struttura del brano, il genere letterario, le redazioni e i testi paralleli lettura retorica: i soggetti, le azioni, la progressione della dinamica del testo, le formule: narrative, le definizioni, liturgiche, sentenze, etc. prima sintesi: il centro della comunicazione (messaggio) lettura diacronica analisi delle parole chiavi: analisi delle parole principali all'interno della bibbia elaborazione del messaggio Luciano Meddi © 2006

3. Fare la lectio: la buona pratica 3.3. la meditatio: le attualizzazioni del testo 1. letture attualizzanti. interpretazione esistenziale interpretazione spirituale interpretazione liberatrice interpretazione psicosociale interpretazione di genere (femminile) Luciano Meddi © 2006

3. Fare la lectio: la buona pratica 3.3. la meditatio: le attualizzazioni del testo 2. modello o griglia di attualizzazione. Dio: cosa il testo dice della comprensione dei soggetti trinitari? Credente: cosa il testo dice del discepolato? Società: cosa il testo dice della fraternità e solidarietà universale? Come avviene il regno Chiesa: cosa il testo dice della riforma della chiesa e del servizio al regno? Luciano Meddi © 2006

3. Fare la lectio: la buona pratica 3.4. continuare la lectio la contemplazione e la orazione: lasciarsi ferire e guidare dalla parola verso una interiorizzazione dialogante per cogliere il per me non in senso moralistico ma vitale (la forza dalla Parola, la teologia della rivelazione) la decisione: accoglienza della vocazione; discernimento comunitario e personale uscire dalla lectio: il caldo del rapporto con Dio; coltivare la parola; attuare Luciano Meddi © 2006