Un’invenzione fra arte e scienza LA CAMERA OSCURA Un’invenzione fra arte e scienza A cura di Gloria Nobili
LA CAMERA “OBSCURA” Il termine “camera oscura” (obscura in latino) indica un ambiente impermeabile alla luce, di dimensioni variabili tra quelle di una piccola scatola e quelle di una stanza, su una parete del quale è praticato un piccolo foro (detto foro stenopeico). Attraverso questo foro si proietta sulla parete opposta l'immagine capovolta degli oggetti che si trovano all'esterno. Per aumentare la nitidezza e la luminosità dell'immagine si può sostituire al foro stenopeico una lente convergente oppure un obiettivo. “La scienza dell’arte” di Martin Kemp Giunti Gruppo Editoriale Firenze 1994 09-09-2004 Gloria Nobili
09-09-2004 Gloria Nobili
L’IMPORTANZA DELL’OCCHIO La camera oscura è parte essenziale delle macchine fotografiche non digitali. In realtà l'uomo non ha inventato nulla, in quanto la camera oscura è l'imitazione di un "brevetto" della natura: l’occhio! 09-09-2004 Gloria Nobili
GIÀ NEL IV SEC. A.C. Aristotele, nel IV secolo a.C., si era accorto che si poteva proiettare l'immagine del Sole in una stanza buia attraverso un piccolo foro. Nel 1039 il matematico arabo Alhazan Ibn Al-Haitham usò la camera oscura per osservare un'eclisse di sole. L’interesse di questi primi studiosi di ottica non era rivolto alla rappresentazione artistica, ma al comportamento della luce. 09-09-2004 Gloria Nobili
Un disegno dell'olandese Rainer Geinma Frisius raffigurante il principio che permette di far funzionare una camera oscura. Risale al 1544 09-09-2004 Gloria Nobili
I PROGRESSI DELLA SCOPERTA Il fenomeno del capovolgimento dell'immagine e varie applicazioni della camera oscura erano noti a Ruggero Bacone e ad altri filosofi e scienziati nel secolo XIII. Leonardo da Vinci nel 1500 descrisse minuziosamente la camera oscura e il suo funzionamento, suggerendo anche l'applicazione di una lente convessa posta all’interno del foro stenopeico o in prossimità di esso. Una dettagliata descrizione ne viene data anche dallo scienziato olandese R. Gemma Frisius, a proposito dell'eclissi di sole avvenuta il 24 gennaio 1544. La camera oscura si diffuse in Italia nel tardo XVI secolo sia come strumento per i pittori che come mezzo per meravigliare. Nel 1550 Gerolamo Cardano dimostrò la necessità della lente per migliorare la qualità dell'immagine. La prima descrizione completa di una camera oscura munita di lente si trova nel testo Magiae Naturalis di G. B. Della Porta (1558 e 1589). 09-09-2004 Gloria Nobili
1646 Amsterdam. L'inventore della 'lanterna magica' Athanasius Kircher costruisce questa enorme camera oscura per ritrarre i paesaggi. 09-09-2004 Gloria Nobili
ULTERIORI MIGLIORAMENTI Daniele Barbaro nel libro La pratica della prospettiva (1569) dimostrò la necessità della messa a fuoco e l'utilità del diaframma per migliorare la nitidezza delle immagini. L’uso di una seconda lente per raddrizzare le immagini comparve nel 1600 con Johann Keplero, che sembra anche essere stato l’inventore della camera “a tenda”, utilizzata soprattutto per effettuare rilievi topografici e militari. 09-09-2004 Gloria Nobili
LUCIS ET UMBRAE Nel 1646 Athanasius Kircher descrive nel suo trattato “Ars magna lucis et umbrae” una camera oscura al cui interno poteva collocarsi il disegnatore per tracciare disegni di grande formato. Tuttavia essa viene illustrata in un contesto di ‘magia naturale’, in quanto, in quell’epoca, ottica, mistero e religione coesistevano in un modo difficilmente comprensibile da un punto di vista moderno. 09-09-2004 Gloria Nobili
Camera oscura a ‘cabina’ In uso nel ‘600, era adatta a riprodurre paesaggi. L’artista si sedeva sulla panca posta all’interno. L’immagine del paesaggio alle spalle dell’artista veniva proiettatasul tavolino attraverso un foro posto in alto e grazie ad uno specchio opportunamente inclinato di 45°. La cabina doveva essere ovviamente chiusa e buia per vedere distintamente l’immagine e poterla così ricalcare su un foglio di carta. 09-09-2004 Gloria Nobili
CAMERA OSCURA E PROSPETTIVA Le prime camere oscure portatili appaiono nella prima metà del XVII secolo e vengono ben presto adottate dai pittori come guida per disegnare in prospettiva (il disegno ricalcato veniva poi rifinito a mano in un secondo tempo). Tra questi va ricordato in particolar modo il Canaletto (1697-1768), famoso autore di paesaggi. 09-09-2004 Gloria Nobili
Canaletto (1687-1768) Il Canaletto (al secolo Antonio Canal) nacque a Venezia nel 1687. Fu un grande pittore ed incisore e figlio di uno scenografo di cui fece da collaboratore sino al 1719 quando si trasferì a Roma. Qui ebbe modo di conoscere il paesaggismo romano e quello nordico attraverso le opere degli artisti della colonia straniera a Roma. Questa esperienza lo portò a rifiutare la prospettiva scenografica basata sull'illusionismo e sulla ricerca dell'effetto per un vedutismo dal vero. Seguendo i principi del pensiero illuminista, indagò la realtà in modo razionale ed oggettivo e per poter meglio rappresentare la natura com’era, ricorse alla camera ottica.Tornato a Venezia dopo il soggiorno a Roma, estese la sua fama anche all'estero: infatti sin dal 1725 lavorò per i mercanti d'arte inglesi che vendevano i suoi quadri alla nobiltà britannica. Nel 1745 si recò in Inghilterra dove fu accolto con grandi onori rimanendovi fino al 1755.
CAMERE OSCURE ‘da campo’ Le macchine utilizzate dalla fine del ‘600 erano più piccole rispetto alle precedenti, di uso meno complicato e trasportabili ovunque. Questo strumento divenne così di grande ausilio per disegnatori tecnici e pittori che continuò ad essere usato per almeno due secoli. 09-09-2004 Gloria Nobili
Modalità di trasporto ‘sul campo’ di una camera oscura Keplero sembra essere stato l’inventore del modello ‘a tenda’, particolarmente utile per rilievi topografici, civili, militari e paesaggistici. 09-09-2004 Gloria Nobili
LA CAMERA OSCURA PORTATILE COMPONENTI: Lente obiettivo Specchio piano inclinato di 45° Lastra di vetro trasparente Foglio di carta traslucido Sportello opaco L’immagine di ciò che è davanti alla camera entra attraverso la lente, si forma sullo specchio piano capovolta e, da questo, viene proiettata sul vetro. Infine si visualizza sul foglio diritta, ma speculare (cioè la destra è scambiata con la sinistra). 09-09-2004 Gloria Nobili
DALLA CAMERA OSCURA ALLA MACCHINA FOTOGRAFICA Il passaggio dalla camera oscura alla macchina fotografica avvenne agli inizi del 1800, quando alla camera oscura venne aggiunta una lastra spalmata di materiale fotosensibile (lastra fotografica) al posto dello schermo di vetro smerigliato. In seguito vennero apportate altre modifiche tecniche per migliorare la resa della nitidezza dei contorni delle immagini, ma ormai il ‘gioco’ era fatto! 09-09-2004 Gloria Nobili
ELEMENTI DI UNA MACCHINA FOTOGRAFICA 09-09-2004 Gloria Nobili
LA MACCHINA FOTOGRAFICA Nel 1657 Kaspar Schott introduce un'importante novità: la struttura a due cassette scorrevoli, una dentro l'altra, che permette di variare la distanza fra la lente e il piano su cui si forma l'immagine, e quindi di mettere a fuoco l’immagine. Questa invenzione segna in pratica la data ufficiale della nascita della macchina fotografica: per oltre due secoli e per 50 anni dopo l'invenzione della fotografia non cambierà in modo sostanziale. Fotocamera a visione diretta con mirino ottico indipendente dall’obiettivo 09-09-2004 Gloria Nobili
NASCE LA REFLEX Nel 1676 Johann Heinrich Schulze ebbe l'idea di porre uno specchio inclinato a 45 gradi dentro la camera di Schott per proiettare l'immagine su uno schermo traslucido posto sul lato superiore. Nacque, di fatto, la reflex. Fotocamera a visione reflex monoculare con mirino a pentaprisma 09-09-2004 Gloria Nobili
IL PROBLEMA DELLE LENTI Va ricordato W. Wollaston, che nel 1812 usò una lente a menisco per correggere le aberrazioni dovute alle lenti usate fino ad allora. C. L. Chevalier sostituirà alla lente un prisma a facce curve e poi userà obiettivi di buona qualità, fino a realizzare le prime macchine fotografiche commerciali insieme a Daguerre e Giroud. La prima foto viene ufficialmente datata al 1839, quando il 14 luglio Hippolyte Bayard espose a Parigi le sue immagini realizzate con positivi direttamente stampati su carta. 09-09-2004 Gloria Nobili
I PRIMI SOGGETTI FOTOGRAFATI Il lungo tempo di esposizione ha permesso di fissare l’immagine di un uomo dal lustrascarpe. E’ la prima foto in cui appare un essere umano. Un viale di Parigi fotografato da Daguerre, nel 1839. 09-09-2004 Gloria Nobili
MODELLO REALE DI CAMERA OSCURA Camera oscura chiusa Misure reali(chiusa): 35 x 50 x 25 cm Camera oscura aperta Diapositiva realizzata con la collaborazione di Roberto Zanchetta Materiale utilizzato: Legno compensato, 1 specchio piano (30x30 cm), 1 lastra di vetro (20x30 cm), 1 barattolo di plastica con tappo a vite, lente +1 09-09-2004 Gloria Nobili
La camera oscurausata ‘sul campo’ per riproduzioni di vedute prospettiche La camera oscurausata ‘sul campo’ Camera oscura (completa di telo oscuratore) montata su due sedie. Gloria Nobili 5 Marzo 2004 Foto di Gloria Nobili
REALIZZAZIONI PRATICHE schizzi del Municipio e del corso principale di Castel S. Pietro Terme (Bo) realizzati dalla prof.ssa Alice Vecchi 09-09-2004 Gloria Nobili
CONFRONTO FOTOGRAFICO Foto di Fabio Poluzzi 09-09-2004 Gloria Nobili