Classificazione delle frane di Desio (1973) e Trevisan (1971) Desio e Trevisan propongono delle classificazione basata essenzialmente sulle modalità con cui si manifesta la frana (tipologia di movimento), modalità che dipendono in massima parte dalla natura geologica del sottosuolo in cui la frana si origina e si sviluppa; pertanto si distinguono cinque tipi fondamentali di frane: a) frane di crollo: consistenti nel distacco improvviso di falde rocciose a picco o anche sporgenti a tetto; b) frane di scivolamento: slittamenti di materiali litoidi, per lo più stratificati, sopra un letto spesso costituito da un substrato argilloso o da un giunto di stratificazione o da un piano di faglia o di scistosità; c) frane di scoscendimento (con movimento rotazionale secondo Trevisan): sprofondamento improvviso e rapido di falde di terreno su superfici spesso arcuate (moto rotazionale) lungo piani di rottura generalmente di neoformazione. Si verificano quando viene superata la resistenza al taglio dei materiali; d) frane di colamento: colate di fango argilloso e/o detrito che scendono per lo più lentamente lungo pendii o alvei torrentizi, invadendo talora anche il fondo valle. Sono provocate da arricchimento di acqua di masse argillose o detritiche; e) frane di smottamento: consistono nel precipitare caotico di materiali incoerenti o resi tali per imbibizione d’acqua; comunemente interessano strati piuttosto superficiali del suolo e si manifestano molto spesso in corrispondenza di tagli freschi naturali o artificiali. Per combinazione di tipi precedenti si hanno le frane miste.
Classificazione delle frane di Varnes (1978) e di Cruden & Varnes (1995) In Italia Carrara, D’Elia e Semenza (1982) Varnes (1978) e Cruden & Varnes (1997) propongono una classificazione che si basa sia sul tipo di movimento che sul materiale roccioso coinvolto. In relazione alla tipologia di movimento si distinguono cinque classi principali (crolli, ribaltamenti, scorrimenti – a loro volta suddivisi in traslativi e rotazionali – espandimenti laterali e colamenti) a cui si aggiunge una sesta classe (fenomeni complessi). Ognuna di queste sei classi è poi suddivisibile, sulla base del tipo di materiale interessato dal processo franoso (roccia, detrito e terra,), in tre sottoclassi, per un totale di 18 tipi possibili.
Crolli: massa in movimento staccatasi da un versante invariabilmente molto ripido o verticale, che si sposta prevalentemente nell’aria. Ribaltamenti: il movimento ha luogo per l’esistenza di un momento ribaltante attorno ad un punto di rotazione posto al disotto del baricentro della massa interessata. Si sviluppano su versanti ripidi e il trasporto si ha nell’aria. Dopo il loro innesco, dal macereto di frana diventa impossibile riconoscere un crollo da un ribaltamento; questi ultimi processi possono riconoscersi solo durante la loro fase incipiente. Scorrimenti: il movimento ha luogo lungo una o più superfici di taglio: Scorrimenti traslativi: si ha uno scivolamento lungo un piano preesistente al movimento franoso, quale una superficie di stratificazione o di frattura o di faglia o di scistosità ecc.; Scorrimenti rotazionali: il movimento ha luogo lungo una o più superfici di taglio di neoformazione concave, e consiste nella rotazione di una massa rocciosa che si realizza attorno ad un punto posizionato al di sopra del baricentro della stessa massa. Colamenti: movimenti simili a quelli dei fluidi viscosi. Espandimenti laterali: movimenti diffusi in una massa rigida fratturata, legati a prevalenti forze di trazione; non si riconosce né una superficie basale di scorrimento né una zona di deformazione plastica ben definita. Fenomeni Complessi: il movimento risulta dalla combinazione di due o più tipi principali sopra descritti. · colamenti lenti - movimenti generalmente a bassa velocità, che coinvolgono terreni ad elevato contenuto argilloso e basso contenuto d’acqua (in versanti non molto ripidi) colamenti rapidi - movimenti a velocità generalmente elevata che interessano perlopiù terreni sciolti in presenza di un significativo contenuto d’acqua. Sprofondamenti - si verificano per il crollo della volta di una cavità sotterranea, antropica o naturale, che abbia risentimento a piano campagna. Si producono in superficie strutture tipiche chiamate camini di collasso (sinkhole). DGPV (Deformazione Gravitativa Profonda di Versante)- Movimento di massa molto complesso che si attua attraverso una deformazione perlopiù lenta e progressiva della massa rocciosa, senza che siano apprezzabili superfici di rottura continue. dell’ammasso roccioso che porta al collasso di parti di questo.
IUGS/WGL (1995) (da: MORGENSTERN, 1985) - CRUDEN & VARNES, 1995) scala delle velocità 16 mm/anno 5 10-10 m/s 1.6 m/anno 5 10-8 m/s 13 m/mese 5 10-6 m/s 1.8 m/h 5 10-4 m/s 3 m/min 5 10-2 m/s 5 m/s classe descrizione danni osservabili 1 ESTREM. LENTO Impercettibile senza strumenti di monitoraggio. Costruzione di edifici possibile con precauzioni. 2 MOLTO Alcune strutture permanenti possono non essere danneggiate dal movimento. 3 Possibilità di intraprendere lavori di rinforzo e restauro durante il movimento. Le strutture meno danneggiabili possono essere mantenute con frequenti lavori di rinforzo se lo spostamento totale non è troppo grande durante una particolare fase di accelerazione. 4 MODERATO Alcune strutture temporanee o poco danneggiabili possono essere mantenute 5 RAPIDO Evacuazione possibile. Distruzione di strutture, immobili ed installazioni permanenti. 6 Perdita di alcune vite umane. Velocità troppo elevata per permettere l'evacuazione delle persone. 7 Catastrofe di eccezionale violenza. Edifici distrutti per l'impatto del materiale spostato. Molti morti. Fuga impossibile.
fall
topple
rotational slide
rock slide
Colamenti in roccia
Colata di terra o detrito lenta
Colata di terra o detrito rapida
rapid mud flow
Complex Rotational slide - flow Rock slide - flow