La Pedagogia e la Didattica come scienze dell’educazione

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
LABORATORIO LATINO FORMAZIONE
Advertisements

LA SCUOLA DEL FUTURO: “Indicazioni per il nuovo curricolo”
Incontro n. 1 - Significato e scopo della formazione (o educazione?)
Introduzione alla pedagogia dello sport Emanuele Isidori corso di laurea in Scienze Motorie Università di Roma “Foro Italico”
Quadro di riferimento INValSI Scienze I livelli di competenza
LE PEDAGOGIE DEL NOVECENTO
PSICOLOGIA DELL’EDUCAZIONE Felice Carugati e Patrizia Selleri
PSICOLOGIA DELL’EDUCAZIONE Felice Carugati e Patrizia Selleri
►Attività di ricerca-azione►
Il processo di apprendimento non è accumulo nella mente di una serie di dati acquisiti a ttivare la partecipazione d dellalunno al processo che rende.
Piani di studio personalizzati Percorsi didattici annuali
Gli Apprendimenti come si realizzano e cosa producono.
Caratteri di una formazione diretta allo sviluppo di competenze Michele Pellerey 1Montesilvano 19 marzo 2010.
1 Valutazione degli apprendimenti e portfolio delle competenze 1. Le pratiche di valutazione tra pensieri e saperi 3 marzo marzo 2007.
IL LABORATORIO Prof. Carmelo Piu.
I MODELLI DIDATTICI DELL’APPRENDIMENTO
Per una pedagogia delle competenze
La costruzione e lo sviluppo delle competenze a scuola
L’apprendimento trasformativo
Le tre dimensioni della conoscenza
LA PROSPETTIVA DEL LIFELONG LEARNING
INDICAZIONI PER IL CURRICOLO (strumento di lavoro)
Meloni Gianna Irre Veneto Pratiche in classe nellattività matematica. §DdM: il contratto didattico interpretato in chiave sociologica. §La classe intesa.
La teoria sociologica.
Struttura logica del curricolo tra obiettivi, competenze e finalità
Sistemi educativi locali per la sostenibilità Limpegno della Provincia di Roma con la Rete dei L.E.A Tivoli, 13 novembre 2012.
DIDATTICA DELLA FORMAZIONE 8 MARZO 2011 Formazione e Professionalità
Il concetto di competenza nella scuola dell’infanzia alla luce delle Nuove Indicazioni per il Curricolo Maila Pentucci.
UNICAL Progettazione dei percorsi personalizzati di apprendimento
ECD: alcuni significati chiave
La ricercazione partecipativa
Educazione adulti.
Tempi per l’informazione e la formazione
DIDATTICA LABORATORIALE
I saperi professionali dell’insegnante
Che cos’è Il Quadro comune europeo di riferimento?
Verso una scuola ben fatta Linee di ricerca e azione per una progettazione formativa sostenibile Le proposte del Nucleo Provinciale per le Indicazioni:
RIPENSARE IL PROPRIO RUOLO DI DOCENTE e LA TRASMISSIONE DEI SAPERI Associazione Il progetto Alice.
Corso di Laurea in Management dello sport Le organizzazioni sportive
Il futuro è oggi. Orientare per non disperdere
La valutazione Che cosa Come.
RITUALITÀ LA COMUNICAZIONE È DETERMINATA DA REGOLE SOCIALMENTE STABILITE PER OGNI PARTICOLARE SITUAZIONE. IN CERTE.
dalle abilità alle competenze
LA CONTINUITA’ EDUCATIVA E DIDATTICA
ROVIGO 29 – 30 settembre 2014 Elaborazione di Simulazioni di Seconde Prove relative agli Esami di Stato a conclusione del primo quinquennio.
Autovalutazione & Qualità
La didattica Scienza autonoma.
Il curricolo ?... Spunti di riflessione.
DIDATTICA DELLE EDUCAZIONI
Grottaferrata 24 marzo 2015 Esami di Stato a conclusione del primo quinquennio di applicazione delle Indicazioni Nazionali Gestire il cambiamento.
SVILUPPOAPPRENDIMENTO QUALI POSSIBILI CONTAMINAZIONI? PSICOLOGIA NEUROSCIENZE EVENTI PSICHICI MANIFESTAZIONI QUADRO ESISTENZIALE FENOMENOLOGICO L’ATTIVITÁ.
Valorizzazione dei beni culturali e competenze di cittadinanza: un percorso integrato di formazione M. R. Turrisi.
Laboratorio didattica dell’area antropologica
ISTITUTO COMPRENSVO DI ALI’ TERME POF
Conoscenze, abilità, competenze
Scuola cantiere di innovazione V Seminario Nazionale per l’accompagnamento delle Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del.
Corso ad indirizzo musicale
Il contributo di Pellerey, sulle competenze individuali e il portfolio, si apre: Evoluzione del concetto negli ultimi cinquant’anni. Con una ricostruzione.
LA BUSSOLA ORIZZONTE DI SENSO QUALE PERSONA QUALE ALUNNO/BAMBINO QUALE INSEGNANTE QUALE SCUOLA QUALE METODOLOGIA QUALE SAPERE QUALE APPRENDIMENTO.
SFP – a.a. 2007/08DIDATTICA GENERALE MARIO CASTOLDIAZIONE DI INSEGNAMENTO LA DIDATTICA TRA NEGAZIONE (idealismo) RIDUZIONE A TECNICA (positivismo) ESTENSIONE.
LA DIDATTICA LABORATORIALE
PROGETTO PILOTA CIPE REGIONE CALABRIA PIANO DI INFORMAZIONE ISTITUTI di ISTRUZIONE SECONDARIA 1° E 2° GRADO Marzo 2010 DIREZIONE GENERALE PER L’ISTRUZIONE.
UNITÀ DI APPRENDIMENTO PROF.SSA SENAREGA. UNITÀ DI APPRENDIMENTO Un insieme di esperienze di apprendimento incentrate sui processi formativi e non sui.
Modelli di insegnanti a confronto.  Obiettivi dell’I.C.: trasmettere il patrimonio culturale, garantire la continuità della tradizione  Origini: la.
Piano Lauree Scientifiche I laboratori di autovalutazione per gli studenti per le aree di Chimica, Fisica e Matematica Stefania De Stefano Dipartimento.
Dai PSP ai Curricoli di Istituto alle Unità di lavoro AREA DI APPRENDIMENTO: ITALIANO Coord. Elvira Zuin.
Indice delle lezioni Lezione n. 1. La didattica e la pedagogia speciale nei contesti della cura e della riabilitazione Lezione n. 2. Apprendere ed insegnare.
L’ANALISI DEI BISOGNI DI FORMAZIONE Laboratorio per la formazione Spi Atto Primo Gruppo Arancio Lido di Camaiore 1- 3 febbraio 2011.
Bruner Psicologo statunitense che si è occupato di problemi educativi dagli anni 50 ad oggi Di indirizzo cognitivista, ha una dotazione culturale molto.
L’analisi dell’esperienza: alcuni concetti chiave Competenze emergenti e occupazione nel turismo A.A
Transcript della presentazione:

La Pedagogia e la Didattica come scienze dell’educazione TFA Primo Modulo: Didattica e Pedagogia speciale La Pedagogia e la Didattica come scienze dell’educazione 26 marzo 2013 Prof. Domenico Milito

l’educazione (finalità) La Pedagogia Ha come oggetto l’educazione (finalità) 2 Prof. Domenico Milito

La Pedagogia A partire dal mondo classico, la Pedagogia si ispira all’antico ideale della paideia, che si riferisce all’autorità del modello, alla “forma” da assumere. Secondo l’educazione classica il maestro o l’ “educatore” diventa il rappresentante dei modelli educativi: si arriva, cioè, ad essere se stessi, a pensare e a giudicare autonomamente proprio imitando “modelli”. Del resto il significato etimologico del termine “pedagogia” deriva dal “pais” (bambino) e da “agon” (guidare), ecco perché la pedagogia, sin dai tempi antichi, stava ad indicare la “guida” del fanciullo e cioè l’educazione. 3 Prof. Domenico Milito

La Pedagogia Con la cultura greca, la Pedagogia si sviluppa come la teorizzazione di quel “processo” rivolto a educare, istruire e formare soggetti individualmente e socialmente intesi. Già con i sofisti, a partire da Socrate (470-399 a.C.) e Platone (427- 347 a.C.), si pone sotto analisi il soggetto come attore e destinatario della crescita, interiore e dinamica. 4 Prof. Domenico Milito

La Pedagogia L’interesse di Socrate è, infatti, la conoscenza che conosce se stessa, come frutto del colloquio interiore e del continuo scambio ideologico con gli altri uomini. L’educazione socratica vuole rendere, così, l’uomo libero di decidere da solo per divenire personalmente responsabile della propria vita, attraverso alcuni metodi, quali, ad esempio, l’ironia e la maieutica (che attraverso domande abilmente formulate dal maestro “fa partorire” nel discente il pensiero costruttivo). 5 Prof. Domenico Milito

La Pedagogia La pedagogia platonica, invece, rivolge l’attenzione al nesso tra educazione e Stato e al duplice compito pedagogico-politico di una “umanizzazione” dello Stato e di una “statalizzazione” dell’educazione; essa mira, perciò, ad allontanare l’uomo dal mondo apparente per condurlo all’autenticità della conoscenza, che secondo Platone risiede nell’attività della ragione. 6 Prof. Domenico Milito

La Pedagogia La Pedagogia nasce, allora, con la Filosofia e resterà per oltre due millenni ad essa accorpata. Poi si emanciperà dalla Filosofia facendosi scienza, poi scienza di scienze e, quindi, scienza che riflette sui dati di molte scienze da coordinare con l’educazione (focus e oggetto specifico della Pedagogia). Nel corso dei secoli, l’interesse della Pedagogia si è, dunque, ampliato fino a comprendere settori disciplinari e ambiti di intervento e di riflessione sempre più vasti e articolati. 7 Prof. Domenico Milito

La Pedagogia Con la nascita delle varie scienze dell’educazione (Psicologia, Sociologia, Antropologia, Biologia, etc.) il quadro della disciplina è, infatti, profondamente mutato. Cosicchè, nel corso del Novecento si è assistiti ad una evoluzione continua che ha configurato la Pedagogia come lo spazio cognitivo in cui si affermano i problemi educativi ai quali la stessa disciplina pedagogica deve dare risposta, ripensandoli e ridefinendoli. 8 Prof. Domenico Milito

La Pedagogia Fare Pedagogia significa, da questo momento in poi, dare vita a un discorso critico che investe i problemi affrontati e le soluzioni proposte dalle scienze dell’educazione, li radicalizza in senso pedagogico, focalizzandoli sull’educare, li rilegge in modo riflessivo e teorico, li discute e li ridiscute continuamente. È così che la Pedagogia ha il compito di tenere viva l’ “intenzionalità” pedagogica, in ogni ambito di ricerca e di azione da problematizzare. 9 Prof. Domenico Milito

La Pedagogia Che cos’è l’educazione? L’idea di educazione, intesa inizialmente come processo di costruzione di un soggetto secondo regole sociali e, quindi, secondo percorsi di conformazione, si è gradualmente indebolita. Volendo dare, oggi, una definizione del concetto di “educazione” ci si può riferire a quella proposta a Calais dall’International League for New Education: “L’educazione consiste nell’incoraggiare lo sviluppo più completo possibile delle attitudini di ogni persona, sia come individuo sia come membro di una società ispirata dalla solidarietà. L’educazione è inseparabile dall’evoluzione sociale: essa è una delle forze che la determinano”. 10 Prof. Domenico Milito

La Pedagogia Il risultato complessivo del concetto di educazione da parte della “philosophy of education” anglosassone, inoltre, è quello di un processo che “comunque non solo coinvolge contenuti e scopi, le cui dimensioni danno spazio a ulteriori questioni etiche, ma (essa, educazione) coinvolge anche metodi e procedure in cui sono coinvolti vari principi che governano il nostro trattamento dei fanciulli”. Si comprende, allora, come il fine dell’educazione e i suoi metodi debbano essere rivisti continuamente, anche in relazione all’evoluzione della società. 11 Prof. Domenico Milito

La Pedagogia La Pedagogia, allora, in quanto sapere teorico-pratico sui processi educativi, non può non occuparsi di tutti quei processi entro i quali avviene l’educazione e che riguardano la comunicazione intersoggettiva riconducibile alla: - educazione che avviene attraverso i media culturali (computer, Internet, televisione, cinema, etc.) - educazione etica e ambientale (relativa, cioè, alle questioni morali, ai comportamenti collettivi, etc.) educazione informale [acquisizione di attitudini, valori, abilità e conoscenze dall’esperienza quotidiana e dalle influenze e risorse educative nel proprio ambiente: dalla famiglia e dal vicinato, dal lavoro e dal gioco, dal mercato, dalla biblioteca e dai mass-media (definizione ICED: International Council for Educational Development)] educazione non formale [(ogni attività educativa organizzata al di fuori del sistema formale stabilito per il conseguimento di determinati obiettivi nel campo dell’apprendimento (definizione ICED)] che sempre più caratterizzano le nostre società. 12 Prof. Domenico Milito

La Pedagogia Del resto è lo stesso Dewey a ritenere che l’educazione deve uscire dal suo ambito strettamente filosofico e utilizzare il ricco materiale che le scienze particolari, soprattutto la Psicologia e la Sociologia, possono fornirle. Da qui la necessità di riflettere sulle Scienze dell’Educazione intese come “scienze mobili” che devono essere costantemente re-interpretate secondo un chiarimento scientifico, un raccordo pedagogico, una prospettiva interdisciplinare e un’ottica critica. Il rapporto, allora, fra la Pedagogia e le Scienze dell’Educazione non è di opposizione ma dialettico. 13 Prof. Domenico Milito

La Pedagogia Oggi intorno alla Pedagogia e al suo senso e significato si è aperta una quaestio. Siamo dentro un dibattito critico che verte sull’educazione/formazione, sui vari ambiti del pensare e dell’organizzare l’educazione stessa. Da più parti si è favorevoli nel condividere però che la Pedagogia debba essere configurata come “visione del mondo”, come orientamento axiologico (relativo, cioè, alla trattazione dei valori fondanti delle regole dell’agire e del pensare), in un contesto di “formazione” inteso come processo di crescita e di sviluppo, che fa del soggetto quello che è, con le sue vocazioni, i suoi obiettivi. È la Bildung (nozione di formazione così trascritta in tedesco alla fine del Settecento) che va imponendosi in una dimensione di formazione dell’uomo in quanto uomo, contrassegnato da coscienza e oggettività culturale, un uomo, quindi, calato nel suo vissuto quotidiano. 14 Prof. Domenico Milito

La Pedagogia La formazione La formazione come processo aperto e personale viene a caratterizzare, pertanto, il progetto di vita di ciascun soggetto-persona, capace di guidare se stesso, di rinnovare la propria identità, i propri saperi. Cosicchè, mentre l’educazione è un processo sociale che guarda all’interpretazione dei soggetti, attraverso l’inculturazione e l’apprendimento, la formazione è personale e verte sulla formazione dell’io come soggetto-persona che promuove un progetto di sé. Una Bildung, dunque, come processo di umanizzazione dei soggetti attraverso la dialettica della cultura. 15 Prof. Domenico Milito

La Pedagogia La società contemporanea, d’altra parte, in quanto “società aperta”, quindi pluralistica, democratica e dell’innovazione, reclama un soggetto/individuo/cittadino che costruisca e orienti se stesso per l’intero arco della vita: capace di apprendere, di rinnovare, di trasformare le mentalità, di costruire se stesso in una dimensione di lifelong learning (apprendimento per tutta la vita). 16 Prof. Domenico Milito

La Pedagogia Vi è da evidenziare che la ricerca pedagogica attuale non ha cancellato il concetto di educazione, ma lo ha affinato, guardando maggiormente alla prospettiva culturale (formazione come Bildung), a quella economico-sociale (formazione professionale) e a quella personale (formazione come cura sui, come, cioè, sviluppo del sé). È una pedagogia della formazione che guarda alla problematizzazione contemporanea in termini dinamici e aperti, in sintonia con le trasformazioni in atto sia sul piano sociale sia sul piano epistemologico. 17 Prof. Domenico Milito

La Pedagogia Si pensi alla lezione del Dewey, al suo educare per la democrazia, nella democrazia, costruita sul dialogo e sul confronto. Alla luce del pensiero deweyano la Pedagogia si afferma come attore sociale sempre più decisivo, capace di gestire le continue trasformazioni del tempo presente, di dar vita ad un’autentica democrazia progressiva, di far vivere soggetti nella dimensione della “cura di sé”, di trasmettere saperi, pratiche e tecnologie, ma mai in senso strettamente riproduttivo e con valenza dogmatica. 18 Prof. Domenico Milito

La Pedagogia Oggi l’educazione si è fatta ancora più centrale, innerva tutta la vita sociale in modo capillare, agisce e viene svolta dai media, dalla comunicazione assordante del nostro quotidiano, ha oltrepassato le varie istituzioni (famiglia, scuola, Chiesa, Stato) e si è dispersa nel sociale, divenendo ancor più pervasiva. Da qui la necessità di governarla con consapevolezza, con riflessività, con criticità, come critical pedagogy (secondo la dizione anglosassone, che però è comune anche in aree francofone, germaniche, italiane, ispaniche) 19 Prof. Domenico Milito

La Pedagogia Il nuovo profilo della Pedagogia generale delinea una frontiera del sapere pedagogico che è insieme locale (una forma dei saperi della Pedagogia) e generale (un fattore trasversale e ricorrente un po’ in tutti i saperi dell’educazione), sempre “in movimento” tra tradizione e attualità, scandita da un tipo di discorso riflessivo (e quindi filosofico) ma legata a problemi imposti dai saperi e dalle prassi, empirici, storici, anche contingenti, ai quali deve dare una prima e globale risposta, connessa alla custodia-gestione critica dei temi focali della Pedagogia: l’educazione-formazione che essa rilancia come il vettore e il senso stesso della Pedagogia in tutti i suoi saperi e continuamente rielabora. 20 Prof. Domenico Milito

La Pedagogia La Pedagogia generale si organizza, così, in una pratica discorsiva duttile e diffrattiva, ma saldamente ancorata a uno status e a un senso, di cui la nozione di “formazione” detiene il timone. Essa ha, dunque, una vocazione poietica che innerva costantemente la teoria e la prassi, la riflessività critica e l’attività pratica. Si impone qui un concetto di educazione/formazione su “base” empirico-pragmatica che non reclama letture dogmatiche ma forme di problematizzazione, sempre provvisorie e in continua evoluzione. Un’idea di soggetto-persona strutturato sulla coscienza, che fa appello a un “progetto” cosciente, che discute e si confronta con tutti gli altri soggetti. 21 Prof. Domenico Milito

La Pedagogia In tale contesto, l’agire educativo viene ad essere concepito e declinato sempre meno come agire strumentale rispetto allo scopo e sempre più come un agire comunicativo, che trova nel dialogo, nella razionalità critico-ermeneutica e nello spazio “pubblico” i suoi vettori costitutivi, in direzione del perseguimento di un ideale formativo ed educativo di autonomia individuale, incentrata sulla “crescita” del soggetto, sulla sua capacità di riflessività critica nei confronti dell’esistente, ma sempre all’interno di un orizzonte di comunità linguistica interumana, connotata nel senso della cittadinanza come in quello “planetario”. 22 Prof. Domenico Milito

La Pedagogia Proprio attraverso un’analisi critica dell’auctoritas, delle sue forme e fondamenti si è giunti a porre il problema dell’auctor, cioè di colui che è autore, attore, protagonista del proprio processo di formazione, secondo una intenzionalità nuova e rivitalizzata, in virtù di nuovi principi quali la “responsabilità” e l’ “impegno”: responsabilità e impegno nei confronti del proprio “farsi”, del proprio particolare percorso formativo ed emancipativo, del fatto di essere “autore” del proprio sé, all’insegna di principi di criticità e riflessività. 23 Prof. Domenico Milito

La Pedagogia Così la Pedagogia va coltivata e ciò va fatto rispettandone il profilo complesso e il suo imprinting attuale. Essa va, dunque, collocata dentro l’epoca in cui siamo, viviamo, pensiamo e agiamo in modo critico e con intento regolativo, in una prospettiva di teorizzazioni nuove e innovative, compatibili con l’ “oggi” e proiettate al “domani”. 24 Prof. Domenico Milito

La Didattica La Didattica è una disciplina antica che negli ultimi decenni ha subito una profonda trasformazione sul piano dei significati e delle procedure operative. Sul piano semantico, l’espressione “didattica” riflette le sue origini antiche derivando dalla radice indoeuropea dak, nel senso di “mostrare” (un dato patrimonio culturale), da cui traggono origine anche i termini latini dòceo (insegno) e dìsco (imparo). 25 Prof. Domenico Milito

La Didattica La formalizzazione della “didattica” come sapere autonomo risale al secolo XVII e si manifesta in primo luogo nell’utopia di Comenio secondo cui tutto è insegnabile a tutte le età. Il ruolo e o spazio della didattica sii modificano fortemente via via in rapporto alle diverse stagioni culturali e alle dottrine filosofiche dominanti: per esempio, a cavallo tra i secoli XIX e XX si è passati da una forte attenzione alla didattica, che ha contraddistinto il periodo positivista (nella seconda metà dell’Ottocento) che si esprime in una minuziosa descrizione dell’attività di insegnamento nei termini di un sapere tecnico, a una sostanziale negazione della didattica (per lo meno in Itali) durante periodo idealista della prima metà del Novecento, quando il sapere didattico si stempera in quello pedagogico. 26 Prof. Domenico Milito

La Didattica Due versioni dei programmi ministeriali del Regno d’Italia simboleggiano le stagioni indicate: Da un lato i programmi curati da Aristide Gabelli nel 1888, elaborati secondo un formato analitico, prescrittivo, didascalico, dall’altro i programmi redatti da Giovanni Gentile nel 1923, espressione di un approccio idealista, restìo a qualsiasi formalizzazione preventiva. 27 Prof. Domenico Milito

La Didattica I due esempi indicati ben simboleggiano il movimento pendolare che ha accompagnato la storia della didattica, attraverso l’alternanza di periodi di valorizzazione del sapere didattico, contrassegnati da tentativi di traduzione tecnica di tale sapere attraverso guide, prontuari, eserciziari con altri periodi in cui tale sapere viene ridimensionato a favore di qualità più generali connesse alla cultura, alla personalità, all’umanità del maestro. Nel primo caso la formazione dell’insegnante è centrata prevalentemente sul sapere didattico, condizione irrinunciabile per abilitarlo al suo ruolo professionale; nel secondo caso, la formazione docente si identifica con la sua preparazione culturale e umana, giacchè non occorrono tecnicismi o formalizzazioni didattiche (“Sii uomo e sarai maestro”:espressione del pensiero gentiliano) 28 Prof. Domenico Milito

La Didattica All’interno di tale “pendolo” si possono collocare i diversi modelli didattici che hanno segnato la storia della Pedagogia, più o meno centrati sugli aspetti tecnici dell’insegnare o allargati alla gestione più ampia del processo educativo. Il loro intento comune consiste nel puntare a formalizzare la gestione della relazione didattica, proponendo una sorta di canone su cui modellare l’azione dell’insegnante. 29 Prof. Domenico Milito

La Didattica Tra gli esempi più noti si può citare l’approccio montessoriano, in quanto modello analitico, codificato, normato nel quale la relazione didattica viene formalizzata attraverso: la strutturazione del setting formativo, le indicazioni metodologiche sullo sviluppo delle diverse attività, i suggerimenti relativi alla gestione della relazione tra insegnante e allievi. 30 Prof. Domenico Milito

La Didattica Negli ultimi cinquant’anni il sapere didattico ha subito profonde trasformazioni che hanno determinato un ripensamento complessivo dei suoi significati a partire da alcune linee di sviluppo emergenti. In primo luogo va segnalata l’estensione del campo della didattica, inizialmente circoscritta all’insegnamento proprio della scuola e via via ampliato anche ad ambiti di educazione informale, quali lo scoutismo, la formazione religiosa, le discipline sportive, l’educazione ambientale, la sensibilizzazione ai beni culturali, ecc.. 31 Prof. Domenico Milito

La Didattica Se fino ad alcuni decenni fa era sufficiente il sostantivo “didattica” per designare un determinato ambito di sapere, connesso alla pratica formativa della scuola, oggi risulta sempre più necessario accompagnarlo da un complemento di specificazione che ne delimiti il campo di applicazione: didattica dell’ambiente, della pratica sportiva, dei beni culturali, ecc. 32 Prof. Domenico Milito

La Didattica Accanto a tale estensione si è assistito alla specificazione dell’oggetto della didattica in relazione ai diversi saperi e alle varie discipline di insegnamento: le peculiarità connesse al loro insegnamento hanno determinato la necessità di affiancare a una didattica di tipo generale un insieme di didattiche specifiche contraddistinte dai diversi settori disciplinari (didattica dell’italiano, didattica della matematica, didattica della musica, ecc.). 33 Prof. Domenico Milito

La Didattica La proliferazione di metodologie didattiche (apprendimento cooperativo, problem solving, didattica metacognitiva, didattica della ricerca, ecc.) ha sollecitato, poi, un approccio meno dogmatico, più flessibile, analogamente a quanto accaduto in altri settori della conoscenza. Non si punta più a predisporre un modello didattico universalmente valido, sussistono, invece, tante proposte che richiedono di essere selezionate e calibrate in rapporto alle specifiche situazioni in cu devono essere impiegate. 34 Prof. Domenico Milito

La Didattica Ciò ha prodotto anche un ripensamento del compito del sapere didattico, non più orientato a fornire un modello predeterminato, quanto volto a proporre un repertorio di strategie, di metodologie, di strumenti tra cui scegliere le soluzioni più opportune e pertinenti. Tali modificazioni hanno determinato un profondo ripensamento dello statuto disciplinare della didattica, tradizionalmente inteso come una derivazione, più o meno diretta, di dottrine filosofiche, approcci pedagogici, teorie psicologiche. 35 Prof. Domenico Milito

La Didattica Ci si è interrogati sull’identità disciplinare della didattica, pensata anche come denominatore comune sotteso a tutte le specificazioni di campo e di contenuto culturale a cui si è fatto riferimento in precedenza: Che cosa qualifica il sapere didattico e lo distingue dagli altri ambiti di sapere che si occupano di eventi educativi? Che cosa accomuna le diverse didattiche specifiche e rappresenta lo “zoccolo duro” di questo ambito di conoscenza? Quali sono i requisiti di scientificità del sapere didattico? 36 Prof. Domenico Milito

La Didattica Intorno a questi interrogativi si è puntato a riconoscere lo statuto autonomo della didattica, provando a identificare con maggiore precisione le caratteristiche dell’oggetto di indagine di tale disciplina e della metodologia di indagine impiegata. Come sappiamo gli elementi caratterizzanti una disciplina scientifica sono l’oggetto e il metodo che la contraddistinguono. Cosicchè, anche per la didattica la definizione di uno statuto autonomo passa attraverso una più precisa identificazione del suo oggetto di studio e del suo metodo di indagine. 37 Prof. Domenico Milito

La Didattica Un primo passaggio utile alla definizione dello statuto della didattica concerne la sua collocazione nell’ambito delle scienze dell’educazione, in quanto da diversi decenni è accettata l’idea secondo cui esiste un insieme di discipline che si occupano del fatto educativo e occorra quindi formulare al plurale l’espressione con cui designare questo insieme di saperi (scienze, appunto, non scienza). 38 Prof. Domenico Milito

La Didattica All’interno di questo ambito quale spazio occupa la Didattica? Come si posiziona in rapporto alle altre discipline? Per rispondere a queste domande facciamo riferimento a una classificazione delle scienze dell’educazione proposta da Mauro Laeng (1990), il quale classifica tali discipline in tre categorie, in rapporto al punto di vista con cui studiano il fatto educativo. 39 Prof. Domenico Milito

La Didattica In primo luogo ci sono le discipline rilevative, ovvero quei saperi che si occupano di migliorarne la comprensione. La psicologia dell’educazione (dal punto di vista del soggetto che apprende), la sociologia dell’educazione (dal punto di vista del contesto sociale in cui si attualizza l’evento educativo), l’antropologia dell’educazione (dal punto di vista dell’ambiente culturale entro cui si esercita l’azione educativa) sono esempi di discipline rilevative, caratterizzate dal’intento di fornire chiavi di lettura utili ad analizzare l’evento educativo, a comprenderne la dinamica di svolgimento. 40 Prof. Domenico Milito

La Didattica In secondo luogo abbiamo le discipline prescrittive, ovvero i saperi, ovvero i saperi orientati verso una comprensione del sistema di valori entro cui identificare i traguardi formativi a cui è finalizzato l’evento educativo. Quest’ultimo, infatti, non può che essere valorialmente connotato, ovvero inserito in un quadro di scelte di valore che ne chiariscono l’orizzonte di senso e la direzione di marcia: l’idea di persona, di cittadino, di società, di cultura, ecc. 41 Prof. Domenico Milito

La Didattica La filosofia dell’educazione rappresenta l’esempio più emblematico di questa categoria di discipline, in quanto orientata ad analizzare il quadro valoriale, il linguaggio, le idee fondanti su cui si innesta l’evento educativo. 42 Prof. Domenico Milito

La Didattica Se le discipline rilevative si qualificano per una tensione verso l’essere, verso il contesto reale di svolgimento dell’evento educativo, quelle prescrittive si qualificano per una tensione verso il dover essere, verso il quadro ideale entro il quale situare la dinamica educativa. 43 Prof. Domenico Milito

La Didattica In terzo luogo ci sono le discipline operative, che si collocano nel mezzo dei due gruppi precedenti, tra lettura del contesto educativo e definizione dei traguardi formativi, tra l’ “essere” e il “dovere essere”. Si tratta di discipline centrate sull’azione educativa, sulle sue modalità di conduzione, sulla esplorazione dello spazio di mediazione tra il contesto reale dell’evento educativo (dove educare?) e il quadro di riferimento (perchè educare?). 44 Prof. Domenico Milito

La Didattica Le discipline operative mirano a rispondere alla domanda “come educare?”. Tra di esse si trovano la didattica generale, ma anche le didattiche disciplinari o settoriali, la docimologia, le tecniche di progettazione educativa, le modalità di conduzione dei gruppi, ecc. Alla luce quanto fin qui esplicitato è posibile identificare lo spazio della didattica nel campo delle scienze dell’educazione all’interno delle discipline operative, come un sapere orientato a rispondere alla domanda “come educare?”, a fornire un contributo all’elaborazione del progetto educativo attraverso cui puntare a connettere una determinata realtà educativa con un quadro di valori che si intende promuovere attraverso l’azione educativa. 45 Prof. Domenico Milito

La Didattica Precisato il raggio d’azione della didattica si può tentare di identificare con maggiore precisione il suo “oggetto” con l’azione di insegnamento, ovvero quella particolare azione formativa che si svolge dentro la scuola, contraddistinta da caratteri di intenzionalità e sistematicità. Rivolgendo l’attenzione all’ambito di educazione formale, è possibile definire l’azione di insegnamento come una relazione educativa finalizzata all’apprendimento di un determinato patrimonio culturale situata in un dato contesto istituzionale. 46 Prof. Domenico Milito

La Didattica Scomponendo in modo più analitico la definizione proposta si può parlare di “relazione educativa” per intendere il carattere relazionale dell’azione di insegnamento, basata su una dinamica relazionale tra un insegnante e un dato gruppo di allievi 47 Prof. Domenico Milito

Alcune dimensioni dell’insegnamento La Didattica Alcune dimensioni dell’insegnamento La dimensione relazionale-comunicativa, attenta alla dinamica relazionale che si viene a determinare tra l’insegnate e gli allievi e alle modalità di gestione di tale dinamica. - Quale stile di conduzione ha l’insegnante? Quale clima relazionale tende a instaurare in classe? Come valorizza i gruppo e l’apporto dei singoli? Attraverso quali modalità gestisce la comunicazione verbale e quella non verbale? Sono domande che tendono a configurare l’insegnamento come evento comunicativo, spazio relazionale tra un insieme di soggetti. 48 Prof. Domenico Milito

La Didattica 2. La dimensione metodologico-didattica, attenta alle modalità di trasmissione del patrimonio culturale da parte dell’insegnante, al modo in cui viene gestita la mediazione tra i soggetti che apprendono e i contenuti culturali oggetto dell’insegnamento. Quali metodologie utilizza l’insegnante? Quali strategie didattiche attiva? Quali strumenti o materiali? Quali azioni di coordinamento o recupero mette in atto? Sono domande che tendono a configurare l’insegnamento come evento metodologico, spazio di relazione tra soggetti e oggetti culturali. 49 Prof. Domenico Milito

La Didattica 3. La dimensione organizzativa, attenta alla predisposizione del setting formativo entro cui agire l’azione didattica. Come è strutturata l’aula? I materiali sono accessibili agli allievi? Come viene gestito il tempo? In base a quali regole viene condotta l’attività scolastica? Sono domande che tendono a configurare l’insegnamento come evento organizzativo, in quanto contesto specificamente dedicato all’apprendimento. 50 Prof. Domenico Milito

La Didattica Se in passato la didattica è stata vista soprattutto in termini prescrittivi, ovvero come una disciplina attraverso cui fornire indicazioni, istruzioni, direttive all’insegnante per svolgere efficacemente la sua azione professionale, attualmente si tende a pensare la didattica come a una opportunità per analizzare l’azione di insegnamento, per esplorarne i suoi significati e le sue valenze formative. 51 Prof. Domenico Milito

La Didattica Il focus si è spostato, cioè, più su una prospettiva di ricerca. Tale evoluzione ha profondamente modificato anche il ruolo degli insegnanti in rapporto al sapere didattico, che è passato da sapere “per” gli insegnanti a sapere “con” gli insegnanti. Nella didattica tradizionale l’insegnante era pensato soprattutto come destinatario della didattica: l’elaborazione teorica e operativa sulla didattica era affidata agli esperti, agli studiosi di scienze del’educazione, ai ricercatori, mentre il compito dell’insegnate era quello di applicare tali proposte nell’attività d’aula. In seguito alla nuova sensibilità emersa negli ultimi decenni l’insegnante diventa fonte del sapere didattico, nel senso che la produzione della conoscenza muove da una esplorazione e rielaborazione dell’azione didattica dell’insegnante, attraverso un’alleanza tra chi opera (l’insegnante) e chi fa ricerca (il ricercatore). 52 Prof. Domenico Milito

la didattica è possibile definirla come “ricerca sull’insegnamento”. In tale prospettiva la didattica è possibile definirla come “ricerca sull’insegnamento”. 53 Prof. Domenico Milito