Istituto tecnico commerciale E. Vanoni Nardò

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Transcript della presentazione:

Istituto tecnico commerciale E. Vanoni Nardò Prof. ssa Lili Anna Migali

Presentazione di un testo poetico ad una 2^classe di scuola superiore Giuseppe Ungaretti I fiumi

Prerequisiti della classe (1) Possedere un lessico di base Saper consultare il dizionario Saper cogliere le informazioni trasmesse dal testo Saper parafrasare un testo poetico

Prerequisiti della classe (2) Conoscere le principali caratteristiche di un testo poetico nei vari elementi formali Saper comprendere un testo, anche con l’aiuto di introduzione, note e commenti.

Obiettivi generali Riconoscere le caratteristiche formali di una lirica (versi, strofe, rime, parole chiave, etc) Collocare il testo poetico all’interno del contesto storico-culturale in cui è stato prodotto Comprendere l’importanza delle scelte lessicali e sintattiche nel testo poetico Avere consapevolezza dei mutamenti della funzione del poeta e della poesia all’interno della società.

Obiettivi specifici Saper applicare al testo poetico le tecniche di analisi adeguate, operando consapevolmente ai diversi livelli (fonico, metrico-ritmico, sintattico-lessicale, tematico e delle figure) Riconoscere e analizzare i caratteri fondamentali e i motivi ricorrenti della poetica di Ungaretti. Riconoscere e analizzare le caratteristiche specifiche del linguaggio poetico di Ungaretti.

I FIUMI di Giuseppe Ungaretti Guida alla comprensione della poesia in vista della sua rappresentazione sinestetica

Ho ripassato le epoche della mia vita Questi sono i miei fiumi Questo è il Serchio al quale hanno attinto duemil'anni forse di gente mia campagnola e mio padre e mia madre Questo è il Nilo che mi ha visto nascere e crescere e ardere dell'inconsapevolezza nelle estese pianure Questa è la Senna e in quel torbido mi sono rimescolato e mi sono conosciuto Questi sono i miei fiumi contati nell'Isonzo Questa è la mia nostalgia che in ognuno mi traspare ora ch'è notte che la mia vita mi pare una corolla di tenebre Mi tengo a quest'albero mutilato abbandonato in questa dolina che ha il languore di un circo prima o dopo lo spettacolo e guardo il passaggio quieto delle nuvole sulla luna Stamani mi sono disteso in un'urna d'acqua e come una reliquia ho riposato L'Isonzo scorrendo mi levigava come un suo sasso Ho tirato su le mie quattr'ossa e me ne sono andato come un acrobata sull'acqua Mi sono accoccolato vicino ai miei panni sudici di guerra e come un beduino mi sono chinato a ricevere il sole Questo è l'Isonzo e qui meglio mi sono riconosciuto una docile fibra dell'universo Il mio supplizio è quando non mi credo in armonia Ma quelle occulte mani che m'intridono mi regalano la rara felicità

Presentazione del testo In un giorno d’estate del 1916, probabilmente in una pausa di combattimenti, Ungaretti è andato a lavarsi nel fiume Isonzo,in cui durante la Prima guerra mondiale si svolsero i combattimenti più duri e cruenti. E in quel fiume il poeta-soldato s’immerge per dare alle membra stanche un po’ di ristoro, quasi a purificarsi di ogni scoria fisica e morale.A sera, le nuvole che scorrono nel cielo coprendo a tratti la luna, gli fanno tornare in mente il senso di quella sorta di rito di purificazione da lui compiuto al mattino. C’è nei pressi un albero abbattuto dalle bombe e il poeta avverte una qualche affinità con lui. Poco dopo gli ritorna in mente tutta la storia della sua vita, riuscendo così a ritrovare, anche nella tragedia della guerra, il senso più pieno del proprio vivere. Immergersi nell’acqua, significa per lui sentire che la realtà della vita (della quale l’acqua è un simbolo) ha la prevalenza su ogni altro sentimento, anche su quello cupo, nero e invincibile di un’inconsolabile nostalgia…

Ricordo delle origini(beduino) Analisi strutturale La poesia si articola in 4 parti,scandite da forme verbali oscillanti tra tempo presente e passato. Il presente è il tempo della cruda realtà della guerra, mentre il passato prossimo è sempre il tempo del passato, quasi a testimoniare che nulla è poi così remoto nella coscienza del poeta. Il carattere autobiografico e intimo della poesia è poi sottolineato dalla frequenza con cui appaiono nella lirica gli aggettivi possessivi e i pronomi personali e riflessivi di prima persona: più di una ventina in 69versi, che evidenziano in maniera ossessiva la natura personale di un’esperienza capace di suggerire significati assoluti validi per ogni uomo. Prima parte Situazione iniziale (verbi al presente): è una notte quieta, anche se la guerra è pur sempre presente (albero mutilato). Il poeta è solo (forte presenza di pronomi e aggettivi possessivi alla prima persona). Mi tengo a quest'albero mutilato abbandonato in questa dolina che ha il languore di un circo prima o dopo lo spettacolo e guardo il passaggio quieto delle nuvole sulla luna Stamani mi sono disteso in un'urna d'acqua e come una reliquia ho riposato L'Isonzo scorrendo mi levigava come un suo sasso Ho tirato su le mie quattr'ossa e me ne sono andato come un acrobata sull'acqua Mi sono accoccolato vicino ai miei panni sudici di guerra e come un beduino mi sono chinato a ricevere il sole 1°Flash-back: la mattina in riva all’Isonzo (verbi al passato).La parola urna, usata nel senso di pozza, accostata a”reliquia” suggerisce il valore sacrale del gesto dell’immersione-purificazione nell’acqua. Come l’urna avvolge le ceneri, così l’acqua dell’Isonzo avvolge il corpo del poeta, regalandogli un senso di pace. L’immagina indica la fusione uomo-natura La nudità mette in risalto l’estrema magrezza del poeta, che si vede quasi ridotto a uno scheletro, mentre l’immagine dell’acrobata allude alla difficoltà di sopravvivere in guerra, sempre in bilico tra vita e morte Ricordo delle origini(beduino) Dopo il bagno, il poeta non indossa ancora i panni sudici di guerra (simbolo della corruzione e della morte), ma si “china” a ricevere il sole, che porta con sé la luce e il calore della vita.

Seconda parte Questo è l'Isonzo e qui meglio mi sono riconosciuto una docile fibra dell'universo Il mio supplizio è quando non mi credo in armonia Ma quelle occulte mani che m'intridono mi regalano la rara felicità Ritorno al presente (tempi al presente)e quindi alla guerra che ha permesso al poeta di approfondire la conoscenza di se stesso e di sentire la propria appartenenza, come uomo all’universo.(E’ un momento magico perché sente ridestarsi in cuore il contatto con la natura che la brutalità della guerra aveva interrotto) Il male per il poeta è quando non si sente in armonia con l’universo, cioè estraneo al mondo che lo circonda. E’chiara l’allusione all’abbrutimento della guerra che annebbia lo spirito. L’azione del fiume si fa più sensibile: non solo leviga,ma intride (imbeve)il corpo del poeta e arriva a regalare la felicità. I due enjambement danno risalto agli aggettivi “occulte” e “rara”e sottolineano il primo l’azione del fiume(che quasi segretamente agisce sul poeta), il secondo la gioia per questo momento eccezionale.

Terza parte Ricordo e riesame delle tappe della vita.(Tempi al passato. A questo punto il poeta introduce un flash-back della sua esistenza suscitato dal fiume Isonzo; come in una carrellata cinematografica, la sua vita gli scorre davanti scandita dal ricordo di altri tre fiumi:il Serchio, il Nilo e la Senna, che tanto hanno contato per lui. Lo scorrere reale del fiume è dunque metafora dello scorrere della storia del poeta che sembra più in pace quando può riconoscersi come una “docile fibra” che come un ribelle che opponga la propria individualità al corso degli eventi. Il dimostrativo questo, che ritorna ripetutamente nel testo in posizione forte all’inizio del testo, nel caso dell’Isonzo sta ad indicare la vicinanza spaziale, accompagnandosi ad altri fiumi ormai lontani nel tempo e nello spazio suggerisce l’idea della vicinanza nella memoria. Ho ripassato le epoche della mia vita Questi sono i miei fiumi Questo è il Serchio al quale hanno attinto duemil'anni forse di gente mia campagnola e mio padre e mia madre Questo è il Nilo che mi ha visto nascere e crescere e ardere dell'inconsapevolezza nelle estese pianure Questa è la Senna e in quel torbido mi sono rimescolato e mi sono conosciuto Questi sono i miei fiumi contati nell'Isonzo Il presente: la guerra ma anche la scoperta di un’identità forte.

Quarta parte Questa è la mia nostalgia che in ognuno mi traspare ora ch'è notte che la mia vita mi pare una corolla di tenebre Epilogo:il poeta ritorna di nuovo al presente e alla drammaticità della guerra (corolla di tenebre) Tutti questi fiumi si specchiano nell’Isonzo e il poeta può rivivere con consapevolezza e nostalgia la propria storia proprio nel momento in cui è più incerto il suo futuro e la sua vita è più dolorosa, una corolla nera,al centro della quale permane soltanto la luminosità del passato.

SPUNTI DI INTERPRETAZIONE Al centro del componimento è l’immagine del FIUME, una delle più ricorrenti nella poesia di Ungaretti, simbolo della vita stessa. Si tratta di un elemento comune nell’immaginario collettivo di moltissimi popoli: dal fiume arriva la vita, al fiume sono connesse ,e non solo materialmente, intere civiltà. Il FIUME è una delle più immediate metafore della vita: il fiume scorre come la vita degli uomini; scorre da una fonte origine alla foce e si perde nel mare (l’ESSERE, l’ETERNO, DIO). Le acque del fiume hanno quindi valore sacrale e purificatore. Immergersi in esse significa tornare alle origini, alla purezza edenica. Il FIUME non è un segmento chiuso, anche se ha una sorgente e una foce, ma presuppone un cerchio (il ciclo dell’acqua che poi dalla foce ritorna continuamente a rigenerare la sorgente), così come la vita umana non è tagliata ai due estremi (nascita/morte) ma è un cerchio che ritorna là dove ha preso origine, cioè nell’ ASSOLUTO L’ACQUA che pulisce e ristabilisce l’armonia con le cose si contrappone alla GUERRA che è sudicia (ai miei panni sudici di guerra). Il FIUME segna un confine, un orizzonte ma non è barriera, piuttosto consente trasmissioni, passaggi. Esso con le sue acque si oppone al deserto e alla pietra carsica, così arida e desolata.

I CAMPI SEMANTICI FIUME GUERRA DESERTO vs vs Dà la vita Purifica Supplizio Mutilazione Intride FIUME vs GUERRA Leviga Regala la felicità Sudicia Morte Ristabilisce l’armonia Scorre Disarmonia vs Aridità DESERTO Desolazione Conclusioni: c’è un fiume nel destino di ogni uomo, più fiumi nel destino del poeta, che, mescolando le loro acque hanno contribuito a forgiare l’uomo e il poeta: il fiume è orizzonte sicuro, è possibilità di conoscere se stessi e risalendo i propri fiumi, cioè ripercorrendo a ritroso il fluire del tempo, che si può tornare alle proprie origini e fare chiarezza sul proprio animo. In questo senso la memoria rappresenta la via per ritrovare la sorgente del proprio essere.