IL SABATO DEL VILLAGGIO

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
e il naufragar m’è dolce in questo mare
Advertisements

GIACOMO LEOPARDI Giacomo Leopardi, nacque nel 1798 a Recanati, cominciò gli studi sotto la guida di Precettori privati, rivelando un ingegno eccezionalmente.
Giacomo Leopardi Dalle Operette ai Canti “pisano-recanatesi”
Giacomo Leopardi ( ) Recanati.
Giacomo Leopardi Nasce a Recanati (Marche) nel 1798.
Giacomo Leopardi ( ).
Giacomo Leopardi.
Calabria e poesia in Corrado Alvaro
GIACOMO LEOPARDI.
La donzelletta vien dalla campagna
Media Comunicazione & Studi biblici e meditazioni dalle Sacre Scritture.
Ognuno di noi ha una SUA CASA. E, soprattutto, una sua idea di casa...
Di Ugo Foscolo Maria jose, Lucia e Filippo
LE COSE CHE HO IMPARATO NELLA VITA
La cosa più bella Saffo: Nuovi valori.
GIACOMO LEOPARDI A Silvia 1. An =. Autografo napoletano 2. F =
GIACOMO LEOPARDI.
I tre alberi i tesori più preziosi del mondo intero. Un altro sognava di diventare una nave che avrebbe potuto affrontare le tempeste dell'oceano. Un altro.
Giacomo leopardi Vita ed opere.
Il cuore di Fabio Alba del 2000 La prima luce dell’alba.
LA VITA DI GIACOMO LEOPARDI
LE RICORDANZE di Giacomo Leopardi IIIa parte.
ParrocchiaS.Anna Sagra Facciamo Festa ! Facciamo Festa numero unico in occasione della festa patronale della Parrochia di S.Anna. Anno Domini 2012.
«Ho conosciuto don Giosy quando era ancora giovanissimo: era esuberante, senza maschere, limpido negli occhi dentro l'anima, capace di entusiasmarsi, pieno.
Ognuno di noi ha una SUA CASA. E, soprattutto, una sua idea di casa...
Schede per la Festa dei cresimandi 2010
È stata una bella esperienza!
Alessandro era un bambino di nove anni, frequentava la quarta elementare in un piccolo paese chiamato Palmoli , arroccato tra le montagne dell' Abruzzo.
Trieste.
Giacomo Leopardi Recanati 1898 – Napoli 1837
In sogno il parroco di un paese capì che Dio si rivolgeva a lui: "La pioggia arriverà domani. Il tuo paese sarà inondato ma io veglierò su di voi". Il.
La nascita di Gesù. La nascita di Gesù Ogni anno celebriamo il Natale Ogni anno celebriamo il Natale. Ogni volta ricordiamo come il Figlio di Dio è.
L’Infinito di Leopardi
“Spesso il male di vivere ho incontrato” il salmo 90
Auguri Natale .. è bello, la mattina di un giorno di festa,
L'inferno c’è ma è vuoto. Hans Urs von Balthasar
Le fasi del pensiero e della poesia di Leopardi
GIACOMO LEOPARDI (1798, RECANATI – 1837, NAPOLI)
La vita fugge et non s’arresta un’hora
II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B
LE RICORDANZE di Giacomo Leopardi Ia parte.
a raccontarci una storia di PACE
Giacomo Leopardi 1798 – 1837.
Tempo di attesa e di speranza
il nostro incontro con il Signore
Occhiali nuovi Non vedo molto bene da vicino, Signore. Almeno le cose che mi riguardano: i miei errori, i miei difetti. Mentre inquadro benissimo.
IL SABATO DEL VILLAGGIO
Gaia Affinito Sabrina Carrelli II A L.S.
Moyobamba città del Perú capitale del dipartimento San Martin e della provincia omonima. ha cerca 44 mila abitanti. OrquIdeas de MOYOBAMBA.
A SILVIA Di Giacomo Leopardi.
Il Sabato del villaggio
Parafrasi a Silvia.
Ciascuno di noi ha, dunque, la sua storia...io vi racconto la mia...
Giacomo Leopardi.
A SILVIA Giacomo Leopardi.
Felice Mobilia
Silvia, ti ricordi ancora quel periodo della tua vita quando la bellezza si rifletteva nei tuoi occhi che esprimevano gioia e pudore e tu lieta e carica.
Silvia, ricordi ancora il tempo della tua vita mortale, quando la bellezza splendeva nei tuoi occhi ridenti e sfuggenti, e tu, lieta a e pensosa stavi.
Parafrasi a Silvia Tromboni Alessandro.
A Silvia Di Giacomo Leopardi.
«IL PASSERO SOLITARIO»
GIACOMO LEOPARDI da pag. 747 del Libro di PAOLO SACCO
A cura della prof.ssa Maria Isaura Piredda
Giubileo della Misericordia Papa Francesco Udienza del 16 dicembre 2015 in piazza San Pietro I segni del Giubileo Papa Francesco Udienza.
Giacomo Leopardi nasce nel 1798 a Recanati, nelle Marche, regione dello Stato Pontificio, dal conte Monaldo e dalla marchesa Adelaide Antici. Il padre.
Quattro settimane per prepararsi alla nascita di Gesù
1 Laboratorio di poesia Progetto “Diritti a scuola” Istituto comprensivo De Amicis- Giovanni XX III San Ferdinando di Puglia (BT) a.s. 2012/13 Docente.
Un posto pulito, illuminato bene Ernest Hemingway Raccolta: 49 racconti Anno: 1973.
SOLO GRAZIE !. Oggi, solo grazie! Non c’è posto in noi per nessun altro sentimento oltre la riconoscenza. Il sentimento più bello. La nostra scuola,
Istituto scolastico Quirino Maiorana Classe 3I Cariotti Orazio Christian Tesin a L’infanzia e l’adolescenza in una prospettiva interdisciplinare.
Transcript della presentazione:

IL SABATO DEL VILLAGGIO Giacomo Leopardi

ANALISI Giacomo Leopardi:Vita Parafrasi Metrica Analisi Testuale Figure Retoriche Trama Conclusione

Il Sabato Del Villaggio La donzelletta vien dalla campagna in sul calar del sole, col suo fascio dell'erba; e reca in mano un mazzolin di rose e viole, onde, siccome suole, ornare ella si appresta dimani, al dí di festa, il petto e il crine. Siede con le vicine su la scala a filar la vecchierella, incontro là dove si perde il giorno; e novellando vien del suo buon tempo, quando ai dí della festa ella si ornava, ed ancor sana e snella solea danzar la sera intra di quei ch'ebbe compagni nell'età piú bella. Già tutta l'aria imbruna, torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre giú da' colli e da' tetti, al biancheggiar della recente luna. Or la squilla dà segno della festa che viene; ed a quel suon diresti che il cor si riconforta. I fanciulli gridando su la piazzuola in frotta, e qua e là saltando, fanno un lieto romore; e intanto riede alla sua parca mensa, fischiando, il zappatore, e seco pensa al dí del suo riposo.

Poi quando intorno è spenta ogni altra face, e tutto l'altro tace, odi il martel picchiare, odi la sega del legnaiuol, che veglia nella chiusa bottega alla lucerna, e s'affretta, e s'adopra di fornir l'opra anzi al chiarir dell'alba. Questo di sette è il più gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno. Garzoncello scherzoso, cotesta età fiorita è come un giorno d'allegrezza pieno, giorno chiaro, sereno, che precorre alla festa di tua vita. Godi, fanciullo mio; stato soave, stagion lieta è cotesta. Altro dirti non vo'; ma la tua festa ch'anco tardi a venir non ti sia grave. Giacomo Leopardi

Giacomo Leopardi Giacomo Leopardi nasce a Recanati nel 1798, da famiglia nobile ma povera. Il padre, cattolico e conservatore, aveva messo insieme una vasta biblioteca, ricca perlopiù di opere ecclesiastiche e scientifiche. Leopardi si forma sotto la guida di precettori privati e come autodidatta nella biblioteca paterna. Si mette in luce con alcuni studi filologici attorno al 1815; l'anno successivo è colpito da una grave malattia, che indebolisce per sempre il suo fisico: compone la lirica "L'appressamento della morte". Si allontana sempre più dalla religione, e la sua predilezione per l'età classica lo isola dagli ambienti letterari del tempo, romantici e medievalisti. Tenta quindi di mettersi in contatto con i pochi classicisti scrivendo una lettera alla loro rivista di riferimento, la "Biblioteca italiana", in cui esprime il suo antiromanticismo in risposta a Madame De Stael; la lettera viene però ignorata. Del 1817 sono i primi appunti dello "Zibaldone", collage di riflessioni che verrà terminato solo nel 1832. Nel 1817 Leopardi si innamora segretamente della cugina, ospite passeggera della sua casa; nel 1818 conferma il suo antiromanticismo nel "Discorso di un italiano attorno alla poesia romantica", e scrive due canzoni patriottiche. Nel 1819, dopo una grave malattia agli occhi e non sopportando più la squallida vita di Recanati, tenta di procurarsi un passaporto e fuggire a Milano, ma viene scoperto dal padre; subito dopo scrive gli idilli "L'infinito" e "La sera del dì di festa". Convintosi ormai che la vita umana sia permeata di infelicità, nel 1822 scrive le canzoni "Bruto minore" e "Ultimo canto di Saffo". In quell'anno il padre gli permette di andare a Roma a cercare un impiego; ma in quella città l'unica erudizione ricercata era di tipo antiquario, e Leopardi rimane isolato; gli viene offerto di entrare nell'amministrazione pontificia, divenendo prelato ma non prete; ma egli rifiuta.

Tornato a Recanati, il completamento della sua visione del mondo è riflesso negli ultimi appunti dello Zibaldone e nelle "Operette morali" scritte per la maggior parte in questo periodo. Nel 1825 l'editore Stella lo invita a Milano, commissionandogli l'edizione completa delle opere di Cicerone; annoiato dall'ambiente culturale milanese, preferisce lavorare a Bologna, compilando per Stella due antologie, una di prosa, l'altra di poesia, di autori italiani: le "Crestomazie". Nel 1827 soggiorna per breve tempo a Firenze, dove fa amicizia con il Colletta, il Capponi e Niccolò Tommaseo; è poi a Pisa, dove compone le canzoni "Il risorgimento" e "A Silvia", e di nuovo a Recanati. Qui, tra 1828 e 1830, compone altre pietre miliari della sua opera poetica: "Il sabato del villaggio", "La quiete dopo la tempesta", "Le ricordanze", "Il canto notturno di un pastore errante dell' Asia". Intanto le sue condizioni fisiche si sono aggravate, ed accetta l'invito dei suoi amici fiorentini a trasferirsi colà, dove percepirebbe un assegno mensile. Nonostante i buoni rapporti, la sua opera è da essi criticata, in quanto priva di accenti religiosi e di fiducia nel progresso; da Milano il Giordani, pur apprezzando il pessimismo leopardiano, vorrebbe da lui una poesia più attenta a temi politici e sociali. L'infelice amore per Fanny Targioni Tozzetti ispira al poeta altre cinque poesie, tra cui "A se stesso", "Aspasia", "Amore e morte". Leopardi si lega poi all'esule napoletano Antonio Ranieri, seguendolo a Roma e a Napoli. Le polemiche attorno alla sua opera provocano in lui una forte reazione contro il liberalismo cattolico dei circoli fiorentini e lo spiritualismo imperante; scrive così opere intrise di sferzante polemica: "Il dialogo di Tristano e di un amico" (1832), i "Paralipomeni della Batracomiomachia" (1833), la "Palinodia al marchese Gino Capponi" (1835), "I nuovi credenti" (1835-36). La sua produzione poetica si conclude invece con i canti "Il tramonto della luna" e "La ginestra". Muore a Napoli nel 1837. Torna Indietro

La fanciulla viene dalla campagna, al tramonto, con l’erba che ha raccolto per i suoi animali; e con in mano un mazzo di rose e viole, con le quali si prepara per ornarsi domani, il giorno di festa, il petto e i capelli. Una vecchia signora è seduta con le vicine sull’entrata di casa sua a filare, rivolta verso il tramonto; parla della sua giovinezza come se raccontasse una bella favola, e parla di quando anche lei si ornava con i fiori, e ancora sana e snella era solita danzare la sera in mezzo a quelli che furono i suoi compagni di giovinezza. L’aria si fa scura, e il cielo, che nel crepuscolo era pallido, ora ritorna azzurro cupo e le ombre si allungano, giù dai colli e dai tetti, alla luce della luna appena sorta. Ora la campana annuncia della festa del giorno seguente; e quel suono sembra confortare il cuore dalle fatiche della settimana. I fanciulli gridano sulla piazza in gruppo e saltando qua e là fanno un lieto rumore: e intanto torna lo zappatore fischiando, e fra sé e sé pensa al giorno di riposo che lo aspetta. Poi quando intorno ogni luce è spenta, e tutto tace, sento il martello picchiare, sento la sega del falegname, che lavora nella bottega alla luce di un lume ad olio, e si affretta e si dà da fare per completare il lavoro prima dell’alba. Questo (sabato) è il più gradito giorno della settimana, pieno di speranza e di gioia: domani tristezza e noia entreranno a far parte della giornata, perché ognuno ritornerà con il pensiero alle fatiche di tutti i giorni che l’indomani riprenderanno. Fanciullo scherzoso, questa tua età piena di gioia, è come un giorno pieno di allegria, giorno chiaro, sereno, che precede la giovinezza, età felice della tua vita. Godi fanciullo mio questa condizione, questa è un’età felice. Torna Indietro PARAFRASI

METRO: cinquantantuno versi endecasillabi e settenari con rime interne ed esterne libere. Dei 51 versi che il poeta propone 16 fanno rima tra di loro e presentano rime baciate e alternate. Esempi di rime baciate sono nel 4 e 5 verso (viole,suole) ,7 e 8 verso (crine ,vicine); esempi di rime alternate sono nel 2 e 4 verso (sole ,viole) 23 e 25 verso (riconforta ,frotta), 24 e 26 verso (gridando,saltando). Torno indietro

Questa poesia, scritta da Leopardi tra il 1828 e 1831 e facente parte dei canti pisani recanatesi, Vuole raccontare in un certo qual modo l’infanzia di Leopardi. Non è come le altre poesie malinconiche, invece è ricca di rime e ha una certa musicalità ed è “facile” nella sintassi. Questa sembra una poesia reale mentre a guardar con attenzione possiamo capire che è immaginaria questo ci viene fatto dedurre nel quarto verso (di rose e viole) e come noi sappiamo le rose e le viole non si trovano nella stessa stagione. Il Leopardi ci vuol far capire che un sentimento di infantilità rimane ancora negli adulti, attraverso il falegname che lavora fino a tarda sera per poi godersi il giorno di festa. Il poeta però a suo modo ci narra che il giorno prima della celebrazione è più gioioso e allegro del giorno di festa , questo ci viene descritto attraverso la donzelletta che corre felice ad ornarsi spensieratamente. Il dì del giorno festivo reca un pensiero angoscioso del lavoro e quindi la festa viene rovinata . Qui il poeta usa la figura del <<garzoncello>> <<scherzoso>> e l’autore gli suggerisce di godersi quel giorno di solennità , perché poi da grande sarà occupato dal lavoro, questo momento il poeta c’è lo descrive attraverso la <<donzelletta>> che è spensierata e intenta ad ornarsi per il dì di festa e la contrapposizione , viene raffigurata dalla vecchietta che pensa con malinconia ai giorni del suo riposo.Questa poesia e una figura retorica detta allegoria. Queste , sono molte di più delle precedenti poesie di Leopardi ,che fanno così risaltare la dolcezza e la musicalità della poesia. Vi sono però delle parole di significato opposto che fanno rima tra di loro, sono:(gioia e noia) e (soave e grave) che risaltano il contrasto tra speranze giovanili e la realtà di vita. All’interno della poesia vi sono allitterazioni come onde , siccome, suole oppure ornava , sana , snella. Poi bisogna sottolineare l’uso dell’articolo il davanti alla parola <<zappatore>> che si usava in quel tempo e l’uso di cotesta vicino a chi ascolta, difatti è riferito al “garzoncello” “scherzoso”. Torna indietro

FIGURE RETORICHE Sono presenti numerose figure retoriche : Metafore: la giovinezza è espressa con "età fiorita", "età bella", "stagion lieta"; Litote: "altro dirti non vo' " fa capire l'intenzione di Leopardi di non demoralizzare i giovani; Climax: I personaggi sembrano realizzare un climax prima crescente dopo decrescente: la donzelletta (gioventù)- la vecchiarella (vecchiaia)- lo zappatore (età matura)- il garzoncello (gioventù); Enjambements : spezzano il ritmo (la sega/ del legnaiuol) , (diman tristezza e noia/ recheran l'ore); Similitudini: "cotesta età fiorita è come un giorno d'allegrezza pieno"; Metonimie: " torna azzurro il seren"; " or la squilla dà segno della festa che viene" . Nella prima parte della poesia si notano allitterazioni con doppie (donzelletta, vecchiarella, novellando, sulla, bella, colli...) o con dittonghi (giorno-, chiaro- ciascuno -gioia- stagion, pien- pensier- lieta), assonanze ( campagna- calar- ornava- sana- danzar- aria- parca...;siede- parole- recente- sette- speme, incontro- giorno- riposo- scherzoso ), consonanze (face- seco- reca, affretta- tutta- tetti- frotta- tutto- sette, fanciullo- bella- garzoncello, azzurro- precorre, onde- quando) e rime (sole- viole- suole, appresta- festa, crine- vicine, snella- bella, imbruna- luna, gridando- saltando, rumore- zappatore, face- tace ). L'uso continuo di diminutivi (donzelletta- vecchiarella- garzoncello) evidenzia una tenerezza del poeta verso i suoi personaggi. In particolare si nota una spiccata delicatezza per gli adolescenti . Alcune annotazioni scandiscono il passar del tempo :"in su calar del sole" ;" già tutta l'aria imbruna " ; " torna azzurro il seren, e tornan l'ombre " ; " or la squilla…" ; "Poi quando intorno è spenta…" Torna indietro

ANALISI TESTALE Scritto nel 1829 a Recanati, fa parte dei "grandi idilli" , vengono evidenziati i temi della rimembranza e dell'evanescenza della giovinezza. Il Leopardi utilizza uno schema metrico libero, alternando endecasillabi a settenari. In questo idillio il pessimismo dell'Autore appare meno amaro e quasi schivo di svelarsi perché rivolgendosi ai giovani non vuole rivelar loro apertamente che la vita è dolore. La poesia è organizzata su tre nuclei tematici in sequenza, ciascuno con una sua funzione: 1. una situazione ("il cor si riconforta"): descrive ciò che accade nel villaggio la sera del sabato. I personaggi sono tutti umani; la descrizione è organizzata in scene che si legano al tempo: dal calar del sole al buio profondo. 2. un commento ("di sette è il più gradito giorno"): è conseguenza della situazione, vista come esempio di una condizione umana generale. 3. un'esortazione ("godi fanciullo mio"): è conseguenza della situazione del commento. L'umanità si comporta così il sabato (situazione), perché è il giorno più gradito (commento) e per tanto godi (esortazione). Il Poeta ribadisce il concetto della non esistenza della felicità: il piacere è quiete dell'affanno, attesa, delusa, della gioia. Il sabato prelude al giorno festivo, segna la vigilia della domenica, simboleggia l'attesa di qualcosa di più grato e propizio….Si lavora, anzi, con più ardore, pensando che il domani segnerà un giorno di riposo ; ma quando sarà la domenica , l'anima verrà riafferrata dalle preoccupazioni usate ,perché il pensiero tornerà alla scolorita realtà del giorno dopo : nuovo lavoro, nuove fatiche e nuova tristezza. Niente di quanto il sabato lasciava sperare sembrerà realizzarsi , perché il bene sognato è assai più bello e più vero del bene raggiunto. Nel sabato in effetti si rispecchia la giovinezza , età delle molteplici illusioni e delle radiose speranze . La domenica segna invece le delusioni dell'età matura , fatta di rimpianti e di acerbe esperienze . Leopardi in quest'idillio , rivolgendosi al "garzoncello scherzoso" , raffrena il suo interiore tormento in quell' "altro dirti non vo' " , miracolo di delicatezza e di umana misericordia insieme , e cela il suo vero pensiero , già espresso nello Zibaldone . Il fanciullo non abbia dunque fretta di raggiungere l'età adulta ; goda il suo sabato di aspettazione in serena letizia , né percorra con la fantasia la felicità che l'avvenire dovrebbe portargli. La considerazione che è nella chiusa non sgomenta e non turba , ma soavemente e malinconicamente ammonisce , lasciandoci pensosi. . L'autore, infatti, invita a non aspettarsi felicità dal futuro, perché come la domenica deluderà l'attesa del sabato, così la vita deluderà i sogni della giovinezza. Il Leopardi, quindi, ritiene di non doversi aspettare niente, in modo da non essere mai delusi. Da qui, ecco l'invito a cogliere l'attimo (carpe diem) e a vivere intensamente ogni occasione . Torna indietro .

Istituto P.Siciliani Lecce Lavoro Svolto Da Calogiuri Francesca, Fortuna Luana, Scrimieri Giorgia Classe 2 BL Anno Scolastico 2007/2008 Professoressa D’ignazio Torna Indietro