ESPERIENZE DEL CENTRO DI RIFERIMENTO PROVINCIALE DI PADOVA SUL DISAGIO LAVORATIVO IN SITUAZIONI DI DISCRIMINAZIONE DI GENERE Padova, 28 giugno 2013 Prof. Vianello Liviano, medico del lavoro SPISAL Ferrarin Letizia, medico del lavoro SPISAL Zanella Donata, psicologa del lavoro SPISAL Prof. Berto Daniele, psicologo psicoterapeuta
LEGGE REGIONALE N. 8/2010 “Prevenzione e contrasto dei fenomeni di mobbing e tutela della salute psico-sociale della persona sul luogo del lavoro” Ogni azienda Ulss capoluogo di provincia CENTRO DI RIFERIMENTO PER IL BENESSERE ORGANIZZATIVO AL LAVORO Tutte le aziende ULSS SPORTELLI DI ASSISTENZA ED ASCOLTO
LEGGE REGIONALE N. 8/2010 “Prevenzione e contrasto dei fenomeni di mobbing e tutela della salute psico-sociale della persona sul luogo del lavoro” accertamento dello stato di disagio psico-sociale o di malattia del lavoratore … percorso terapeutico di sostegno, cura, riabilitazione; individuazione delle eventuali misure di tutela da adottarsi da parte dei datori di lavoro…; supporto agli SPISAL nelle verifiche sui luoghi di lavoro in tema di rischi psico-sociali ai sensi dell’art 28 del DLgs n. 81/2008
CENTRO DI RIFERIMENTO PER IL BENESSERE ORGANIZZATIVO per la provincia di Padova L.R. n. 8 del Università di Padova Delibera del Direttore Generale dell’ULSS 16n. 934 del 13/10/2010
Accessi al Centro - per anno C entro Riferimento Provinciale Benessere Organizzativo TOTALE
Si sono presentati al Centro: 118 femmine 86 maschi Accessi al Centro – Genere
Accessi al Centro – Genere ed età
Accessi al Centro – La famiglia Le persone che hanno contattato il Centro sono soprattutto coniugate o conviventi (61%), single nel 28% dei casi e separate o divorziate nell’11% dei casi, equamente ripartiti tra maschi e femmine.
Accessi al Centro – La famiglia La metà dei soggetti, sia maschi che femmine, hanno figli; un terzo ha figli minorenni, il 10% bambini di età inferiore ai 3 anni
Settori lavorativi più rappresentati per genere Le donne che hanno contattato il Centro provengono soprattutto dai Servizi, sia privati che pubblici Gli uomini provengono dai servizi privati e dall’industria Rispetto agli uomini, le donne sono in proporzione più frequenti nei servizi e meno nell’industria e pubblica amministrazione
Settori lavorativi più rappresentati tra le donne I settori in cui sono impiegate le donne che hanno contattato il Centro sono in particolare il commercio, gli alberghi e ristoranti, la sanità (pubblica+privata) In tutti i settori a maggior frequenza (v. tabella) sono nettamente prevalenti rispetto ai maschi, eccetto che in metalmeccanica e nella sanità pubblica SETTOREFemmineMaschi% F Privato Servizi Commercio19968% Alberghi e ristoranti18675% Attività impiegatizie11473% Sanità privata e servizi sociali privati11379% IndustriaMetalmeccanica101343% PubblicoServizi Sanità pubblica10953% Scuola pubblica10283%
Qualifica Le persone che hanno contattato il Centro hanno qualifiche prevalentemente esecutive o impiegatizie, con una prevalenza di maschi nel primo caso e di femmine nel secondo. Sono comunque rappresentate anche qualifiche dirigenziali, sia tra i maschi che tra le femmine. Importante la presenza di figure sanitarie sia maschili che femminili.
Titolo di studio Le donne rivoltesi al centro sono prevalentemente diplomate o con licenza media; la frequenza di laureate è inferiore ai maschi, ma tuttavia pari a quasi il 20% dei casi
PROBLEMATICHE LEGATE AL GENERE Tra i casi visti, 15 (7%) possono essere considerati legati a problematiche di genere, 14 soggetti sono donne 10 casi collegati a CONGEDO DI MATERNITA’ o permessi per la CURA DEI FIGLI e della FAMIGLIA 5 casi di MOLESTIE
Problematiche legate al genere MATERNITÀ e FAMIGLIA 10 casi complessivi, di cui –7 casi in cui il rientro dopo la maternità costituisce l’evento scatenante principale –2 casi in cui la maternità va ad “aggravare” una situazione già problematica –1 caso in cui il problema è legato al rientro dalla maternità della collega
Problematiche legate al genere MATERNITÀ e FAMIGLIA 8 soggetti su 10 provengono dal settore privato
Problematiche legate al genere MATERNITÀ e FAMIGLIA 9 su 10 appartengono ad aziende con oltre 10 dipendenti
Le MOLESTIE avvengono quando uno o più lavoratori o dirigenti sono ripetutamente e deliberatamente maltrattati, minacciati e/o umiliati in circostanze connesse al lavoro. La VIOLENZA interviene quando uno o più lavoratori o dirigenti sono aggrediti in circostanze connesse al lavoro. MOLESTIE E VIOLENZA possono essere esercitate da uno o più lavoratori o dirigenti, allo scopo e con l'effetto di ferire la dignità della persona interessata, nuocere alla sua salute e/o creare un ambiente di lavoro ostile. Accordo quadro europeo sulle molestie e la violenza nel luogo di lavoro (8/11/2007) Problematiche legate al genere MOLESTIE SESSUALI
ATTACCHI COMUNICAZIONE: si urla, si rimprovera, si critica (lavoro, vita privata), o si rifiuta il contatto, non gli si rivolge più la parola, si mormora in sua presenza, ecc. IMMAGINE SOCIALE: pettegolezzi, offese, ridicolizzazioni, derisioni pubbliche, umiliazioni, attacco alle convinzioni religiose, sessuali e morali, ecc. ISOLAMENTO SISTEMATICO: non gli viene rivolta la parola, gli viene assegnato un luogo di lavoro isolato, ci si comporta come se non ci fosse... Accordo quadro europeo sulle molestie e la violenza nel luogo di lavoro (8/11/2007) Problematiche legate al genere MOLESTIE SESSUALI
ATTACCHI PROFESSIONALITA’: gli viene sottratto il lavoro (sindrome della scrivania vuota), o affidati compiti senza senso, o umilianti, o attribuiti carichi di lavoro insostenibili (sindrome della scrivania piena), ecc. ATTACCHI ALLA SALUTE: gli si affidano lavori nocivi, lo si colloca in condizioni ambientali nocive o sgradevoli, gli si fanno minacce fisiche, talvolta si arriva alla violenza fisica (di solito leggera a volte anche pesante), è oggetto di approcci sessuali pesanti. Accordo quadro europeo sulle molestie e la violenza nel luogo di lavoro (8/11/2007) Problematiche legate al genere MOLESTIE SESSUALI
5 casi complessivi Tutti i casi provengono dal settore privato; 4 su 5 dal commercio Problematiche legate al genere MOLESTIE SESSUALI
I casi provengono da aziende di tutte le dimensioni, 2 su 5 da aziende con meno di 10 dipendenti Problematiche legate al genere MOLESTIE SESSUALI
Maria 45 anni impiegata amministrativa da 14 anni Al rientro dal congedo obbligatorio del primo figlio e poi del secondo vive in entrambe le situazioni una marginalizzazione al lavoro: non le vengono assegnati compiti e non ha nulla da fare; non può usufruire dei buoni mensa; il lavoro ordinario continua ad essere affidato agli altri colleghi. Lei cerca di inventarsi qualche attività inizia a subire attacchi contro la sua reputazione, continui rimproveri e critiche sulle sue prestazioni; le viene assegnato un nuovo ufficio in cui si sente isolata dagli altri colleghi e dove non arrivano informazioni. Al rientro dal primo congedo obbligatorio la situazione ritorna accettabile dopo un colloquio con il datore di lavoro. Anche la seconda volta cerca una soluzione attraverso il coinvolgimento della dirigenza (che nel frattempo è cambiata) ma senza esito. viene invitata a licenziarsi poi messa in cassa integrazione. Condizione clinica sintomatologia ansiosa e aspetti depressivi (attacchi di panico e somatizzazioni al colon a allo stomaco, difficoltà di concentrazione,insonnia ed incremento di uso di tabacco) CONCLUSIONI: Sta maturando la convinzione di cambiare lavoro ma chiede di non intervenire per ora in azienda E’ programmato un intervento breve di sostegno psicologico
MONICA 38 anni - impiegata commerciale - estero da 15 anni Le assenze legate alla figlio di 18 mesi, vengono interpretate dal datore di lavoro come un impegno minore al lavoro stesso e meno disponibilità a muoversi all’estero. Durante il congedo obbligatorio viene sostituita da un’altra impiegata “in nero”. Quest’ultima ha continuato la sua attività anche al rientro della signora la quale si trovava senza lavoro da svolgere. Non sapendo come muoversi, ha chiesto una verifica all’INPS sulla posizione contrattuale della collega. Ora la collega non c’è più ma i titolari non le conferiscono incarichi. rimane a casa in cassa integrazione. Grazie all’intervento dei sindacati rientra al lavoro ma la situazione non cambia: viene dislocata in un ufficio isolato e senza lavoro. Condizione clinica lamenta disturbi del sonno, scarsa concentrazione, senso di insicurezza e riduzione degli interessi. Si rende conto che la situazione che sta vivendo sta turbando anche la serenità familiare. CONCLUSIONI:la signora ha chiesto di sospendere il percorso valutativo: ha vissuto un conflitto interiore verso l’azienda che per ora non desidera lasciare
GIORGIA 38 anni impiegata da 5 anni Lavora con soddisfazione fino all’arrivo nuovo capoufficio con cui entra subito in conflitto per divergenze sul lavoro. Dopo due anni viene trasferita in un nuovo ufficio e poco dopo le viene proposto un trasferimento temporaneo presso una sede affiliata (vertenza sindacale). Nel 01/2012 avvisa i titolari che è in gravidanza. Riferisce momenti di inattività forzata e momenti di elevato carico di lavoro in cui non riesce a completare le richieste lavorative, rigidità di orario, isolamento sociale. Condizione clinica: rimane assente dal lavoro in malattia per alcune settimane per disturbi d’ansia, disturbi del sonno, scarsa concentrazione, senso di insicurezza e riduzione degli interessi, forte angoscia, crisi di pianto CONCLUSIONI: si licenzia
ALESSANDRA 28 anni cassiera da 5 anni presso un supermercato Al rientro dalla maternità trova un nuovo caporeparto che poi diventerà successivamente direttore del punto vendita. Riferisce fin da subito di essere diventata oggetto di attenzioni da parte quest’ultimo che lei rifiuta puntualmente in maniera gentile. Più rifiuta più le attenzioni diventano insistenti e si trasformano in molestie sessuali. Inizialmente quando si trova sola con lui poi in «pubblico» con l’obiettivo di metterla a disagio ( es. proposte oscene attraverso il telefono di cassa). Successivamente rimproveri sul suo operato senza giustificazione; le viene imposto un cambio di turno lavorativo che va nuocere gravemente la sua situazione gestione familiare. Ha parlato con il capoarea ma solo della problematica dell’orario ma senza ottenere un riscontro. Dopo un anno è riuscita a parlare del disagio anche con il marito. Condizione clinica Rimane assente 40 giorni per insonnia, crisi di pianto, problemi gastrointestinali. Da alcuni mesi comparsa di psoriasi. CONCLUSIONI: …… proposta di invio anche alla Consigliera parità
MAURIZIO 41 anni Operatore addetto alle vendite da 18 anni in un supermercato A seguito del cambio di direttore della filiale, nel 2009 chiede e ottiene il trasferimento presso un’altra filiale con mansioni di vice caporeparto. per problematiche familiari (si turna con la moglie per seguire i figli) rifiuta la proposta di farsi carico anche delle mansioni di caporeparto. Da questo momento viene adibito al reparto casse.. Riferisce di ricevere da parte del direttore, aggressioni verbali, attacchi alla sua immagine professionale, critiche continue in merito al suo operato e minacce di trasferimento in un’altra sede o al reparto casse. A seguito di una “nuova” riorganizzazione aziendale, gli viene attribuita una doppia mansione: addetto alla vendita presso il reparto salumi-formaggi (dalle ore alle 14.00) e addetto alle casse (dalle ore alle 22.00): i nuovi turni lavorativi vanno a nuocere gravemente la gestione familiare. Dopo aver parlato con il direttore del proprio disagio quest’ultimo gli propone una visita con il medico competente per valutare la sua idoneità alla mansione. Condizione clinica Rimane assente in malattia un mese con diagnosi di stato d’ansia. CONCLUSIONI: Disturbo di adattamento con sintomatologia di tipo ansioso-depressivo reattivo ad un ambiente lavorativo riferito conflittuale e caratterizzato anche da una riorganizzazione aziendale. Viene trasferito in un’altra sede con relative conseguenze nel menage familiare.