DI TIVOLI E DELLA VALLE DELL'ANIENE VICENDE BELLICHE DEI BOMBARDAMENTI DI TIVOLI E DELLA VALLE DELL'ANIENE A cura di: Guiso Carlotta Chicca Benedetta Roberta Tarquini Marco
San Vittorino La borgata di San Vittorino è il nome della undicesima zona di Roma nell'Agro Romano. E' un'area di olivi e boschi selvatici, situata a circa 30 km dalla capitale. La borgata presenta tutte le caratteristiche sociologiche, culturali e storiche di un antico borgo o di un paese della campagna romana.
Intervista alla signora Liliana Cacciaguerra, nata a San Vittorino nel 1933 e testimone dei periodi della Seconda Guerra Mondiale. Quanti anni aveva in quel periodo? Io sono nata nel '33, avevo 10-11 anni. A San Vittorino c'era qualche persona che aveva un ruolo particolare? C'era un comando tedesco, dove c'erano le scuola elementari. Durante la guerra la scuola non si faceva e avevano fatto il comando i tedeschi. Come si viveva durante quel periodo? Le condizioni che potevano esserci nel tempo di guerra; non c'era niente, andavamo a rubare le fave, si andava a Tivoli a compare le scarpe, certo solo chi poteva permettersele. Quando sono arrivati gli Alleati? A San Vittorino non sono venuti, ma avevano stabilito un comando a Colle Merulino. Le persone erano contente, però dopo che hanno cannoneggiato hanno cambiato idea. In quel momento c'erano i frati di Santa Maria Nova che attraversavano la vallata per andare a San Gregorio. Due persone sono andate al comando e hanno detto che al paese c'erano i tedeschi. Capirai, la fontana distrutta, la mia casa paterna distrutta, hanno ucciso due donne, Matilde e Cleofe Proietti, due cugine carnali. Oggi cosa le rimane di quei tempi? Mi è rimasto tutto dentro. Mi arrabbio con la gioventù di oggi perché ha trovato tutta la strada spianata. Se ci fosse un'altra guerra non so come reagireste. Mi è rimasto tanto e me lo porto ancora dentro.
Castel Madama Castel Madama è un comune della provincia di Roma, in posizione dominante sulla valle dove scorre l'Aniene. Dopo la seconda guerra mondiale, i tedeschi cominciarono a bombardare su tutto il paese causando feriti e vittime ingiuste che vivevano la loro vita piena di sacrifici. La vita o la morte dei paesani (castellani), dipendeva dalla fortuna.
Intervista alla signora Mimma, nata a Castel Madama e testimone dei periodi della Seconda Guerra Mondiale. Quanti anni aveva in quel periodo? 16 anni Quali sono i ricordi più vivi? Ce le hanno fatte di tutti i colori, mitragliavano,bombardavano, una volta ad un posto, un altra volta un altro. Una giorno eravamo a messa e verso le 11.00 stavano bombardando di nuovo, allora tutti scappavano, strillavano chi dentro, chi fuori la chiesa.. un macello.Tornati dalla messa io, mia madre e mia sorella, abbiamo trovato mia nonna sdraiata per terra, caduta a causa dello spostamento dell'aria. Per la paura io e la mia famiglia ci siamo trasferiti in campagna. Lì c'erano tutte piccole grotte e mio fratello Angelo si infilò in una di queste per la paura e non usciva mai: mangiava lì, dormiva lì, faceva tutto lì. Dove hanno colpito principalmente? Nella parte vecchia del paese... Colpirono anche casa mia, le due camerette vennero giù e fu un disastro. Per fortuna che non c'era nessuno in quel momento! Come definisci questi anni? Qualcosa di veramente brutto e scandaloso quasi da sembrare irreali. Come riuscivate a vivere? Da mangiare non c’era molto durante questi anni ma ci davamo da fare nel forno facendo le pizze o le pizze di turco per tutti. Altri ricordi? Un altro brutto ricordo è quello di una ragazza: Giuseppina, che venne presa dai tedeschi e fu gettata dentro un fosso, una donna incinta la presero, gli aprirono il ventre tirarono fuori il bambino e lo misero tra le braccia della mamma e poi ammazzarono 4 persone che erano soprannominate Giovannina, Tittarella e altri due che non mi ricordo. CENTO ANNI E CENTO DI’ NON LO POTESSIMO NE’ CONOSCE NE SAPI’
Altri episodi significativi furono: - Il 5 giugno venne passato per le armi il cantoniere Francesco Ferrazzi di 53 anni perché, preso con altri nove cittadini allo scopo di far riattivare un tratto della via Empolitana, si rifiutò di lavorare per l'invasore. La fucilazione avvenne presso il cimitero e il corpo dell'ucciso fu poi portato nel piazzale antistante il cimitero per terrorizzare la popolazione. - Il 6 giugno a Colle Secco furono rastrellati e passati per le armi quattro civili: Giovanni Amabili di anni 19, Decio Piselli di anni 53, Michele Piacentini di anni 41 e Calogero Lo Bue di anni 28, perché poco lontano era stato ucciso un tedesco. - A Monte Papese, nel fondo dei Cascini, un altro tedesco fu ucciso da Mario Cascini la vigilia della liberazione, mentre tentava di razziare nella casetta in compagnia di un altro tedesco che riuscì a scappare verso gli altri tedeschi, i quali, lo stesso giorno si spostarono verso Vicovaro, zona Pratarelle, dove fecero una strage di civili.