D.P.I..

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Transcript della presentazione:

D.P.I.

.io mi salvo così…: Anche se rispetto le regole/norme posso farmi male. Questa possibilità si chiama: “RISCHIO RESIDUO” o “RISCHIO MARGINALE” Gruppo Volontari di Protezione Civile della Città di _Carate Brianza___________

.io mi salvo così…: … per difendermi devo indossare i DPI: Dispositivi di Protezione Individuale … ma che cosa sono i DPI ? Gruppo Volontari di Protezione Civile della Città di _Carate Brianza___________

.io mi salvo così…: proteggendomi… …in funzione del tipo e della gravità del rischio… tempo libero sport attività di hobby e lavorative ..la testa con un copricapo, per riparami da cadute ..gli occhi dalla luce intensa e dalla polvere . ..il naso, la bocca, la gola e i polmoni contro umidità, fumo, polveri, ecc.. ..le mani con i guanti contro le cadute,tagli, infezioni, bruciature,ecc ..i piedi con scarpe adeguate al tipo di sport praticato Gruppo Volontari di Protezione Civile della Città di _Carate Brianza___________ 4 4

I Dispositivi di Protezione Individuale – D.P.I. D.lgs. 81/2008 e D.l. 13/04/2011 e Decreto 12.01.2012 Per Dispositivo di Protezione Individuale (DPI) ai sensi dell’art.76 del D.Lgs 81/08 si intende : qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciare la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo. Ogni altro normale indumento di lavoro o attrezzatura che non sia specificatamente adibita alla protezione del lavoratore non è un DPI.

I Dispositivi di Protezione Individuale – D.P.I. D.lgs. 81/2008 e D.l. 13/04/2011 I DPI devono essere impiegati quando i rischi non possono essere eliminati o ridotti in maniera sufficiente dalla prevenzione, dall’organizzazione del lavoro e dai dispositivi di protezione collettiva. I DPI non possono essere alternativi ai sistemi di prevenzione tecnicamente fattibili, ma solo integrativi per i rischi residui o occasionali, quali ad esempio la manutenzione straordinaria.

I Dispositivi di Protezione Individuale – D.P.I. D.lgs. 81/2008 e D.l. 13/04/2011 I DPI per essere a norma di legge devono soddisfare i seguenti requisiti generali : possesso della marcatura CE e di tutte le certificazioni previste; presenza di istruzioni di utilizzo chiare, in lingua italiana o comunque in lingua comprensibile dal lavoratore; adeguatezza del DPI al rischio da prevenire (si deve evitare, in sostanza, che il DPI sia un rischio maggiore di quello che deve prevenire); adeguatezza del DPI alle esigenze ergonomiche e di salute del lavoratore.

I Dispositivi di Protezione Individuale – D.P.I. D.lgs. 81/2008 e D.l. 13/04/2011 In particolare, i DPI devono rispettare i seguenti requisiti : REQUISITI INFORMATIVI notizie sulle protezioni fornite limiti d’uso tempo utile prima della scadenza istruzioni per l’uso, manutenzione, pulizia REQUISITI DI SICUREZZA efficienza protettiva durata della protezione data di scadenza innocuità assenza di rischi causati dallo stesso DPI solidità REQUISITI ECONOMICI costo unitario prevedibile durata ed efficienza REQUISITI PRESTAZIONALI disagio ridotto limitazione effetti di impedimento funzionalità pratica compatibilità con altri DPI (utilizzo contemporaneo) COMFORT leggerezza adattamenti alla morfologia dimensioni limitate trasportabilità comfort termico

I Dispositivi di Protezione Individuale – D.P.I. D.lgs. 81/2008 e D.l. 13/04/2011 I Volontari hanno i seguenti obblighi: devono utilizzare i DPI messi a loro disposizione, in base alle modalità fornite nel corso di formazione, informazione ed addestramento; devono avere cura dei DPI, senza modificarne le caratteristiche di propria iniziativa; devono segnalare prontamente al Responsabile dell’Organizzazione di Volontariato qualunque rottura o difetto dei DPI messi a loro disposizione; devono attenersi alle procedure riguardo al ritiro e la riconsegna dei DPI.

I Dispositivi di Protezione Individuale – D.P.I. D.lgs. 81/2008 e D.l. 13/04/2011 Suddivisione dei DPI per tipologia: Dispositivi di protezione della testa Dispositivi di protezione dell'udito Dispositivi di protezione degli occhi e del viso Dispositivi di protezione delle vie respiratorie Dispositivi di protezione delle mani e delle braccia Dispositivi di protezione dei piedi e delle gambe Dispositivi di protezione della pelle Dispositivi di protezione del tronco e dell'addome Dispositivi dell'intero corpo Indumenti di protezione sistemi anticaduta

Il caschetto... Perché lo metto? Un opuscolo informativo per i lavoratori In cantiere i rischi di ferite e traumi alla Testa sono molto elevati, sia per cadute di materiali dall'alto che per la possibilità di urtare il capo contro strutture fisse o carichi sospesi HAI MAI PENSATO CHE UN BULLONE CHE CADE DA 5 PIANI HA LO STESSO EFFETTO DI UN PROIETTILE? COME PROTEGGERSI DA QUESTO PERICOLO? La soluzione è una...Indossa il tuo casco protettivo! Indossare il casco di protezione è una misura di prevenzione che tutti i lavoratori devono attuare. Usare il casco non è solo un obbligo ma anche il segno della professionalità del lavoratore. PER OGNI PROBLEMA C’E’ SEMPRE UNA SOLUZIONE Il caschetto … perchè lo metto?

«Fa caldo e mi fa sudare» Oggi i caschi dispongono di appositi fori di ventilazione per la circolazione dell’aria e proteggono dal sole e dal caldo eccessivo. Se sudi troppo puoi usare una bandana assorbente. «Fa freddo e ho freddo alla testa» I fori di ventilazione nella calotta esterna si possono chiudere e se non basta puoi indossare appositi sotto-caschi in tessuto termico per proteggerti dal freddo. «Il casco è scomodo, pesa, dà prurito» Trova la regolazione giusta: controlla l’imbottitura interna e la fascia antisudore; i nastri scorrevoli possono essere adeguati alle singole esigenze. Occorre qualche giorno per abituarsi al peso del casco e per regolarlo perfettamente. Il prurito è spesso provocato dal materiale di cui è costituita la fascia antisudore se non viene regolarmente pulita. Sono da preferire i caschi dotati di fascia in cuoio che assorbe il sudore e contribuisce a mantenere fermo il casco.

«Se mi piego in avanti cade il casco» Un casco dotato di un buon sottonuca impedisce, se regolato correttamente, che possa cadere in avanti anche quando ci si china. Chiedi il casco con sottonuca e sottogola regolabili. E’ un vero amico che le prende al posto tuo…ma va usato correttamente! 3 REGOLE D’ORO PER UN USO CORRETTO: Tenere il casco ben saldo al capo regolando la bardatura interna. Per lavori in altezza allacciare la fibbia sotto la gola Verificare ogni giorno l'integrità delle parti costituenti il casco di protezione Pulire periodicamente il casco rispettando le modalità di pulizia indicate dal costruttore e lavando regolarmente la fascia antisudore Pericolo di lesioni al capo. Il caschetto … perchè lo metto?

I Dispositivi di Protezione Individuale – D.P.I. D.lgs. 81/2008 e D.l. 13/04/2011 Il D.Lgs 475/1992 classifica i DPI nelle tre categorie seguenti: I° Categoria Racchiude i DPI che proteggono da rischi fisici di modesta entità e sono di semplice progettazione (contatti, urti con corpi caldi con temperatura non superiore a 50°C,vibrazioni e radiazioni tali da non raggiungere organi vitali e/o da provocare danni permanenti). II° Categoria Raggruppa i DPI che non sono contenuti nelle altre due categorie. III° Categoria Include i DPI che proteggono da danni gravi e/o permanenti e dalla morte (caschi, visiere, apparecchi respiratori filtranti, DPI per protezione dal rischio elettrico, da cadute dall’alto e da temperature non inferiori a 100°C).

Comburente (ossigeno) IL FUOCO Definizione: Il fuoco è un fenomeno termico e luminoso dovuto alla combustione di varie sostanze, a rapidissima reazione di ossidazione con liberazione di energia e consumo di ossigeno. Perché ci sia FUOCO sono necessari 3 elementi : Combustibile Comburente (ossigeno) Innesco (calore sufficiente) Eliminando o riducendo drasticamente uno di questi elementi si può ottenere l’estinzione del fuoco.

INCENDIO.!! IL TRIANGOLO DEL FUOCO Gli elementi fondamentali per produrre un fuoco sono: il COMBUSTIBILE (legno, carta, benzina, gas, ecc.), il COMBURENTE (l'ossigeno contenuto nell'aria che respiriamo) il CALORE/INNESCO (fiammifero, accendino, corto circuito, fulmine, che costituiscono l'innesco del fuoco), i quali possono essere figurativamente rappresentati con un triangolo: il TRIANGOLO DEL FUOCO. In modo più generico il processo che coinvolge i tre elementi viene chiamato COMBUSTIONE e nel momento in cui questo processo si manifesta in modo non controllabile dall'uomo siamo in presenza di un .. INCENDIO.!!

DURATA DI FUNZIONAMENTO DEGLI ESTINTORI PORTATILI DIFFERENZE SOSTANZIALI TRA ESTINTORI PORTATILI ED ESTINTORI CARRELLATI Estintori portatili (massa da 1 a 20 Kg) Estintori carrellati (massa maggiore di 20 Kg) Classificati secondo EN 3-7:2004 Classificati secondo UNI 9492 CNVF TIPO CARICHE TIPO CARICHE Polvere Kg: 1, 2, 3, 4, 6, 9, 12 Polvere Kg: 30, 50, 10, 150 CO2 Kg: 2, 5 CO2 Kg: 18, 27, 54 Idrocarb. alogenati Kg: 1, 2, 4, 6 Idrocarb. alogenati Kg: 30, 50 Acqua lt: 2, 3, 6, 9 Acqua lt: 50, 10, 150 Schiuma lt: 2, 3, 6, 9 Schiuma lt: 50, 100, 150 L’estintore portatile è utilizzato nel principio L’estintore carrellato può estinguere un incendio d’incendio da un solo operatore. e deve essere utilizzato da due operatori nel seguente modo: 1° operatore, trasporta e attiva l’estintore; 2° operatore impugna la lancia e opera ione. DURATA DI FUNZIONAMENTO DEGLI ESTINTORI PORTATILI AI SENSI DEL D.M. 7.1.02005 La durata di funzionamento è il tempo durante il quale si verifica la completa proiezione dell’agente estinguente, senza interruzioni, con la valvola di intercettazione completamente aperta, non tenendo conto dell’emissione del gas residuo. L’importanza di una durata minima esigibile è fondamentale, infatti una buona durata di funzionamento può determinare l’estinzione immediata di un principio d’incendio.