La reggia di Versailles

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Transcript della presentazione:

La reggia di Versailles

LA STORIA La reggia di Versailles (in francese château de Versailles) è un'antica residenza reale dei Borbone di Francia. La città di Versailles è nata dalla scelta di questo luogo da parte del giovane Luigi XIV per allontanarsi dalla capitale e dai suoi cittadini, temuti e considerati difficili da tenere sotto controllo, costituisce oggi un comune autonomo situato nel dipartimento delle Yvelines, in Francia.

Luigi XIV e Versailles... All'inizio del suo regno, Luigi XIV non trovò alcuna reggia che lo soddisfacesse pienamente. A Parigi vagò tra il Palais-Royal, il Louvre, le Tulieries senza mai essere soddisfatto delle sue residenze. Per sottrarsi alla città (allora scomoda, sporca, rumorosa, stretta, inquietante anche per il re), cercò di sistemarsi a Vincennes e a Saint-Germain-En-Laye, dove era nato, e per un certo periodo soggiornò anche Fountainbleau. Certo tutti i castelli erano antichi, e presentavano molti inconvenienti: il re intraprese grandi lavori di ammodernamento per ridurne la scomodità, ma non trovava pace. Nel 1651 (aveva 13 anni) visitò per la prima volta Versailles - e fu il colpo di fulmine: il castello del resto era il più nuovo e moderno di tutti, e disponeva di grandi spazi per cacciare. Versailles diventò così importante, nei progetti del re, che il 25 ottobre 1660 condusse a visitarlo la sua giovane sposa, la regina Maria Teresa di Spagna.

Nel 1661, Luigi iniziò i lavori di ampliamento, investendovi 1. 100 Nel 1661, Luigi iniziò i lavori di ampliamento, investendovi 1.100.000 lire dell'epoca (cioè quasi venti volte il prezzo d'acquisto) e incaricando alcuni artisti di occuparsi degli appartamenti e degli esterni del palazzo; era solo una sede di divertimento e vita spensierata, buona per darvi feste in giardino, mentre il palazzo reale ufficiale restava il Louvre.

La nuova reggia... Nonostante la grande ammirazione di Luigi XIV verso la reggia il palazzo non era visto di buon occhio era definito ingrato, triste, senza panorama, senza boschi, senz'acqua, senza terra, perché tutto è sabbie mobili e palude, senz'aria Colbert credeva anche che il re trascurasse troppo il Louvre, «che è certamente il più superbo palazzo che vi sia al mondo. Che sconforto, vedere un così grande Re ridotto alla misura di Versailles!»

I due palazzi Versailles Louvre

L'enveloppe Tra il 1668 el il 1670 venne intrappresa la costruzione dell'Enveloppe, che consisteva in un secondo edificio che circondava il primo castello. Il grande appartamento del Re e quello della Regina furono edificati simmetricamente, l'uno a nord e l'altro a sud del vecchio castello. Tra i due, di fronte ai giardini, si apriva una vasta terrazza. Il vecchio castello di pietra e mattoni, temporaneamente conservato, venne però abbellito: le facciate furono adornate da colonne di marmo belga. Il castello nuovo era un edificio, tutto in pietra. Le lunghe facciate furono interrotte da avancorpi e scandite in altezza. La facciata ovest fu occupata, al primo piano, da una grande terrazza che congiungeva e insieme separava gli appartamenti del Re (a nord) e della Regina (a sud). Proprio come per i castelli della Loira, l’architetto si ispirò ai modelli italiani, ma attraverso i volumi, le proporzioni e la decorazione, ne fece un'opera dello spirito francese.

L'enveloppe

IL TRIANON Nel 1670, Luigi XIV decise di far demolire il villaggio di Trianon, a nord ovest del parco di Versailles, per costruirvi un edificio che gli consentisse di isolarsi dalla corte. Fu così costruito il Trianon de porcelaine, detto così perché Le Vau ne rivestì le mura di porcellana di Delft. Nello stesso periodo, i cortigiani fecero costruire nei dintorni le proprie residenze (hôtels), in modo da essere vicini al re: tra il 1670 e il 1671 furono costruiti 14 grands hôtels (tra cui Luxembourg, Noailles, Guisa, Bouillon, Gesvres). Fin lì Versailles era stata soprattutto una residenza di diporto, ma Luigi XIV sognava di costruire un palazzo che desse la propria impronta all'epoca. La creazione di Versailles fu così la rappresentazione materiale del progetto politico ed economico della monarchia assoluta: il re che dirige personalmente gli affari del regno, centralizzando l'amministrazione, raggruppando anche fisicamente attorno a sé i propri ministri e i loro servizi, e l'intera corte. Nel 1677 il Re manifestò quindi l'intenzione di fissare la propria residenza a Versailles.

IL TRIANON

LA GALLERIA DEGLI SPECCHI Le grandi gallerie erano all'epoca molto di moda: luogo di passaggio e mezzo di comunicazione tra le varie residenze, erano ambienti che si prestavano, per le ampie superfici, a grandi cicli decorativi. Il Re aveva ben presenti le lunghe gallerie delle Tuileries, del Louvre e di Fontainebleau, aveva fatto installare egli stesso la galerie d’Apollon al Louvre. Il Re desiderava da tempo costruirne una anche a Versailles, e tra il 1678 e il 1684 fu dunque costruita, chiudendo la terrazza del castello nuovo, la Galleria degli Specchi, simbolo della potenza del monarca assoluto. La grande Galleria ha oggetti in stile Rococò e sul muro all'epoca c'erano tremila candele, che riflettendosi contro i numerosi specchi illuminavano la stanza, la quale riprendeva le linee architettoniche del castello nuovo, di cui occupava tutta la facciata ovest per una lunghezza di 73 metri, continuando a fungere da passaggio tra gli appartamenti del Re e quelli della Regina, conclusa a nord dal salone della guerra e a sud dal salone della pace. In seguito a questi nuovi lavori, l'appartamento del Re Sole divenne il Grand Appartement, utilizzato per i ricevimenti. La decorazione fu affidata a Charles Le Brun.

LA GALLERIA DEGLI SPECCHI

I GIARDINI Con l'evolversi del castello, la Reggia di Versailles necessitò anche di un'adeguata cornice verde che servisse non solo da svago per i numerosissimi componenti della corte, ma che consentisse davvero alla reggia di sentirsi fuori dal mondo che affollava la capitale francese. I giardini di Versailles sono ancora oggi tra i più grandiosi esempi di giardino barocco alla francese e sono tra i più grandi al mondo abbinati ad un palazzo reale Grandezza 800 ettari Numero di alberi 200.000 Fiori piantati annualmente 210.000 Numero di fontane 50 Numero di getti d'acqua 620 Lunghezza delle tubazioni necessarie per le fontane 53 km

I GIARDINI

Le fontane Nei giardini furono installate diverse fontane,che contribuivano a creare l’atmosfera che il re desiderava,ovvero sentirsi fuori dal mondo Ecco alcuni esempi di fontane Bassin de Latone Collocato sull'asse est-ovest di poco a sud-est del Parterre d’Eau, si trovava il Bassin de Latone,disegnato da André Le Nôtre, scolpito da Gaspard e Balthazar Marsy, e costruito tra il 1668 ed il 1670, la fontana mostrava l'episodio delle Metamorfosi di Ovidio ove Latona ed i suoi figli, Apollo e Diana, venendo tormentati da contadini della Licia che si rifiutavano di farli abbeverare al loro stagno, si appellano a Zeus il quale risponde tramutando i lici in rane.

Bassin d’Apollon Sempre sull'asse est- ovest si trovava il Bassin d’Apollon – la fontana di Apollo.Occupante il sito del Rondeau/Bassin des Cygnes di Luigi XIII, la fontana di Apollo venne costruita tra il 1668 ed il 1671 e raffigura il dio Sole nell'atto di guidare il carro di fuoco nel cielo. La fontana forma il punto focale del giardino e serve come elemento di transizione tra i giardini del Petit Parc ed il Grand Canal

LA VITA A CORTE Il Re stabilì regole d'etichetta rigorose e complesse, che trasformavano tutti i suoi atti, anche i più quotidiani, in un cerimoniale quasi sacro. L'inizio e la fine della giornata erano scanditi dal Grand e Petit Lever (il risveglio) e dal Grand e Petit Coucher (il sonno) del Re e della Regina, ai quali i cortigiani erano ammessi in modo selettivo: i privilegiati avevano l'onore di assistere il Re, dietro la balaustra che separava il letto reale dal resto della stanza, presentandogli un capo di abbigliamento. Tutte le circostanze della vita erano formalizzate e regolate, dalla nascita dei principi - che avveniva in pubblico, ad evitare ogni contestazione circa la loro legittimità – all'omaggio al re, che avveniva secondo costumi immutabili. Ugualmente solenni erano i rapporti con il Re delle persone ammesse alla sua presenza, che si trattasse di ricevere gli ambasciatori, della presentazione di gentiluomini o di dame titolate, o di accogliere auguri e felicitazioni. Per interrompere questo protocollo, Luigi XIV istituì i «Jours d’Appartement»: tre volte a settimana, dalle 19 alle 22, i cortigiani erano ammessi nell'appartamento reale (il Grand Appartement); là erano preparati buffet, tavolini da gioco, musica e si poteva danzare. Il Re passeggiava per i saloni informalmente, senza che i signori e le dame invitati dovessero scomodarsi per salutarlo. Essere ammessi a queste serate era evidentemente un grande onore, che i cortigiani si disputavano. Nello stesso spirito, Luigi XIV volle riservarsi i Petits appartements, uno spazio dedicato alla vita più privata, il cui accesso era limitato alla famiglia o ai compagni di caccia, che il Re tratteneva volentieri a pranzo. La corte di Versailles fu per tutte le corti d'Europa una testimonianza della potenza della Francia e di Luigi XIV e divenne un modello da imitare.