Tradizione prestoriografica Tradizioni gentilizie - canti conviviali (carmina convivalia) - elogi funebri (laudationes funebres ) - immagini degli antenati (imagines maiorum) - celebrazioni (elogia)
Polibio, Le Storie, VI 53-54 Quando si celebra in Roma il funerale di un cittadino illustre, questi è portato con ogni pompa nel foro, presso i rostri (…) Alla presenza di tutto il popolo un suo figlio maggiorenne, se esiste e si trova in città, o altrimenti il suo parente più prossimo, sale sulla tribuna e parla del valore del morto e delle imprese che egli ha compiuto durante la vita (…) L'oratore incaricato della lode funebre, dopo aver parlato del morto, ricorda le imprese e i successi dei suoi antenati cominciando dal più antico; così la fama degli uomini valorosi, continuamente rinnovata,è fatta immortale, mentre la gloria dei benefattori della patria viene resa nota a tutti e tramandata ai posteri
Valerio Massimo, Fatti e detti memorabili,II 1, 10 I nostri avi durante i convivi cantavano accompagnandosi col flauto le illustri imprese dei loro antenati per rendere i giovani desiderosi di imitarle. (…) I giovani tributavano ai vecchi l'onore loro dovuto, i vecchi accompagnavano, alimentandoli, gli entusiasmi di coloro che si affacciavano alle soglie di una vita operosa.
Tradizione prestoriografica Annales Maximi Registrazioni cronachistiche compilate sotto il controllo e l'autorità del Pontefice Massimo. Incisi su una tavola bianca, segnavano i fatti ritenuti più rilevanti sotto ogni anno, indicato con i nomi dei consoli. Contengono avvenimenti relativi alla vita civile, politica, militare e,con particolare attenzione, religiosa. Il Pontefice Massimo Publio Mucio Scevola raccolse il testo degli Annales e li pubblicò, in 80 libri, favorendone la circolazione e l'uso da parte degli storici (Livio li cita frequentemente)
Cicerone, L'oratore, 2, 52 La storia infatti non era altro che una compilazione di annali; per questo, affinché si conservasse il ricordo di ogni pubblico avvenimento, dall'inizio dello stato romano fino a P. Mucio, il pontefice registrava tutti gli avvenimenti di un anno, trascrivendoli su una tavola bianca, che esponeva a casa sua (...) Vengono chiamati Maximi
Roma e mondo greco: nascita della storiografia romana Timeo di Tauromenio (Taormina) ca. 350 – 260 a.C. Storia siciliana; Pirro La sua opera storica è la prima a registrare la presenza di Roma tra i protagonisti delle vicende politiche del mondo italico e poi mediterraneo, a partire dal IV secolo (guerre sannitiche, guerra tarentina). Ne restano frammenti.
Annalistica romana Prima annalistica III sec. Q. Fabio Pittore, L. Cincio Alimento, A. Postumio Albino, G. Acilio, P. Cornelio Scipione. Opere composte in lingua greca. Destinazione a un pubblico 'internazionale', all'interno delle lotte per l'egemonia nel Mediterraneo; propagazione di una versione filo-romana dei fatti politico-militari. Codificazione di una storia nazionale e condivisa.
Quinto Fabio Pittore (ca 260 – 190 a.C.) Annales dalle origini leggendarie della città, a partire da Enea fino alla seconda guerra punica (battaglia del Trasimeno, 217; oppure battaglia di Zama, 202 a.C. Del testo esisteva una traduzione latina, Annales (o Rerum gestarum libri) Criterio annalistico nell'organizzazione del materiale Le vicende contemporanee avevano un ruolo preponderante nella narrazione (motivi → modelli greci, reperibilità del materiale di informazione, vicende autobiografiche) Storia principalmente politico-militare Fonti per la storia più antica: annales maximi e tradizioni gentilizie
Prima annalistica Lucio Cincio Alimento, senatore plebeo,attivo politicamente tra III e II sec. a.C. Storia di Roma dalle origini alla II guerra punica Gaio Acilio, senatore plebeo, ammiratore della cultura greca. Scrisse un'opera storica dalle origini alla metà del II secolo a.C. Aulo Postumio Albino, senatore, combattè a Pidna con Paolo Emilio nel 168 a.C. Fu console nel 151. Come Acilio fu ammiratore della cultura greca e guidò i rapporti diplomatici con il mondo Greco.
Marco Porcio Catone e la storiografia in lingua latina M. Porcio Catone (234 -149 a.C.), detto Cato Maior per distinguerlo da Catone l'Uticense, plebeo, di Tuscolo → Homo novus, fece una brillante carriera politica, fino a divenire console nel 195, tribuno militare nel 191 e censore nel 184. Origines in 7 libri: primo testo storiografico scritto in latino. Dalle origini leggendarie agli eventi contemporanei. Secondo Cornelio Nepote: “Registrò gli eventi, trascurando i nomi”. Richiamo alle tradizioni italiche come pienamente integrate nella storia più antica della città. Protagonista dell'opera è la res publica romana. Organizzazione tematica, non annalistica
Seconda annalistica Opere in lingua latina, per un pubblico romano, con revisione della cronologia delle origini, tendente a esaltare la centralità della componente latina e a minimizzare gli apporti esterni (Etruschi, Greci). Lucio Cassio Emìna Annales in 4 libri, dalle origini al 146, con revisione cronologica dell' età più antica della storia romana. Lucio Calpurnio Pisone Frugi, tribuno della plebe (149 a.C.), console (133 a.C.), censore (120). Annales in 7 libri, dalle origini al 146. Gneo Gellio (console 105 a.C.), Annales in circa 100 libri,opera monumentale, con spiccati interessi sulla storia istituzionale. Segue la risistemazione cronologica operata da Cassio Emina; sarà utilizzato, per la ricostruzione della prima età repubblicana, da Dionigi di Alicarnasso
Polibio (Megalopoli ca 205 – 124 a.C.) Carriera politica all'interno della Lega Achea, sulla scorta del padre, Licorta. Ipparco durante la III guerra macedonica (169/168), che si conclude con la vittoria romana a Pidna. Portato a Roma come ostaggio in seguito alla sconfitta del re macedone Perseo,entra in contatto con il circolo culturale radunatosi intorno alla figura di P.Scipione Emiliano. Osservazione del mondo romano dall'interno e da posizione privilegiata. Segue Scipione nella III guerra punica, che porta alla distruzione di Cartagine (149-146). e probabilmente anche a Numatia durante l'assedio della città da parte dell'Emiliano (133 a.C.)
Le Storie di Polibio Storie in 40 libri. Restano interi i primi 5, degli altri abbiamo ampi frammenti. Prologo relativo agli obiettivi dell'opera e agli avvenimenti compresi tra la prima guerra punica e la battagliadi Canne (264 – 216 a.C.). (libri II-V). Libro VI: 'teorie delle costituzioni' (anakyklosis, anaciclosi) e carattere misto della costituzione romana A partire dal libro VII, narrazione degli eventi del mondo mediterrraneo e dell'ascesa di Roma a potenza egemone, 215 a.C. fino alla battaglia di Pidna (XXIX libro); in seguito la narrazione fu prolungata fino al 145.
Le Storie di Polibio (2) Prospettiva 'universale' della sua storia, che unifica lo spazio geografico del Mediterraneo sotto il segno dell'espansione romana Fine educativo della storia; utilità pratica (→ politica) della conoscenza storica. Storiografia pragmatica: racconto di fatti umani, principalmente politico-militari. Lo storico deve avere esperienza 1. dei luoghi in cui si svolgono i fatti che narra e 2. della vita politica e militare per intendere correttamente gli avvenimenti e il loro significato. Inoltre deve saper esaminare criticamente le testimonianze a sua disposizione, in particolare per la ricerca delle cause degli avvenimenti. Capacità di cogliere le trasformazioni che Roma stava imponendo
Annalistica tardo-repubblicana Storiografia tardo repubblicana e i conflitti interni a Roma. Optimates e populares. Rivisitazione della storia della città in relazione agli scontri dell'epoca. Si mantiene l'idea della narrazione che parte dalle origini (ab Urbe condita). Due modelli: Valerio Anziate, attivo tra 80 e il 60 a.C., filo-ottimate. Annales dalle origini alla sua epoca, in 75 libri. Perduti ma fonte per gli storiografi di età augustea (Diodoro Siculo, Dionigi di Alicarnasso, Livio). Voce di un membro dell'aristocrazia senatoria e della gens Valeria, esaltava il ruolo delle tradizioni familiari della sua gens e più in generale della centralità del Senato Gaio Licinio Macro, Annales in 21 libri. Critico verso l'aristocrazia e molto attento a valorizzare le conquiste della plebe. Fu tribuno della plebe (73) e pretore (68), vicino a Mario nella sua lotta contro Silla. Primo esempio di tradizione storiografica filo-plebea
Sallustio e la storiografia monografica Precedenti: Lucio Celio Antipatro, autore di un Bellum Punicum in 7 libri, composto verso il 120. Uso di modelli storiografici greci (Tucidide, Polibio) e di fonti talora avverse a Roma. Cicerone lo elogia come il primo storiografo romano capace di dare alla narrazione storica qualità stilistica e un carattere di prosa d'arte. Quinto Claudio Quadrigario, autore di Annales, in 23 libri, aveva posto come punto di partenza il 390 a.C., ritenendo che non fosse possibile risalire più indietro nel tempo. Arrivava fino all'82 e grande spazio vi aveva la storia più recente. Esalta la propria Gens. Fu utilizzato da Livio. Tradusse in latino gli Annales di Gaio Acilio.
Gaio Sallustio Crispo (86-35 a.C.) Di nascita sabina; educato a Roma entrò nell'ordine senatorio come homo novus. Fu tribuno nel 52. Nel 50, quando venne espulso dal Senato dal censore Appio Claudio Pulcro, per immoralità, forse in realzione alle simpatie cesariane di Sallustio. Fu accanto a Cesare nel periodo della guerra civile, con compiti militari e come governatore della provincia dell'Africa Nova. Nel 44 si ritira dalla vita politica attiva. Storiografia e otium. Affermazione di obiettività e di disinteresse nella narrazione Monografie: La congiura di Catilina, La guerra giugurtina Historiae, in 5 libri, fatti dal 78 al 67 a.C., anno del conferimento a Pompeo dei poteri straordinari per combattere la pirateria, richiamando le vicende tardo repubblicane a partire dai Gracchi.