Lead, focus, struttura
Lead (am.) Papuzzi, Professione giornalista, Donzelli, 2010: 182-3 Opening sentence (ingl.) Cappello (it.) Che cos’è? Guida alla lettura dell’articolo: chiave di interpretazione della notizia Biglietto da visita del giornalista Non dovrebbe mai superare le 40 parole
Com’è cambiato il lead? Negli anni cinquanta si voleva che la notizia (5 W) stesse tutta nelle prime righe (summary lead; standard lead) Poi «il Giorno» introdusse un nuovo tipo di lead, che portava in primo piano un particolare dell’avvenimento per accendere la curiosità del lettore. La scelta del tipo di lead non è affidata al caso o alla creatività del giornalista ma dipende dal genere di articolo, dal giornale, dal contesto. Il lead non si improvvisa ma richiede lavoro
Varietà di lead A) enunciazione del fatto o di un particolare (modalità tipica della scrittura oggettiva) B) descrizione di una situazione, scena concreta : porta il lettore dentro il fatto (modalità tipica della scrittura soggettiva) C) dichiarazione: entra direttamente nella notizia D) questione, domanda posta dal giornalista al lettore (percontatio): l’avvenimento passa in secondo piano, la vera notizia diventa la questione prospettata nel lead
«Scrivo da un paese che non esiste più: spazzato in pochi istanti da una gigantesca valanga d’acqua, massi e terra piombata dalla diga del Vajont. Circa tremila persone vengono date per morte o per disperse senza speranza; sino a questa sera erano stati recuperati cinquecentotrenta cadaveri. I feriti ricoverati a Belluno, ad Auronzo e a Piave sono quasi duecento» (Giampaolo Pansa, 10 ottobre 1963). «Da questa notte è la valle dei bambini morti. In ogni paese che abbiamo attraversato ci sono padri e madri che maledicono di essere vivi. Davanti a ogni maceria che abbiamo calpestato c’erano loro che urlavano, piangevano, che rovinavano a terra e imprecavano in ginocchio con gli occhi rivolti al cielo» (Attilio Bolzoni, terremoto in Abruzzo, primavera 2009, «Repubblica»).
Particolare Le gambe del soldato David Mayers, 31 anni, sono rimaste su una strada di Bagdad nel marzo del 2008, quando un ordigno ha fatto saltare il blindato su cui viaggiava. Oggi dai pantaloncini corti spuntano due protesi scure, infilate in scarpe da ginnastica bianche. «Ho dovuto imparare tutto daccapo» dice Meyers («la Repubblica», R2, 26.5.2009, cit. in Papuzzi 2010, p. 185)
Situazione È incominciato alle tre del mattino, in pieno coprifuoco, quando ci hanno svegliato quei colpi: l’ambasciata americana è nel viale Thong Nhut, vicinissima alla zona degli alberghi. All’improvviso si sono uditi quei tre colpi, ma forti, quasi le esplosioni di tre bombe, e le finestre si sono accese, qualcuno si è messo a gridare «Gli aerei, gli aerei». Siamo corsi fuori e da una camionetta è uscito un urlo «The Embassy, the embassy».[…] Domani lasciamo il Vietnam. Ci sembra quasi un assurdo rientrare in un mondo dove si piange per un morto solo e non si sente sparare i cannoni. In un certo senso, ci sembra di fuggire, di disertare. Proviamo come una colpa, un rimpianto. Comprendiamo coloro che sono qui da mesi, da anni, a rischiare la pelle: c’è qualcosa di magico in questo Paese, in questa città. Forse la stessa tragedia: lo spettacolo della morte ti fa sentire così vivo quando sei vivo. Dinanzi alla morte, ogni momento, ogni oggetto, ogni gesto diventano preziosi. E il cibo è più buono, l’amicizia più allegra. (Oriana Fallaci, ultimo réportage da Saigon, “L’Europeo”, 6, 1968; in Cardinale 2011: 36-7).
In apertura dell’articolo di Fallaci: ellissi cataforica del tema Alle radici di tale procedura stanno le tecniche narrative della suspense. Prevedibile il loro impatto su un modo di presentare le notizie che insegue con accanimento modelli narrativi sempre più lontani dall’anonimato dei dispacci di agenzia e dal compromesso burocratismo della ‘scrittura di regime’ (Mortara Garavelli, Strutture testuali e retoriche, 1993:384)
Dichiarazione Tit.: E il cavaliere arruolò tutti i duri (per durare) «Questo governo durerà anni e anni». Parole di Umberto Bossi. Ma non di ieri, quando il leader leghista, rimosso «il camion di carta igienica tricolore» che diceva di aver ordinato, ha giurato fedeltà alla Repubblica. La solenne promessa la fece un attimo prima d’aprire la guerra all’altro governo del Polo, nel ‘94. Se vuole, la sinistra bastonatissima, può attaccarsi alla speranza di un replay. Se si illude, però, sta fresca. Quello che è appena nato ha infatti tutta l’aria di essere un governo che può durare. Fateci caso: salvo eccezioni, è una squadra di duri […]. Quel che è sicuro è che un governo così non può galleggiare. O fila nel vento o affonda. Certo, rispetto all’altra volta, non c’è più quel Cesare Previti che veniva coccolato dal Cavaliere come «il nostro stratega» e mostrava i bicipiti manco fosse «Grenetto er Monticiano». […] Di muscolari, però, il Cavaliere ha fatto il pieno. Ed ecco Gianfranco Fini, che spiega ai giovani di AN che devono «fare provocazioni intelligenti e non parlare da moderati perché così fanno ridere» («Quel ruolo lasciatelo a me») ma quando è il momento, come gli capitò nel ‘99 dà rasoiate tremende: «AN è diventata un carrierificio e la sua anima l’ha strappata il rampantismo diffuso» (Gian Antonio Stella, “Corriere della Sera”, 12.6.2001, p. 12)
Lead di una cronaca brillante Ultime da Pompei di Marco Cicala Pompei Lead di una cronaca brillante Ultime da Pompei di Marco Cicala Pompei. Metti un sabato di fine autunno. Dopo Cristo. Arrivi agli scavi di Pompei che magari non rivedevi dalla gita scolastica e già t’hanno scavato via 71 euro. Undici il biglietto d’ingresso e vabbè; sessanta di taxi dall’aeroporto di Napoli. Venti minuti scarsi di tragitto. Ma come, chiedi all’autista, il tassametro segna 29. Lui ti dettaglia tutta una serie di esoteriche maggiorazioni. Non solo, dice che devi ritenerti fortunato. Perché nel giro c’è chi spinge sul pedale tariffario, sino a ottanta, novanta pezzi. Con gli stranieri. Scendi senza chiedere lumi aggiuntivi e quasi contento che, per una sorta di stravolto patriottismo, ti sia stato praticato lo sconto. («Il Venerdì di Repubblica», 17.12.2010, cit. in Serianni, Leggere, scrivere, argomentare, Laterza 2013)
Lead di una cronaca di costume I dopati della domenica di Michele Serra Il padre del povero Schwazer non riesce a darsi pace, «stava male e non ho saputo parlargli, non sono stato un buon genitore». Se la cosa può consolarlo, sappia che milioni di padri (e di madri, di fratelli, di sorelle, di figli, di innamorati) non trovano le parole per arginare la marcia trionfale delle dipendenze (dai farmaci, dagli stupefacenti, dagli eccitanti, dal gioco d’azzardo, dal computer, dal cibo, dall’alcol, da tutto) che sono la piaga più devastante della nostra epoca. («la Repubblica», 8.8.2012, cit. in Serianni, Leggere, scrivere, argomentare, Laterza 2013)
Lead di un articolo di musica Fabrizio De André: plurilinguismo come testamento artistico di Andrea Felici Passa per le vie del dialetto e del mistilinguismo l’ultima produzione di Fabrizio De André (genova 1940-Milano 1999), uno tra i più importanti interpreti della canzone italiana d’autore. Tappe fondamentali di questo viaggio nelle lingue sono gli album Creuza de mä, Le nuvole e Anime salve, da considerare suoi testamenti artistici. («cartabianca. Rivista di lingua e cultura italiana», 2.11.2011, cit. in Serianni, Leggere, scrivere, argomentare)
RE, 28 ottobre 2013 Prima pagina O. Il giovane aveva 21 anni T. Tragedia a Roma Ragazzo gay si uccide “Sono stanco della omofobia» p. 20: T. Studente gay si uccide, il biglietto shock “Omofobi, fate i conti con la coscienza” Roma – Un altro suicidio shock. Per la terza volta in un anno, a Roma, un giovane gay ha scelto la morte come unica alternativa al disagio di una vita da omosessuale non accettata. «Sono gay, non sto bene in questa società. L’Italia è un Paese libero ma esiste l’omofobia e chi ha questi atteggiamenti deve fare i conti con la propria coscienza». (Federica Angeli)
P. 21 La storia O. Il padre: all’università zoppicava un po’, pensavo a un periodo passeggero dovuto all’età T. “Non sapevamo, se ce l’avesse detto Per noi non sarebbe cambiato niente” St. Lo strazio dei genitori. La sorella: qualcuno dovrà pagare Roma – «A casa non si era mai confidato con noi, parlava solo con la sorella, lei sicuramente sapeva che era omosessuale. Se ce lo avesse detto a me e alla madre non sarebbe cambiato nulla». I genitori del ragazzo suicida parlano con un filo di voce. (Emilio Orlando)
Stampa, 28.10.2013 Prima pagina O. Il ragazzo aveva 21 anni T. Giovane gay Suicida a Roma “La mia accusa all’omofobia” Uno studente gay di 21 anni si è tolto la vita a Roma. Prima un messaggio di accusa verso un Paese «dove esiste l’omofobia», poi il volo dall’undicesimo piano.
p. 10 T. “Italia Omofoba”, e si getta nel vuoto St. Il biglietto d’addio dello studente 21enne: chi è intollerante faccia i conti con la propria coscienza Un pensiero per i genitori: «Vi chiedo scusa ma non ce la faccio più, sono stanco». Un altro per chi gli ha divorato l’anima: «L’Italia è un paese libero, ma esiste l’omofobia e chi ha questi atteggiamenti deve fare i conti con la propria coscienza». (Grazia Longo)
p. 10 T. La sorella in lacrime Davanti a una rosa blu: “Non si sentiva accettato” St. Choc nel palazzo: “Abbiamo sentito un tonfo” Il Reportage - Antonio Pitoni Resta una rosa blu, dove la morte s’è presa la vita di Simone. «L’abbiamo trovata qui stamattina (ieri), nel punto esatto in cui il suo corpo è stato trovato», raccontano i condomini dell’ex Pastificio Pantanella.
p. 11 T. “Nessun matrimonio, molti funerali” La comunità gay scende in piazza St. Mercoledì manifestazione nella Capitale: “Basta con l’odio, la politica agisca” Il caso – Maria Corbi Nessun matrimonio e molti funerali. Un titolo drammatico per quello che sta avvenendo in Italia, a Roma dove ieri un altro ragazzo ha perso la battaglia contro l’omofobia e si è tolto la vita. È Vladimir Luxuria, ex parlamentare, punto di riferimento del mondo gay, a parafrasare il film con Hugh Grant per raccontare il dramma di chi si sente escluso, senza il diritto di dire sì all’amore ma con quello di dire no alla vita: «…..»
CdS, 28.10.2013 Prima pagina T. Gay suicida a 21 anni «Temo l’omofobia» p. 19 O. La tragedia L’ultima lettera non sto bene in questa società T. «Ho paura dell’omofobia» Suicida a Roma a 21 anni St Terzo caso del 2013, mercoledì manifestazione in gay street Roma – Dei fiori sparsi dove è caduto Simone, dove sabato notte la madre è rimasta quattro ore a piangere e a gridare accanto al figlio morto. Sopra di lei, affacciati alle finestre dell’ex grattacielo della «Pantanella», a Porta Maggiore – uno dei simboli della capitale, trasformato in residenza esclusiva dopo anni di abbandono e occupazioni – piangevano anche gli inquilini dell’immenso complesso celeste accanto alla tangenziale est.
Focus È un contenuto o un aspetto della notizia su cui viene costruito l’intero articolo (protagonisti, dati, caratteristiche dell’evento). La sua identificazione dipende dalla interpretazione dell’avvenimento. Spesso è condensato nel lead.
Struttura Disposizione delle varie parti della notizia all’interno dell’articolo. Dipende dal focus: la disposizione dei materiali è in funzione di ciò che si vuole privilegiare. Solo la disposizione degli elementi dà il significato della notizia, che non è il fatto ma un resoconto sul fatto, che approfondisce, scava e mette in relazione il fatto con altri fatti.
Elementi della struttura Montaggio dei seguenti elementi: Esposizione di uno o più fatti, corredata da dati di attualità Dichiarazioni e testimonianze, virgolettate o no, eventualmente spezzate e distribuite Descrizioni, narrazioni e ricostruzioni del giornalista Opinioni e commenti
Focus: suicidio+biglietto Ricostruzione: Chi era Struttura Re, p. 21 Focus: suicidio+biglietto Ricostruzione: Chi era Narrazione e descrizione: Dove è accaduto Quando Perché lì e perché lo ha fatto Testimonianze: Titolare del ristorante “Pantanella” (22 righe di DD) Dichiarazioni: Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center (15 righe DD); Cuperlo (6 righe DD); Maria Cecilia Guerra (13 righe DD) Conclusione del giornalista: attesa della legge contro l’omofobia e annuncio della manifestazione in Gay Street
Struttura RE, p. 21, La storia Focus: una famiglia distrutta Descrizione: i genitori di Simone; Non sapevano e cercano una spiegazione (perché). Loro dichiarazioni; la sorella, presa diretta sulle sue parole di accusa Narrazione e ricostruzione: dove viveva Simone con la famiglia Testimone: un vicino di casa che ha visto arrivare la volante e ha accompagnato gli agenti dai familiari (20 righe di DD) Quando: all’una di notte Testimoni: altri giovani al bar del quartiere: il Pasha Caffè (10 righe di DD+20 righe DD). Conclusione del giornalista: 6 righe
Focus: Il biglietto (7 righe) Narrazione: Struttura «La Stampa» p. 10 Focus: Il biglietto (7 righe) Narrazione: chi Quando Dove Ricostruzione e valutazione del giornalista: chi era, come viveva (verbi all’imperfetto); «chissà quante volte…e chissà quando…»; (cosa ha fatto Simone sabato notte), chi ha scoperto il corpo, la doppia scoperta dei genitori Dichiarazione del parroco Giovanni Canone (capo italiano degli Oblati)(6 righe DD) Mobilitazione della comunità per mercoledì Messa in relazione con altri casi: “Ricordate?” > enunciazione del giornalista Valutazione finale: 3 righe
p. 10, Reportage Focus: la scena del suicidio Particolare della rosa blu e commento in DD dei condomini (4 righe) Testimonianza di un’altra inquilina (8 r.DD) Testimonianza di un terzo inquilino (Roberto Balducci, uno dei primi a dare l’allarme) (15 righe DD) Perché?: la domanda degli abitanti Altra citazione di Balducci (8 righe+8 righe) Altra testimonianza di condomini (6 righe) Ricostruzione della storia dell’edificio: 51 righe Valutazione finale: perché la scelta di quell’edificio, resterà forse sempre un mistero.
p. 11. Il caso Focus: omofobia Dichiarazione in DI di Luxuria, poi ripresa in DD (10 righe) Valutazione del giornalista Annuncio della prossima manifestazione gay Citazione del biglietto Altre dichiarazioni di: Fabrizio Marrazzo (4 righe+3); Franco Grillini (presidente Gaynet) (13 righe); Maria Cecilia Guerra (7 righe, spezzate); Ignazio Marino, via twitter (2 righe); Alessandra Cattoi, assessore alla Scuola di Roma (5 righe); Alessandro Zan, deputato Sel ed esponente del movimento Gay (brevissime citazioni spezzate); Sveva Belviso, capogruppo Pdl di Roma Capitale (6 righe). Conclusione: citazione del biglietto di Simone contro l’omofobia in Italia.
CdS struttura Focus: suicidi tra i gay Scena: i fiori sul selciato, la madre rimasta quattro ore lì a piangere, sopra di lei gli inquilini che si affacciano dall’ex edificio Pantanella. Ricostruzione del giornalista: chi era Simone; citazione del biglietto (non del tutto fedele: «dovrà fare i conti..») Valutazione del giornalista Breve testimonianza di chi lo conosceva Descrizione della sorella e dei genitori L’azione della polizia; messa in relazione con altri due suicidi e un tentato suicidio a Roma nell’ultimo anno Annuncio della mobilitazione gay Dichiarazioni: Vladimir Luxuria (8-9 righe); Maria Cecilia Guerra (1 riga+ 8); Gay Center (2 righe) Dati sulla percentuale di gay tra i suicidi Dichiarazione conclusiva di Marino (5 righe)
Come organizzare gli elementi A) successione logica dei fatti Ordine cronologico Rapporti di causa-effetto (spesso dagli effetti alle cause) Rapporti di azione-reazione B) disposizione per ordine di importanza > piramide rovesciata: nella prima parte i fatti più rilevanti, nella seconda fatti marginali e considerazioni finali C) riepilogo: richiama al lettore antefatti e precedenti (continuing news, developing news) D) conclusione (opzionale): ritorno al lead, riflessioni, valutazioni
Scheda di analisi di lead, focus, struttura Segmentazione Individuazione delle diverse unità di notizia e della loro gerarchia Lead Fatto o particolare del fatto Scena (situazione) Dichiarazione Interrogativo Focus Qual è il tema dell’articolo? Coincide con il lead? narrazione Cosa è accaduto Chi Dove, quando Perché Come Ricostruzione del giornalista Elementi di sfondo, ipotesi sullo svolgimento di un avvenimento, rievocazioni, collegamenti Dichiarazioni e testimonianze Lunghezza, indicatori di DD o no? Spezzettamento del DD? Opinioni e commenti Valutazioni del fatto, messa in relazione con altri fatti, apertura ad altre azioni
Le passioni nel giornale (dimensione delle emozioni)
Il giornale come potente macchina forica La semiotica mette in discussione il tradizionale dualismo tra ragione e passioni Rilevanza delle passioni non solo esplicitate sul piano lessicale, ma pervasivamente presenti nella costruzione del senso Forte differenziazione tra le testate per stili patemici: quotidiani più sensazionalistici giocano su una enunciazione fortemente marcata dal punto di vista patemico, intensificando gli elementi tensivi (stato di continuo allarme ed emergenza); quotidiani più distaccati tendono ad abbassare il tono passionale.
Passioni e contratto di lettura Il contratto di lettura non è soltanto un contratto di veridizione, relativo alla veridicità di ciò che il giornale racconta, ma prima ancora è un contratto passionale, che implica un condividere valori e passioni, un co-sentire. Assieme a ciò che è successo il giornale dice cosa si deve provare di fronte a ciò che è successo. Il giornale è un regolatore delle passioni (Fontanille parla a questo proposito di “moralizzazione”). Questo ruolo moralizzatore è spesso svolto da articoli di fondo e di commento, i cui enunciatori delegati indirizzano e guidano il lettore verso le giuste risposte emotive (vedi articolo di Valentini, RE, 13.11.12).
Timismo «Si tratta di una categoria “primitiva”, detta anche proprio-cettiva poiché con il suo aiuto si cerca di descrivere, assai sommariamente, il modo in cui ogni essere vivente, iscritto in un ambiente, e considerato come “un sistema di attrazione e repulsione”, “sente” se stesso e reagisce a ciò che lo circonda» (Greimas, Del senso 2, 1983:93)
Categoria timica diaforia adiaforia euforia disforia Non disforia Non euforia
Investimento timico profondo Passioni euforiche: felicità, ammirazione, speranza, attesa, curiosità Passioni disforiche: paura, incertezza, ansia, invidia, vergogna, malinconia Passioni adiaforiche (neutre, né euforiche né disforiche): indifferenza, apatia Passioni diaforiche (sintesi complessa di euforia e disforia): sdegno, indignazione, sfida
Schema passionale canonico Costituzione Disposizione affettiva di base, investimento timico profondo. Ricettività del soggetto rispetto a qualunque sollecitazione passionale; predisposizione ad accedere al processo passionale; modo potenziale in cui si trova un soggetto senziente in via di trasformazione Disposizione Il soggetto è già in possesso delle determinazioni necessarie a provare un tipo specifico di passione (es.: condizione di sospetto che prepara la gelosia). Le disposizioni patemiche non sono ancora e forse non saranno mai passioni vere e proprie, ma semplici “trasporti” verso cose e persone Patemizzazione Fase trasformatrice che modifica lo stato timico del soggetto, che diventa consapevole del proprio turbamento e comincia a dare un nome a ciò che prova. Come la performanza nel SNC, prevede un incontro-scontro tra diversi attori Emozione Vari modi fisici-corporei in cui il soggetto manifesta la propria reazione intima alla trasformazione passionale ormai avvenuta; con l’espressione delle emozioni anche gli altri sono resi consapevoli e partecipi di quanto il soggetto sta sperimentando Moralizzazione Regolamentazione sociale e individuale della passione. Il soggetto che osserva il soggetto passionalizzato valuta una o tutte le fasi del percorso passionale. Il giudizio può vertere sullo stile tensivo o intensivo, sulla competenza cognitiva, sulle dinamiche di trasfomazione, sull’emozione.
Timismo e modalità Volere e potere: modalità euforiche Dovere: modalità spesso disforica Sapere: modalità disforica se intesa in senso riduttivo (“è proprio così”); euforica se intesa come scoperta di un segreto, inchiesta, indagine
Nel giornalismo La passione nel giornale non è legata solo al tipo di notizie ma anche alla modalità della informazione. Voler-informare e Poter- informare (modalità euforiche) Ogni testata tende a mettere in mostra il suo potere di informare (essere in grado di fornire una notizia): «Siamo qui davanti a Palazzo Chigi, abbiamo appena domandato al Presidente del Consiglio…) Il volere si abbina quasi sempre alla modalità del sapere: vogliamo sapere Dover informare (modalità disforica) Enfasi sul dover informare quando le notizie sono spiacevoli
Foricità e obiettività giornalistica La cosiddetta “obiettività giornalistica” non si ritrova tanto in una eventuale relazione cognitiva tra la notizia presunta pura e un modo di darla presunto impersonale. Si costituisce piuttosto attraverso il modo in cui si assiologizza il proprio discorso a partire cioè dall’investimento diaforico o adiaforico di una determinata notizia: è il “barometro passionale” (Marrone, 2001: 129)
“Barometro passionale” (Calabrese e Volli, 1995): modo in cui i giornali alternano vari tipi di notizie, stabilendo gerarchie di sentimenti e atteggiamenti di distacco o di partecipazione. Disforia di fondo della informazione e adozione di differenti attitudini patemiche (sul piano della enunciazione): Enfatizzazione della drammaticità, potenziamento dell’ansia, della insicurezza, della paura (diaforia) Atteggiamento più distaccato, invito alla ragionevolezza (adiaforia)
Passioni del lettore Piano dell’enunciazione: incontro tra l’enunciatore testata e l’enunciatario lettore Enunciatore: vuol far sapere; può far sapere Enunciatario: vuole sapere, è mosso da desiderio di conoscere, curiosità, stato patemico di attesa (“passione predominante del lettore”, Pezzini 1998) Stati patemici della scena informativa: ansia, curiosità, paura, insicurezza, rassicurazione, speranza; La diversa intensità e tensione delle emozioni costruisce il Lettore modello delle testate.
Livelli di analisi delle disposizioni patemiche Piano lessicale Piano sintattico Ritmo narrativo: scansione discreta di elementi che si succedono secondo ordini di espressione variabili con effetto semantico variabile: serrato /lento, regolare /irregolare: contribuisce al profilo degli effetti tensivi la dimensione passionale si presenta come il trait-d’union tra i ritmi dell’espressione e i ritmi narrativi (del contenuto), basilari per la costruzione complessiva.
Categorie di analisi Intensità delle passioni: grado di coinvolgimento passionale dei soggetti in gioco Tensione: condizioni passionali diffuse e non concluse, carattere processuale della passione Disforiche: ansia, angoscia, imbarazzo, incertezza, preoccupazione Euforiche: impazienza, curiosità La tensione è anche lo stato patemico con cui il lettore si avvicina la giornale: aspettativa e attesa qualificano la passione del lettore, il suo voler-sapere e il suo timore di sapere.
Temporalità delle passioni (stoici: passioni come malattie della temporalità): Passioni che riguardano il passato: nostalgia Passioni che riguardano il futuro: speranza, ansia Passioni vissute nel presente: paura I giornali per appassionare si rivolgono prevalentemente al futuro: la notizia non è legata all’evento ma a quel che verosimilmente accadrà (attesa, preoccupazione, ansia, speranza), anche per tener alta la tensione informativa
Aspetto Categoria grammaticale del verbo che esprime i diversi modi di osservare la dimensione temporale interna alla situazione descritta dal verbo stesso Il tempo passato ad es. in greco antico si articola in diverse dimensioni aspettuali: puntualità (aoristo: regnò),duratività (imperfetto: regnava); risultatività (perfetto: ha regnato). Opposizioni aspettuali: Perfettivo vs imperfettivo: compimento vs descrizione dell’azione dall’interno Abituale vs ripetuto: espressione di una consuetudine (to use to) vs descrizione di un’azione in termini iterativi: descrizione della ripetizione di determinate fasi di un processo analizzato Progressivo vs non progressivo: descrizione di un processo nel suo svolgimento (it’s raining; it. stare+gerundio) vs assenza di progressività (verbi stativi, es. essere)
L’aspettualità riguarda dunque una sorta di prospettiva di osservazione sul processo entro cui si configura la passionalità: lo stesso evento può essere visto nel momento iniziale (incoatività), nel suo svolgersi (duratività) o nella fase finale (terminatività); può essere un evento ripetuto (iteratività) o puntuale Passioni con valenza incoativa: ansia e curiosità Passioni a carattere durativo: paura, calma Passioni a carattere puntuale: spavento, orrore Passioni a carattere terminativo: sollievo, ira (che però è anche incoativa rispetto alla aggressività che la segue) I giornali tendono comunque a preferire la marca della incoatività a quella della terminatività, per accentuare la dimensione tensiva. Retorica della tempestività dell’informazione: “La conferenza stampa è appena terminata…., il ministro sta ancora parlando con i giornalisti…”: effetto di presa diretta dell’azione nel suo svolgimento.
Aspetto e sotto-generi giornalistici Marrone (2001:135): “Ogni sottogenere giornalistico è caratterizzato da un tipo di aspettualità prevalente: la politica si presenta più spesso come durativa e ci racconta una storia sempre in corsa e mai finita, mentre la cronaca ha un carattere più puntuale, riferendosi a eventi non ripetibili e compiuti nel tempo”: Cronaca nera: aspettualità puntuale, fenomeni compiuti Cronaca politica: aspettualità processuale e durativa Economia: aspettualità incoativa (ciò che deve ancora venire) e durativa. In generale i giornali prediligono comunque la marca della incoatività per accentuare la dimensione tensiva (attesa).
Perché occuparsi delle procedure narrative insite nel discorso giornalistico? La ricerca delle strutture narrative profonde ha tanta più importanza quanto più queste strutture sono poco visibili, al punto da costruire forme implicite di argomentazione. Ricostruendo i ruoli narrativi dei vari personaggi, facendo emergere la struttura polemica della narrazione, portando in luce i momenti occultati del racconto profondo, una notizia diventa qualcosa di più di una notizia: emergono quelle valutazioni implicite sul mondo, quei valori ideologici, quelle prospettive interpretative che la notizia inevitabilmente porta con sé, per quanto apparentemente possa esserne priva. (Marrone, Corpi sociali, 2001: 102)
Esempio Tg3, novembre 1996 È novembre, e piove: ma la notizia non è questa. Forse la notizia è che non piove proprio tanto, ma questo basta per farci fare acqua da tutte le parti. C’è pioggia battente per due giorni, e crolla una chiesa. C’è un forte acquazzone e una signora rischia di affogare nel fango entratole in cucina. C’è un violento temporale e si blocca una ferrovia. Sembrano cronache da strano ma vero; mentre invece sono i bollettini quotidiani della protezione civile. Sì, facciamo acqua da tutte le parti; e alzando gli occhi al cielo, a ogni nube minacciosa, immaginiamo situazioni da apocalisse. Fotoelettriche, elicotteri, esercito e pompieri. E non solo l’acqua, ma anche il vento, lo scirocco, questa insolita aria calda che spazza i centri urbani porta 22 gradi ad Ancona e mette in ginocchio Venezia. Si prevede una marea eccezionale, dichiarano i bollettini, con il 96 per cento della città sott’acqua. E le previsioni non perdonano: state tranquilli, questo non è nulla, vedrete, peggiorerà. Così, si alzano gli occhi al cielo e c’è incertezza, come in un’invasione di ultracorpi. Insomma, il maltempo, che brutta parola, in un’Italia che è un colabrodo. (Marrone, Corpi sociali, Einaudi, 2001)
Valentini, Ogni pioggia un’emergenza, RE, 13.11.12 Forza della natura e debolezza dell’uomo. La miscela esplosiva che ancora una volta minaccia la fragilità del Malpaese, sotto l’onda tutto affatto anomala delle piogge, delle alluvioni e delle frane, è un mix di imprevidenza, incuria, irresponsabilità. Un’emergenza, insomma, senza una vera emergenza. Non c’è bisogno di avere studiato alla Bocconi per capire che i danni prodotti dai disastri naturali, in termini di rovine materiali e soprattutto di vittime umane, sono largamente superiori ai costi della prevenzione. Eppure, anche sotto il governo dei tecnici, si continua a inseguire il mito delle Grandi Opere – come il Ponte sullo Stretto di Messina – piuttosto che provvedere adeguatamente all’ordinaria manutenzione e alla messa in sicurezza del territorio.
Per l’Italia, questo sarebbe invece un doppio investimento: da una parte, appunto, per ridurre l’impatto delle calamità e quindi risparmiare fondi pubblici; dall’altra, per salvaguardare l’immagine dell’Italia e il suo residuo appeal turistico. Nel frattempo, assistiamo increduli e indignati allo stop che l’Europa vorrebbe imporre sugli aiuti ai terremotati dell’Emilia, secondo una logica perversa e inaccettabile del ricatto o della ritorsione. Ha ragione allora chi – come il governatore della Puglia, Nichi Vendola – proprio davanti all’incolpevole ministro della Coesione territoriale, Fabrizio Barca, sfida il governo sul cosiddetto “patto di stabilità”, annunciando l’utilizzo della liquidità a disposizione della sua Regione per aprire o riaprire i cantieri. Il diktat europeo non può arrivare fino al punto di imporre, oltre alla recessione economica, anche il degrado ambientale.
C’è un consumo selvaggio del suolo, come denunciano da tempo gli ambientalisti, che soffoca il nostro Paese con un diluvio di asfalto e cemento. E sappiamo bene che, soprattutto nelle regioni meridionali, questa devastazione continuata e recidiva è alimentata spesso dagli interessi dell’eco-mafia, dalla lobby occulta della criminalità organizzata, dal malaffare e dall’abusivismo. Quando poi a tutto questo s’aggiunge la forza degli elementi, allora la vulnerabilità endemica del Paese viene messa drammaticamente a nudo dalla mancanza cronica di prevenzione: tanto più grave di fronte al mutamento climatico e al riscaldamento del pianeta, entrambi ampiamente annunciati. Qui, però, non si tratta di una catastrofe, di un cataclisma, di uno tsunami. Per quanto intensa possa essere, una pioggia autunnale non può spaccare in due la Penisola, far crollare ponti, isolare interi paesi, interrompere l’autostrada o la ferrovia, provocare morti. Queste sono colpe e responsabilità degli uomini. Di tutti coloro che, a livello nazionale o locale, malgovernano da troppo tempo il territorio, l’ambiente, la natura, il paesaggio, depredando l’Italia dei suoi beni comuni e delle sue risorse collettive più preziose. Soltanto una forte “Azione popolare”, per riprendere il titolo dell’ultimo libro di Salvatore Settis, può restituire forse a tutti noi questo fondamentale diritto di cittadinanza.
Scheda di analisi delle passioni del giornale Qual è l’investimento timico profondo del quotidiano o dell’articolo Disforico Euforico Diaforico Adiaforico Foto: dispiegamento figurativo degli atteggiamenti passionali Lessemi patemici Ritmo Dell’organizzazione grafica: rapporto titolazione / pagina Ritmo sintattico: periodare frammentato, sincopato / più disteso e ampio Ritmo narrativo: narrazione lineare e regolare vs narrazione sincopata con anticipazioni e salti temporali e spaziali
Intensità: maggiore/minore Tensitività: processualità Temporalità Passioni del passato Passioni del presente Passioni del futuro Dimensione aspettuale: prospettiva di osservazione sul processo Incoatività (momento iniziale) Duratività (svolgimento) Terminatività (momento finale)