La Parola della vita e della grazia II Il suo annunzio Una delle differenze maggiori di Atti rispetto al Vangelo è proprio il ricorso allo strumento retorico del discorso: parole rivolte in modo continuo e unitario a un singolo o a un gruppo ma non in contesto privato (che implicano quindi un ascolto e una ricezione collettiva, coinvolgente il lettore). In bocca ai protagonisti degli Atti, ricorrono almeno 24 discorsi (calcolo variabile), perfettamente intrecciati e connessi al loro contesto narrativo al punto da costituire una parte fondamentale e necessaria allo sviluppo del racconto. Un terzo del testo (295 vv. circa su 1000) è occupato da discorsi! Dunque, per la costruzione del discorso storico lucano, i discorsi sono evidentemente fondamentali
Luca costruisce il suo storico, costruisce il suo racconto. Una cosa, infatti, è ciò che è raccontato (la storia), unaltra è il modo in cui è raccontato (il come della storia). La storia raccontata = gli avvenimenti narrati estrapolati dalla loro disposizione nel racconto e ricostruiti nel loro ordine cronologico (Marguerat) La costruzione del racconto = la forma conferita al racconto dal narratore, il che implica da parte sua la scelta di una struttura, uno stile, una disposizione (Id.). Gli avvenimenti in una storia vengono trasformati in trama dal discorso, cioè dal modo in cui sono presentati. Uno dei modi privilegiati in cui Luca costruisce il suo discorso narrativo (la sua trama) è appunto il ricorso alla forma letteraria del discorso mediante il quale, in un modo o nellaltro, la Parola viene rivolta e testimoniata ai destinatari (e al lettore). Il discorso è dunque, in certo modo, un discorso sul discorso; un discorso al quadrato (casi esemplari: il discorso sul discorso Pietro-Cornelio; il discorso sul discorso conversione Saulo)! La Parola della vita e della grazia II Il suo annunzio
Narrativamente parlando, il discorso stabilisce una specie di metaracconto (racconto sul racconto), dal momento che permette ai personaggi della storia raccontata di interpretare gli eventi narrati. I discorsi alimentano così e accelerano il processo di unificazione del racconto, al livello intradieghetico, e di interpretazione del racconto nel lettore al livello extradieghetico (Marguerat) Teologicamente parlando, i discorsi diventano un luogo teologico per eccellenza. Il kerygma e la traditio fidei apostolica emergono in essi nel modo più esplicito (cf. cristologia, escatologia, soteriologia) In particolare: con lintroduzine sistematica di discorsi formalmente ripetitivi, Luca ha unificato il suo racconto; e, dato ancor più importante, ha unificato limmagine di un cristianesimo primitivo altrimenti diverso sia sul piano dei personaggi che su quello etnico e geografico (Soards) La Parola della vita e della grazia II Il suo annunzio
Soggetti: ci sono discorsi di Pietro (8), Stefano (1), Paolo (10), Giacomo (1) e di altri personaggi minori (Gamaliele al sinedrio in 5,35b-39; il governatore di Corinto Gallione in 18,14s; Demetrio ai colleghi argentieri in 19,25-27; gli ufficiali della città agli efesini in rivolta in 19,35-40; lavvocato Tertullo al procuratore Felice in 24,2b-8 ecc.). Sul piano retorico, attraverso i discorsi Lc mostra come gli apostoli abbiano sfruttato ogni situazione per annunziare il Vangelo! Contenuti: sono di carattere diverso a seconda dei contesti narrativi e dei destinatari: annunzio ai giudei, annunzio ai pagani, contestazione profetica, discorsi didattici, apologie, dibattimenti processuali Scopo: a) effetto drammatico (tipico della storiografia e della mimesis drammatica); b) funzione ermeneutica sul piano intradieghetico, cioè o di sintesi rispetto alla storia e alle sue singole tappe o di un prolungamento e di una spiegazione di essa che la sospinge ancora più avanti; c) funzione kerygmatica e teologica (ermeneutica a livello extra-dieghetico come strumento di annunzio e di comunicazione del narratore con il lettore). La Parola della vita e della grazia II Il suo annunzio
Annunzio ai giudei Annunzio ai pagani Discorsi didattici Apologia 2,14-36 (37-41) Pt a pentecoste 10,34-43 Pt a Cornelio 1,15-22 (Pt agli undici) 7,2-53 (Stefano al sinedrio - rib) 3,11-26 (+ 4,5- 12) Pt in occasione della guarigione dello storpio 14,13-18 Pl e Sila ai pagani di Listra 11,1-18 ( Pt ai fratelli gerosolimitani ) 21,40-22,24 ) Pl alla folla gerosolimitana) 13,14b-43 (Pl ad Antiochia di Pisidia) [Primo g.d Pl!] 17,22-34 Pl allareopago 15,7-11 (Pt al concilio) 15,13-21 Giacomo 24,10-21 (Pl arrestato parla a Felice) 28, Pl ai giudei Roma [ultimo g.d. Pl!] 20,17-38 Pl agli anziani di Efeso 26,1-32 Pl ad Agrippa-Berenice e Festo
Elementi strutturali discorsi annunzio: a)Appello ai destinatari b)Richiesta di attenzione/ascolto c)Fraintendimento uditori d)Richiamo ai fondamenti (At o religiosità pagana) e)Kerygma cristologico (teologico) f)Prove tratte delle fonti autorevoli (At – autori pagani) g)Replica al problema suscitato dal fraintendimento h)Invito alla conversione/penitenza e annunzio della salvezza i)Focalizzazione messaggio in rapporto agli uditori La Parola della vita e della grazia II Il suo annunzio
Lavori di gruppo Testi: 3,11-26 (Pt nel tempio); 17,22-34 (Pl areopago); 20,17-38 (testamento pastorale Pl ) a)Individuare contesto soggetti e destinatari del discorso b)Esaminarne la struttura e il riferimento alle fonti autorevoli (per At 20: aspetto autobiografico; significato per gli uditori e per la loro identità cristiana; lascito – compito per il futuro) c)Individuarne i principali contenuti kerygmatici e gli effetti didattici sui destinatari nel testo (asse drammatico/intradieghetico) e sui destinatari fuori dal testo (asse relazione autore-lettore/extradieghetico) La Parola della vita e della grazia II Il suo annunzio