Gesù Cristo perfetto comunicatore Corso per operatori pastorali Communio et progressio n°11. Durante l’esistenza terrena Cristo si è rivelato “perfetto comunicatore” Comunicazione e Missione n°35-37. “Gesù modello” di autentica comunicazione Contestualizzare Communio et Progressio, Inter Mirifica e il Direttorio delle Comunicazioni sociali Perché oggi è importante “la comunicazione?” A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” prima lezione
premessa Perché oggi è importante la comunicazione? Perché dovremmo imparare a comunicare? Comunicazione e Missione n° 1 Il nostro tempo è caratterizzato da una diffusione degli strumenti della comunicazione sociale sempre più rapida e pervasiva. I mass-media sono ovunque attorno a noi e non possiamo più farne a meno. Siamo chiamati a vivere in questo contesto «con nuovo dinamismo» e siamo sempre più consapevoli che «la comunione ecclesiale e la missione evangelizzatrice della Chiesa trovano, inoltre, nei media un campo privilegiato di espressione. Dal Concilio ad oggi la Chiesa ha preso ancor più coscienza di quanto sia importante coniugare tutti gli ambiti della vita ecclesiale con questa nuova realtà culturale e sociale». A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” prima lezione
Comunicazione e Missione n° 2 L’universo dei media costituisce il «primo areopago del tempo moderno […], che sta unificando l’umanità rendendola – come si suol dire – un villaggio globale» (1) . L’innovazione tecnologica, all’origine di profonde trasformazioni sociali, sta determinando una nuova visione dell’uomo e della cultura, così che «non è esagerato insistere sull’impatto dei mezzi di comunicazione sociale nel mondo di oggi. L’avvento della società dell’informazione è una vera e propria rivoluzione culturale». Nulla di ciò che l’uomo di oggi pensa, dice e fa è estraneo ai media; e i media esercitano un’influenza, con varie modulazioni, su tutto ciò che l’uomo di oggi pensa, dice e fa. Compito della Chiesa è annunciare il messaggio di salvezza a questa società, questi uomini. (1) Redemtoris Missio n° 37. Enciclica di Giovanni Paolo II A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” prima lezione
1. I media come cultura “Il lettore dovrà rammentarsi di quanto sia qui compreso nel termine cultura. Essa include tutte le attività e gli interessi politici di un popolo. Il derby, la regata di Henley, Cowes, il 12 agosto, la finale di campionato, le corse dei cani, il tiro al bersaglio con le frecce, il formaggio Wesleydale, il cavolo bollito a pezzi, le barbabietole nell’aceto, le chiese gotiche dell’800 e la musica di Elgar. Il lettore può fare da sé la sua lista. Dovremo poi affrontare la strana idea che quel che è parte della nostra cultura è anche parte della nostra religione vissuta”. T.S. Eliot, Appunti per una definizione della cultura, 1949 Attenzione al versante del consumo: la moda, il cibo, lo sport sono elementi che anticipano il sistema dei media Oggi bisognerebbe aggiungere i media e i loro prodotti: la musica di Vasco Rossi, Sanremo, i film di Natale di Boldi e de Sica, Grande Fratello etc. Dalla cultura materiale e dai suoi consumi a quella simbolica i meccanisminon cambiano in modo radicale (i consumi sono sempre simbolici: distruzione di merci per produrre significati). Munari e il cucchiaio di legno A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” prima lezione
Thomas Stearns Eliot Nobel per la letteratura 1948 Thomas Stearns Eliot (26 settembre 1888 - 4 gennaio 1965) fu uno dei maggiori rappresentanti della poesia moderna anglosassone, oltre che un drammaturgo e un critico letterario. Tra le sue opere poetiche più importanti figurano “Il canto d'amore di J. Alfred Prufrock”, e “La terra desolata” e “I cori” da "La Rocca". A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” prima lezione
Cultura, termine di origine latina che significava coltivare, l’uso fu esteso poi a tutte le attività e situazioni che richiedevano un’assidua cura, dalla “cura” verso gli dei, quello che tuttora chiamiamo culto, alla coltivazione degli esseri umani ovvero la loro educazione. Da quest’ultima accezione deriva il valore di cultura nel suo senso moderno: il complesso di conoscenze (tradizioni e saperi) che ogni popolo considera fondamentali e degni di essere trasmessi alle generazioni successive. Nella nostra civiltà occidentale il concetto di cultura è divenuto erroneamente sinonimo di “conoscenza di quanto depositato nei libri” (cultura alta) vi è quindi la tendenza a considerare persone colte o addirittura uomini di cultura coloro che hanno letto tanti libri. In società come la nostra oramai la cultura non si identifica esclusivamente con le tradizioni scritte, ma con le nuove tecnologie multimediali (ipertesti, immagini e suoni) per questo i grandi mezzi di comunicazione sono responsabili della cultura di massa … (cultura bassa?) http://www.riflessioni.it/enciclopedia/cultura_civilta.htm A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” prima lezione
Il termine cultura nei “Cultural Studies” Raymond Williams, fondatore dei “cultural studies”: “a whole way of life, ossia una molteplicità di modi di vivere già esistenti o possibili, e alle loro forme organizzative e di comunicazione” (1) Tutto quello che produce l’uomo può essere considerato cultura. (1)(C. LUTTER-M.REISENLEITNER, Cultural Studies, 2004). A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” prima lezione
Comunicazione e Missione n° 4 I media infatti non sono semplici strumenti neutri; essi sono al tempo stesso mezzo e messaggio, portatori di una nuova cultura che «nasce, prima ancora che dai contenuti, dal fatto stesso che esistono nuovi modi di comunicare, con nuovi linguaggi, nuove tecniche, nuovi atteggiamenti psicologici». La loro incidenza sui modi di pensare e di agire, sugli stili di vita, sulla coscienza personale e comunitaria, in una parola sulla cultura e sulla stessa evangelizzazione fa sì che la Chiesa «non può non impegnarsi sempre più profondamente nel mutevole mondo delle comunicazioni sociali». una nuova cultura A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” prima lezione
Comunicazione e Missione n° 4 La Chiesa non solo «si sentirebbe colpevole di fronte al suo Signore se non adoperasse questi potenti mezzi che l’intelligenza umana rende ogni giorno più perfezionati», ma insieme comprende che, per realizzare il mandato di Gesù, «non basta quindi usarli per diffondere il messaggio cristiano e il Magistero della Chiesa, ma occorre integrare il messaggio stesso in questa nuova cultura creata dalla comunicazione moderna» una nuova cultura A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” prima lezione
2. I media come ambiente “I media non sono più uno schermo che si guarda, una radio che si ascolta. Sono un’atmosfera, un ambiente nel quale si è immersi, che ci avvolge e ci penetra da ogni lato. Noi stiamo in questo mondo di suoni, di immagini, di colori, di impulsi e di vibrazioni come un primitivo era immerso nella foresta, come un pesce nell’acqua. E’ il nostro ambiente, i media sono un nuovo modo di essere vivi”. C.M. Martini Il lembo del mantello, 1991 Dire che i media sono un ambiente vuol dire diverse cose: Pervasività: ubiquità, portabilità etc. - Ridefinizione dello spazio (pubblico-privato: cellulare in treno, ma anche Grande Fratello; vicino-lontano: vignette su Maometto; dentro-fuori casa-in nessun posto: la bedroom culture) Ridefinizione del tempo (simultaneità: il Titanic nel 1912; presente/passato: la memoria collettiva dei media; il calendario nazionale scandito dai media) In una parola: ridefinzione dell’ESPERIENZA A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” prima lezione
Dalla storia della comunicazione si evince «che le trasformazioni del modo di trasmettere le informazioni comportano trasformazioni nel nostro modo di percepire e di definire il mondo» (1) , Ossia il nostro ambiente… un nuovo ambiente (1) M.DOGLIO, Media e scuola. Insegnare nell’epoca della comunicazione, Lupetti, 2000, p.20 A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” prima lezione
Comunicazione e Missione n° 11 Ogni nuovo linguaggio ha un’inevitabile ricaduta antropologica e sociale, ossia condiziona l’esistenza, la mentalità e le relazioni delle persone. Determina lo sviluppo di atteggiamenti e di sensibilità differenti: ad esempio una maggiore capacità intuitiva rispetto a quella analitico-sistematica, ma anche una diversa organizzazione logica del discorso e del pensiero, del tempo e dello spazio. A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” prima lezione
Dall’oralità alla scrittura… Dalla scrittura alla stampa… Piccolo approfondimento: ogni scoperta comunicativa ha apportato “rivoluzioni sociali”; “Estensioni al nostro corpo in senso spaziale” Dall’oralità alla scrittura… Dalla scrittura alla stampa… Dalla stampa all’eletttricità-elettronica: telegrafo, telefono, radio, televisione, internet… un nuovo ambiente M. McLuhan, Gli strumenti del comunicare, ed. Net, Milano 2002 (primissima edizione 1967) A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” prima lezione
Prima conclusione «Qualunque siano le idee e le opinioni che noi abbiamo dei mezzi, la comunicazione tra gli esseri umani non può non prescindere dalla loro esistenza e dalla loro utilizzazione». un nuovo ambiente (1) DOGLIO, Media e scuola. Insegnare nell’epoca della comunicazione, p. 21 A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” prima lezione
3. I media come esperienza “I media sono oggi parte del tessuto generale dell’esperienza […] Ecco dunque il punto di partenza: l’esperienza, la mia e la vostra, e la sua normalità. […] Infatti media sono in primo luogo normali, sono una presenza costante nella nostra vita quotidiana. […] Ne consegue la necessità di riconoscere la realtà dell’esperienza: le esperienze sono concrete, anche quelle mediali”. R. Silverstone, Perché studiare i media ?, 2002 Normalità: i media non sono normali / sono problematici per tre categorie di persone. Chi fa, chi studia i media e i disturbati mentali. I media alimentano la normalità, la sicurezza ontologica, attraverso: Riti Miti A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” prima lezione
Un “nuovo sistema” da comprendere perché in continua evoluzione … A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” prima lezione
Miti: l’esperienza, per essere comprensibile, si nutre di storie Elisa vs. Elisa 2: da cenerentola principessa, da principessa a piccola borghese Il gossip e il pettegolezzo: controllo sociale, affermazione delle regole
I media e la gestione delle emozini: il caso del lutto
L’evento e la rottura della normalità
Tsunami e terremoto in Kashmir: L’ambiguità della compassione il senso di colpa / impotenza Se la sono voluta pago
4. I media come “senso comune” “Che cos'è il senso comune? […] Per certi versi, è la cultura in cui ciascuno è inserito. Ma il senso comune è cultura secondo un'accezione particolare: è la cultura in quanto e per la parte in cui è data per scontata. Esso intende tutto ciò riguardo a cui, interrogati, risponderemmo che "è ovvio", o che "lo sanno tutti" e dunque non vale la pena di metterlo in dubbio […] Pensare, agire e vedere secondo il senso comune significa infatti, per ciascuno, farlo secondo ciò che egli crede che ciascun altro penserebbe, farebbe o vedrebbe al suo posto […] Così, mentre ne attribuisce ad altri la responsabilità, ne è lui il responsabile”. P. Jedlowski, Un giorno dopo l’altro, 2005 I media alimentano il senso comune attraverso l’implicito, i luoghi comuni, gli stereotipi, le rappresentazioni sociali. Non importa la loro veridicità: se un fenomeno è creduto “reale”, le sue conseguenze sono reali (gli untori durante la peste, la stregoneria, la sfortuna, l’amore romantico …) Conseguenze drammatiche in caso di crisi / rischio / pericolo (l’aviaria) Conflitto per la definizione del senso comune: ciò che è normale Messa in crisi del senso comune: riflessività A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” prima lezione
5. I media come “responsabilità” “L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e sapere riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”. I. Calvino, Le città invisibili, 1972 La responsabilità di chi fa i media è speculare a quella di chi li consuma; il compito è lo stesso, nella vita di tutti i giorni, dentro e fuori dai media A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” prima lezione
Responsabilità Comunicazione e Missione n° 7 Proprio perché così potenti, i media possono comportare non pochi rischi, ad esempio inducendo a una sorta di evasione dalla realtà o, paradossalmente, all’isolamento. Se usati per condizionare la vita democratica, politica ed economica, possono risultare devastanti per i singoli come per il sistema sociale. Per questo la Chiesa è stata sempre vigile e prudente. Essa «sa pure che gli uomini possono usarli contro il piano di Dio creatore e volgerli a propria rovina; anzi, è afflitta da materno sentimento di dolore per i danni che molto spesso il loro cattivo uso ha provocato all’umanità». Più crescono le potenzialità più devono essere rafforzate la vigilanza e la capacità critica. A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” prima lezione
Domande da porsi … Perché dovremmo conoscere la nuova cultura mediale? Perché in un corso su Gesù comunicatore si parte dalla conoscenza del contesto sociale e culturale in cui siamo immersi? A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” prima lezione
Se Gesù è il perfetto comunicatore, dovremmo imparare da lui “come comunicare” e “cosa comunicare”… A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” prima lezione